Among the Sleep
di
Il compleanno é, e rimane a rigor di logica, uno degli avvenimenti più belli sin da quando ne abbiamo memoria. Cosa c'era di meglio che aspettare il giorno in cui dovevamo spegnere le candeline, agognando avidamente quella sequela di regali da scartare, per riempire la nostra cameretta con nuovissimi giochi?!
Among the Sleep comincia così, senza pretese ma con un incredibile pathos. Ci introduce alla storia schiaffandoci all'interno di un protagonista inaspettato, un bambino che sta compiendo due anni, accompagnato dalla mamma che teneramente gli porge il suo regalo, l'immancabile orsacchiotto di peluche dell'infanzia di tutti noi. A compleanno finito la mamma ci porta a letto, cantandoci una ninna nanna per allietare il nostro sonno con sogni felici, come se tutto ciò che ci dovesse capitare, da questo momento in poi, sia solamente rappresentato dalla più autentica gioia. Sapevamo in cuor nostro, però, che qualcosa doveva andare storto..
Il titolo dei ragazzi di Krillbite Studio é sicuramente un prodotto originale, non tanto per una questione di genere, quanto più per una scelta stilistica intorno al protagonista che andremo ad interpretare. Personalmente, mi sono trovato a vestire i panni di uomini persi in città con problemi di nebbia o in giornalisti muniti di telecamera dentro a dei manicomi, ma fino ad oggi non mi era mai capitato di indossare un pigiamone blu con delle bellissime stelle, armato peraltro (se così si può dire) solamente di un peluche parlante al mio seguito.
In questo senso, gli sviluppatori hanno lavorato su un' idea bizzarra quanto funzionale, al di là di ogni prevedibile indie dallo stampo horrorifico, ed in grado di confezionare un prodotto finale dalle basi appassionanti ma che, purtroppo, non riesce a prendere il volo come speravamo. Vediamo insieme perché.
L'approccio iniziale é notevole, la prima scena in cui ci troveremo a saggiare le configurazioni dei tasti (fruibili con mouse e tastiera oppure con un pratico joypad) sarà la nostra cameretta, mondo fantastico per antonomasia di ogni bambino con una fervida immaginazione. Purtroppo, durante la notte, qualche entità stile “Paranormal Activity” ci tirerà fuori dal nostro lettino, sfilandoci forzatamente dalle mani il nostro nuovo amico peloso.
Da questo momento in poi tutto il set cambia, la stessa musica si abbassa verso note più tetre, mentre il nostro stato d'animo raggiunge i livelli di allarme, focalizzato nella crisi di avere tra le mani praticamente nulla con cui difendersi, anche solo fisicamente parlando. L'incedere del nostro alter-ego, infatti, é realizzato minuziosamente, i movimenti sono goffi, molto lenti, e l'unico espediente che avremo per muoverci un po' più velocemente sarà quello di gattonare in una direzione come se non ci fosse un domani, senza perdere tempo a voltarci indietro per capire da dove provenisse qualche rumore sinistro.
Graficamente l'offerta si presenta benissimo, gli scenari riescono a regalarci una sensazione opprimente sin dalle prime fasi del gioco, con colorazioni volutamente molto scure, accompagnate qui e là da luci sommesse, in grado di inscenare il giusto “ambient” per i soliti jump-scare. Sono presenti moltissimi suppellettili caratterizzanti, in grado di regalare il giusto tono a tutte le ambientazioni affrontate, quali che siano appartenenti al mondo reale oppure a quello fiabesco. A primo impatto, la sensazione é stata quella di sprofondare in un incubo senza via d'uscita, ma mano a mano che andavamo avanti ci siamo resi conto che il nostro, anche se dagli occhi di un bambino, era più un viaggio introspettivo fatto di paure incalcolabili e difficilmente quantificabili dalle parole di un adulto. Ci sono alcuni indizi nel corso dell'opera che vi faranno intuire qualcosa, ma come sempre ci guardiamo bene dal darvi qualsiasi tipo di suggerimento per non rovinarvi l'esperienza di gioco.
Questo volo di sola andata però non sale oltre le nuvole, trasformando tutti i presupposti positivi in semplici, quanto piccoli, abbagli senza sostanza. L'avventura si può finire agevolmente in due ore, esplorare l'ambientazione risulta inutile, perché ogni oggetto posizionato per dare tono agli scenari é solo di abbellimento. Levando, quindi, alcuni item di trama l'offerta si trasforma in un sentiero obbligato fatto di scelte artefatte, sedie e cassetti con cui interagire, ed alcuni puzzle inesistenti da risolvere in pochissimo tempo e senza alcuna fatica. Non parliamo dei mob poi (sì, ci sono anche quelli), semplicemente di corredo e banali da aggirare, persino affidandoci alle abilità di un bambino di due anni.
Proprio in questo senso, il ritmo acquistato con le prime battute perde di sostanza durante l'avanzamento nel gioco, data la totale mancanza di sfida ed una poco sfruttata interazione con il nostro orsetto, che funge semplicemente da lampadario per illuminare le zone buie in cui capiteremo. Un peccato, perché se da un lato la storia ha di per sé una curiosa evoluzione ed un finale discutibile, dall'altro ci ha lasciato l'amaro in bocca per tutte le aspettative rovinate in così breve tempo.
