Age of Wonders: Planetfall

di Fabio Fundoni

Ricordate la saga di Age of Wonders? Si, quella fatta di mostri fantastici, maghi, guerrieri e via dicendo? Bene, adesso cancellate tutto dalla vostra testa, fate un bel tuffo in avanti seguendo una ipotetica linea temporale e lanciatevi nel futuro. Si, perché i ragazzi dei Triumph Studios (che probabilmente ricorderete anche per Overlord) hanno deciso di darci un taglio con l’ambientazione nonostante per loro fosse ormai un marchio di fabbrica. La nuova meta? Esplorare lo spazio profondo, ovviamente!

Ehi, un momento. In effetti, alla domanda con cui ho aperto l’articolo, avreste anche potuto rispondere con un secco “no”. Urge, quindi, una spiegazione per chi non conosce la serie in questione, considerando anche che l’ultimo Age of Wonders è arrivato sul mercato nell’ormai lontano 2014. Colonna portante della serie, il gameplay strategico a turni dove una attenta gestione delle truppe è sempre stata necessaria per arrivare al successo. Per tutti gli amanti della strategia a turni chiariamo subito un concetto: la filosofia non è stata tradita, ma evoluta e perfezionata per offrire ancora una volta un titolo godibile da ogni punto di vista.

Anche su console, se era questa la domanda che vi stavate ponendo. La nostra prova è stata fatta su PlayStation 4 e vi invitiamo caldamente a fare come noi: armarvi di pazienza e dedicare il giusto tempo al tutorial a corredo. Le motivazioni del nostro consiglio sono due, sebbene strettamente legate. Appena darete il via al gioco (con un caricamento iniziale insolitamente lungo) noterete che purtroppo non è stata inserita una localizzazione in italiano. Sebbene non ci saremmo sicuramente aspettati un doppiaggio nella nostra lingua, avremmo gradito una tradizione dei testi scritti, vista l’imponenza delle variabili da tenere presenti per gestire al meglio le proprie partite.

Si, perché la difficoltà del gioco è, a nostro parere, aumentata rispetto al passato, quantomeno dal punto di vista delle informazioni da conoscere per divertirsi alla guida dei propri uomini. Insomma, tutorial e tanta pazienza, un po’ per il gameplay vero e proprio, un po’ per digerire un inglese abbastanza specifico e non certo scolastico. Peccato, ma d’altro canto chi si approccia a uno strategico a turni non lo fa pensando di lanciarsi in pochi minuti nella mischia. Inoltre il tutorial ci da un primissimo approccio con la trama del gioco che, sebbene non imprescindibile, ha comunque buoni spunti per affrontare la campagna. In un universo post apocalittico vivremo, via a via, le storie di diverse fazioni, partendo dal punto di vista umano, alla disperata ricerca di un nuovo equilibrio che permetta alla propria razza di tornare alla vecchia grandezza.

Portando avanti le varie missioni andremo a conoscere diverse sfaccettature dell’umanità (o quello che ne è rimasto) sino a impersonare razze aliene come gli insettiformi Kir’ko, i bionici Assembly e i massicci Dvar. Ogni fazione ha le proprie ragioni per combattere e, ovviamente, i propri punti forti e punti deboli da mettere in campo. Una volta arrivati ad averle testate tutte, potrete finalmente avere una visione di gioco nel suo complesso e lanciarvi nel multiplayer alla guida di chi preferirete. Presente inoltre la possibilità di giocare in singolo alla modalità Scenario, in cui impersonare un generale (tutti discretamente caratterizzati) a propria scelta tra quelli delle varie fazioni e dare il cia alla sfida per la supremazia (militare ì, economica o diplomatica) in partite sempre nuove contro una discreta intelligenza artificiale).

Ma torniamo al gameplay, vero protagonista della produzione. Questo si divide in due elementi: la gestione e il combattimento. Una volta atterrati sul pianeta di turno dovrete immediatamente insediarvi e iniziare una oculata gestione delle risorse e degli spazi, senza dimenticare la diplomazia. La mappa è divisa in esagoni e offre la possibilità di fare scelte diverse in base alle proprie inclinazioni. “Oculata gestione” dicevamo, perché per riuscire a eccellere dovremo dedicare molta attenzione sia allo sfruttamento del pianeta, sia alla ricerca, in modo da crescere e rappresentare sempre più un nemico pericoloso per tutti o un importante alleato da farsi amico. La ricerca si svolge su due “alberi”, uno prettamente militare e uno civile. Non pensiate che basti migliorare al massimo le proprie truppe per vincere, ma cercate di essere il più equilibrati possibile senza dare nulla per scontato. Per iniziare vi consiglio di studiare per bene la mappa e puntare su una crescita razionalizzata e attenta delle città. Evitate accuratamente di lasciarne la gestione in mano all’intelligenza artificiale: meglio perdere qualche minuto nella programmazione piuttosto che ritrovarsi dopo un bel numero di turni con pochi risultati in mano.

Ovviamente non mancheranno gli scontri, ambito in cui viene fuori l’altra anima pulsante di Plantfall: il combattimento. Fermo restando che potrete scegliere la battaglia automatica, io vi consiglio caldamente di prendere in prima persona il comando delle truppe e scendere in campo. Scoprirete, così, un sistema a turni in puro stile XCOM, dove ogni truppa potrà muoversi e attaccare il nemico grazie a abilità più o meno speciali, magari derivate proprio da una attenta ricerca in ambito militare nelle nostre roccaforti. Il combat system è estremamente soddisfacente, come una vera partita a scacchi andando a completare un quadro già interessante. Insomma, per essere il più possibili chiari: a nostro parere Planetfall va a porsi come ottimo connubio tra Civilization e Xcom, andando a creare una esperienza di gioco altamente godibile per chiunque voglia dedicarsi a un titolo strategico a turni. Il comparto tecnico non offre nulla di miracoloso, ma riesce a fare il proprio dovere con una buona grafica (molto, ma molto colorata) e un sonoro discreto. Qualche intoppo capita, ma nulla di terribile.

Sicuramente molti di voi si stanno chiedendo se il passaggio della saga dall’ambiente PC, con mouse e tastiera, a quello console, con gamepad, ha portato a qualche problema in fase di controllo. Diciamo che in casa Triumph si è lavorato tanto per rendere minimi i disagi, ma qualche pecca, soprattutto nella precisione della scelta delle caselle, si è fatta sentire. Il problema, sebbene notato e rilevato non ci ha impedito di divertirci davvero tanto con Age of Wonders Planetfall, un titolo che consigliamo a occhi chiusi agli amanti del genere visto che, tra l’altro, il prezzo d’uscita è anche inferiore a quello degli altri giochi da poco arrivati sugli scaffali. Certo, lo scoglio linguistico rischia di non essere di poca entità, ma la bontà del prodotto è chiarissima. Chissà che in casa Paradox non si pensi a una traduzione da aggiungere in fase di futuro aggiornamento...