Afterimage: un Metroidvania Indie zeppo di Cliché

Seguire pedissequamente le istruzioni per fare un prodotto buono ma poco originale

A seguito di una fortunata campagna crowdfunding arriva sugli scaffali digitali Afterimage: stiamo parlando di un classico Metroidvania bidimensionale la cui ambientazione fantasy, a metà strada tra il fiabesco e il dark, è stata interamente realizzata a mano dal team Aurogon Shanghai per conto di Modus Games. Protagonista della vicenda è una ragazza di nome Reene che, accompagnata da un petulante folletto di nome Ifree, dovrà esplorare il mondo di Engardin in lungo e in largo (o meglio ancora “in larghezza e in altezza”) in cerca di risposte alle sue domande sul passato, il presente e il futuro. Ma andiamo con ordine...

 

La Storia di Afterimage: Engardin e Reene

Teatro di Afterimage è, come s'è detto, il mondo di Engardin: un tempo paradisiaco e abitato dai servitori degli dei chiamati Goliath, questo Eden fiabesco ha pagato cara la nascita della razza degli umani, i quali si sono moltiplicati a dismisura e hanno cominciato a soggiogare le altre razze, arrivando persino a sfidare i Goliath. Accortisi dell'errore, gli dei inviarono sul mondo un cataclisma che decimò gli umani, le cui anime tormentate, incapaci di reincarnarsi, cominciarono a mutare in mostri.

Non tutti gli immortali, però, voltarono le spalle la stirpe degli uomini: la materna Dea continuò a proteggerli e i maghi e i sacerdoti da essa benedetti poterono prodigarsi per difendere i loro insediamenti sparsi nel mondo. Una di queste maghe è la potente Dama Aros, che un giorno accolse come sua adepta la giovane Reene, affetta da Amnesia. All'inizio di Afterimage, il villaggio di Reene viene attaccato mentre lei e il fedele Ifree sono lontani per una missione: al loro ritorno trovano Aros sul punto di morte, non foss'altro che la sua essenza viene assorbita dal misterioso aggressore. La ragazza inizierà così l'inseguimento attraverso le devastate, meravigliose e terribili lande di Engardin nel tentativo di salvare la propria mentore e nel contempo cercare di scoprire la verità sulle proprie origini.

Afterimage: un Metroidvania Indie zeppo di Cliché

Afterimage e il Metroidvania in salsa Fantasy

Afterimage è un Metroidvania estremamente classico nella struttura del gameplay di base: essenzialmente ciò che Reene è in grado di fare è correre, saltare, attaccare e scattare, in maniera estremamente semplice ed intuitiva. Ne consegue che, oltre allo stick analogico deputato al movimento orizzontale, ad accovacciarsi e a interagire con l'ambiente (premendolo verso l'alto), i quattro tasti frontali saranno associati al salto – che diventa “doppio” solo dopo un certo boss – e alle tre forme di attacco. La ragazza potrà infatti equipaggiare due armi e un incantesimo: in linea di massima il moveset delle armi non cambierà equipaggiandole come primaria o come secondaria, ma alcune abilità speciali o bonus vari terranno conto della scelta. Pozioni e altri item consumabili potranno essere utilizzati dal menù di pausa o associati alla croce direzionale per una scelta rapida.

Ma se da una lato Afterimage attinge a piene mani dai più classici canoni del Metroidvania, dall'altro strizza l'occhio ad alcune meccaniche proprie dei Soulslike. Tanto per cominciare Reene non può morire: se la sua barra della vita si esaurisce “tornerà alla confluenza del flusso” per ripartire essenzialmente dall'ultimo checkpoint, ma così facendo perderà tutta l'esperienza accumulata dall'ultima passaggio di livello; potrà recuperarla se raggiungerà il luogo della sconfitta senza farsi sconfiggere nuovamente lungo strada. È pur vero che il passaggio di livello è automatico (e quando capita, Reene si cura totalmente), cosa che rende la perdita di esperienza un po' meno frustrante e più “arcade” rispetto ai veri Soulslike.

Un altro elemento che si rifà alla fortunata saga dark-fantasy di From Software è il fatto che Reene possa utilizzare un certo numero di volte degli “incantesimi e rituali” che hanno il potere di rigenerare parte della sua salute: per curarsi completamente e ricaricare questi incantesimi, però, la ragazza dovrà riposare presso la confluenza del flusso, azione che però causerà il respawn di tutti i nemici comuni. Ciò che invece non ha nulla a che fare coi Soulslike ma proviene più probabilmente dalla scuola JRPG è lo sviluppo di Reene, strutturato ad albero delle abilità su cui spendere i punti-talento accumulati col passaggio di livello o tramite premi speciali (leggasi: scontri boss o aree segrete).

