Alan Wake's American Nightmare
di
Simone Azzarello
Dopo aver conquistato più di un milione di giocatori (destinati ad aumentare con la recente uscita su PC...) con la sua prima, ottima, avventura, Alan Wake é pronto ad aggiungere una nuova pagina alla sua affascinante storia con American Nightmare, "a standalone spin-off experience" (per usare le parole di Sam Lake), disponibile in esclusiva su Xbox Live Arcade al costo di 1200 MP. Non un vero seguito quindi, per quello probabilmente sarà necessario attendere la nuova generazione, ma una "mini-avventura" con storia, ambientazione e personaggi completamente inediti che proseguirà le vicende del primo titolo; risultando tuttavia godibile anche da chi si avvicina per la prima volta alla serie (male!).
Sono passati due anni da quando Alan ha salvato Alice dall'abisso di Cauldron Lake, rimanendo confinato nell'oscurità. Una lunga assenza interrotta dal ritorno dello scrittore, questo almeno é ciò che crede la gente, sotto forma di Mr. Graffio, spietato serial killer (nonché alter ego di Alan Wake) pronto ad uccidere chiunque incontri sul suo cammino, costringendo il povero Alan a dimostrare la propria innocenza. Il mix tra realtà e finzione che caratterizza il primo capitolo, questa volta appare decisamente sbilanciato in favore di quest'ultima; con Alan che, scampato alle grinfie dell'oscurità, viene risucchiato all'interno di uno degli episodi di Night Springs, serie TV scritta in giovane età dallo stesso Wake e andata in onda durante le vicende del precedente titolo. L'avventura, della durata di circa cinque ore, si caratterizza per l'introduzione di una serie di novità - richieste a gran voce dai fan - e per la presenza di un'inedita modalità arcade che, a dispetto delle critiche dei più "integralisti", si é rivelata particolarmente interessante.
La scarsa varietà di armi e nemici del primo Alan Wake ha lasciato il posto ad un arsenale più ampio e all'introduzione di nuove tipologie di posseduti, novità che aggiungono maggior tatticismo e velocità agli scontri. Nessuna novità si registra invece nelle meccaniche di gioco; prima di poter colpire i nemici, é necessario puntare la torcia contro di loro, questo eliminerà la tenebra che li protegge rendendoli vulnerabili ai proiettili. Mitra, balestra, revolver, spara chiodi e fucili a pompa sono solo alcune delle armi che vi serviranno per sopravvivere ai familiari "taken" e ai nuovi temibili nemici che lasciamo a voi il piacere (o il dispiacere, dipende dai punti di vista) di scoprire... Per sbloccare le armi più potenti, e qui il "colpo di genio" firmato Remedy, sarà necessario raccogliere le pagine del manoscritto della modalità storia; queste, non solo si riveleranno utili a scoprire tutti i dettagli della trama, ma saranno fondamentali per garantirvi la potenza di fuoco necessaria per scalare la classifica della modalità "Fight Till Dawn". Un forte legame che spingerà il giocatore ad approfondire la storia per ottenere i migliori risultati nella modalità arcade, un'integrazione ben sviluppata che non ci dispiacerebbe vedere più spesso.
La suggestiva atmosfera della nebbiosa Brightfalls é sopravvissuta al caldo deserto dell'Arizona. Dettagli come la luce della luna, il verso delle cicale e le tempeste di sabbia contribuiscono a immergere il giocatore, dimostrando il grande talento di Remedy nel ricreare ambientazioni "vive" e incredibilmente suggestive. Ad impreziosire l'eccellente realizzazione artistica troviamo un'evoluzione dell'engine proprietario di Remedy che riesce, con la complicità dell'ottimo sistema d'illuminazione, ad offrire una migliore realizzazione tecnica rispetto al passato (ad eccezione di un po' di tearing, specialmente negli interni), confermando come la scelta di rendere il titolo un XBLA non rende piena giustizia ad una produzione che avrebbe meritato, naturalmente al giusto prezzo, di non essere confinata unicamente al digital delivery, specialmente in un mercato che spesso tende a "declassare" i titoli che non riescono a raggiungere gli scaffali dei negozi.
La natura di spin-off del titolo ha spinto il focus verso la componente action, ridimensionando purtroppo quella narrativa. Apparsa meno presente e intervallata da dialoghi prolissi e spesso banali, questa si svilupperà in larga parte attraverso la lettura delle pagine sparse nel mondo di gioco, non riuscendo (pur rivelandosi valida!) tuttavia a raggiungere le vette d'eccellenza raggiunte dal prequel. Profondamente diversa la fonte d'ispirazione degli sviluppatori che, dopo aver guardato ai romanzi di Stephen King, questa volta, per loro stessa ammissione, hanno puntato a ricreare un b-movie di stampo pulp-trash, richiamando alla mente i classici di Tarantino e Rodriguez. Il vero limite del gioco tuttavia rimane quello del primo Alan Wake: non riuscire a garantire una varietà di situazioni in un mondo di gioco che, se sfruttato nel giusto modo, potrebbe offrire una maggiore imprevedibilità invece delle poche situazioni riproposte in maniera ciclica. Tale ripetitività, seppur giustificata da un espediente narrattivo, rende decisamente noiosa e quasi "meccanica" la parte finale dell'avventura... Dimostrando come certe idee, funzionali all'interno di altri media, si adattano decisamente male alla varietà di cui ha bisogno un videogioco per non annoiare chi ne fruisce.
