Asphalt GT
di
Antonio Norfo
Asphalt: Urban Gt (nome già apparso sulle ludoteche N-Gage e cellulari) non ha pretese estremamente simulative, o almeno, a giudicare da alcune componenti fra le quali spicca il turbo, non si ispira alla realtà più reale.
Esso si affida ciononostante alla verosimiglianza, avvalendosi anzitutto di vetture garanti di apposita licenza (Lamborghini, Jaguar, Audi, Aston Martin, Ford, Lotus, Nissan ed altre) ed in secondo luogo di locazioni ispirate a città e nazioni fra le più celebri del globo terracqueo (Hong Kong, Miami, Parigi, New York, Cuba e via di questo passo). Come i più attenti avranno intuito, la presenza di prestigiosi marchi automobilistici comporta la negazione di qual che sia danno alla carrozzeria, scelta che estromette buona parte delle reazioni fisiche cui una vettura altrimenti si esporrebbe nel lanciarsi contro un muro alla velocità di 250 chilometri orari. Già: fisica e velocità, spazio per tempo. I sessanta fotogrammi per secondo e loro complementare stabilità su schermo (pardon, schermi) sono senza timore di smentita il punto forte del titolo Gameloft che in favore della funzionalità e fruibilità ha comunque rinunciato ad una meticolosa cura estetica di bolidi ed ambienti (sia in termini stilistici, sia poligonali e di texturizzazione). Eppure il problema non è tanto rendersi conto del semplicismo dei particolari ai margini dell'asfalto (ad esempio alberi fantasma e vasi inguardabili), semmai è scontrarsi con lacune ludiche che alla prova dei fatti precludono al titolo in analisi di oltrepassare la soglia della modestia.
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All'interno della Game Card sono ospitate le modalità Arcade, Evolution e Multiplayer ed è concesso ai giocatori la personalizzazione delle opzioni fra cui il sistema di controllo. Con molta probabilità la configurazione dei tasti iniziale subirà più d'una modifica, fino ad arrivare a quella più adatta ai propri arti e riflessi. A loro volta le modalità di cui sopra si ramificano in vari strati con la possibilità di prendere parte ad una gara veloce o libera, o di cimentarsi nel Road Challange (una serie di cinque prestazioni) o nel canonico Time Attack. Da citare (all'interno del novero Arcade) l'Inseguimento, dove, a bordo d'un'auto della polizia, occorrerà raggiungere e puntare l'avversario al fine di guadagnare determinati bonus di tempo (per un totale di sette oppositori da "sconfiggere" nell'arco di due minuti). Potenzialmente, tuttavia, saranno i campionati interni ad Evolution ad intrattenere maggiormente, viste le possibilità (non certo estranee al genere) di collezionare e mettere a punto una delle macchine disponibili (vieppiù che si guadagna esse sono acquistabili accedendo al Concessionario). I termini ed i mezzi della vittoria spaziano e sono elencati prima del fatidico conto alla rovescia che precede il via (talvolta cercano di mascherare l'esiguo numero di tracciati invertendo inizio e traguardo di quest'ultimi).
Scesi in pista, e compreso il retto utilizzo di sgommata, freno ed accelerazione, si fa subito conoscenza del fattore sfida cui si va incontro e non è un caso che a tenere sull'attenti il virtua-conducente sarà più il traffico (ed eventuali, tediosi veicoli fermi su carreggiata) che i sette antagonisti per il podio (o uno, qualora si affronti un Duello, o sempre meno, qualora si acceda ad una Super Gara). In termini di intelligenza artificiale non si può parlare né di esemplarità né di insuccesso, però l'uso del turbo (evidenziato da una barra in basso a sinistra e ricaricabile compiendo sorpassi o colpendo oggetti) può essere un'arma fin troppo avvilente nei confronti del computer. Invero è possibile a tal proposito limare il tutto incrementando il tasso di difficoltà (Arcade) o giovando, il che sarebbe preferibile, di piloti umani (il multiplayer contempla da due a quattro giocatori e richiede, unico limite per il collegamento senza fili, tante cartucce quanti sono i giocatori).
Non mancano infine incidenti e salti su rampe mobili, varianti che ahinoi non assumono il ruolo d'intrattenimento ricoperto ad esempio in serie quali Burnout o Crazy Taxi, né si sposano con la spettacolarità dell'azione: spesso per giunta la minacciano, minando il cuore del ritmo della corsa e spingendo il giocatore più ad evitare il pericolo che a ricercarlo. In conclusione, trattando della console appena giunta su territorio europeo, va citato lo scopo dello schermo inferiore: sì inesistente sul punto di vista innovativo ma se non altro non privo d'una sua evidente utilità. Esso ospita infatti la mappa del percorso (oltre ad indicatori vari), la cui visualizzazione potrebbe risultare basilare qualora si debba gestire il prezioso primo posto o si voglia donare un pizzico di strategia all'approccio della gara.
