Age of Empires 3
di
Luca Gambino
Il primo incontro con il terzo episodio di Age of Empires (se si eccettua lo spin off di Age of Mythologies) risale alla sua presentazione milanese dove, per la prima volta, abbiamo potuto toccare con mano una versione semi-definitiva dello strategico Microsoft. Una prova fugace, senza dubbio, ma che ha lasciato in noi l'ottima impressione di un prodotto capace non solo di presentare una grafica assolutamente fuori scala per un titolo strategico, ma che portasse in dote anche un notevole bagaglio di importanti novità sotto il profilo del gameplay. Novità che, venuti in possesso della lussuosa Collector's editon, possiamo finalmente disquisire in tutti i suoi punti fondamentali.
Innanzitutto, il periodo storico. Il sottotitolo di "Age of Discovery" ben si adatta a caratterizzare gli eventi che faranno da sfondo ad una trama tanto intricata quanto avvincente. La colonizzazione delle Americhe è appena cominciata. Un piatto fin troppo ricco a cui le principali nazioni europee non intendono assolutamente rinunciare. Spagna, Inghilterra, Francia, ma anche Malta e Olanda, si daranno battaglia per conquistare una fetta importante di questa nuova terra così lontana ma infinitamente ricca di risorse. E pericoli. Perché, ovviamente, oltre a dover fronteggiare le altre nazioni in gioco, dovremo anche vedercela con i nativi americani (ma anche messicani e Atzechi), che mal digeriscono l'arrivo dell' "uomo bianco". E sebbene questi ultimi non siano equipaggiati di tutto punto, la loro profonda conoscenza del campo di battaglia e la pelle particolarmente coriacea saranno loro d'aiuto per darci continuamente filo da torcere.
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Fortunatamente sarà anche possibile stringere alleanze con questi popoli per sfruttare parte delle loro risorse e potersi quindi avvalere dei loro servigi in cambio di protezione. In realtà il termine "alleanza" è poco più di un eufemismo, perché la realtà dei fatti (che rispecchia peraltro la cruda realtà), vede i poveri nativi sfruttati come carne da macello potendo sfruttare i bassi costi di produzione degli stessi e la loro innata resistenza al fuoco nemico. Queste le premesse di base che ci vedranno impegnati nel corso delle oltre 20 missioni necessarie per portare a termine il gioco e venire quindi a capo dell'intricata trama che vede come protagoniste anche strane sette religiose intente a ricercare nei territori americani la fonte dell'eterna giovinezza e pirati senza scrupoli pronti a vendersi alla miglior nazione offerente.
Non stupisca una trama così fitta e articolata. D'altronde gli scopi dichiarati di Ensemble Studios era quello di creare un "FPS strategico" sia per la profondità di gioco e per l'intreccio narrativo, sia per l'alto tasso tecnologico che gli studios di Microsoft hanno riversato in Age of Empires 3. Il gameplay di Age of Discovery non si discosta molto dalla formula ormai universale per il genere strategico del drag & click, unita ad una profonda caratterizzazione delle unità in gioco che nel rispetto della formula "sasso-carta-forbici", si riveleranno utili se mandate a combattere contro determinati tipi di unità o edifici, piuttosto che altri. La modalità di gioco quindi sarà fondamentalmente la medesima degli altri episodi, impreziosita però dalle innovazioni introdotte in Age Of Mythologies da cui AOE3 eredita alcuni importanti novità.
Prima fra tutte l'introduzione degli eroi, ovvero personaggi praticamente immortali e dotati di alcune capacità peculiari che potremo utilizzare nel corso delle missioni e che saranno poi i protagonisti attorno ai quali si dipanerà la trama di gioco. In seconda battuta, arriva da Mythologies anche la possibilità, nel passaggio tra le varie ere che caratterizzeranno l'evoluzione del nostro popolo, di poter scegliere una sorta di "orientamento" che favorirà lo sviluppo di determinate tecnologie piuttosto che altre. Ultimo ma non ultimo, Age of Empires porta in dote l'ingresso della serie nell'universo 3d, caratterizzato mai come questa volta da un impatto grafico a dir poco esaltante. La cura maniacale riposta dal team di sviluppo in questi anni di lavorazione è riprodotta sul terreno di gioco in modo a dir poco esemplare.
