A Plague Tale: Innocence

A Plague Tale Innocence

Nel marasma dei titoli action più apprezzati dal pubblico mainstream ogni tanto emergono, timidamente, altre tipologie di giochi incentrati più sullo sviluppo della narrazione, piuttosto che nella stratificazione del gameplay. Un piccolo esempio funzionale lo abbiamo trovato il mese scorso, quando Close to the Sun ci ha sorpreso con la sua ambientazione steampunk capace di strizzare l’occhio ai fasti di Bioshock, ma anche in questo maggio, sconvolto da un clima incomprensibile, spunta dal nulla -o quasi- il videogioco sviluppato da Asobo Studio, un piccolo studio francese molto noto per i suoi lavori legati alle produzioni su licenza di lungometraggi d’animazione di Pixar.

A Plague Tale: Innocence si allontana dal concept più leggero delle produzioni sopracitate, conducendoci in quel della Francia medievale, dilaniata dall’inizio della Guerra dei Cent’anni e dalla Peste Nera.

A Plague Tale: Innocence

IL MALE STRISCIANTE

Amicia e Hugo De Rune sono i due membri più giovani di un casato nobiliare che vive pacificamente a ridosso di un villaggio nelle campagne francesi. La vita dei due scorre tranquilla e beata, tranne per il fatto che hanno sempre vissuto separati a causa di un male sconosciuto che ha colpito il piccolo Hugo sin dalla nascita, costringendolo a vivere rintanato nei propri alloggi insieme alla madre. Amicia passa la maggior parte del tempo insieme al padre, cercando di apprendere non solo come si vive a corte, ma anche come tirare con la fionda e sopravvivere alle difficoltà del mondo esterno, seppur filtrato dalle sue nobili origini.

Dal momento in cui prendiamo il controllo di quest’ultima, però, una serie di sfortunati eventi comincia a mettersi rapidamente in moto: la Peste Nera ha ormai raggiunto anche le campagne più isolate della Francia per via della velocità di contagio (una delle cause maggiori sono i ratti), mentre l’Inquisizione, senza preavviso alcuno, assalta il maniero alla ricerca del piccolo Hugo.

Senza avere neppure il tempo di comprendere le cause di questa persecuzione, siamo invece costretti a fuggire con nostro fratello senza guardarci indietro, perdendo in brevissimo tempo il contatto con tutta la nostra famiglia. Il passaggio è così violento da scuotere i due in modo differente: Amicia capisce da subito gli eventi, ma chiaramente è preoccupata di come badare al fratello senza nemmeno conoscerlo, Hugo al contrario vive lo spaesamento interiorizzando il dramma, trovandosi incapace di far fronte a tutte le emozioni nuove che cominciano a emergere dentro di lui.

A Plague Tale: Innocence è un racconto di formazione, un “viaggio dell’eroe” alternativo dove i protagonisti sono appena in grado di comprendere i drammi del mondo, cercando di far fronte allo scorrere degli eventi usando il semplice intuito, proprio perché alla base manca tutta l’esperienza che avrebbero accumulato crescendo. La fuga dal maniero rappresenta in tutto e per tutto un salto nel vuoto, penalizzato inoltre dal fatto che lo scenario intorno al percorso non fa altro che peggiorare passo dopo passo: la spensieratezza del maniero incontra la desolazione delle strade del villaggio adiacente, perseguitate già da tempo dal morbo. Ma la corsa prosegue, ancora e ancora, aumentano i cadaveri e aumenta la rabbia di un popolo soppresso e sfinito che combatte per sopravvivere, mostrandoci tutte le accezioni negative del pensiero umano.

Amicia e Hugo devono assistere a tutto questo, mentre nel frattempo combattono contro una malattia ignota che avanza dentro il corpo del secondo. La potenza del racconto è probabilmente l’arma più valida del titolo, che incalza in un continuo crescendo il giocatore che ne vive gli effetti “impotente”, se non altro perché la struttura ludica del genere non prevede in questo caso scelte che possano avere un impatto con la storia.

A Plague Tale: Innocence

FIONDE ALCHEMICHE

Entrando nel merito delle meccaniche legate al gameplay, Plague Tale cerca di far suoi gli stilemi delle avventure in terza persona, proponendo per l’occasione una bella amalgama tra fasi stealth e lampi tendenti all’action.

Durante il cammino Amicia farà la conoscenza di diversi personaggi secondari, ognuno pronto ad arricchire il background della storia regalando anche qualche piccolo extra a livello di gameplay, da utilizzare sottoforma di ricetta alchemica per potenziare i proiettili della nostra fionda. Partendo dai semplici sassi, la protagonista imparerà nel corso del tempo a creare proiettili infuocati, sostanze corrosive per sciogliere gli elmi di ferro dei nemici, finanche creare delle particolari bombe con una sostanza che attira i ratti verso una particolare posizione, aprendoci quindi la strada verso la salvezza.

È interessante considerare che la struttura del racconto, suddivisa in capitoli, introduce al giocatore i vari elementi del gameplay modificando anche la disposizione degli enigmi ambientali, così da renderne obbligatorio l’utilizzo per procedere oltre. Gli enigmi sono disposti con intelligenza ma lasciano intravedere sempre il modo per risolverli, una scelta probabilmente compiuta per incentivare il proseguimento della storia senza appesantire oltremodo le sessioni di gioco.

Esiste anche un piccolo sistema di crafting, poco articolato ma comunque efficiente, che permette alla protagonista di migliorare parte del suo inventario al fine di trasportare più proiettili o ingredienti, finanche migliorare la capacità o velocità di mira della fionda. Messi insieme questi elementi lasciano emergere una difficoltà tendente verso il basso, coadiuvata tra l’altro da un sistema di checkpoint veramente generoso e da un’intelligenza artificiale delle guardie piuttosto elementare.

Sul fronte tecnico Plague Tale appare ben caratterizzato a livello di illuminazione e caratterizzazione dei fondali, anche se la nostra prova su Xbox One ha lasciato emergere una serie di difetti abbastanza importanti in merito al dettaglio delle texture, non sempre così precisa come ci saremmo aspettati. Una nota di merito va spesa per le cutscene, in cui il motion capture dei volti si esprime in modo quasi impeccabile. A lasciare senza parole in positivo è la colonna sonora del prodotto, insieme al doppiaggio originale (in lingua francese) e quello anglofono, composta da Olivier Deriviere, la stessa personalità alle spalle di titoli come Alone in the Dark e Vampyr.

A Plague Tale: Innocence

A Plague Tale: Innocence
8

Voto

Redazione

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A Plague Tale: Innocence

A Plague Tale: Innocence è un racconto che merita di essere vissuto, grazie soprattutto alla potenza di un racconto capace di porci alla guida di due giovani protagonisti sperduti in un mondo violento e corrotto dalla Peste Nera. Anche se a livello di gameplay non ci troviamo di fronte a qualcosa in grado di impensierirci sulla difficoltà, il consiglio è quello di guardare oltre e di gettarvi a capofitto in questa Francia del XIV secolo. Fidatevi, non ve ne pentirete.

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