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Esso si affida ciononostante alla verosimiglianza, avvalendosi anzitutto di vetture garanti di apposita licenza (Lamborghini, Jaguar, Audi, Aston Martin, Ford, Lotus, Nissan ed altre) ed in secondo luogo di locazioni ispirate a città e nazioni fra le più celebri del globo terracqueo (Hong Kong, Miami, Parigi, New York, Cuba e via di questo passo). Come i più attenti avranno intuito, la presenza di prestigiosi marchi automobilistici comporta la negazione di qual che sia danno alla carrozzeria, scelta che estromette buona parte delle reazioni fisiche cui una vettura altrimenti si esporrebbe nel lanciarsi contro un muro alla velocità di 250 chilometri orari. Già: fisica e velocità, spazio per tempo. I sessanta fotogrammi per secondo e loro complementare stabilità su schermo (pardon, schermi) sono senza timore di smentita il punto forte del titolo Gameloft che in favore della funzionalità e fruibilità ha comunque rinunciato ad una meticolosa cura estetica di bolidi ed ambienti (sia in termini stilistici, sia poligonali e di texturizzazione). Eppure il problema non è tanto rendersi conto del semplicismo dei particolari ai margini dell'asfalto (ad esempio alberi fantasma e vasi inguardabili), semmai è scontrarsi con lacune ludiche che alla prova dei fatti precludono al titolo in analisi di oltrepassare la soglia della modestia.
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All'interno della Game Card sono ospitate le modalità Arcade, Evolution e Multiplayer ed è concesso ai giocatori la personalizzazione delle opzioni fra cui il sistema di controllo. Con molta probabilità la configurazione dei tasti iniziale subirà più d'una modifica, fino ad arrivare a quella più adatta ai propri arti e riflessi. A loro volta le modalità di cui sopra si ramificano in vari strati con la possibilità di prendere parte ad una gara veloce o libera, o di cimentarsi nel Road Challange (una serie di cinque prestazioni) o nel canonico Time Attack. Da citare (all'interno del novero Arcade) l'Inseguimento, dove, a bordo d'un'auto della polizia, occorrerà raggiungere e puntare l'avversario al fine di guadagnare determinati bonus di tempo (per un totale di sette oppositori da "sconfiggere" nell'arco di due minuti). Potenzialmente, tuttavia, saranno i campionati interni ad Evolution ad intrattenere maggiormente, viste le possibilità (non certo estranee al genere) di collezionare e mettere a punto una delle macchine disponibili (vieppiù che si guadagna esse sono acquistabili accedendo al Concessionario). I termini ed i mezzi della vittoria spaziano e sono elencati prima del fatidico conto alla rovescia che precede il via (talvolta cercano di mascherare l'esiguo numero di tracciati invertendo inizio e traguardo di quest'ultimi).
Scesi in pista, e compreso il retto utilizzo di sgommata, freno ed accelerazione, si fa subito conoscenza del fattore sfida cui si va incontro e non è un caso che a tenere sull'attenti il virtua-conducente sarà più il traffico (ed eventuali, tediosi veicoli fermi su carreggiata) che i sette antagonisti per il podio (o uno, qualora si affronti un Duello, o sempre meno, qualora si acceda ad una Super Gara). In termini di intelligenza artificiale non si può parlare né di esemplarità né di insuccesso, però l'uso del turbo (evidenziato da una barra in basso a sinistra e ricaricabile compiendo sorpassi o colpendo oggetti) può essere un'arma fin troppo avvilente nei confronti del computer. Invero è possibile a tal proposito limare il tutto incrementando il tasso di difficoltà (Arcade) o giovando, il che sarebbe preferibile, di piloti umani (il multiplayer contempla da due a quattro giocatori e richiede, unico limite per il collegamento senza fili, tante cartucce quanti sono i giocatori).
Non mancano infine incidenti e salti su rampe mobili, varianti che ahinoi non assumono il ruolo d'intrattenimento ricoperto ad esempio in serie quali Burnout o Crazy Taxi, né si sposano con la spettacolarità dell'azione: spesso per giunta la minacciano, minando il cuore del ritmo della corsa e spingendo il giocatore più ad evitare il pericolo che a ricercarlo. In conclusione, trattando della console appena giunta su territorio europeo, va citato lo scopo dello schermo inferiore: sì inesistente sul punto di vista innovativo ma se non altro non privo d'una sua evidente utilità. Esso ospita infatti la mappa del percorso (oltre ad indicatori vari), la cui visualizzazione potrebbe risultare basilare qualora si debba gestire il prezioso primo posto o si voglia donare un pizzico di strategia all'approccio della gara.
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Asphalt GT
6.5
Voto
Redazione
Asphalt GT
Fisica e velocità, spazio per tempo. I sessanta fotogrammi per secondo e loro complementare stabilità su schermo (pardon, schermi) sono senza timore di smentita il punto forte del titolo Gameloft che in favore della funzionalità e fruibilità ha comunque rinunciato ad una meticolosa cura estetica di bolidi ed ambienti (sia in termini stilistici, sia poligonali e di texturizzazione). Eppure il problema non è tanto rendersi conto del semplicismo dei particolari ai margini dell'asfalto (ad esempio alberi fantasma e vasi inguardabili), semmai è scontrarsi con lacune ludiche che alla prova dei fatti precludono al titolo in analisi di oltrepassare la soglia della modestia. Rampe mobili ed incidenti sono più un deficit che un indice di varietà e, piuttosto che ricercare il pericolo (fuorché per caricare la barra del turbo, invero spesso avvilente nei confronti dell'intelligenza artificiale), sarà meglio perseguire una guida più pulita e sempre sfrecciante (magari supportata dall'assidua visione dello schermo inferiore, contenitore di mappa ed indicatori vari).