AirBlade
di
Redazione Gamesurf
Un plot decisamente poco ispirato e con qualche idea piuttosto riciclata, non c'é che dire, ma sarebbe ingiusto aspettarsi di più: Airblade é essenzialmente, soprattutto nella sua modalità a singolo giocatore, uno scimmiottamento dei vari sottolivelli di Tony Hawk's Pro Skater, in cui l'obbligo di agguantare lettere o stelline viene sostituito da altri obbiettivi che giustifichino e siano in linea con la trama
L'assoluta maggioranza di scenari urbani ha permesso l'implementazione di innumerevoli occasioni per mettere in mostra le proprie doti da equilibrista e, ben presto, ringhiere, impalcature, lampioni, ponti o le stesse automobili non dovrebbero rappresentare nulla di anomalo per Ethan, se non un altro mezzo per raggiungere un determinato fine. Purtroppo, a conti fatti, la particolare struttura delle missioni lascia presto trasparire una fragilità nel gameplay sin troppo marcata: abbiamo travi e lampioni a cui aggrapparsi per girare vorticosamente e raggiungere zone altrimenti irraggiungibili, daccordo. Abbiamo macchine, apparati di sicurezza e oggetti di vario tipo da distruggere con i nostri grind, va bene... ma poi? Poco altro: é amaro constatare di come la meccanica di gioco sia fin troppo ripetitiva e monotona, inquadrata com'é nella semplice e sistematica ricerca di obbiettivi da distruggere. L'obbligo di terminare i vari livelli in un determinato lasso di tempo, poi, non aggiunge nulla di stimolante al titolo Sony, se non il perdurare di un certo senso di frustrazione nel dovere ripetere e ripetere più volte una determinata missione il cui successo viene precluso da un obbiettivo che non si riesce immediatamente a raggiungere pur avendolo da tempo individuato
Il metodo di controllo, come ultimo colpo di grazia, non risulta assolutamente brillante, anche a causa di un'eccessiva inerzia e reattività della tavola antigravitazionale che, soprattutto ad alte velocità, risulta pesantemente ingovernabile anche a fronte di oggetti da distruggere o su cui grindare piuttosto piccoli od esili. Lo stesso sistema di gestione delle trick appare invero un po' macchinoso ed impreciso, tanto che nella maggior parte dei casi verranno utilizzate le solite tre o quattro combinazioni di tasti, giusto per innalzare il quantitativo di "turbo" a disposizione (il cui uso non pare comunque troppo indispensabile) senza rischiare di franare al suolo e perdere così del tempo prezioso. I vari punteggi assegnati per ogni acrobazia ben eseguita e che permettono di raggiungere valutazioni finali di livello più elevate, non sono quindi di sprono... sia perché disturbano la concentrazione e la ricerca dei vari obbiettivi, sia perché sono comodamente eseguibili senza troppi assilli nella sezione Freestyle, cosa che rende ancora più scarna e discutibile la modalità principale di gioco
L'assoluta maggioranza di scenari urbani ha permesso l'implementazione di innumerevoli occasioni per mettere in mostra le proprie doti da equilibrista e, ben presto, ringhiere, impalcature, lampioni, ponti o le stesse automobili non dovrebbero rappresentare nulla di anomalo per Ethan, se non un altro mezzo per raggiungere un determinato fine. Purtroppo, a conti fatti, la particolare struttura delle missioni lascia presto trasparire una fragilità nel gameplay sin troppo marcata: abbiamo travi e lampioni a cui aggrapparsi per girare vorticosamente e raggiungere zone altrimenti irraggiungibili, daccordo. Abbiamo macchine, apparati di sicurezza e oggetti di vario tipo da distruggere con i nostri grind, va bene... ma poi? Poco altro: é amaro constatare di come la meccanica di gioco sia fin troppo ripetitiva e monotona, inquadrata com'é nella semplice e sistematica ricerca di obbiettivi da distruggere. L'obbligo di terminare i vari livelli in un determinato lasso di tempo, poi, non aggiunge nulla di stimolante al titolo Sony, se non il perdurare di un certo senso di frustrazione nel dovere ripetere e ripetere più volte una determinata missione il cui successo viene precluso da un obbiettivo che non si riesce immediatamente a raggiungere pur avendolo da tempo individuato
Il metodo di controllo, come ultimo colpo di grazia, non risulta assolutamente brillante, anche a causa di un'eccessiva inerzia e reattività della tavola antigravitazionale che, soprattutto ad alte velocità, risulta pesantemente ingovernabile anche a fronte di oggetti da distruggere o su cui grindare piuttosto piccoli od esili. Lo stesso sistema di gestione delle trick appare invero un po' macchinoso ed impreciso, tanto che nella maggior parte dei casi verranno utilizzate le solite tre o quattro combinazioni di tasti, giusto per innalzare il quantitativo di "turbo" a disposizione (il cui uso non pare comunque troppo indispensabile) senza rischiare di franare al suolo e perdere così del tempo prezioso. I vari punteggi assegnati per ogni acrobazia ben eseguita e che permettono di raggiungere valutazioni finali di livello più elevate, non sono quindi di sprono... sia perché disturbano la concentrazione e la ricerca dei vari obbiettivi, sia perché sono comodamente eseguibili senza troppi assilli nella sezione Freestyle, cosa che rende ancora più scarna e discutibile la modalità principale di gioco
AirBlade
4.5
Voto
Redazione
AirBlade
Flop. E' inutile girarci troppo intorno, da Airblade era veramente lecito attendersi qualcosa di più. Agli stupendi filmati diffusi in rete ed alle fiere non ha fatto seguito un titolo che potesse basarsi su un gameplay solido e facesse dimenticare al pubblico la "macchia" di Trickstyle. Anzi, Airblade sembra proprio ripercorrere di pari passo il destino del predecessore, capace di stupire per le proprie qualità tecniche, ma incredibilmente scialbo nel suo cuore: la giocabilità. Una trama di scarso interesse, una meccanica di gioco datata e ripetitiva ed una scarsa longevità hanno reso vana l'incredibile performance grafica del titolo firmato Criterion Games, riducendo il tutto ad una mera imitazione alternativa di Tony Hawk's Pro Skater. Ma con il terzo capitolo alle porte il trono di Tony Hawk rimane più che saldo. Criterion Studios, con lo skate sotto ai piedi, fallisce per la seconda volta.