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I terreni, particolareggiati e ricchi di vegetazione, riproducono nel dettaglio la mappatura del territorio dell'epoca, con ampio risalto dedicato agli specchi d'acqua, dove Age Of Empires 3 riesce a toccare vette del tutto inusuali per gli strategici in real time. D'altronde sembra che una sezione apposita del team abbia lavorato per oltre un anno sulla realistica rappresentazione del mare e delle superfici marine. E si vede. Anche unità e costruzioni sembrano godere di ottima salute, anche se forse le miniature dei personaggi avrebbero necessitato di qualche ulteriore ritocco. A rinfrescare il gameplay arriva la rinnovata possibilità di creare una sorta di cordone ombelicale che lega le nostre colonie alla patria natia. In qualsiasi momento della partita, tramite un sistema che ricorda molto i mazzi di carte degli strategici da tavolo, potremo richiamare dalla nostra patria aiuti economici o bellici. Basterà semplicemente accumulare punti-esperienza, rappresentati tramite indicatore su schermo, per poi accedere ad un pratico pannello dove potremo ordinare l'invio di risorse (Cibo-metalli preziosi e legname saranno ancora una volta i protagonisti), oppure direttamente equipaggiamento pesante o truppe.
Ad aggiungersi all'ottimo versante grafico di cui abbiamo parlato poc'anzi, è da segnalare anche l'ingresso per la prima volta in un RTS dell'utilizzo di un vero e proprio motore fisico. Al pari dei vari Painkiller e Half Life 2, anche Age Of Empires si ritrova ad utilizzare il famigerato motore fisico Havok 2.0 che contribuisce a rendere la visualizzazione su schermo estremamente complessa e credibile. Le strutture colpite dai cannoni, per esempio si sgretoleranno in vari pezzi prima di crollare miseramente al suolo e anche i soldati colpiti risponderanno in modo veritiero al colpo ricevuto. In realtà, però, l'utilizzo dell'Havolk sembra avere valenza più estetica che strategica. Il crollo dei palazzi, per esempio, non influirà assolutamente sul territorio, né impedirà il passaggio delle truppe e tantomeno produrrà effetti sulle unità circostanti. Anche i vari dislivelli presenti nelle mappe sembrano non produrre effetti di rilievo sul movimento delle truppe e non producono vantaggi visibili a seconda della posizione occupata, così come visto, per esempio, nella Battaglia per la Terra di Mezzo di EA.
L'uso dell'Havok è quindi da vedere piuttosto come una sorta di esperimento. Un esperimento che sicuramente ha dato i suoi buoni frutti da un punto di vista visivo, ma da cui forse ci si attendeva una maggiore incisività da quello strategico, che rimane invece ancorato al vecchio "ammassa e attacca". Purtroppo la ricerca della strategia pura è stata ancora una volta relegata in secondo piano rispetto all'azione pura e semplice. Una strategia meno raffinata e legata sostanzialmente alla velocità di produzione di risorse e unità che ha però il pregio di eliminare completamente i tempi morti, vero punto debole di chi invece non digerisce la strategia più cerebrale dei vari Civilization e affini. Un sistema datato, appunto, ma che Ensemble Studios ha saputo sfruttare a dovere, riuscendo anche a ricreare un insieme di missioni che in un certo modo potessero giustificare tale forma di gameplay. Non sarà raro, infatti, affrontare missioni " a tempo", dove la nostra abilità sarà data appunto dal saper creare a gestire al meglio immensi eserciti per resistere agli assalti continui dei nostri avversari in attesa dei rinforzi inviati automaticamente dalla madre patria, in scontri all'ultimo sangue di rara bellezza estetica.
Sia intesi, tutto questo ha un prezzo da pagare in termini hardware. Il sistema di prova, formato da un Athlon 3500+ con un giga di ram e una Asus 6600GT ha faticato non poco (parliamo di una media di 15-20 frame), a reggere la risoluzione di 1024x768 anche se, ad onor del vero, non ci siamo privati di nessun effetto grafico e dell'antialiasing. Fortunatamente il motore del gioco ha dimostrato di essere sufficientemente scalabile e sarà quindi possibile adattare il titolo alle proprie risorse hardware perendo ovviamente qualcosina in termini di pura estetica. E' da rimarcare altresì l'eccezionale comparto sonoro, formato dalla solita colonna sonora "epico-marziale" , impreziosita da un buon doppiaggio in italiano e da un settore di Sound FX incredibilmente vario e ricco, soprattutto nelle tonalità più basse che esaltano l'ampio utilizzo di cannoni da fuoco e moschetti d'assalto. Prima del commento finale (che potrete comodamente trovare sulla colonna alla vostra destra), segnaliamo anche il multiplayer in LAN e, ovviamente, online. Quest'ultimo sarà fruibile attraverso il servizio ESO (Ensemble Studios Online).
