Arslan: The Warriors of Legend
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La febbre del Fantasy di questi ultimi anni, che ha probabilmente nel debutto cinematografico delle opere di Tolkien le sue radici, ha permesso di riportare alla luce svariati lavori di ottima fattura che si era un po' persi tra le pieghe dell'editoria passata: abbiamo visto per esempio riprendere in mano dagli sceneggiatori opere come Narnia o Shannara, per non parlare del più recente Game of Thrones. La Leggenda di Arslan rientra in un certo senso in questa categoria: il plot deriva infatti da un ciclo di romanzi che l'autore Yoshiki Tanaka ha iniziato negli anni '80 e ancora prosegue.
Per quanto l'opera abbia ricevuto una trasposizione in formato manga già negli anni '90, é infatti più recente la seconda trasposizione operata da Hiromu Arakawa, che dal 2014 ha racchiuso la serie (con un finale alternativo) in tredici volumetti da cui poi é stata tratta la serie Anime. E' ovviamente da quest'ultima che Koei Tecmo ha tratto ispirazione per realizzare Arslan: The Warriors of Legend, applicando al soggetto di Tanaka e allo stile di Arakawa il gameplay classico della serie Musou.
La vicenda narra la storia di Arslan, principe ereditario del regno di Pars quando questo viene invaso dal regno di Lusitania: lo Shah Andragoras III, padre di Arlsan, viene fatto prigioniero ed il principe, appena quattordicenne, si trova a dover guidare la resistenza spalleggiato da pochi fedeli compagni. L'opera abbonda di intrighi, di personaggi ambigui, di interessi personali di varia natura, di ideologie che vanno dallo schiavismo tirannico al fanatismo religioso, e naturalmente di azioni eroiche e battaglie campali, pane quotidiano del team Omega Force.
Il gioco si incentrerà infatti su queste: la modalità Storia sarà composta da una serie di scenari successivi intervallati da parti narrative realizzate sottoforma di dialoghi su artwork bidimensionali, abbastanza prolissi da riuscire a fornire un quadro esaustivo della vicenda (ma ovviamente skippabili per chi già la conoscesse o puntasse in generale all'azione). Il gioco vero e proprio comincerà quando ci sarà da menar le mani: a seconda dello scenario ci troveremo a controllare diversi personaggi – Arslan, Daryun, Gieve, tanto per citarne qualcuno – e nel corso della stessa missione potremmo anche trovarci a dover passare dall'uno all'altro di questi.
Ovviamente queste limitazioni cadono nel momento in cui si affronta la missione in co-op, sia questo split-screen o online, o quando si rigiocano le missioni in modalità Free. Ad ogni modo, il sistema di controllo ricalca quello classico della serie Musou, con un tasto per l'attacco veloce, uno per quello potente e uno per quello speciale, effettuabile dopo aver riempito un segmento dell'apposita barra. poi presente la parata, combinabile col direzionale per effettuare schivate, e un tasto di attacco di supporto, il quale effettua una mossa speciale che consuma solo una piccola parte della barra succitata.
Salvo nelle prime missioni, i personaggi avranno a disposizione due armi (Arslan per esempio utilizza spada e lancia): oltre a poter passare dall'una all'altra a seconda delle intenzioni sarà anche possibile utilizzare il tasto del supporto per concatenare combo passando temporaneamente dall'una all'altra. Le armi si differenzieranno sia nelle combo disponibili sia nell'esecuzione dei singoli colpi; l'uso prolungato ne aumenterà inoltre la maestria del personaggio, dando accesso col tempo a versioni “modificate” che attingano forza dal fuoco, dal ghiaccio, dal veleno o da altri elementi. Non mancheranno armi “particolari” dagli effetti magici come strumenti musicali o pennelli da pittore.
Una meccanica interessante del gioco prevede la presenza, secondo le esigenze della trama, di alcune aree denominate “rush”: raggiungendole é possibile chiamare a sé per un periodo limitato un plotone di soldati ed effettuare una “Marsdan Rush”, sia essa una carica di cavalleria, un raid di fanteria o una salva di frecce infuocate. La Marsdan Rush é un ottimo modo per decimare le file avversarie facendo crescere notevolmente il combo-counter, ma é indispensabile per superare determinati ostacoli.
Il gioco offre infine la possibilità di equipaggiare fino a tre “carte” per ottenere dei bonus alle varie caratteristiche del personaggio: queste carte potranno essere rinvenute in battaglia o ottenute come premio-missione e sarà possibile “fonderle” tra loro nel tentativo di ottenerne altre più potenti o versatili. E' infine da citare la possibilità di cucinare alcune “ricette” in modo da avere dei bonus temporanei limitati ad una singola battaglia.
