Assassin's Creed: Brotherhood
di
Alessandro Cossu
Prima di immergerci nella Roma del 1500, é bene precisare un dettaglio: accogliendo le proteste della comunità ludica, inerenti l'assolutamente iniqua forma di protezione che ha contraddistinto i prodotti Ubisoft più recenti (ovvero l'obbligo per i soli giocatori onesti di rimanere connessi a Internet durante le proprie partite), alla Software House hanno pensato bene di inserire il solo obbligo di validazione online della propria copia, senza la coercizione di dover rimanere connessi tutto il tempo di gioco.
Fatta questa doverosa premessa,si va a incominciare; ancora una volta, ci troviamo leggermente in imbarazzo nel dover affrontare l'analisi di un titolo che, nelle controparti console, é già disponibile sul mercato da mesi. Non solo: sono già disponibili persino delle DLC e questo rende una stesura vagamente più complessa del normale, proprio perché su AC:B é già stato scritto di tutto - e il contrario di tutto. Sia come sia, il gioco targato Ubisoft é talmente pieno di misteri, fascino e "perle", che ci sentiamo, fin da queste prime battute, di imporvi quanto meno di provare la sontuosa demo disponibile già da diverso tempo nel Profondo Blu.
Facendo un rapido passo indietro nel tempo, vediamo di (ri)scoprire come si é concluso Assassin Creed II, del quale questo “BrotherHood”, più che un terzo capitolo, é a tutti gli effetti una naturale estensione. Dopo l'incontro con misteriose entità in una altrettanto misteriosa Cripta - incontro che é culminato con la nomina di Ezio a “Profeta”, quest'ultimo lasciò al proprio destino il capo dell'Ordine, papa Alessandro VI, al suo triste destino fatto di sangue e morte.
Il pontefice, però, non solo riesce a sopravvivere, ma cede tutto il suo potere (politico e militare) ai figli Lucrezia e Cesare. Lucrezia, bella, violenta e altera é fondamentalmente una assassina che ama uccidere le sue vittime con il veleno; Cesare, di contro, é un avido condottiero ossessionato dal denaro e dal potere che questo comporta (qualsiasi riferimento a persone esistenti é casuale...quasi).
Assassin Creed Brotherhood riparte - prima con un filmato,poi con il gioco vero e proprio, laddove ACII ci aveva lasciato; dopo essere tornato a Monteriggioni (con il frutto dell'Eden in suo possesso) dove lo zio Mario lo attende a braccia aperte, il nostro Ezio si lascia andare ai meritati festeggiamenti; ma l'alba porterà con se una promessa di guerra:le truppe guidate da Cesare Borgia, infatti, cingono d'assedio le mura del casato Auditore e, nonostante la strenua resistenza dei cittadini, alla fine tutti devono soccombere sotto la potenza dei cannoni e di un esercito infinitamente più numeroso e meglio armato. Lo stesso Mario cade sotto i colpi dei cannoni ed Ezio, ferito mortalmente, trova scampo a Roma, dove Machiavelli si rivelerà un enigmatico alleato, in una città stritolata dalla violenza dei Borgia...Roma, la Città Eterna, soffre e si dimena nella morsa di Lucrezia e Cesare, rasentando la rovina come poche volte nella sua millenaria storia.
Cesare, in particolare, é ben deciso a stabilire la propria egemonia su tutta l'Italia e, secondo i programmatori di Brotherhood, solo Ezio é l'eroe che deve ergersi a difesa del popolo. Ma per farlo, il nostro alter ego non può agire da solo:dovrà invece affidarsi all'aiuto della Fratellanza, ovvero un gruppo di Assassini ai suoi ordini, ma nel quale cova lo strisciante serpente del Tradimento...
Questa é, in buona sostanza, la trama che si cela dietro l'ultimo ma non ultimo lavoro di casa Ubisoft, lavoro che, non stentiamo a dirlo, é quanto mai riuscito bene. Non facciamo misteri che, sul fronte strettamente visivo, ci troviamo di fronte alla migliore versione disponibile fra le tre (GiocoStazione, Scatola X e la nostra macchina da gioco favorita, PC); adatto anche a computer non di ultimissima generazione, il versatile (e tirato a lustro) motore Anvil fa davvero la sua porca figura, al di la di piccoli difetti di compenetrazione o taluni effetti di pop-up a volte un po' troppo vistosi.
Fatta questa doverosa premessa,si va a incominciare; ancora una volta, ci troviamo leggermente in imbarazzo nel dover affrontare l'analisi di un titolo che, nelle controparti console, é già disponibile sul mercato da mesi. Non solo: sono già disponibili persino delle DLC e questo rende una stesura vagamente più complessa del normale, proprio perché su AC:B é già stato scritto di tutto - e il contrario di tutto. Sia come sia, il gioco targato Ubisoft é talmente pieno di misteri, fascino e "perle", che ci sentiamo, fin da queste prime battute, di imporvi quanto meno di provare la sontuosa demo disponibile già da diverso tempo nel Profondo Blu.
