America's Army: Rise of a Soldier
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A quasi quattro anni dall'uscita della prima release, resa disponibile gratuitamente su Internet per fini propagandistici, uno degli shooter più singolari degli ultimi tempi approda su Xbox. Il merito è di UbiSoft che ha voluto abbinare al titolo originale un sottotitolo, Rise of a Soldier, che riassume in sé lo spirito del gioco.
Voluto e sviluppato dall'Esercito Americano, in stretto contatto con il team Secret Level, AA nacque all'indomani del tragico attentato alle Torri gemelle e al Pentagono, sull'onda nel rinnovato sentimento d'orgoglio nazionale e delle necessità per l'US Army, che recluta su base volontaria, di stimolare i giovani ad arruolarsi nelle sue file.
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Quale pubblico migliore, si dissero gli esperti di comunicazione di Washington, dei giocatori appassionati di sparatutto in prima persona, da sempre affascinati da mimetiche e fucili d'assalto.
Non sappiamo quante nuove reclute il gioco abbia effettivamente portato negli uffici di reclutamento ma, di certo, AA è tuttora un titolo giocatissimo sulla rete, oggetto negli anni d'innumerevoli patch e add-ons. Lo sbarco del gioco sul mercato console (PS2 e Xbox), per di più a prezzo pieno, costituisce un vero e proprio test di marketing sul titolo, tecnicamente non certo all'avanguardia ma dotato di diverse particolarità che, alla fin fine, lo rendono unico nel suo genere.
Una tra tutte, è ovvio, l'impostazione RPG della campagna single-player, che impone al giocatore di ripercorrere fin dalle prime battute, la faticosa carriera di un soldato di fanteria americano.
Una volta scelto il nome, il soprannome e lo stato d'origine (che sarà continua fonte di battute da parte di superiori e compagni), l'aspirante fuciliere dovrà confrontarsi con percorsi di guerra e prove al poligono per ottenere la sudata qualificazione al combattimento. Migliori saranno le sue prestazioni sul campo e maggiore sarà il numero di punti ottenuti alla fine di ogni sessione, da spendere generosamente nello sviluppo di una serie di skill che sembrano presi pari pari da una scheda di un rpg "pen & paper". Le aree sviluppabili sono sette, tra cui onore, accuratezza di tiro, capacità di comando, che influenzeranno la qualità delle vostre prove future. Se all'inizio, ad esempio, il mirino del vostro fucile ballerà la tarantella impedendovi di mirare con efficacia ai bersagli più lontani, l'aumento della vostra abilità nel tiro lo renderà via via più stabile.
Una volta completato l'addestramento, vi toccherà affrontare missioni reali, cinque per ognuno dei sette ruoli di soldato disponibili, da sbloccare in progressione. Inizierete con il fuciliere semplice per passare poi a granatiere, mitragliere, tiratore scelto, eccetera, per un totale di 35 missioni, fino al sospirato raggiungimento degli standard necessari per accedere alle Special Forces. Anche durante i combattimenti reali, la vostra performance frutterà al vostro alter ego elettronico punti da spendere per migliorare le sue caratteristiche e la sua efficienza. Occhio però, il realismo di AA è tale che sono sparite barre d'energia e kit di pronto soccorso sparsi in giro. Se v'impallinano, vi toccherà sperare nel pronto intervento di un paramedico, a patto che non si faccia beccare anche lui per venirvi a soccorrere, oppure ricaricare l'ultimo salvataggio.
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E' invece presente, sul vostro HUD, il CEM, ossia Misuratore d'Efficienza in Combattimento, che terrà conto della posizione in cui vi trovate, del fatto che vi stiano o meno sparando addosso o del vostro stato di salute per fornirvi un utile indicatore sulla necessità, per esempio, di riprendere fiato qualche istante, o di spostarsi in una postazione meno accessibile al fuoco nemico.
