Asgard’s Wrath 2: recensione del gioco VR che sottolinea che siano tempi duri per gli dei pagani

Ci sono state sicuramente polemiche sul nuovo visore Meta Quest 3, e se siete amanti della VR forse anche voi (noi?) ci inseriamo nella calca, dato che non c’è così tanto materiale ludico da poter sfamare i palati d’un certo livello, e quindi da consumatore ed estimatore mi viene da pensare… ma è davvero così?

Vertigo Games ci ha appena regalato un bellissimo remake di The 7th Guest e un fantastico Arizona Sunshine 2 e ora arriva anche l’esclusiva di Meta che tutti stavamo aspettando, anche perché gli acquirenti della terza versione hardware del Quest ce l’hanno pure gratis per un periodo di tempo limitato, quindi diamo il benvenuto ad Asgard’s Wrath 2.

CI SIAMO INCOLLERITI AD ASGARD 2

Naturalmente non vi farò il pippone narrativo di ciò che è avvenuto nel primo capitolo, ma se non l’avete giocato (molto male!) recuperatelo, ma sappiate che comunque è incluso un recap di tutto ciò che è avvenuto, così da non restare fuori dai giochi, dato che questo è un seguito diretto. Non mi dilungherò quindi su troppi dettagli narrativi per non rovinarvi la sorpresa, ma vi basti pensare che dopo un brevissimo tutorial, vi lancerete immediatamente nei panni di un ladro, in quella che è un tomba egizia e che dovremo controllare – anzi per meglio dire possedere il suo corpo – per aiutarlo in un’impresa che indirettamente servirà anche a soddisfare i nostri scopi. Dopo una veloce e talvolta richiesta calibrazione – la stessa di cui vi ho parlato in Assassin's Creed Nexus VR, altro gioco che va messo in whishlist positiva – ci si accorge immediatamente che (finalmente!) il controllo della vostra spada è 1:1 con la realtà. Può sembrare folle, ma è così, brandirla non prevede rallentamenti e la potremo usare per affettare, colpire, parare con i parry e fare le pose come gli eroi fighi dei film. Per citare un’altra arma, ovvero l’ascia, sì, se avete mai provato quel “brividino” nel lanciare l’arma norrena di Kratos negli ultimi God of War, bè, farlo lì è bello, ma se vi dicessi che qui lo fate fisicamente muovendo la mano e la precisione è pazzesca? Ecco, da qui in poi incorrerete in corse lungo i muri, crafting di oggetti, piacevoli sensazioni legate all’osservazione di ambienti con mini-quest ambientali, epici combattimenti e un divertimento praticamente infinito.

La parte grafica è sicuramente meravigliosa, dal punto di vista artistico, per quanto non faccia un uso massiccio delle luci. Il lavoro svolto è davvero piacevole, comprese le impressionanti animazioni dei nemici e il loro modo di avventarsi su di voi, tanto che sarete letteralmente rapiti dall’azione per rendervi conto che non volete più scendere dalla giostra.

Confesso che sono un po’ in difficoltà nel trovare degli oggettivi difetti a questo gioco, davvero premium in tutto, anche se ovviamente un po' di riciclo su nemici e asset delle zone è abbastanza fisiologico, dato che alla fine sono comunque 31 GB di download. Non inventa nulla, se volete questo lo si può dire, ma riesce ad accentrare quanto di meglio aveva fatto il suo predecessore e le produzioni a latere della VR. Non sarete comunque tagliati fuori anche se avete un Quest 2 (ci mancherebbe anche altro), anzi quest’ultimo lavoro è la chiara dimostrazione che si potrebbe fare molto di più su quella generazione, anche senza valutare necessariamente già il terzo visore dei creatori di Facebook.

Un difetto l’ho sentito, lo cito, ma non consideratelo tale, nel senso che la voglia spasmodica di trascorrere le ore in compagnia di questo gioco, anzi in realtà anche sessioni che superavano i quaranta minuti, sono riusciti comunque a palesare quanto sia pesante il Quest 3 (come il 2 per altro) e che sul vostro collo creerà sicuramente problemi se non dosate le sessioni.