Archangel

di Tommaso Alisonno

GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Il primo impatto con Archangel, complice la gestione poco incoraggiante di inventario ed abilità, oltre ai già citati problemi grafici, non è eccessivamente incoraggiante. Fortunatamente il gamplaying è per il resto coinvolgente e piuttosto divertente: l'idea di base del gioco e buona e non può non piacere al videogiocatore medio, e anche se non c'è granché di nuovo alla luce del sole certi target di gioco sono sempre molto graditi.

La cosa peggiora un po' arrivando agli atti futuristici: il sistema di gioco dimostra di essere concepito fondamentalmente per il combattimento corpo a corpo, e tende ad essere estremamente scomodo nell'utilizzo di armi a distanza, pertanto peggiora notevolmente quando a spade e asce si sostituiscono pistole e fucili. Fortunatamente, di pari passo con l'avanzamento della storia aumenta anche l'interesse per la stessa, che risulta piuttosto coinvolgente, varia ed interessante: se nell'atto medioevale mi sono venuti in mente racconti in stile Conan il barbaro, nella Berlino futuristica non ho potuto fare a meno di ricordarmi le epiche partite a Deus Ex.

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Se poi aggiungiamo che i tre livelli di difficoltà moltiplicati per le due Forme di Luce selezionabili costituiscono un totale di sei possibili esperienze di gioco, credo che sia ovvio che da giocare ce n'è parecchio. Certo, sempre che superiate il trauma grafico...

CONCLUSIONI
È vero che la bellezza di un gioco non si stabilisce dal suo aspetto grafico, ma è anche vero che gli unici problemi di Archangel non ricadono in quell'ambito, che è oltretutto molto importante con la concorrenza moderna. Il gioco è divertente, questo si... ma veramente troppo spartano ed approssimato in molti suoi particolari.
Provatelo prima di aprire i vostri portafogli...

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