Terminata la campagna, la longevità del titolo potrà essere accresciuta notevolmente dall'accesso ai server Live, per giocare online fino a 16 giocatori, 8 per ciascuna squadra. Purtroppo, la gavetta sopportata nella campagna in singolo non vi servirà a nulla in rete, dove dovrete ricominciare tutto da capo. Le mappe a disposizione, adeguate per varietà e grandezza, prevedono obiettivi da difendere o conquistare o, in alternativa, quello di annientare la forza nemica. AA si avvale del realismo della vera guerra. Pertanto scordatevi il respawn: chi viene colpito è fuori, a meno che non venga medicato in fretta da un compagno. E anche in questo caso continuerà ad avvertire gli effetti della ferita per tutta la sessione di gioco.
Se quindi il gameplay del gioco si presenta ricco e avvincente ancor più della versione PC, grazie anche alla possibilità di giocare nel ruolo "aggressor" in multiplayer (e cioè con armamento e uniformi non americane), i neri del gioco si concentrano tutti nel comparto tecnico. A partire dalla grafica, datata anche per Xbox, che esibisce modelli legnosi e compenetrazioni non più giustificabili. Fino alla colonna sonora, che alterna anonimi jingle a brani hip-hop messi lì apposta per accattivare i ragazzi del sottoproletariato americano (e soltanto quelli). Se gli effetti sonori di armi ed esplosioni, imperniati sul massimo realismo, meritano una piena sufficienza, la stessa cosa non si può dire per l'IA di alleati e nemici, capace di comportamenti a dir poco inconcepibili.
Aggiungiamoci qualche bug di troppo, come granate che non esplodono e così via ed ecco parzialmente sprecata l'occasione di scrivere davvero un nuovo capitolo degli FPS per console.
Con questo, però, non vogliamo certo dissuadere dall'acquisto del gioco gli appassionati di shooter, che potrebbero conoscere con AA un nuovo livello di sfida e divertimento, grazie agli elementi innovativi sopra descritti. Anche se gli occhi vogliono la loro parte, c'è ancora là fuori chi vive non di sola grafica. Per loro e per chiunque FPS non si traduce solo ed esclusivamente in deathmatch forsennato, America's Army rappresenta comunque una scelta d'acquisto azzeccata, in grado d'intrattenere a lungo. Aspettando magari un seguito destinato al mercato "next-gen" che si avvalga di un motore grafico al livello di quel che abbiamo intravisto nelle demo non giocabili del nuovo Ghost Recon.
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Voluto e sviluppato dall'Esercito Americano, in stretto contatto con il team Secret Level, AA nacque all'indomani del tragico attentato alle Torri gemelle e al Pentagono, sull'onda nel rinnovato sentimento d'orgoglio nazionale e delle necessità per l'US Army, che recluta su base volontaria, di stimolare i giovani ad arruolarsi nelle sue file.
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Quale pubblico migliore, si dissero gli esperti di comunicazione di Washington, dei giocatori appassionati di sparatutto in prima persona, da sempre affascinati da mimetiche e fucili d'assalto.
Non sappiamo quante nuove reclute il gioco abbia effettivamente portato negli uffici di reclutamento ma, di certo, AA è tuttora un titolo giocatissimo sulla rete, oggetto negli anni d'innumerevoli patch e add-ons. Lo sbarco del gioco sul mercato console (PS2 e Xbox), per di più a prezzo pieno, costituisce un vero e proprio test di marketing sul titolo, tecnicamente non certo all'avanguardia ma dotato di diverse particolarità che, alla fin fine, lo rendono unico nel suo genere.
Una tra tutte, è ovvio, l'impostazione RPG della campagna single-player, che impone al giocatore di ripercorrere fin dalle prime battute, la faticosa carriera di un soldato di fanteria americano.
Una volta scelto il nome, il soprannome e lo stato d'origine (che sarà continua fonte di battute da parte di superiori e compagni), l'aspirante fuciliere dovrà confrontarsi con percorsi di guerra e prove al poligono per ottenere la sudata qualificazione al combattimento. Migliori saranno le sue prestazioni sul campo e maggiore sarà il numero di punti ottenuti alla fine di ogni sessione, da spendere generosamente nello sviluppo di una serie di skill che sembrano presi pari pari da una scheda di un rpg "pen & paper". Le aree sviluppabili sono sette, tra cui onore, accuratezza di tiro, capacità di comando, che influenzeranno la qualità delle vostre prove future. Se all'inizio, ad esempio, il mirino del vostro fucile ballerà la tarantella impedendovi di mirare con efficacia ai bersagli più lontani, l'aumento della vostra abilità nel tiro lo renderà via via più stabile.
