Accolade Sports Collection, retrogaming sportivo – Recensione PC
La recensione della raccolta di sportivi d’annata firmati Accolade di QUByte Interactive. Lo scorrere del tempo non è stato clemente con alcuni di loro, ma i nostalgici apprezzeranno sicuramente

Tra le vecchie glorie riproposte al giorno d’oggi, tra servizi su abbonamento, porting, collection e compilation assortite, raramente troviamo titoli sportivi. Non perché non siano degni di attenzione, ma piuttosto perché le simulazioni agonistiche tendono a diventare obsolete con l’uscita di nuovi capitoli, specie nel caso degli sport più popolari, che vanno ad aggiornare con frequenza regolamenti, giocatori, e ad offrire un’esperienza (di solito) più completa e raffinata rispetto alle edizioni passate. Semplicemente non c’è lo stesso interesse da parte del pubblico nel voler riscoprire questo tipo di opere, non quando si hanno alternative più moderne e accurate a portata di mano (nostalgia permettendo).

Ragion per cui l’uscita di questa Accolade Sports Collection è sicuramente una vista inusuale nel panorama contemporaneo. Il titolo propone cinque giochi pubblicati nei primi anni ‘90 dalla defunta Accolade (i cui diritti sono stati riacquistati da Atari nel 2023), rimaneggiati per l’occasione da QUByte Interactive, che li ha impreziositi con le funzionalità tipiche di conversioni del genere, come filtri grafici, manuali digitali, save state e una funzione di rewind. Trovate il pacchetto a prezzo budget da un paio di settimane su tutte le piattaforme; varrà la pena dargli un’occhiata?

I primi titoli a fare capolino nella raccolta sono i due capitoli della serie The Games, ovvero Winter Challenge e Summer Challenge, rispettivamente del 1991 e del 1992, e che possono essere quasi considerati lo stesso prodotto, al di là del setting. Entrambi infatti annoverano otto discipline ispirate ai giochi olimpici rappresentati, invernali e non, con una modalità multiplayer a turno fino a 10 giocatori. Il problema è che la versione inclusa non è quella per MS-DOS, bensì quella per Mega Drive, e sebbene per l’epoca fosse un porting decisamente impressionante a livello tecnico, che quasi riusciva a simulare ambienti 3D sull’hardware della console 16-bit Sega, oggi ne appaiono evidenti i limiti; riusciamo fisicamente a contare i fotogrammi al secondo. Winter Challenge in particolar modo è il più claudicante, e non aiuta il fatto che quasi ogni sport adotti uno schema di controllo “esoterico”, che richiede alternanze e combinazioni di tasti poco intuibili senza un’attenta analisi del manuale (fortuna che possiamo richiamarlo in qualunque momento durante le sessioni di gioco). In ambo i casi una prova generale è d’obbligo, ma non ci vediamo a investire intere serate per migliorare i nostri record.

Seguono i primi due HardBall, basati sul baseball. In tutta onestà non ci capisco un’acca di questo sport, pertanto ringrazio di nuovo i manuali in-game per la spiegazione approfondita di meccaniche e terminologie. L’esperienza è sicuramente più stratificata rispetto ai due Challenge, fornendo un set molto curato di meccaniche per lanci, battute e passaggi, in singolo contro la CPU o in multigiocatore, tra partite singole e tornei. L’elemento curioso è che, mentre abbiamo l'originale HardBall II del 1989 per DOS (e quindi niente rewind, non trattandosi di una vera e propria emulazione), la versione scelta per HardBall! è quella del 1991 per Mega Drive, che si dimostra quindi superiore dal punto di vista tecnico e più raffinata in termini ludici, almeno agli occhi di un profano. Non solo ci ritroviamo quindi ad avere un prequel “migliore” del successore, ma caschiamo pure nella prefazione dell’articolo: in questa stessa collection, premesso di non avere alcun legame affettivo con le opere incluse, non ho particolare voglia di giocare HardBall II quando HardBall! offre una formula analoga e visivamente più accattivante. Provarli entrambi e metterli a confronto può rivelarsi un’attività interessante, tuttavia a prescindere accantonerete uno per l’altro.

Chiude il cerchio il basket due contro due di Hoops Shut Up and Jam! I più attempati lo ricorderanno con il nome di Barkley Shut Up and Jam!, ma questa edizione adotta le modifiche introdotte nel porting per Evercade, che rimosse per questione di diritti qualunque riferimento al cestista Charles Barkley, rimpiazzato dal fittizio Joe Hoops (compreso lo sprite principale, tagliato e rattoppato in malo modo). Il titolo è il più accessibile del pacchetto, e potenzialmente quello più divertente e meglio “conservato”. Merito della sua natura arcade, che ancora si presta bene a sessioni più o meno prolungate, con un discreto ventaglio di opzioni per personalizzare i match e il multiplayer competitivo e cooperativo. L’IA è un po’ arrendevole, ma lo si rigioca volentieri.

Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Accolade Sports Collection
È sempre difficile valutare compilation del genere. Da un lato apprezziamo l’operato di QUByte Interactive e Atari nel riproporre svariati classici nella loro forma più pura (tranne forse Barkley Shut Up and Jam!, ma comprendiamo il motivo della scelta), con giusto quelle 2-3 feature di contorno per renderli più fruibili ad un pubblico moderno, dall’altro non possiamo fare a meno di valutare se si farebbe potuto fare di più con il materiale presentato o quello a cui potenzialmente attingere. Extra come le scansioni dei manuali originali, la possibilità di provare le diverse versioni delle singole opere, o documenti dell’epoca avrebbero reso l’offerta più appetibile, e il catalogo Accolade è immenso, qualche gioco in più non avrebbe guastato in questa Sports Collection. Il fatto poi che Winter Challenge e Summer Challenge siano invecchiati maluccio, mentre i due HardBall si pestino i piedi a vicenda, mina ulteriormente il valore di questa raccolta, che comunque regalerà ore di intrattenimento a coloro che hanno saggiato in gioventù i titoli proposti oppure amano gli sportivi e vorrebbero riscoprire gli albori del genere.