Tecnicamente il gioco mostra alti e bassi: tra gli alti possiamo citare indubbiamente la realizzazione dei modelli dei personaggi, i quali ricalcano alla perfezione il concept di Arakawa e grazie all'illuminazione in cel-shading sembrano effettivamente uscire dall'anime. Meno esaltanti gli ambienti: per quanto non ci si aspetti una ricchezza di elementi particolare in un campo di battaglia, infatti, risultano piuttosto spogli e ripetitivi; solo alcuni scenari al chiuso presentano una cura migliore. Le tavole tramite cui la storia é raccontata sono molto belle ma sono – appunto – illustrazioni, e i non-amanti di questo genere di narrazione potrebbero storcere un po' il naso.
Sotto il profilo audio registriamo musiche piuttosto gradevoli, adatte alle varie situazioni e in grado di tenere compagnia nel corso delle battaglie. I dialoghi sono disponibili esclusivamente nell'originale Giapponese e i testi su schermo unicamente in Inglese: in base alle richieste dei fan questo sembra essere sempre più lo standard dei prodotti di Koei Tecmo ed in generale la qualità é elevata; purtroppo, a meno di non comprendere a orecchio l'idioma Nipponico, questo causa qualche problema quando i dialoghi si moltiplicano durante la battaglia. Non si tratta comunque di nulla che comprometta il gameplay o la comprensione generale della trama.
Nel complesso, l'esperienza di gioco di Arlsan: The Warriors of Legend é quella di un Musou fortemente incentrato sulla storia: sebbene sia infatti possibile rigiocare le singole missioni in modalità Free, nonché aumentare il livello di difficoltà, di fatto una volta visti i titoli di coda il gioco non avrà molto altro da dire. Ciò non di meno, la vicenda é abbastanza lunga da occupare un monte di ore soddisfacente, e per portare i personaggi al massimo livello sarà comunque necessario ipotecare del tempo extra.
Quello che rimane sottotono sono gli scontri-boss, per i quali gli sviluppatori hanno implementato un sistema di “scudo da abbattere” e la tendenza a diventare più pericolosi quando la loro barra della vita scende sotto al 50%: inutile negare che il concept Musou non nasce per gli scontri 1Vs1, e la mancanza di un lock sul bersaglio rende questi duelli particolarmente “difettosi”. Parliamo comunque di circostanze limitate: nel complesso il gioco é un Musou discreto che non mancherà di appassionare soprattutto i fan del Manga.
Per quanto l'opera abbia ricevuto una trasposizione in formato manga già negli anni '90, é infatti più recente la seconda trasposizione operata da Hiromu Arakawa, che dal 2014 ha racchiuso la serie (con un finale alternativo) in tredici volumetti da cui poi é stata tratta la serie Anime. E' ovviamente da quest'ultima che Koei Tecmo ha tratto ispirazione per realizzare Arslan: The Warriors of Legend, applicando al soggetto di Tanaka e allo stile di Arakawa il gameplay classico della serie Musou.
La vicenda narra la storia di Arslan, principe ereditario del regno di Pars quando questo viene invaso dal regno di Lusitania: lo Shah Andragoras III, padre di Arlsan, viene fatto prigioniero ed il principe, appena quattordicenne, si trova a dover guidare la resistenza spalleggiato da pochi fedeli compagni. L'opera abbonda di intrighi, di personaggi ambigui, di interessi personali di varia natura, di ideologie che vanno dallo schiavismo tirannico al fanatismo religioso, e naturalmente di azioni eroiche e battaglie campali, pane quotidiano del team Omega Force.
Il gioco si incentrerà infatti su queste: la modalità Storia sarà composta da una serie di scenari successivi intervallati da parti narrative realizzate sottoforma di dialoghi su artwork bidimensionali, abbastanza prolissi da riuscire a fornire un quadro esaustivo della vicenda (ma ovviamente skippabili per chi già la conoscesse o puntasse in generale all'azione). Il gioco vero e proprio comincerà quando ci sarà da menar le mani: a seconda dello scenario ci troveremo a controllare diversi personaggi – Arslan, Daryun, Gieve, tanto per citarne qualcuno – e nel corso della stessa missione potremmo anche trovarci a dover passare dall'uno all'altro di questi.
