Alone in the Dark: The New Nightmare
di
PISTOLE, TORCE E CEROTTI
Oltre alla torcia ed alla radio, ciascun personaggio ha un proprio inventario che comprende alcuni oggetti più o meno utili. Scontata la presenza di varie armi e kit di pronto soccorso, un po' meno quella di un comodo amuleto che permette di salvare a piacimento la partita (senza la schiavitù delle cartucce di inchiostro che richiedevano particolari posizioni per il salvataggio, in Resident Evil), ma il cui numero è purtroppo decisamente limitato. Chiaramente una buona parte degli oggetti raccolti dovranno essere usati in determinati luoghi allo scopo di risolvere enigmi più o meno complessi, sebbene molto spesso ci si ritroverà davanti a porte chiuse da aprire con determinate chiavi. Tanto per differenziarsi da Resident Evil, anche in questo gioco è presente la possibilità di combinare tra loro due oggetti per ottenerne un terzo. Parlando di armi invece ci si trova davanti ad una brutta sorpresa, poiché dopo l'arrivo di qualche elemento un poco scontato come fucili a pompa o lancia granate ci si ritrova in possesso di assurdi strumenti come cannoni al plasma e pistole lancia-fulmini, che sinceramente rovinano parecchio l'atmosfera del gioco. Da segnalare una pesante scarsità di munizioni nel gioco (aggravata dal gran numero di colpi richiesti per l'eliminazione di molti nemici), che porterà parecchi giocatori a ricominciare più volte da capo il gioco per raggiungere sezioni avanzate senza ritrovarsi a secco: un pizzico di generosità extra non avrebbe guastato
UN DREAMCAST AL BUIO
Alone in the Dark: The New Nightmare non varca certamente nuove frontiere tecnologiche su Sega Dreamcast: sebbene la grafica sia estremamente pulita e definita, la struttura obsoleta del motore di gioco non riesce ad avvicinarsi ai fasti di Resident Evil: Code Veronica, limitandosi a rimanere nella fascia dei giochi graficamente ben fatti ma poco spettacolari. Probabilmente i due punti di forza del gioco sono la buona definizione di personaggi e fondali e i simpatici effetti di luce generati dalla torcia dei protagonisti e da altre fonti di luce dinamiche. Per il resto non si hanno particolari spunti per lodare la grafica del gioco: al contrario, critiche possono essere mosse al design dei mostri, poco spaventoso e non troppo in linea con la letteratura lovecraftiana cui il gioco si affianca. E' brutto, inoltre, vedere l'assenza di animazione sui volti dei personaggi, specialmente durante i lunghi dialoghi: difetti simili parevano superati, e sembrano riportarci indietro nel tempo. Molto ben fatti i filmati, curati e dotati di una regia di prima qualità. Comoda la mappa automatica, disponibile in ogni momento e sempre estremamente chiara nella consultazione. Non troppo convincente invece è il sonoro, che presenta un buon parlato (rigorosamente in inglese) ma musiche poco ispirate, e soprattutto alcuni pessimi effetti sonori, come il rumore dei passi sulla pietra, che riescono a risultare praticamente fuori posto. Da segnalare infine la possibile di giocare nella modalità video a 60 Hz sui televisori che la supportano. La longevità di Alone in the Dark: The New Nightmare si allinea con la media di questo genere di videogame, sebbene, al di fuori della doppia trama da portare a termine, non ci siano spinte verso la rigiocabilità, e ben presto il gioco finirà a prendere polvere in un cantuccio. In definitiva, dal ritorno di un gioco come Alone in the Dark era lecito aspettarsi qualche brivido extra.
Oltre alla torcia ed alla radio, ciascun personaggio ha un proprio inventario che comprende alcuni oggetti più o meno utili. Scontata la presenza di varie armi e kit di pronto soccorso, un po' meno quella di un comodo amuleto che permette di salvare a piacimento la partita (senza la schiavitù delle cartucce di inchiostro che richiedevano particolari posizioni per il salvataggio, in Resident Evil), ma il cui numero è purtroppo decisamente limitato. Chiaramente una buona parte degli oggetti raccolti dovranno essere usati in determinati luoghi allo scopo di risolvere enigmi più o meno complessi, sebbene molto spesso ci si ritroverà davanti a porte chiuse da aprire con determinate chiavi. Tanto per differenziarsi da Resident Evil, anche in questo gioco è presente la possibilità di combinare tra loro due oggetti per ottenerne un terzo. Parlando di armi invece ci si trova davanti ad una brutta sorpresa, poiché dopo l'arrivo di qualche elemento un poco scontato come fucili a pompa o lancia granate ci si ritrova in possesso di assurdi strumenti come cannoni al plasma e pistole lancia-fulmini, che sinceramente rovinano parecchio l'atmosfera del gioco. Da segnalare una pesante scarsità di munizioni nel gioco (aggravata dal gran numero di colpi richiesti per l'eliminazione di molti nemici), che porterà parecchi giocatori a ricominciare più volte da capo il gioco per raggiungere sezioni avanzate senza ritrovarsi a secco: un pizzico di generosità extra non avrebbe guastato
UN DREAMCAST AL BUIO
Alone in the Dark: The New Nightmare non varca certamente nuove frontiere tecnologiche su Sega Dreamcast: sebbene la grafica sia estremamente pulita e definita, la struttura obsoleta del motore di gioco non riesce ad avvicinarsi ai fasti di Resident Evil: Code Veronica, limitandosi a rimanere nella fascia dei giochi graficamente ben fatti ma poco spettacolari. Probabilmente i due punti di forza del gioco sono la buona definizione di personaggi e fondali e i simpatici effetti di luce generati dalla torcia dei protagonisti e da altre fonti di luce dinamiche. Per il resto non si hanno particolari spunti per lodare la grafica del gioco: al contrario, critiche possono essere mosse al design dei mostri, poco spaventoso e non troppo in linea con la letteratura lovecraftiana cui il gioco si affianca. E' brutto, inoltre, vedere l'assenza di animazione sui volti dei personaggi, specialmente durante i lunghi dialoghi: difetti simili parevano superati, e sembrano riportarci indietro nel tempo. Molto ben fatti i filmati, curati e dotati di una regia di prima qualità. Comoda la mappa automatica, disponibile in ogni momento e sempre estremamente chiara nella consultazione. Non troppo convincente invece è il sonoro, che presenta un buon parlato (rigorosamente in inglese) ma musiche poco ispirate, e soprattutto alcuni pessimi effetti sonori, come il rumore dei passi sulla pietra, che riescono a risultare praticamente fuori posto. Da segnalare infine la possibile di giocare nella modalità video a 60 Hz sui televisori che la supportano. La longevità di Alone in the Dark: The New Nightmare si allinea con la media di questo genere di videogame, sebbene, al di fuori della doppia trama da portare a termine, non ci siano spinte verso la rigiocabilità, e ben presto il gioco finirà a prendere polvere in un cantuccio. In definitiva, dal ritorno di un gioco come Alone in the Dark era lecito aspettarsi qualche brivido extra.