Ar Tonelico Qoga: Knell of Ar Ciel
di
Abbiamo parlato di Cosmosphere: questa é il principale sotto-gioco presente nel titolo. Si tratta fondamentalmente di permettere ad Aoto di effettuare un “tuffo” virtuale nella mente e nella personalità della Reyvateil, venendo così a contatto con le sfaccettature, e anche le fratture, della sua personalità, tutte enfatizzate sottoforma di luoghi e personaggi, non tutti amichevoli. Risolvendo delle sotto-trame virtuali, con azioni eseguibili spendendo preziosi “Diving-points” da accumulare in battaglia, sarà possibile addentrarsi nella psiche della Reyvateil, guadagnando la sua fiducia (ed ecco perché si sentirà meno restia a denudarsi) e sbloccando le “Hyuma”, incarnazioni di emozioni e fobie utilizzabili come power-up in battaglia. Sarà inoltre possibile sbloccare “personalità nascoste” nella mente delle ragazze e utilizzarle in battaglia.
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Il secondo sottogioco consiste nella creazione di nuovi oggetti tramite sintesi alchemica. Niente di più classico: semplicemente troverete qua e là sparse per il mondo le “ricette” necessarie per realizzare nuovi oggetti, armi, armature o persino supermosse per i personaggi. L'unica difficoltà risiede nel fatto che, oltre alla ricetta ed ovviamente agli ingredienti segnati, avrete necessità di avere nel party alcuni personaggi-chiave, di solito una Reyvateil e un personaggio specifico, specie quando l'uso dell'oggetto o della supermossa in questione é destinato a lui.
Dal punto di vista grafico, il gioco non brilla certo per luce propria, tutt'altro. Per quanto ci sia una certa ricercatezza nel character desing, e quindi nella realizzazione di tutti i portrait e le animazioni bidimensionali, il giudizio crolla vertiginosamente al cospetto dei lavori 3D, qualitativamente a livelli di PS2, e non i più alti. C'é differenza tra “retrò” e “retrogrado”: modelli poligonali semplici e con texture elementari che si muovono senza alcun rapporto con il contesto, “scivolando” i passi, salendo le scale a pioli senza rispettare assolutamente i gradini e tanti altri elementi assolutamente mediocri rendono l'aspetto del gioco veramente sgradevole.
Non a caso le parti più piacevoli, in quanto totalmente bidimensionali, sono i Dive nelle Cosmosphere. Giusto in battaglia qualche effetto speciale rinverdisce il giudizio, ma anche in quel contesto siamo comunque al cospetto di un lavoro di basso livello. A completare l'opera, i testi su schermo sono a caratteri bianchi su sfondo azzurro, rendendo anche difficoltosa la lettura, tra l'altro limitata alla lingue Inglese. Più accattivante l'audio, grazie a un discreto numero di buoni temi musicali, che spaziano tra i vari ambienti andando dal rockettaro, all'orientaleggiante, fino allo psichedelico, anche se a volte peccano di ripetitività. Buoni gli effetti sonori e i doppiaggi, disponibili in Inglese e Giapponese.
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Il sistema di combattimento del gioco richiede una certa pratica prima di padroneggiarlo appieno: non che sia particolarmente complesso, ma i tutorial in-game sono composti da schermate non sempre totalmente esaustive, e soprattutto é richiesta una dose di attenzione superiore a quella che un sistema in tempo reale richiede di solito. Quando si impara a circondare i nemici e soprattutto ad evitare che raggiungano la Reyvateil, allora le cose si fanno un po' più semplici, ma in ogni casi rimangono alcuni equilibri “strani”: il gioco ci fornisce infatti un gran numero di pozioni curative, ma altrettante ce ne fa usare, obbligandoci a frequenti interruzioni per accedere al menù - cosa che naturalmente spezza il ritmo del combattimento.
Per il resto, una volta superato il trauma dell'impatto grafico (tra realizzazione retrograda e scelta cromatica dei testi, stiamo parlando di un vero e proprio pugno in faccia), il titolo si lascia giocare: l'ambientazione é interessante, la trama ha un avvio un po' traumatico e risvolti spesso banali, ma nel complesso presenta elementi gradevoli, i personaggi sono ben delineati e più di uno cela qualche segreto. Il sottogioco del Diving nelle Cosmosphere poi é veramente godibile e offre svariate situazioni di grottesco divertimento (e ulteriore fan-service).