Dove invece, ancora una volta, i ragazzi di Remedy hanno dimostrato la loro abilità é nel raccontare l'eterno conflitto tra Wake e il suo crudele alter ego: i video proposti attraverso le TV mostrano uno straordinario talento registico e scenografico rimasto purtroppo confinato ai deliri del "gemello diverso" del protagonista. Un Alan Wake che Oskari Hakkinen di Remedy definisce un "episodio a se", in attesa del seguito che, abbandonando la forte vocazione action, tornerà ad avere la classica struttura. (Determinante, a nostro avviso, sarà il modo in cui American Nightmare verrà accolto dal pubblico...). Discutibile la scelta di limitare la localizzazione ai soli sottotitoli, con il doppiaggio inglese, di ottima fattura, come unica alternativa. Di assoluto spessore, come da tradizione, la colonna sonora che, in più di un'occasione, contribuirà a rendere memorabili alcuni momenti chiave del gioco. Come anticipato all'inizio, una novità per la serie é l'introduzione della modalità "Fight Till Down"; interessante aggiunta che strizza l'occhio all'Orda di Gears of War, riproponendo il ritmo frenetico del combattimento visto durante il concerto del primo Alan Wake.
Impegnato all'interno di una serie di suggestive e ampie mappe, il giocatore dovrà resistere fino all'alba agli attacchi di nemici sempre più potenti, facendo affidamento sulle armi sbloccate nello story mode e cercando di ottenere il maggior punteggio per scalare le classifiche di Xbox Live. A rendere il tutto più avvincente un sistema di moltiplicatori che permetterà, solo ai giocatori più veloci e abili, di raggiungere i punteggi migliori. Una modalità che esalta la natura action del titolo e valorizza i miglioramenti delle fasi TPS rispetto al titolo originale.
Sono passati due anni da quando Alan ha salvato Alice dall'abisso di Cauldron Lake, rimanendo confinato nell'oscurità. Una lunga assenza interrotta dal ritorno dello scrittore, questo almeno é ciò che crede la gente, sotto forma di Mr. Graffio, spietato serial killer (nonché alter ego di Alan Wake) pronto ad uccidere chiunque incontri sul suo cammino, costringendo il povero Alan a dimostrare la propria innocenza. Il mix tra realtà e finzione che caratterizza il primo capitolo, questa volta appare decisamente sbilanciato in favore di quest'ultima; con Alan che, scampato alle grinfie dell'oscurità, viene risucchiato all'interno di uno degli episodi di Night Springs, serie TV scritta in giovane età dallo stesso Wake e andata in onda durante le vicende del precedente titolo. L'avventura, della durata di circa cinque ore, si caratterizza per l'introduzione di una serie di novità - richieste a gran voce dai fan - e per la presenza di un'inedita modalità arcade che, a dispetto delle critiche dei più "integralisti", si é rivelata particolarmente interessante.
La scarsa varietà di armi e nemici del primo Alan Wake ha lasciato il posto ad un arsenale più ampio e all'introduzione di nuove tipologie di posseduti, novità che aggiungono maggior tatticismo e velocità agli scontri. Nessuna novità si registra invece nelle meccaniche di gioco; prima di poter colpire i nemici, é necessario puntare la torcia contro di loro, questo eliminerà la tenebra che li protegge rendendoli vulnerabili ai proiettili. Mitra, balestra, revolver, spara chiodi e fucili a pompa sono solo alcune delle armi che vi serviranno per sopravvivere ai familiari "taken" e ai nuovi temibili nemici che lasciamo a voi il piacere (o il dispiacere, dipende dai punti di vista) di scoprire... Per sbloccare le armi più potenti, e qui il "colpo di genio" firmato Remedy, sarà necessario raccogliere le pagine del manoscritto della modalità storia; queste, non solo si riveleranno utili a scoprire tutti i dettagli della trama, ma saranno fondamentali per garantirvi la potenza di fuoco necessaria per scalare la classifica della modalità "Fight Till Dawn". Un forte legame che spingerà il giocatore ad approfondire la storia per ottenere i migliori risultati nella modalità arcade, un'integrazione ben sviluppata che non ci dispiacerebbe vedere più spesso.
