Amber's Blood
di
MDNA Games torna alla carica, proponendoci l'ottava avventura della semi-sconosciuta Carol Reed, investigatrice tuttofare alle prese con una nuova indagine, chiamata Amber's Blood. Catapultati in Svezia, questa volta saremo alle prese con un caso spinoso dai risvolti decisamente oscuri, risvolti che troveranno soluzione solamente grazie al vostro intervento ed al vostro acume. Pronti per la sfida?!
Tutto inizia in una uggiosa e tranquilla giornata soleggiata, disturbata solamente dal rumore della sveglia che alle 7.00 in punto interrompe il nostro sonno. Poco male, fosse solo questo il problema, ci gireremmo dall'altro lato per rimetterci a dormire beatamente, senza preoccuparci di altri fastidi. Ma questi piaceri risultano subito sfuggenti, visto che la stessa Carol si alzerà subito dal letto pronta ad iniziare la giornata. Nemmeno il tempo di arrivare in cucina per fare colazione ed ecco che riceviamo un sms alquanto criptico da parte di una nostra amica, Stina, che ci invita al suo chiosco per parlare di cose veramente importanti. Che sia questo finalmente l'inizio della nostra avventura? In effetti si, visto che una volta incontrata quest'ultima, la troveremo costretta a letto da un incidente casalingo. Dopo una breve chiacchierata verremo a conoscenza di un curioso, quanto macabro, dettaglio sul necrologio del nonno di lei, un certo Alfons Larson, che riporta la morte di quest'ultimo molto tempo più tardi di quello che la famiglia avesse fatto credere a Stina. La storia comincia a prendere sapore, portando alla nostra attenzione una vicenda illogica a cui vogliamo dare a tutti i costi una spiegazione, degni eredi di uno Sherlock Holmes di altri tempi. Saremo all'altezza?
Probabilmente si, anzi sicuramente si. E questo grazie al fatto che il gioco si presenta ridotto all'osso, sia in termini di idee che in termini di spunti, visto che la storia parte subito in un'unica direzione, senza darci la possibilità di percepire la minima difficoltà, soprattutto nel macinare in poco tempo i primi enigmi proposti. Inoltre ci é risultato molto facile, quasi intuitivo, accodare gli eventi in modo lineare, speriamo per una scelta voluta degli stessi ideatori dell'offerta.
Graficamente il titolo si presenta come un gioco a scorrimento, che vede il nostro incedere negli scenari come una gita su un album di milioni di fotografie disposte a “scatola” così da darvi la sensazione di esplorare un mondo a 360. Avremo modo così di visitare vari scenari, come la casa della protagonista o la sala di una mostra, che possiedono al loro interno altre sotto-aree completamente esplorabili senza intoppo alcuno. Ogni set contiene degli elementi che potremo raccogliere facilmente tramite un click del mouse e che verranno poi posizionati in un fantomatico inventario, accedibile tramite il passaggio del mouse in alto. Il gioco non presenta alcun tipo di animazione o effetto particolare, caratteristica che ci ha reso terribilmente difficile affrontare il titolo, visto che persino i dialoghi con i vari soggetti che incontreremo sarà sempre uno scorrere di fotografie pronte a mimare un movimento inesistente.
Il gameplay riprende totalmente il sistema di gioco delle avventure punta-e-clicca, senza però regalarci nessuna chicca in più per renderlo più accattivante. Interagire con gli oggetti risulta un po' difficoltoso a causa della piattezza delle scene, che non presentano il minimo rilievo o evidenziazione dell'oggetto di cui siamo alla ricerca.
Come se questo non bastasse, dal primo momento del tutorial Carol ci avverte subito di avere a sua disposizione un taccuino, che potremo utilizzare a nostro piacimento, ma che però ci rivela fin troppo, mettendo nero su bianco tutto quello che dovremo fare per filo e per segno. Ogni volta troveremo un indizio su un luogo, lampeggerà subito in alto a sinistra un icona pronta a segnalarci che la nostra mappa é stata sapientemente aggiornata. Di facile consultazione, si riempirà in breve tempo di tantissimi luoghi (più di una decina per volta), tutti esplorabili liberamente e tutti ricchi di oggetti che, una volta esauriti nello scenario, faranno scomparire un set per lasciarne spazio ad un altro.
Enigmi un po' piatti riducono incredibilmente la difficoltà del gioco, qualità che permette a chiunque di giocare il titolo, impegnandosi relativamente in un'offerta videoludica che può strapparci al massimo dalle tre alle cinque ore di gioco, questo perché estremamente facile e diretta. Difetto questo, che distrugge la longevità del titolo, rendendolo difficile persino da giocare in prima battuta.
Un comparto sonoro decisamente cupo e riflessivo, che assume caratteri sinistri una volta che finiremo all'interno di zone a tema. Non ci é stato trasmesso nessun genere di pathos durante l'esplorazione, ed anche il doppiaggio ci ha lasciato un po' l'amaro in bocca, visto che le voci (comunque in inglese) sono riprodotte come se a parlare fossero dei robot privi di emozioni.
