Ant Bully

di Paolo Mulas
Nonostante il connubio film - videogioco generi titoli degni d'attenzione solo sporadicamente, le licenze legate alla pellicola di turno esercitano nei produttori sempre un certo fascino. Questa volta è il turno di Ant Bully, cartone animato in computer grafica della Warner Bros che prima ancora di debuttare nei cinema di tutta Italia, fa capolino sulla Playstation 2.

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Soprattutto da piccoli, ci sarà capitato tante volte di assistere con stupore alle piccole meraviglie della natura, osservando quasi in religioso silenzio i comportamenti laboriosi delle formiche e degli altri insetti. Non tutti però sono così rispettosi del mondo animale. Lucas, 10 anni è infatti il classico "bulletto" del quartiere, che ha come passatempo preferito quello di torturare le povere formiche, nei modi più crudeli e sadici. Ridotto in dimensioni piccolissime grazie ad una pozione magica, Lucas dovrà imparare a sue spese le difficoltà della vita in un formicaio.
Come si può facilmente intuire dalla trama condita da velleità moralistiche, il target a cui si rivolge Ant Bully è certamente pre adoscelenziale. Non a caso un utile tutorial consentirà anche ai meno esperti un approccio al gioco non troppo traumatico. Completato l'addestramento e familiarizzato quindi con il sistema di controllo, saremo introdotti nel gioco vero e proprio, che si inquadra non come un platform, contrariamente a quanto spesso accade per produzioni analoghe tratte da film animati, ma come una vera e propria avventura seppur limitata da molti paletti. Basti solo pensare che il salto avverrà in maniera del tutto automatica in prossimità di piattaforme o sporgenze, o che la maggior parte delle azioni potranno essere eseguite solo in specifici contesti. Nonostante la presenza di quasi venti missioni, la varietà non è certo una delle caratteristiche principali del titolo.

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Ci ritroveremo difatti spesso e volentieri ad affrontare situazioni davvero troppo simili fra loro, con la maggior parte degli obbiettivi affidati capaci solo di ridurre l'intera azione di gioco al semplice recupero di determinati oggetti, fondamentali per acquisire nuove abilità ed aprire così la strada a nuove locazioni. Nel corso del gioco avremo inoltre la possibilità di recuperare quattro diversi tipi di armi, che però non essendo adeguatamente differenziate difficilmente potranno generare un qualsiasi tipo di scelta strategica nei vari combattimenti che dovremo intraprendere. Combattimenti, che con le dovute proporzioni, strizzano l'occhio alla saga Nintendo di Zelda, offrendo una sorta di agganciamento temporaneo del nemico. Una scelta sicuramente positiva, che compensa in qualche modo l'imprecisione in alcuni frangenti del sistema di controllo. Oltre a quello appena descritto Ant Bully offre davvero poco altro; certo non mancherà qualche passaggio divertente, legato per lo più allo sviluppo della trama o ad i dialoghi con alcuni personaggi che alle fasi di gioco, o impegnativo (come la sfida con alcuni boss), ma lo schema alla base del titolo è davvero troppo semplicistico (non solo per l'eccessiva facilità di fondo) e si ripeterà in maniera quasi ciclica dall'inizio fino alla fine delle avventure di Lucas.
Anche graficamente purtroppo Ant Bully si attesta sulle soglie della mediocrità; dal design dei livelli davvero banale, fino a dei rallentamenti (seppur sporadici) davvero ingiustificati, dato il minimalismo poligonale di personaggi ed ambienti. Quello che più infastidisce poi, è che qualche scorcio ben realizzato non manca, a dimostrazione che con un po' più di cura si poteva offrire al giocatore un prodotto davvero migliore. Discorso analogo per il sonoro, con alcune voci davvero fastidiose e nessun passaggio musicale particolarmente evocativo.
Ant Bully rappresenta insomma l'ennesima trasposizione da film deludente; una giocabilità davvero povera e priva di spunti originali, ed una realizzazione tecnica che avrebbe sfigurato anche cinque anni fa, lo rendono un prodotto difficilmente consigliabile anche a chi amerà il film.

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