Facendo un rapido passo indietro nel tempo, vediamo di (ri)scoprire come si é concluso Assassin Creed II, del quale questo “BrotherHood”, più che un terzo capitolo, é a tutti gli effetti una naturale estensione. Dopo l'incontro con misteriose entità in una altrettanto misteriosa Cripta - incontro che é culminato con la nomina di Ezio a “Profeta”, quest'ultimo lasciò al proprio destino il capo dell'Ordine, papa Alessandro VI, al suo triste destino fatto di sangue e morte.
Il pontefice, però, non solo riesce a sopravvivere, ma cede tutto il suo potere (politico e militare) ai figli Lucrezia e Cesare. Lucrezia, bella, violenta e altera é fondamentalmente una assassina che ama uccidere le sue vittime con il veleno; Cesare, di contro, é un avido condottiero ossessionato dal denaro e dal potere che questo comporta (qualsiasi riferimento a persone esistenti é casuale...quasi).
Assassin Creed Brotherhood riparte - prima con un filmato,poi con il gioco vero e proprio, laddove ACII ci aveva lasciato; dopo essere tornato a Monteriggioni (con il frutto dell'Eden in suo possesso) dove lo zio Mario lo attende a braccia aperte, il nostro Ezio si lascia andare ai meritati festeggiamenti; ma l'alba porterà con se una promessa di guerra:le truppe guidate da Cesare Borgia, infatti, cingono d'assedio le mura del casato Auditore e, nonostante la strenua resistenza dei cittadini, alla fine tutti devono soccombere sotto la potenza dei cannoni e di un esercito infinitamente più numeroso e meglio armato. Lo stesso Mario cade sotto i colpi dei cannoni ed Ezio, ferito mortalmente, trova scampo a Roma, dove Machiavelli si rivelerà un enigmatico alleato, in una città stritolata dalla violenza dei Borgia...Roma, la Città Eterna, soffre e si dimena nella morsa di Lucrezia e Cesare, rasentando la rovina come poche volte nella sua millenaria storia.
Cesare, in particolare, é ben deciso a stabilire la propria egemonia su tutta l'Italia e, secondo i programmatori di Brotherhood, solo Ezio é l'eroe che deve ergersi a difesa del popolo. Ma per farlo, il nostro alter ego non può agire da solo:dovrà invece affidarsi all'aiuto della Fratellanza, ovvero un gruppo di Assassini ai suoi ordini, ma nel quale cova lo strisciante serpente del Tradimento...
Questa é, in buona sostanza, la trama che si cela dietro l'ultimo ma non ultimo lavoro di casa Ubisoft, lavoro che, non stentiamo a dirlo, é quanto mai riuscito bene. Non facciamo misteri che, sul fronte strettamente visivo, ci troviamo di fronte alla migliore versione disponibile fra le tre (GiocoStazione, Scatola X e la nostra macchina da gioco favorita, PC); adatto anche a computer non di ultimissima generazione, il versatile (e tirato a lustro) motore Anvil fa davvero la sua porca figura, al di la di piccoli difetti di compenetrazione o taluni effetti di pop-up a volte un po' troppo vistosi.
Assassin's Creed: Brotherhood
9
Voto
Redazione
Assassin's Creed: Brotherhood
Difficilmente, anche con tutta l'obiettività necessaria, riusciremmo a trovare dei motivi per non giocare a "BrotherHood". L'incarnazione per PC, migliore sotto ogni aspetto rispetto alle controparti per Console, é una gioia per gli occhi e per le mani, risultando più bella, più godibile e più giocabile. Un piccolo salto nel tempo di oltre cinquecento anni (!), che porterà il giocatore in una Roma piena di misteri e di pericoli, all'Ombra del Colosseo e sotto la minaccia dei Borgia. Un gioco che non dovrebbe mancare nella ludoteca degli appassionati, quale che siano le proprie prefenze.
Chiudiamo il nostro commento con una citazione di Orson Welles : “In Italia, per trent'anni sotto i Borgia, ci furono guerra, terrore, assassini e spargimenti di sangue, ma questi produssero Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. " E, aggiungeremmo noi, Ezio Auditore.
Chiudiamo il nostro commento con una citazione di Orson Welles : “In Italia, per trent'anni sotto i Borgia, ci furono guerra, terrore, assassini e spargimenti di sangue, ma questi produssero Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. " E, aggiungeremmo noi, Ezio Auditore.