Ankh
di
Stefano Guzzetti
Videogiocare oggi vuol dire soprattutto immergersi in un'esperienza videoludica che non sempre va a braccetto con la parola 'semplicità'; interfacce utente sempre più macchinose, ambientazioni al limite del pensabile e quant'altro ancora, vanno in realtà a sopperire forti lacune creative e di carattere prettamente tecnico. Chi di voi può vantare almeno tre decadi alle proprie spalle, può senz'altro avere conosciuto e amato di persona il panorama delle avventure punta-e-clicca che tanto affollava l'allora neonato mondo dei giochi per PC nei primi anni novanta. Titoli come Monkey Island, Simon the Sorcerer, Indiana Jones ecc. facevano spremere al massimo i nostri fidati 286 (386 per i più fortunati) che, con tanto affetto, ci regalavano nottate intere di sano divertimento. Ebbene, Ankh prende come modello di ispirazione principale proprio questa tipologia di giochi tanto abusata anni or sono; ma non lo fa in maniera sterile o furbetta, lo fa come un atto di amore e devozione verso il vero 'fare bene i giochi'.
La nuova avventura propostaci da Take Two Interactive altro non è da intendersi come un bellissimo tributo alla vera età d'oro delle avventure per PC, quando le cose si facevano per passione (come non menzionare uno spartano ma splendido Maniac Mansion?) e non perché bisognava rifocillare un'inutile troupe di 60 persone che tanto alla fine avrebbero sfornato un titolo mediocre (chessò, Turok Evolution può essere un esempio che calza a pennello).
Ankh è un'avventura in terza persona dove dovrete guidare le gesta di Assill, un giovane egiziano che all'improvviso si ritrova in preda di una maledizione; con uno strano apribottiglie al collo (in realtà è l'amuleto che dà il titolo al gioco) egli dovrà cercare in tutti i modi di liberarsi dall'arcano, barcamenandosi tra personaggi buffi e imprevedibili: coccodrilli parlandi, dei della morte, pupe da sballo e quant'altro ancora. Alla fine il nostro eroe riuscirà a ritornare alla solita vita pacifica e serena di sempre, ma credeteci, arrivare a quel giorno non sarà certo facile.
Infatti, come in tutti i giochi tipici di questo genere, per proseguire negli avvenimenti dovremo risolvere una marea di puzzles e indovinelli di tutti i tipi; e dal momento che Ankh tributa i titoli 'old-school' dove non è che le cose ci venissero sbandierate in faccia, se non sarete fermamente decisi a spremere ogni singolo angolo del vostro cervelletto, difficilmente avrete la meglio sulla storia. Raccoglieremo una quantità devastante di oggetti, li potremo combinare tra loro per crearne di nuovi, interrogheremo una folla oceanica di personaggi. Tutte azioni che, bene o male, faremo fino alla fine del gioco.
Ad aiutarci ci sarà comunque l'interfaccia utente davvero semplice e intuitiva; come da manuale, anche in questo caso gestiremo l'intero gioco con il solo ausilio del mouse, non avremo bisogno d'altro. Giusto un paio di minuti nella scena iniziale e avremo già imparato tutto quello che c'è da sapere: tasto sinistro del mouse per selezionare, tasto destro per raccogliere gli oggetti ed eseguire le azioni, clic normale per camminare, doppio clic per correre. Tutto qua.
Il comparto grafico del titolo BHV è davvero una chicca: ogni cosa è realizzata a dovere e con cura, in uno sgargiante stile cartoonesco che vi presenta un antico Egitto come non lo avete mai visto. I rallentamenti sono davvero pochi, però noi consigliamo di non impostare al massimo le opzioni del motore grafico, ma di godervi il gioco in una sua comunque affascinante 'granulosità visiva'.
Parlando del comparto audio non possiamo certo che fare un enorme plauso ai musicisti della casa di sviluppo, che hanno composto delle tracce davvero all'altezza di cotanta cura e maniacalità.
Purtroppo però, c'è da menzionare che il gioco presenta un ottimo doppiaggio ad esclusivo appannaggio del popolo anglosassone; non mancano comunque i sottotitoli in uno spassosissimo italiano.
