Al Vertice della tensione
di
Simone 'BoZ' Zannotti
Un'altra importante differenza tra SOAF e GR stà nelle ambientazioni: le mappe sterminate (e praticamente su un solo piano) di Ghost Recon hanno infatti ceduto il passo a livelli decisamente meno vasti, nei quali l'azione è concentrata per lo più all'interno di edifici e strutture multipiano: la stazione TV del primo livello, ma anche la prigione del quinto (la stessa della Demo) sono un buon esempio di ciò che aspetta il giocatore di SOAF.
Ma torniamo alla gestione della squadra. In qualsiasi momento è possibile prendere il controllo di ciascuno dei nostri tre uomini, e mentre questo avviene possiamo dare ordini di vario tipo ai restanti personaggi "CPU guided": in particolare possiamo decidere di bloccarli da qualche parte, di fargli assumere una formazione chiusa oppure aperta, di mandarli "all'attacco" per ripulire una zona e di fargli eseguire particolari azioni come aprire una porta, lanciare una granata o gettare una flashbang (una specie di bomba in grado di stordire grazie all'emissione di particolari suoni e di una luce molto intensa).
L'aspetto gestionale si ferma qui, mentre tutto il resto è pura azione individuale...che purtroppo viene spesso compromessa dai nostri stessi compagni di squadra: ricordate infatti cosa succedeva quando, in Ghost Recon, si entrava con una squadra all'interno di un edificio chiuso? Beh, c'era una buona possibilità che uno dei nostri colleghi finisse a terra stecchito a causa della sua Deficienza Artificiale, che lo portava a scoprirsi improvvisamente o a compiere movimenti alquanto incomprensibili e irresponsabili.
Ebbene, la stessa identica cosa succede in SOAF, con l'aggravante che, essendo le ambientazioni prevalentemente al chiuso, questo può capitare molto, molto più spesso che in Ghost Recon, dove ci si muoveva il più delle volte all'aperto.
Aggiungete che in alcune modalità di gioco è necessario concludere la missione con tutti gli uomini sani e salvi, e capirete la rabbia che si prova nel vedere un proprio collega kamikaze uscire improvvisamente allo scoperto per l'ennesima volta, o beccarsi una pallottola da noi stessi per essersi improvvisamente parato tra noi e il nemico...
Una menzione spetta infine alla mappa, la quale è stata totalmente rivoluzionata rispetto a GR: essa infatti appare ora in sovraimpressione sullo schermo, nella parte bassa, ed è centrata sull'uomo che stiamo guidando. Su di essa è sempre disponibile, aggiornato in tempo reale, il percorso da compiere per arrivare al prossimo obiettivo, mentre tutto intorno vi è una piccola cornice che funge da radar per i nemici. Volendo è anche possibile ingrandirla a pieno schermo, zoomare per analizzare meglio alcuni dettagli o eliminarla completamente dalla vista (cosa che si può fare anche con tutti gli altri indicatori).
Al Vertice della tensione
Al Vertice della tensione
Il problema più grosso di The Sum of All Fears, il nuovo tactical shooter della Red Storm Entertainment basato sull'omonimo film in arrivo nelle sale italiane, è quello di avere un "fratello maggiore" chiamato Ghost Recon, con il quale esso deve necessariamente confrontarsi e scontrarsi. In linea di massima SOAF riesce a non sfigurare eccessivamente, e tuttavia è indubbio che sotto molti aspetti si potesse fare qualcosina di più, a partire dall'Intelligenza Artificiale dei compagni di squadra, che in alcuni punti rasenta il ridicolo, per arrivare all'arsenale a nostra disposizione, davvero troppo limitato per un tactical shooter in stile SWAT. Ciò non toglie che SOAF conservi una notevole sfida nel singleplayer, soprattutto a livello Elite, affiancata da un multiplayer collaudato ed accattivante, direttamente derivato da quello di GR. Provate attentamente la demo prima di aprire il vostro portaeuro!