Arthur e il popolo dei Minimei
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Un'eredita pesante, un fantomatico tesoro da recuperare e un nonno appena morto. Non è un bel periodo per il giovane Arthur che, a sua insaputa, sta però per intraprendere uno dei viaggi più belli partoriti dalla fantasia del genio creativo di Luc Besson. Arthur è un giovanotto pieno di energie e sana curiosità che, alla morte del nonno, eredita un pesante onere: recuperare un misterioso tesoro perduto. Pena: la perdita della casa dove ha passato la maggior parte della sua infanzia. Un compito fin troppo gravoso per un bambino come Arthur, se non fosse per l'aiuto del popolo dei Minimei, una versione ancora più piccola degli Hobbit, che abitano il giardino della casa. Ed è proprio grazie a loro che Arthur, magicamente trasportato nel piccolo mondo dei Minimei, potrà recuperare il tesoro e vivere una delle migliori avventure che il mondo del cinema ricordi.
Arthur e il popolo dei minimei si presenta al pubblico dei videogiocatore come un platformer piuttosto atipico. Non tanto per le meccaniche di gioco, che rispondono in gran parte a quanto già visto nel repertorio più classico del genere, quanto piuttosto alla costante sollecitazione della materia grigia invece che la semplice prontezza di riflessi. Ben venga quindi un titolo come quello proposto da Atari che non solo ha il merito di "svernare" un genere che difficilmente accoglie benevolmente le novità, ma anche il pregio di guardare negli occhi anche utenti più scafati e con qualche anno sulle spalle. Il gameplay proposto, infatti, alterna fasi di chiaro stampo arcade (dal classico salto da una piattaforma all'altra al combattimento contro i fantasiosi avversari di turno) che farà la gioia delle fasce d'utenza più giovani, ad altre dove invece la capacità di focalizzare l'attenzione per la risoluzione degli enigmi richiederà qualche anno in più sulle spalle. Che sia uno dei pochi titoli "padri-figli"? probabile, perché sebbene "Arthur e il Popolo dei minimei" sia un titolo che si lascia giocare senza troppi problemi, in più di un'occasione ha richiesto qualche momento d'impegno "extra" per superare passaggi piuttosto complessi.
Nel corso nella nostra avventura, Arthur sarà aiutato in particolare da due personaggi che collaboreranno con noi nella soluzione dei puzzle più intricati. Al giocatore verrà lasciata la possibilità di prendere possesso di uno qualsiasi di questi personaggi e sfruttarne le caratteristiche peculiari. E siccome l'unione fa la forza (uno degli importanti messaggi lanciati da questo gioco), ecco che Arthur, Bètaméche e Selenia dovranno capire da soli quale sarà il modo migliore di cooperare e salvarsi dalle mille insidie che popolano il giardino di Arthur.
Non solo dovranno adoperarsi per improvvisarsi provetti scalatori (abilità in cui Arthur è superiore a Betameche e Selenia), ma dovranno combattere anche contro le temibilissime libellule. Anche in questo caso i tre personaggi dimostreranno di possedere procedure d'attacco e difesa ben differenziati tra loro, variegando quel tanto che basta un sistema di combattimenti che sarebbe potuto risultare invece piuttosto noioso e frustrante.
Certo, il titolo Atari non sarà ricordato negli annali del videogame come il titolo tecnicamente più riuscito, ma riesce comunque ad essere gradevole e leggere, anche sulle configurazioni meno dotate. Il tutto in virtù di un comparto grafico piuttosto spartano ma che comunque presenta personaggi e scenografie in linea con quanto visto nel lungometraggio cinematografico. A tono anche il comparto audio, con un buon doppiaggio in Italiano, utile soprattutto nelle primissime fasi di gioco, quando verremo introdotti direttamente dai Minimei alla scoperta del loro magico mondo e ci guideranno nelle intime meccaniche di gioco. Insomma, Arthur e il popolo dei Minimei è un discreto Add on del film e riesce nel tentativo di allungare quel tanto che basta la già buona esperienza cinematografica. Certo, non verrà ricordato come il platform del secolo, ma quanti sono i titoli che riescono ad abbinare in modo efficace la richiesta di una buona prontezza di riflessi e capacità di ragionamento?