Riassumendo, insomma, Amber's Blood é riuscito a far “sanguinare” noi per qualche oretta, senza regalarci alcun genere di emozione nel giocare un titolo che viene considerato un thriller / poliziesco ma che non presenta nessuna di queste due caratteristiche.
Tutto inizia in una uggiosa e tranquilla giornata soleggiata, disturbata solamente dal rumore della sveglia che alle 7.00 in punto interrompe il nostro sonno. Poco male, fosse solo questo il problema, ci gireremmo dall'altro lato per rimetterci a dormire beatamente, senza preoccuparci di altri fastidi. Ma questi piaceri risultano subito sfuggenti, visto che la stessa Carol si alzerà subito dal letto pronta ad iniziare la giornata. Nemmeno il tempo di arrivare in cucina per fare colazione ed ecco che riceviamo un sms alquanto criptico da parte di una nostra amica, Stina, che ci invita al suo chiosco per parlare di cose veramente importanti. Che sia questo finalmente l'inizio della nostra avventura? In effetti si, visto che una volta incontrata quest'ultima, la troveremo costretta a letto da un incidente casalingo. Dopo una breve chiacchierata verremo a conoscenza di un curioso, quanto macabro, dettaglio sul necrologio del nonno di lei, un certo Alfons Larson, che riporta la morte di quest'ultimo molto tempo più tardi di quello che la famiglia avesse fatto credere a Stina. La storia comincia a prendere sapore, portando alla nostra attenzione una vicenda illogica a cui vogliamo dare a tutti i costi una spiegazione, degni eredi di uno Sherlock Holmes di altri tempi. Saremo all'altezza?
Probabilmente si, anzi sicuramente si. E questo grazie al fatto che il gioco si presenta ridotto all'osso, sia in termini di idee che in termini di spunti, visto che la storia parte subito in un'unica direzione, senza darci la possibilità di percepire la minima difficoltà, soprattutto nel macinare in poco tempo i primi enigmi proposti. Inoltre ci é risultato molto facile, quasi intuitivo, accodare gli eventi in modo lineare, speriamo per una scelta voluta degli stessi ideatori dell'offerta.
Graficamente il titolo si presenta come un gioco a scorrimento, che vede il nostro incedere negli scenari come una gita su un album di milioni di fotografie disposte a “scatola” così da darvi la sensazione di esplorare un mondo a 360. Avremo modo così di visitare vari scenari, come la casa della protagonista o la sala di una mostra, che possiedono al loro interno altre sotto-aree completamente esplorabili senza intoppo alcuno. Ogni set contiene degli elementi che potremo raccogliere facilmente tramite un click del mouse e che verranno poi posizionati in un fantomatico inventario, accedibile tramite il passaggio del mouse in alto. Il gioco non presenta alcun tipo di animazione o effetto particolare, caratteristica che ci ha reso terribilmente difficile affrontare il titolo, visto che persino i dialoghi con i vari soggetti che incontreremo sarà sempre uno scorrere di fotografie pronte a mimare un movimento inesistente.
Il gameplay riprende totalmente il sistema di gioco delle avventure punta-e-clicca, senza però regalarci nessuna chicca in più per renderlo più accattivante. Interagire con gli oggetti risulta un po' difficoltoso a causa della piattezza delle scene, che non presentano il minimo rilievo o evidenziazione dell'oggetto di cui siamo alla ricerca.
Come se questo non bastasse, dal primo momento del tutorial Carol ci avverte subito di avere a sua disposizione un taccuino, che potremo utilizzare a nostro piacimento, ma che però ci rivela fin troppo, mettendo nero su bianco tutto quello che dovremo fare per filo e per segno. Ogni volta troveremo un indizio su un luogo, lampeggerà subito in alto a sinistra un icona pronta a segnalarci che la nostra mappa é stata sapientemente aggiornata. Di facile consultazione, si riempirà in breve tempo di tantissimi luoghi (più di una decina per volta), tutti esplorabili liberamente e tutti ricchi di oggetti che, una volta esauriti nello scenario, faranno scomparire un set per lasciarne spazio ad un altro.
Enigmi un po' piatti riducono incredibilmente la difficoltà del gioco, qualità che permette a chiunque di giocare il titolo, impegnandosi relativamente in un'offerta videoludica che può strapparci al massimo dalle tre alle cinque ore di gioco, questo perché estremamente facile e diretta. Difetto questo, che distrugge la longevità del titolo, rendendolo difficile persino da giocare in prima battuta.
Un comparto sonoro decisamente cupo e riflessivo, che assume caratteri sinistri una volta che finiremo all'interno di zone a tema. Non ci é stato trasmesso nessun genere di pathos durante l'esplorazione, ed anche il doppiaggio ci ha lasciato un po' l'amaro in bocca, visto che le voci (comunque in inglese) sono riprodotte come se a parlare fossero dei robot privi di emozioni.
Riassumendo, insomma, Amber's Blood é riuscito a far “sanguinare” noi per qualche oretta, senza regalarci alcun genere di emozione nel giocare un titolo che viene considerato un thriller / poliziesco ma che non presenta nessuna di queste due caratteristiche.