Ovviamente queste limitazioni cadono nel momento in cui si affronta la missione in co-op, sia questo split-screen o online, o quando si rigiocano le missioni in modalità Free. Ad ogni modo, il sistema di controllo ricalca quello classico della serie Musou, con un tasto per l'attacco veloce, uno per quello potente e uno per quello speciale, effettuabile dopo aver riempito un segmento dell'apposita barra. poi presente la parata, combinabile col direzionale per effettuare schivate, e un tasto di attacco di supporto, il quale effettua una mossa speciale che consuma solo una piccola parte della barra succitata.
Salvo nelle prime missioni, i personaggi avranno a disposizione due armi (Arslan per esempio utilizza spada e lancia): oltre a poter passare dall'una all'altra a seconda delle intenzioni sarà anche possibile utilizzare il tasto del supporto per concatenare combo passando temporaneamente dall'una all'altra. Le armi si differenzieranno sia nelle combo disponibili sia nell'esecuzione dei singoli colpi; l'uso prolungato ne aumenterà inoltre la maestria del personaggio, dando accesso col tempo a versioni “modificate” che attingano forza dal fuoco, dal ghiaccio, dal veleno o da altri elementi. Non mancheranno armi “particolari” dagli effetti magici come strumenti musicali o pennelli da pittore.
Una meccanica interessante del gioco prevede la presenza, secondo le esigenze della trama, di alcune aree denominate “rush”: raggiungendole é possibile chiamare a sé per un periodo limitato un plotone di soldati ed effettuare una “Marsdan Rush”, sia essa una carica di cavalleria, un raid di fanteria o una salva di frecce infuocate. La Marsdan Rush é un ottimo modo per decimare le file avversarie facendo crescere notevolmente il combo-counter, ma é indispensabile per superare determinati ostacoli.
Il gioco offre infine la possibilità di equipaggiare fino a tre “carte” per ottenere dei bonus alle varie caratteristiche del personaggio: queste carte potranno essere rinvenute in battaglia o ottenute come premio-missione e sarà possibile “fonderle” tra loro nel tentativo di ottenerne altre più potenti o versatili. E' infine da citare la possibilità di cucinare alcune “ricette” in modo da avere dei bonus temporanei limitati ad una singola battaglia.
Tecnicamente il gioco mostra alti e bassi: tra gli alti possiamo citare indubbiamente la realizzazione dei modelli dei personaggi, i quali ricalcano alla perfezione il concept di Arakawa e grazie all'illuminazione in cel-shading sembrano effettivamente uscire dall'anime. Meno esaltanti gli ambienti: per quanto non ci si aspetti una ricchezza di elementi particolare in un campo di battaglia, infatti, risultano piuttosto spogli e ripetitivi; solo alcuni scenari al chiuso presentano una cura migliore. Le tavole tramite cui la storia é raccontata sono molto belle ma sono – appunto – illustrazioni, e i non-amanti di questo genere di narrazione potrebbero storcere un po' il naso.
Sotto il profilo audio registriamo musiche piuttosto gradevoli, adatte alle varie situazioni e in grado di tenere compagnia nel corso delle battaglie. I dialoghi sono disponibili esclusivamente nell'originale Giapponese e i testi su schermo unicamente in Inglese: in base alle richieste dei fan questo sembra essere sempre più lo standard dei prodotti di Koei Tecmo ed in generale la qualità é elevata; purtroppo, a meno di non comprendere a orecchio l'idioma Nipponico, questo causa qualche problema quando i dialoghi si moltiplicano durante la battaglia. Non si tratta comunque di nulla che comprometta il gameplay o la comprensione generale della trama.
Nel complesso, l'esperienza di gioco di Arlsan: The Warriors of Legend é quella di un Musou fortemente incentrato sulla storia: sebbene sia infatti possibile rigiocare le singole missioni in modalità Free, nonché aumentare il livello di difficoltà, di fatto una volta visti i titoli di coda il gioco non avrà molto altro da dire. Ciò non di meno, la vicenda é abbastanza lunga da occupare un monte di ore soddisfacente, e per portare i personaggi al massimo livello sarà comunque necessario ipotecare del tempo extra.
Quello che rimane sottotono sono gli scontri-boss, per i quali gli sviluppatori hanno implementato un sistema di “scudo da abbattere” e la tendenza a diventare più pericolosi quando la loro barra della vita scende sotto al 50%: inutile negare che il concept Musou non nasce per gli scontri 1Vs1, e la mancanza di un lock sul bersaglio rende questi duelli particolarmente “difettosi”. Parliamo comunque di circostanze limitate: nel complesso il gioco é un Musou discreto che non mancherà di appassionare soprattutto i fan del Manga.