Divertente quel tanto che basta e discretamente realizzato, Arthur e il popolo dei Minimei porta nelle vostre case buona parte di quanto vissuto nel lungometraggio firmato da Luc Besson. Un titolo aperto tanto al pubblico più giovane, che si divertirà nelle lunghe fasi di combattimento e in quelle prettamente platformer, ma stuzzicante anche per il pubblico adulto, in virtù di alcuni puzzle in cui bisognerà aguzzare l'intelletto.
Arthur e il popolo dei minimei si presenta al pubblico dei videogiocatore come un platformer piuttosto atipico. Non tanto per le meccaniche di gioco, che rispondono in gran parte a quanto già visto nel repertorio più classico del genere, quanto piuttosto alla costante sollecitazione della materia grigia invece che la semplice prontezza di riflessi. Ben venga quindi un titolo come quello proposto da Atari che non solo ha il merito di "svernare" un genere che difficilmente accoglie benevolmente le novità, ma anche il pregio di guardare negli occhi anche utenti più scafati e con qualche anno sulle spalle. Il gameplay proposto, infatti, alterna fasi di chiaro stampo arcade (dal classico salto da una piattaforma all'altra al combattimento contro i fantasiosi avversari di turno) che farà la gioia delle fasce d'utenza più giovani, ad altre dove invece la capacità di focalizzare l'attenzione per la risoluzione degli enigmi richiederà qualche anno in più sulle spalle. Che sia uno dei pochi titoli "padri-figli"? probabile, perché sebbene "Arthur e il Popolo dei minimei" sia un titolo che si lascia giocare senza troppi problemi, in più di un'occasione ha richiesto qualche momento d'impegno "extra" per superare passaggi piuttosto complessi.
Nel corso nella nostra avventura, Arthur sarà aiutato in particolare da due personaggi che collaboreranno con noi nella soluzione dei puzzle più intricati. Al giocatore verrà lasciata la possibilità di prendere possesso di uno qualsiasi di questi personaggi e sfruttarne le caratteristiche peculiari. E siccome l'unione fa la forza (uno degli importanti messaggi lanciati da questo gioco), ecco che Arthur, Bètaméche e Selenia dovranno capire da soli quale sarà il modo migliore di cooperare e salvarsi dalle mille insidie che popolano il giardino di Arthur.
Non solo dovranno adoperarsi per improvvisarsi provetti scalatori (abilità in cui Arthur è superiore a Betameche e Selenia), ma dovranno combattere anche contro le temibilissime libellule. Anche in questo caso i tre personaggi dimostreranno di possedere procedure d'attacco e difesa ben differenziati tra loro, variegando quel tanto che basta un sistema di combattimenti che sarebbe potuto risultare invece piuttosto noioso e frustrante.
Certo, il titolo Atari non sarà ricordato negli annali del videogame come il titolo tecnicamente più riuscito, ma riesce comunque ad essere gradevole e leggere, anche sulle configurazioni meno dotate. Il tutto in virtù di un comparto grafico piuttosto spartano ma che comunque presenta personaggi e scenografie in linea con quanto visto nel lungometraggio cinematografico. A tono anche il comparto audio, con un buon doppiaggio in Italiano, utile soprattutto nelle primissime fasi di gioco, quando verremo introdotti direttamente dai Minimei alla scoperta del loro magico mondo e ci guideranno nelle intime meccaniche di gioco. Insomma, Arthur e il popolo dei Minimei è un discreto Add on del film e riesce nel tentativo di allungare quel tanto che basta la già buona esperienza cinematografica. Certo, non verrà ricordato come il platform del secolo, ma quanti sono i titoli che riescono ad abbinare in modo efficace la richiesta di una buona prontezza di riflessi e capacità di ragionamento?
Divertente quel tanto che basta e discretamente realizzato, Arthur e il popolo dei Minimei porta nelle vostre case buona parte di quanto vissuto nel lungometraggio firmato da Luc Besson. Un titolo aperto tanto al pubblico più giovane, che si divertirà nelle lunghe fasi di combattimento e in quelle prettamente platformer, ma stuzzicante anche per il pubblico adulto, in virtù di alcuni puzzle in cui bisognerà aguzzare l'intelletto.