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Innanzitutto, il periodo storico. Il sottotitolo di "Age of Discovery" ben si adatta a caratterizzare gli eventi che faranno da sfondo ad una trama tanto intricata quanto avvincente. La colonizzazione delle Americhe è appena cominciata. Un piatto fin troppo ricco a cui le principali nazioni europee non intendono assolutamente rinunciare. Spagna, Inghilterra, Francia, ma anche Malta e Olanda, si daranno battaglia per conquistare una fetta importante di questa nuova terra così lontana ma infinitamente ricca di risorse. E pericoli. Perché, ovviamente, oltre a dover fronteggiare le altre nazioni in gioco, dovremo anche vedercela con i nativi americani (ma anche messicani e Atzechi), che mal digeriscono l'arrivo dell' "uomo bianco". E sebbene questi ultimi non siano equipaggiati di tutto punto, la loro profonda conoscenza del campo di battaglia e la pelle particolarmente coriacea saranno loro d'aiuto per darci continuamente filo da torcere.
Fortunatamente sarà anche possibile stringere alleanze con questi popoli per sfruttare parte delle loro risorse e potersi quindi avvalere dei loro servigi in cambio di protezione. In realtà il termine "alleanza" è poco più di un eufemismo, perché la realtà dei fatti (che rispecchia peraltro la cruda realtà), vede i poveri nativi sfruttati come carne da macello potendo sfruttare i bassi costi di produzione degli stessi e la loro innata resistenza al fuoco nemico. Queste le premesse di base che ci vedranno impegnati nel corso delle oltre 20 missioni necessarie per portare a termine il gioco e venire quindi a capo dell'intricata trama che vede come protagoniste anche strane sette religiose intente a ricercare nei territori americani la fonte dell'eterna giovinezza e pirati senza scrupoli pronti a vendersi alla miglior nazione offerente.
Non stupisca una trama così fitta e articolata. D'altronde gli scopi dichiarati di Ensemble Studios era quello di creare un "FPS strategico" sia per la profondità di gioco e per l'intreccio narrativo, sia per l'alto tasso tecnologico che gli studios di Microsoft hanno riversato in Age of Empires 3. Il gameplay di Age of Discovery non si discosta molto dalla formula ormai universale per il genere strategico del drag & click, unita ad una profonda caratterizzazione delle unità in gioco che nel rispetto della formula "sasso-carta-forbici", si riveleranno utili se mandate a combattere contro determinati tipi di unità o edifici, piuttosto che altri. La modalità di gioco quindi sarà fondamentalmente la medesima degli altri episodi, impreziosita però dalle innovazioni introdotte in Age Of Mythologies da cui AOE3 eredita alcuni importanti novità.
Prima fra tutte l'introduzione degli eroi, ovvero personaggi praticamente immortali e dotati di alcune capacità peculiari che potremo utilizzare nel corso delle missioni e che saranno poi i protagonisti attorno ai quali si dipanerà la trama di gioco. In seconda battuta, arriva da Mythologies anche la possibilità, nel passaggio tra le varie ere che caratterizzeranno l'evoluzione del nostro popolo, di poter scegliere una sorta di "orientamento" che favorirà lo sviluppo di determinate tecnologie piuttosto che altre. Ultimo ma non ultimo, Age of Empires porta in dote l'ingresso della serie nell'universo 3d, caratterizzato mai come questa volta da un impatto grafico a dir poco esaltante. La cura maniacale riposta dal team di sviluppo in questi anni di lavorazione è riprodotta sul terreno di gioco in modo a dir poco esemplare.
I terreni, particolareggiati e ricchi di vegetazione, riproducono nel dettaglio la mappatura del territorio dell'epoca, con ampio risalto dedicato agli specchi d'acqua, dove Age Of Empires 3 riesce a toccare vette del tutto inusuali per gli strategici in real time. D'altronde sembra che una sezione apposita del team abbia lavorato per oltre un anno sulla realistica rappresentazione del mare e delle superfici marine. E si vede. Anche unità e costruzioni sembrano godere di ottima salute, anche se forse le miniature dei personaggi avrebbero necessitato di qualche ulteriore ritocco. A rinfrescare il gameplay arriva la rinnovata possibilità di creare una sorta di cordone ombelicale che lega le nostre colonie alla patria natia. In qualsiasi momento della partita, tramite un sistema che ricorda molto i mazzi di carte degli strategici da tavolo, potremo richiamare dalla nostra patria aiuti economici o bellici. Basterà semplicemente accumulare punti-esperienza, rappresentati tramite indicatore su schermo, per poi accedere ad un pratico pannello dove potremo ordinare l'invio di risorse (Cibo-metalli preziosi e legname saranno ancora una volta i protagonisti), oppure direttamente equipaggiamento pesante o truppe.
