Aion

di Marco Modugno
Il guanto della sfida di NC Soft all'oligopolio targato Blizzard atterra sull'affollato tavolo virtuale dei MMORPG fantasy (dove si battono anche competitor del calibro di Lord of the Rings Online, paradiso virtuale dei tolkienisti, e Warhammer Online, dedicato agli appassionati dello storico franchise Games Workshop) con la veemenza ed il fragore di un fendente d'ascia da battaglia.

Sul piatto, i sudcoreani autori del fortunato Guild Wars e della serie Lineage mettono argomenti pensati, primo fra tutti il volo, democraticamente concesso a tutti i personaggi di tutte le classi, non appena raggiungono il decimo livello. Dotati di ali angeliche, o demoniache, i nostri avatar potranno volteggiare sulle magnifiche ambientazioni tridimensionali a piacimento, ma solo un minuto per volta (tranne che in casi particolari, e dopo essersi opportunamente “dopati” con pozioni adeguate), e combattere in aria, per giunta.



L'impostazione decisamente orientale della grafica ci permette di accettare, anche a noi patiti della fantasy classica con i “piedi per terra” simili scelte estreme e perfino di goderne, a patto di mandar giù un'ambientazione che si sforza di regalarci qualcosa di diverso dalla solita miscela di elfi, nani e coboldi. A partire dalle due razze di PG presenti nel gioco, gli angelici Elyos e i luciferini Asmodian (l'assonanza con Elysium nel primo caso e con il nome del demone biblico Asmodeo appare scontata e fa un po' la coppia con i nomi in italiano distorto di alcune automobili di produzione coreana), fino all'assortimento di mostri e bestie mitiche, che devia non di poco dalla tradizione nordico-europea adoperata di solito.

L'approccio, una volta scelta la razza di partenza con cui giocare, é semplice e completo allo stesso tempo. Attraverso una serie pressoché infinita di opzioni, ci viene dato modo di scegliere sesso, fattezze e proporzioni del nostro avatar. L'unica pecca, e non é da poco, di tanta libertà, é che finora non sono stati implementati vincoli che prevengano i giocatori dal generare veri e propri scherzi di natura (gambe cortissime e spalle larghe con una testa gigantesca ad esempio), o di ridurre al minimo le proprie dimensioni per facilitare il PvP: un personaggio piccolissimo é più difficile da puntare con il mouse. La scelta della classe, successiva, consente al giocatore di scegliere una professione che differenzi le sue abilità secondo le sue personali inclinazioni. In quest'ambito le tradizioni sono rispettate. Si possono scegliere le vie tradizionali del mago, del prete, dello scout o del guerriero. Ciascuna delle classi principali obbligherà il giocatore, al raggiungimento dell' ”ascensione”, ossia del decimo livello d'esperienza, a scegliere una sottoclasse tra due disponibili. Si va dallo stregone al gladiatore, dal ranger all'assassino e anche qui, tutto sommato, NC Soft ha preferito puntare sul sicuro della tradizione.

Rispetto al concorrente da battere World of Warcraft, pur più vecchio di cinque anni ma beneficiato di diverse succose espansioni, Aion soffre un po' proprio sulla varietà di razze e classi, tutto sommato limitata. Il fatto che, oltretutto, la sequenza di missioni é identica per le due razze e i filmati d'intermezzo, pur godibili, uguali per ciascuna classe, si realizza facilmente come la rigiocabilità ne abbia a soffrire.

Meglio, molto meglio, si può dire del sistema di crafting offerto dal titolo coreano. Aboliti attrezzi e addestramento tipici di WoW, tutto ciò di cui avrete bisogno é di far andare le mani, nel tentativo di aumentare la vostra abilità nelle sei professioni di artigianato, portando i punteggi fino al massimo di 399 (solo su una potrete arrivare a 450) e riempiendo le vostre tasche virtuali di danaro ottenuto con la vendita degli oggetti all'asta o in un negozio proprio. L'approccio decisamente più immediato consentirà anche ai neofiti di divertirsi a realizzare qualche manufatto, e questo non guasta. Visto anche che, di solito, i mostri abbattuti, fatta eccezione per i boss, saranno assai parchi nel “drop” di oggetti magici e artefatti. Molto più facile che vengano trovati in possesso di denaro che potrete utilizzare per i vostri acquisti dai numerosi venditori.



Le quest sono abbastanza lineari e dalla trama piuttosto scontata, come d'altronde in altri titoli blasonati. Vai da un posto ad un altro, uccidi i nemici, raccogli il tesoro, al massimo svolgi un compito pratico come l'attivazione di un portale, il recupero di un oggetto e così via. Finito. Il bello di tutto questo, ovviamente, é farlo in compagnia, arrampicandosi verso i livelli superiori quando le cose cominciano a farsi davvero interessanti e... pericolose.