Una volta completato l'addestramento, vi toccherà affrontare missioni reali, cinque per ognuno dei sette ruoli di soldato disponibili, da sbloccare in progressione. Inizierete con il fuciliere semplice per passare poi a granatiere, mitragliere, tiratore scelto, eccetera, per un totale di 35 missioni, fino al sospirato raggiungimento degli standard necessari per accedere alle Special Forces. Anche durante i combattimenti reali, la vostra performance frutterà al vostro alter ego elettronico punti da spendere per migliorare le sue caratteristiche e la sua efficienza. Occhio però, il realismo di AA è tale che sono sparite barre d'energia e kit di pronto soccorso sparsi in giro. Se v'impallinano, vi toccherà sperare nel pronto intervento di un paramedico, a patto che non si faccia beccare anche lui per venirvi a soccorrere, oppure ricaricare l'ultimo salvataggio.
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E' invece presente, sul vostro HUD, il CEM, ossia Misuratore d'Efficienza in Combattimento, che terrà conto della posizione in cui vi trovate, del fatto che vi stiano o meno sparando addosso o del vostro stato di salute per fornirvi un utile indicatore sulla necessità, per esempio, di riprendere fiato qualche istante, o di spostarsi in una postazione meno accessibile al fuoco nemico.
Terminata la campagna, la longevità del titolo potrà essere accresciuta notevolmente dall'accesso ai server Live, per giocare online fino a 16 giocatori, 8 per ciascuna squadra. Purtroppo, la gavetta sopportata nella campagna in singolo non vi servirà a nulla in rete, dove dovrete ricominciare tutto da capo. Le mappe a disposizione, adeguate per varietà e grandezza, prevedono obiettivi da difendere o conquistare o, in alternativa, quello di annientare la forza nemica. AA si avvale del realismo della vera guerra. Pertanto scordatevi il respawn: chi viene colpito è fuori, a meno che non venga medicato in fretta da un compagno. E anche in questo caso continuerà ad avvertire gli effetti della ferita per tutta la sessione di gioco.
Se quindi il gameplay del gioco si presenta ricco e avvincente ancor più della versione PC, grazie anche alla possibilità di giocare nel ruolo "aggressor" in multiplayer (e cioè con armamento e uniformi non americane), i neri del gioco si concentrano tutti nel comparto tecnico. A partire dalla grafica, datata anche per Xbox, che esibisce modelli legnosi e compenetrazioni non più giustificabili. Fino alla colonna sonora, che alterna anonimi jingle a brani hip-hop messi lì apposta per accattivare i ragazzi del sottoproletariato americano (e soltanto quelli). Se gli effetti sonori di armi ed esplosioni, imperniati sul massimo realismo, meritano una piena sufficienza, la stessa cosa non si può dire per l'IA di alleati e nemici, capace di comportamenti a dir poco inconcepibili.
Aggiungiamoci qualche bug di troppo, come granate che non esplodono e così via ed ecco parzialmente sprecata l'occasione di scrivere davvero un nuovo capitolo degli FPS per console.
Con questo, però, non vogliamo certo dissuadere dall'acquisto del gioco gli appassionati di shooter, che potrebbero conoscere con AA un nuovo livello di sfida e divertimento, grazie agli elementi innovativi sopra descritti. Anche se gli occhi vogliono la loro parte, c'è ancora là fuori chi vive non di sola grafica. Per loro e per chiunque FPS non si traduce solo ed esclusivamente in deathmatch forsennato, America's Army rappresenta comunque una scelta d'acquisto azzeccata, in grado d'intrattenere a lungo. Aspettando magari un seguito destinato al mercato "next-gen" che si avvalga di un motore grafico al livello di quel che abbiamo intravisto nelle demo non giocabili del nuovo Ghost Recon.
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