La suggestiva atmosfera della nebbiosa Brightfalls é sopravvissuta al caldo deserto dell'Arizona. Dettagli come la luce della luna, il verso delle cicale e le tempeste di sabbia contribuiscono a immergere il giocatore, dimostrando il grande talento di Remedy nel ricreare ambientazioni "vive" e incredibilmente suggestive. Ad impreziosire l'eccellente realizzazione artistica troviamo un'evoluzione dell'engine proprietario di Remedy che riesce, con la complicità dell'ottimo sistema d'illuminazione, ad offrire una migliore realizzazione tecnica rispetto al passato (ad eccezione di un po' di tearing, specialmente negli interni), confermando come la scelta di rendere il titolo un XBLA non rende piena giustizia ad una produzione che avrebbe meritato, naturalmente al giusto prezzo, di non essere confinata unicamente al digital delivery, specialmente in un mercato che spesso tende a "declassare" i titoli che non riescono a raggiungere gli scaffali dei negozi.
La natura di spin-off del titolo ha spinto il focus verso la componente action, ridimensionando purtroppo quella narrativa. Apparsa meno presente e intervallata da dialoghi prolissi e spesso banali, questa si svilupperà in larga parte attraverso la lettura delle pagine sparse nel mondo di gioco, non riuscendo (pur rivelandosi valida!) tuttavia a raggiungere le vette d'eccellenza raggiunte dal prequel. Profondamente diversa la fonte d'ispirazione degli sviluppatori che, dopo aver guardato ai romanzi di Stephen King, questa volta, per loro stessa ammissione, hanno puntato a ricreare un b-movie di stampo pulp-trash, richiamando alla mente i classici di Tarantino e Rodriguez. Il vero limite del gioco tuttavia rimane quello del primo Alan Wake: non riuscire a garantire una varietà di situazioni in un mondo di gioco che, se sfruttato nel giusto modo, potrebbe offrire una maggiore imprevedibilità invece delle poche situazioni riproposte in maniera ciclica. Tale ripetitività, seppur giustificata da un espediente narrattivo, rende decisamente noiosa e quasi "meccanica" la parte finale dell'avventura... Dimostrando come certe idee, funzionali all'interno di altri media, si adattano decisamente male alla varietà di cui ha bisogno un videogioco per non annoiare chi ne fruisce.
Dove invece, ancora una volta, i ragazzi di Remedy hanno dimostrato la loro abilità é nel raccontare l'eterno conflitto tra Wake e il suo crudele alter ego: i video proposti attraverso le TV mostrano uno straordinario talento registico e scenografico rimasto purtroppo confinato ai deliri del "gemello diverso" del protagonista. Un Alan Wake che Oskari Hakkinen di Remedy definisce un "episodio a se", in attesa del seguito che, abbandonando la forte vocazione action, tornerà ad avere la classica struttura. (Determinante, a nostro avviso, sarà il modo in cui American Nightmare verrà accolto dal pubblico...). Discutibile la scelta di limitare la localizzazione ai soli sottotitoli, con il doppiaggio inglese, di ottima fattura, come unica alternativa. Di assoluto spessore, come da tradizione, la colonna sonora che, in più di un'occasione, contribuirà a rendere memorabili alcuni momenti chiave del gioco. Come anticipato all'inizio, una novità per la serie é l'introduzione della modalità "Fight Till Down"; interessante aggiunta che strizza l'occhio all'Orda di Gears of War, riproponendo il ritmo frenetico del combattimento visto durante il concerto del primo Alan Wake.
Impegnato all'interno di una serie di suggestive e ampie mappe, il giocatore dovrà resistere fino all'alba agli attacchi di nemici sempre più potenti, facendo affidamento sulle armi sbloccate nello story mode e cercando di ottenere il maggior punteggio per scalare le classifiche di Xbox Live. A rendere il tutto più avvincente un sistema di moltiplicatori che permetterà, solo ai giocatori più veloci e abili, di raggiungere i punteggi migliori. Una modalità che esalta la natura action del titolo e valorizza i miglioramenti delle fasi TPS rispetto al titolo originale.
Alan Wake's American Nightmare
8
Voto
Redazione
Alan Wake's American Nightmare
Alan Wake's American Nightmare si é rivelato un titolo dal doppio volto... Ad una grandissima atmosfera e a un miglioramento delle fasi TPS, rese più frenetiche ed avvincenti grazie alla maggiore varietà di armi e nemici, fa da contraltare una minor attenzione alla (seppur valida) componente narrativa, vero fiore all'occhiello del primo capitolo. Mostrando una, a tratti fastidiosa, ripetitività di fondo, il titolo riesce a divertire grazie all'ottimo sistem combat, senza tuttavia offrire una trama all'altezza del miglior Sam Lake, probabilmente già a lavoro, con "anima e corpo", su Alan Wake 2... Interessante, ben realizzata e divertente la modalità 'Fight Till Dawn', ottima per mettete alla prova la maggior vocazione action di questo spin-off.