Se dopo il decimo livello, infatti, si comincerà a poter guardare Atreia dall'alto, una volta superato il ventesimo la componente di PvP si fa più serrata e pressante fino al gran finale contro le cittadelle e le navi da battaglia Balaur (terza razza umanoide di Atreia, composta di soli PNG, residente nell'infernale Abisso), definito dai creatori PvPvE. Negli scontri campali che introducono alle fasi finali della catena di quest principale, infatti, consentiti solo a personaggi che hanno raggiunto il cinquantesimo livello, le fazioni dovranno scontrarsi tra loro, oltre che contro i satanici nemici gestiti dall'IA.

Intuitivo e immediato il sistema di combattimento, con interfaccia punta e clicca integrata da un sistema di hot-keys da tastiera che potrebbe essere migliorato (invece di premere due bottoni per attivare alcune abilità di livello superiore, sarete costretti a premere in sequenza lo stesso bottone più volte, una scelta a mio giudizio molto meno intuitiva). Facilitato anche l'approccio alle missioni, che sono corredate da aiuti sulla mappa e chiare indicazioni scritte con tanto di link di approfondimento ai diversi argomenti. Inoltre, alcune di esse sono organizzate a loro volta in specie di mini quest che vi permetteranno, alla fine, di guadagnare titoli e appellativi (chi ha detto Fable?) e relativi bonus. Pare siano una cinquantina in tutto. Non sarà facile scoprirli e sbloccarli tutti, quindi.

Un plauso lo merita anche il sistema di apprendimento del personaggio che, gettati nel ce... stino i talenti e gli alberi di crescita, si serve delle pietre-mana trovate e inserite in apposite slot del vostro equipaggiamento. Chissà perché, pare che sui server ci sia grossa richiesta di quelle che servono ad accrescere il danno, così come di guerrieri e guaritori per i gruppi che si preparano ai raid più difficili... Da verificare nel tempo il bilanciamento tra gli effetti e la reperibilità delle varie pietre, comunque.

Comparto tecnico, che dire? La grafica di matrice sudcoreana, nonostante la mia innata allergia verso lo stile manga, la preferisco a quella eccessivamente colorata e fumettosa targata Blizzard dai tempi di Guild Wars e quindi, anche stavolta, non posso non segnare un punteggio tondo sulla mia paletta di giudice. Quel che fa meno impazzire, in Aion, é il comparto sonoro. Le musiche e gli effetti sono piacevoli ma, a meno che non mi sbagli di grosso, dubito che si finirà per acquistarli su CD o via Internet sotto forma di colonna sonora, per poi riascoltarli a casa o sull'iPod, come accade da anni con Wow ed espansioni. Ben fatti, ma non eccezionali, anche gli effetti sonori.

Infine, ed era d'obbligo più che mai vista la natura “massiva” del gioco, non può mancare una nota tecnica sull'implementazione delle funzioni multiplayer. Nei primi giorni dal rilascio, a dire il vero, i server del gioco appaiono piuttosto affollati, al punto che l'attesa per un log in può sfiorare l'oretta. Il suggerimento, quindi, che rivolgo a chi si propone di cimentarsi con il gioco é quello di entrare e non uscire più, sfruttando magari il trucco di mettere il personaggio in modalità “negozio personale”, ficcando nell'inventario dei beni in vendita un oggetto che, per prezzo e caratteristiche, risulti di fatto invendibile. In questo modo, potrete assentarvi anche per ore senza timore di essere “buttati fuori” dal sistema. A parte questo, comunque, i server ufficiali, differenziati per popolazione e taratura come sempre, appaiono ben gestiti, privi di lag e sufficientemente stabili.

Tutto sommato, quindi, Aion si presenta come un titolo di tutto rispetto. Il suo problema, semmai, é la dimensione dell'avversario contro il quale si propone di scontrarsi. Che potrebbe rivelarsi un boccone troppo grosso da mandare giù, nonostante tutte le graziose feature qui evidenziate e la sua superiorità in parecchi aspetti. Come il solito, vista l'impossibilità anche per gli hardcore gamers di diventare ubiqui, il successo o il fallimento si vedranno nel tempo, con un primo dato rilevante che emergerà non appena scadrà per la maggioranza dei primi utenti il mese d'abbonamento incluso nella confezione e verrà il momento di ficcare la mano in tasca per rinnovarlo.
Ultima nota, a “rotative ferme”. In circolazione esiste una versione da collezione del gioco con alcuni gadget “in game”, oltre al solito materiale promozionale in hard copy. Ali supplementari, il titolo di “Fondatore di Aion” immediatamente disponibile, con tanto di bonus alle caratteristiche, un paio di gesti in più per il vostro personaggio e così via. Per chi avesse già la versione base, comunque, niente paura. E' possibile pagare la differenza e scaricare, direttamente dal sito della NC il pacchetto aggiuntivo per intero.