Among the Sleep comincia così, senza pretese ma con un incredibile pathos. Ci introduce alla storia schiaffandoci all'interno di un protagonista inaspettato, un bambino che sta compiendo due anni, accompagnato dalla mamma che teneramente gli porge il suo regalo, l'immancabile orsacchiotto di peluche dell'infanzia di tutti noi. A compleanno finito la mamma ci porta a letto, cantandoci una ninna nanna per allietare il nostro sonno con sogni felici, come se tutto ciò che ci dovesse capitare, da questo momento in poi, sia solamente rappresentato dalla più autentica gioia. Sapevamo in cuor nostro, però, che qualcosa doveva andare storto..
Come si vede dagli occhi di un bambino
Il titolo dei ragazzi di Krillbite Studio é sicuramente un prodotto originale, non tanto per una questione di genere, quanto più per una scelta stilistica intorno al protagonista che andremo ad interpretare. Personalmente, mi sono trovato a vestire i panni di uomini persi in città con problemi di nebbia o in giornalisti muniti di telecamera dentro a dei manicomi, ma fino ad oggi non mi era mai capitato di indossare un pigiamone blu con delle bellissime stelle, armato peraltro (se così si può dire) solamente di un peluche parlante al mio seguito.
gli sviluppatori hanno lavorato su un' idea bizzarra quanto funzionale
In questo senso, gli sviluppatori hanno lavorato su un' idea bizzarra quanto funzionale, al di là di ogni prevedibile indie dallo stampo horrorifico, ed in grado di confezionare un prodotto finale dalle basi appassionanti ma che, purtroppo, non riesce a prendere il volo come speravamo. Vediamo insieme perché.
L'approccio iniziale é notevole, la prima scena in cui ci troveremo a saggiare le configurazioni dei tasti (fruibili con mouse e tastiera oppure con un pratico joypad) sarà la nostra cameretta, mondo fantastico per antonomasia di ogni bambino con una fervida immaginazione. Purtroppo, durante la notte, qualche entità stile “Paranormal Activity” ci tirerà fuori dal nostro lettino, sfilandoci forzatamente dalle mani il nostro nuovo amico peloso.
Da questo momento in poi tutto il set cambia, la stessa musica si abbassa verso note più tetre, mentre il nostro stato d'animo raggiunge i livelli di allarme, focalizzato nella crisi di avere tra le mani praticamente nulla con cui difendersi, anche solo fisicamente parlando. L'incedere del nostro alter-ego, infatti, é realizzato minuziosamente, i movimenti sono goffi, molto lenti, e l'unico espediente che avremo per muoverci un po' più velocemente sarà quello di gattonare in una direzione come se non ci fosse un domani, senza perdere tempo a voltarci indietro per capire da dove provenisse qualche rumore sinistro.
Graficamente l'offerta si presenta benissimo, gli scenari riescono a regalarci una sensazione opprimente sin dalle prime fasi del gioco, con colorazioni volutamente molto scure, accompagnate qui e là da luci sommesse, in grado di inscenare il giusto “ambient” per i soliti jump-scare. Sono presenti moltissimi suppellettili caratterizzanti, in grado di regalare il giusto tono a tutte le ambientazioni affrontate, quali che siano appartenenti al mondo reale oppure a quello fiabesco. A primo impatto, la sensazione é stata quella di sprofondare in un incubo senza via d'uscita, ma mano a mano che andavamo avanti ci siamo resi conto che il nostro, anche se dagli occhi di un bambino, era più un viaggio introspettivo fatto di paure incalcolabili e difficilmente quantificabili dalle parole di un adulto. Ci sono alcuni indizi nel corso dell'opera che vi faranno intuire qualcosa, ma come sempre ci guardiamo bene dal darvi qualsiasi tipo di suggerimento per non rovinarvi l'esperienza di gioco.
Allora, dove si nasconde il bau-bau?
Questo volo di sola andata però non sale oltre le nuvole, trasformando tutti i presupposti positivi in semplici, quanto piccoli, abbagli senza sostanza. L'avventura si può finire agevolmente in due ore, esplorare l'ambientazione risulta inutile, perché ogni oggetto posizionato per dare tono agli scenari é solo di abbellimento. Levando, quindi, alcuni item di trama l'offerta si trasforma in un sentiero obbligato fatto di scelte artefatte, sedie e cassetti con cui interagire, ed alcuni puzzle inesistenti da risolvere in pochissimo tempo e senza alcuna fatica. Non parliamo dei mob poi (sì, ci sono anche quelli), semplicemente di corredo e banali da aggirare, persino affidandoci alle abilità di un bambino di due anni.
Proprio in questo senso, il ritmo acquistato con le prime battute perde di sostanza durante l'avanzamento nel gioco, data la totale mancanza di sfida ed una poco sfruttata interazione con il nostro orsetto, che funge semplicemente da lampadario per illuminare le zone buie in cui capiteremo. Un peccato, perché se da un lato la storia ha di per sé una curiosa evoluzione ed un finale discutibile, dall'altro ci ha lasciato l'amaro in bocca per tutte le aspettative rovinate in così breve tempo.