Ad aggiungersi all'ottimo versante grafico di cui abbiamo parlato poc'anzi, è da segnalare anche l'ingresso per la prima volta in un RTS dell'utilizzo di un vero e proprio motore fisico. Al pari dei vari Painkiller e Half Life 2, anche Age Of Empires si ritrova ad utilizzare il famigerato motore fisico Havok 2.0 che contribuisce a rendere la visualizzazione su schermo estremamente complessa e credibile. Le strutture colpite dai cannoni, per esempio si sgretoleranno in vari pezzi prima di crollare miseramente al suolo e anche i soldati colpiti risponderanno in modo veritiero al colpo ricevuto. In realtà, però, l'utilizzo dell'Havolk sembra avere valenza più estetica che strategica. Il crollo dei palazzi, per esempio, non influirà assolutamente sul territorio, né impedirà il passaggio delle truppe e tantomeno produrrà effetti sulle unità circostanti. Anche i vari dislivelli presenti nelle mappe sembrano non produrre effetti di rilievo sul movimento delle truppe e non producono vantaggi visibili a seconda della posizione occupata, così come visto, per esempio, nella Battaglia per la Terra di Mezzo di EA.
L'uso dell'Havok è quindi da vedere piuttosto come una sorta di esperimento. Un esperimento che sicuramente ha dato i suoi buoni frutti da un punto di vista visivo, ma da cui forse ci si attendeva una maggiore incisività da quello strategico, che rimane invece ancorato al vecchio "ammassa e attacca". Purtroppo la ricerca della strategia pura è stata ancora una volta relegata in secondo piano rispetto all'azione pura e semplice. Una strategia meno raffinata e legata sostanzialmente alla velocità di produzione di risorse e unità che ha però il pregio di eliminare completamente i tempi morti, vero punto debole di chi invece non digerisce la strategia più cerebrale dei vari Civilization e affini. Un sistema datato, appunto, ma che Ensemble Studios ha saputo sfruttare a dovere, riuscendo anche a ricreare un insieme di missioni che in un certo modo potessero giustificare tale forma di gameplay. Non sarà raro, infatti, affrontare missioni " a tempo", dove la nostra abilità sarà data appunto dal saper creare a gestire al meglio immensi eserciti per resistere agli assalti continui dei nostri avversari in attesa dei rinforzi inviati automaticamente dalla madre patria, in scontri all'ultimo sangue di rara bellezza estetica.
Sia intesi, tutto questo ha un prezzo da pagare in termini hardware. Il sistema di prova, formato da un Athlon 3500+ con un giga di ram e una Asus 6600GT ha faticato non poco (parliamo di una media di 15-20 frame), a reggere la risoluzione di 1024x768 anche se, ad onor del vero, non ci siamo privati di nessun effetto grafico e dell'antialiasing. Fortunatamente il motore del gioco ha dimostrato di essere sufficientemente scalabile e sarà quindi possibile adattare il titolo alle proprie risorse hardware perendo ovviamente qualcosina in termini di pura estetica. E' da rimarcare altresì l'eccezionale comparto sonoro, formato dalla solita colonna sonora "epico-marziale" , impreziosita da un buon doppiaggio in italiano e da un settore di Sound FX incredibilmente vario e ricco, soprattutto nelle tonalità più basse che esaltano l'ampio utilizzo di cannoni da fuoco e moschetti d'assalto. Prima del commento finale (che potrete comodamente trovare sulla colonna alla vostra destra), segnaliamo anche il multiplayer in LAN e, ovviamente, online. Quest'ultimo sarà fruibile attraverso il servizio ESO (Ensemble Studios Online).
Age of Empires 3
8
Voto
Redazione
Age of Empires 3
Il terzo episodio della saga Age of Empires porta in dote un buon carico di novità e miglioramenti estetici che ne fanno un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della strategia in tempo reale e, ancora di più, per tutti gli affezionati alla saga made in Microsoft. Ci si aspettava forse qualcosa in più dall'utilizzo del motore fisico da un punto di vista prettamente strategico, ma anche così com'è Age of Discovery si dimostra un prodotto valido, vario e discretamente profondo. In breve, assolutamente da avere, in attesa di quei Age of Empires IV e V già annunciati e portatori (almeno ci si augura) di altre importanti novità.