Afterimage: un Metroidvania Indie zeppo di Cliché

Afterimage bidimensionale ma con l'Unreal Engine

Afterimage è un gioco completamente bidimensionale: personaggi e mostri sono sprite, elementi scenici e fondali sono disegnati in punta di pennello o con accese tinte pastello. Nonostante ciò, piuttosto che affidarsi ad un motore grafico relativamente semplice e leggero – come sarebbe potuto essere per esempio il pluritestato Unity – il team di sviluppo ha scelto di affidarsi al granitico, sebbene un po' più pesantuccio, Unreal Engine 4. Al netto di qualche Gigabyte di download in più e di un maggiore lavoro per le ventole di PS4, però, è innegabile che la scelta sia risultata vincente dato che l'impatto grafico di Afterimage è veramente accattivante e non accenna mai a cali di frame rate neanche sul modellino base di casa Sony. L'unico effetto che lascia l'amaro in bocca è quello della nebbia, dato che cala “di colpo” sulle aree interessate e altrettanto improvvisamente svanisce quando se ne esce.

La colonna sonora si avvale di oltre 40 brani, tutti firmati dall'Aurogon Sound Team ed eseguiti dall'International Master Philharmonic Ochestra: si tratta di brani che spaziano, come l'ambientazione richiede, dal fiabesco al creepy e si sposano egregiamente con il gioco. I testi di gioco sono disponibili interamente in Italiano con una traduzione complessivamente buona; i dialoghi, non frequentissimi ma comunque presenti, sono doppiati in Inglese, Cinese e Giapponese: per il nostro test abbiamo scelto questi ultimi e abbiamo ritrovato le classiche intonazioni “da Anime” realizzate secondo la regola dell'arte.

Afterimage: un Metroidvania Indie zeppo di Cliché

L'esperienza classica e sempreverde di Afterimage

Il genere dei Metroidvania non si è mai completamente estinto ed in un modo o nell'altro è riuscito ad attraversare le varie generazioni di hardware mantenendo più o meno intatti gli stilemi di base. Se da un lato è vero che in certi periodi il filone si sia un po' “raffreddato” è parimenti vero che è bastata una nuova iniezione di vitalità da parte di giochi del calibro di Hollow Knight per riportarlo prepotentemente all'attenzione del grande pubblico. Afterimage, dal canto suo, non compie particolari sforzi per introdurre nel genere nuovi stilemi o meccaniche, limitandosi per così dire di attingere a piene mani dai classici e svolgendo il suo compitino in maniera diligente. L'elemento di gameplay che più di tutti lo caratterizza è probabilmente la possibilità di scegliere tra sei tipologie di armi ed equipaggiarne due, ma si tratta comunque di una soluzione “già vista” e soprattutto una volta che troverete la vostra “comfort zone” probabilmente tenderete ad utilizzare le stesse due armi per la stragrande maggioranza dell'esperienza di gioco.

Per il resto nel titolo Aurogon/Modus abbondano i cliché: una protagonista affetta da amnesia accompagnata da uno spiritello petulante esplora un mondo fantasy sopravvissuto ad una catastrofe magica in cerca del proprio passato, e lo fa saltando di piattaforma in piattaforma, affrontando boss e nemici comuni con spada e magia, portando di tanto in tanto una chiave dal punto A al punto B e ritornando al checkpoint ogni qualvolta prende troppe botte. Alzi la mano chi non ha già visto qualcosa del genere.

Gallery

Questa però non vuole essere propriamente una critica quanto una mera considerazione oggettiva, perché d'altro canto c'è da dire che tutto quello che Afterimage fa lo fa a modino. A differenza di altri titoli similari, come ad esempio Blasphemous, Aurogon piazza l'asticella della difficoltà a un livello iniziale molto più basso dando al giocatore la possibilità di impratichirsi man mano che esplora Engardin e alzando progressivamente il tiro. Talvolta può capitare di trovarsi improvvisamente al cospetto di avversari troppo forti, ma questo è solitamente il modo che ha il gioco per far capire all'utente che è capitato in una zona ancora al di là delle attuali capacità ed equipaggiamenti posseduti da Reene e al di là di questi casi sarà piuttosto raro il trovarsi veramente in difficoltà.

Un gioco troppo facile, dunque? Non esattamente, perché comunque lo sviluppo dei livelli e la distanza tra i vari checkpoint richiederanno comunque una certa dose di attenzione e continui riferimenti alla minimappa, sia per procedere nella quest principale sia per non perdersi lungo strada zone e tesori importanti, anche considerando la struttura piuttosto dispersiva del mondo. E, soprattutto, Afterimage è un gioco piuttosto vasto, con uno sviluppo dei livelli che vi terrà impegnati probabilmente per 25-30 ore dall'inizio ad uno dei finali (multipli), da raddoppiarsi se volete ottenere tutti i segreti, i finali e i trofei – cifre non indifferenti per quello che, è bene ricordare, è comunque un prodotto Indie artisticamente molto suggestivo.

 

Afterimage

Versione Testata: PS4

7.5

Voto

Redazione

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Afterimage

Bello a vedersi, molto suggestivo e certamente accattivante, Afterimage è un Metroidvania a metà strada tra il fiabesco e il dark Fantasy che svolge a dovere il suo compito attingendo a piene mani dai più classici cliché dei vari generi. Niente di particolarmente innovativo o di trascendentale, ma comunque una bella avventura lunga e corposa che non fa rimpiangere il tempo che le si dedica. Promosso senza infamia e senza lode.

 

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