Già, spassosissimo, proprio perché l'humor e il no-sense stanno alla base di Ankh, che più di una volta vi strapperà una sonora risata. Se pensate poi che per finire il gioco dovrete sudare le fatidiche ';sette camice' allora la conclusione è solo una: lunga vita ad Ankh, lunga vita ai giochi fatti con passione.
La nuova avventura propostaci da Take Two Interactive altro non è da intendersi come un bellissimo tributo alla vera età d'oro delle avventure per PC, quando le cose si facevano per passione (come non menzionare uno spartano ma splendido Maniac Mansion?) e non perché bisognava rifocillare un'inutile troupe di 60 persone che tanto alla fine avrebbero sfornato un titolo mediocre (chessò, Turok Evolution può essere un esempio che calza a pennello).
Ankh è un'avventura in terza persona dove dovrete guidare le gesta di Assill, un giovane egiziano che all'improvviso si ritrova in preda di una maledizione; con uno strano apribottiglie al collo (in realtà è l'amuleto che dà il titolo al gioco) egli dovrà cercare in tutti i modi di liberarsi dall'arcano, barcamenandosi tra personaggi buffi e imprevedibili: coccodrilli parlandi, dei della morte, pupe da sballo e quant'altro ancora. Alla fine il nostro eroe riuscirà a ritornare alla solita vita pacifica e serena di sempre, ma credeteci, arrivare a quel giorno non sarà certo facile.
Infatti, come in tutti i giochi tipici di questo genere, per proseguire negli avvenimenti dovremo risolvere una marea di puzzles e indovinelli di tutti i tipi; e dal momento che Ankh tributa i titoli 'old-school' dove non è che le cose ci venissero sbandierate in faccia, se non sarete fermamente decisi a spremere ogni singolo angolo del vostro cervelletto, difficilmente avrete la meglio sulla storia. Raccoglieremo una quantità devastante di oggetti, li potremo combinare tra loro per crearne di nuovi, interrogheremo una folla oceanica di personaggi. Tutte azioni che, bene o male, faremo fino alla fine del gioco.
Ad aiutarci ci sarà comunque l'interfaccia utente davvero semplice e intuitiva; come da manuale, anche in questo caso gestiremo l'intero gioco con il solo ausilio del mouse, non avremo bisogno d'altro. Giusto un paio di minuti nella scena iniziale e avremo già imparato tutto quello che c'è da sapere: tasto sinistro del mouse per selezionare, tasto destro per raccogliere gli oggetti ed eseguire le azioni, clic normale per camminare, doppio clic per correre. Tutto qua.
Il comparto grafico del titolo BHV è davvero una chicca: ogni cosa è realizzata a dovere e con cura, in uno sgargiante stile cartoonesco che vi presenta un antico Egitto come non lo avete mai visto. I rallentamenti sono davvero pochi, però noi consigliamo di non impostare al massimo le opzioni del motore grafico, ma di godervi il gioco in una sua comunque affascinante 'granulosità visiva'.
Parlando del comparto audio non possiamo certo che fare un enorme plauso ai musicisti della casa di sviluppo, che hanno composto delle tracce davvero all'altezza di cotanta cura e maniacalità.
Purtroppo però, c'è da menzionare che il gioco presenta un ottimo doppiaggio ad esclusivo appannaggio del popolo anglosassone; non mancano comunque i sottotitoli in uno spassosissimo italiano.
Già, spassosissimo, proprio perché l'humor e il no-sense stanno alla base di Ankh, che più di una volta vi strapperà una sonora risata. Se pensate poi che per finire il gioco dovrete sudare le fatidiche ';sette camice' allora la conclusione è solo una: lunga vita ad Ankh, lunga vita ai giochi fatti con passione.
Ankh
8.5
Voto
Redazione
Ankh
Ankh si presenta come un prodotto genuino e sincero come ormai non se ne vedono più nel sempre più arido e multimilionario panorama videoludico internazionale; da considerare un chiaro gesto d'amore nei confronti dei bei titoli punta-e-clicca dei tempi d'oro della Lucas Arts, esso risplende di luce propria in più punti. Grafica coloratissima, storyline accattivante, sistema di controllo facile e intuitivo, musiche azzeccatissime, doppiaggio (purtroppo solo in inglese) da cinema... i complimenti si sprecano, perché Ankh, se il genere fa per voi, è assolutamente da avere.