In sostanza, Ar Tonelico Qoga: Knell of Ar Ciel non é esattamente un brutto gioco, se non dal punto di vista tecnico: scavando a fondo ha diverse cose buone da offrire. É veramente un peccato che non abbia goduto di un trattamento migliore, ma potrà comunque fare la gioia degli estimatori.
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Il secondo sottogioco consiste nella creazione di nuovi oggetti tramite sintesi alchemica. Niente di più classico: semplicemente troverete qua e là sparse per il mondo le “ricette” necessarie per realizzare nuovi oggetti, armi, armature o persino supermosse per i personaggi. L'unica difficoltà risiede nel fatto che, oltre alla ricetta ed ovviamente agli ingredienti segnati, avrete necessità di avere nel party alcuni personaggi-chiave, di solito una Reyvateil e un personaggio specifico, specie quando l'uso dell'oggetto o della supermossa in questione é destinato a lui.
Dal punto di vista grafico, il gioco non brilla certo per luce propria, tutt'altro. Per quanto ci sia una certa ricercatezza nel character desing, e quindi nella realizzazione di tutti i portrait e le animazioni bidimensionali, il giudizio crolla vertiginosamente al cospetto dei lavori 3D, qualitativamente a livelli di PS2, e non i più alti. C'é differenza tra “retrò” e “retrogrado”: modelli poligonali semplici e con texture elementari che si muovono senza alcun rapporto con il contesto, “scivolando” i passi, salendo le scale a pioli senza rispettare assolutamente i gradini e tanti altri elementi assolutamente mediocri rendono l'aspetto del gioco veramente sgradevole.
Non a caso le parti più piacevoli, in quanto totalmente bidimensionali, sono i Dive nelle Cosmosphere. Giusto in battaglia qualche effetto speciale rinverdisce il giudizio, ma anche in quel contesto siamo comunque al cospetto di un lavoro di basso livello. A completare l'opera, i testi su schermo sono a caratteri bianchi su sfondo azzurro, rendendo anche difficoltosa la lettura, tra l'altro limitata alla lingue Inglese. Più accattivante l'audio, grazie a un discreto numero di buoni temi musicali, che spaziano tra i vari ambienti andando dal rockettaro, all'orientaleggiante, fino allo psichedelico, anche se a volte peccano di ripetitività. Buoni gli effetti sonori e i doppiaggi, disponibili in Inglese e Giapponese.
Il sistema di combattimento del gioco richiede una certa pratica prima di padroneggiarlo appieno: non che sia particolarmente complesso, ma i tutorial in-game sono composti da schermate non sempre totalmente esaustive, e soprattutto é richiesta una dose di attenzione superiore a quella che un sistema in tempo reale richiede di solito. Quando si impara a circondare i nemici e soprattutto ad evitare che raggiungano la Reyvateil, allora le cose si fanno un po' più semplici, ma in ogni casi rimangono alcuni equilibri “strani”: il gioco ci fornisce infatti un gran numero di pozioni curative, ma altrettante ce ne fa usare, obbligandoci a frequenti interruzioni per accedere al menù - cosa che naturalmente spezza il ritmo del combattimento.
Per il resto, una volta superato il trauma dell'impatto grafico (tra realizzazione retrograda e scelta cromatica dei testi, stiamo parlando di un vero e proprio pugno in faccia), il titolo si lascia giocare: l'ambientazione é interessante, la trama ha un avvio un po' traumatico e risvolti spesso banali, ma nel complesso presenta elementi gradevoli, i personaggi sono ben delineati e più di uno cela qualche segreto. Il sottogioco del Diving nelle Cosmosphere poi é veramente godibile e offre svariate situazioni di grottesco divertimento (e ulteriore fan-service).
In sostanza, Ar Tonelico Qoga: Knell of Ar Ciel non é esattamente un brutto gioco, se non dal punto di vista tecnico: scavando a fondo ha diverse cose buone da offrire. É veramente un peccato che non abbia goduto di un trattamento migliore, ma potrà comunque fare la gioia degli estimatori.