Assassin's Creed Chronicles: India
di
Roberto Vicario
In attesa di capire se la saga principale si prenderà una pausa, o se ci porterà all'interno dell'antica Roma per la seconda volta, Ubisoft ha affidato ai ragazzi di Climax Studios una trilogia spin off chiamata Assassin's Creed: Chronicles. Tre personaggi. Tre Storie. Tre location differenti. Dopo aver esplorato la Cina del 1500 in compagnia dell'impavida assassina Shao Jun, é tempo di andare ad esplorare una terra colorata e ricca di esotici profumi: l'India.
In Assassin's Creed Chronicles: India siamo catapultati all'interno dell'India del 1841. Il periodo storico é quello della rivalità tra l'Impero Sikh e la Compagnia delle Indie Orientali. All'interno di questo conflitto conosceremo Ad Arbaaz, un giovane assassino innamorato di una principessa che sta indagando sulla scomparsa di un potente manufatto che pare sia caduto nelle mani di alcuni templari infiltrati all'interno della Compagnia.
Esclusa ovviamente la componente narrativa, quello che ci troviamo davanti agli occhi é sostanzialmente lo stesso gioco che abbiamo imparato a conoscere con il capitolo precedente. Muoveremo il nostro eroe all'interno di un mondo che scorre orizzontalmente ma con dei cambi di prospettiva e di profondità tipici dell'ambiente tridimensionale.
Guardando il gioco sotto questa luce, dobbiamo ammettere che si percepisce una maggiore consapevolezza da parte degli stessi sviluppatori. Il level design é più completo e complesso. Le ambientazioni godono di maggior respiro e di conseguenza l'approccio stesso ne risente in positivo. Il giocatore é invogliato a provare differenti tecniche stealth, che oltre alle abilità del personaggio sfruttano anche i gadget a sua disposizione (praticamente gli stessi già visti nel capitolo precedente).
La maggiore ampiezza porta anche ad una leggera crescita della curva di difficoltà. Niente di tragico, ma comunque apprezzabile, soprattutto perché aiuta un'intelligenza artificiale che, pur non brillando per varietà e capacità adattiva, riesce ad incastrarsi perfettamente all'interno delle varie situazioni.
Come già saprete se avete giocato China, le varie situazioni all'interno di uno singolo livello potranno essere approcciate con tre stili differenti: il primo prettamente stealth, il secondo stealth ma senza lesinare cadaveri e uccisioni, e l'ultimo decisamente più sfacciato e votato all'azione.
In base a come decideremo di affrontare le singole situazioni, verremo ricompensati con dei giudizi che vanno dal bronzo fino all'oro. Questi “voti” andranno a caricare una barra che più viene completata e più premi elargisce. Ricompense che spaziano dall'incremento della vita o delle abilità del nostro personaggio, fino al potenziamento dei gadget che utilizza.
Parlando in maniera più generale, dobbiamo anche ammettere di essere rimasti piacevolmente colpiti dalla fluidità del gioco in termini di reazione dei comandi, ma soprattutto per la varietà. Rispetto al precedente capitolo che contava principalmente delle sezioni di fuga in cui dovevi correre evitando nemici e ostacoli, nelle circa 4 ore che compongono la storia di ACC: India ci sono diverse sezioni che spezzano con il ritmo classico e fanno “respirare” il giocatore proponendo momenti puramente platform e altro ancora. Non mancano ovviamente tutta una serie di collezionabili che si possono recuperare all'interno dei singoli stage di gioco.
L'India é un paese affascinante e intrigante sotto moltissimi aspetti, e a quanto pare gli sviluppatori sono riusciti a portare questa percezione anche all'interno del gioco, facendo scelte cromatiche e stilistiche che esaltano il contesto.
Se nel precedente China il colore predominante era il rosso, in questo secondo capitolo ci troviamo davanti ad una scelta cromatica decisamente differente. Non abbiamo un vero e proprio colore che sovrasta, ma piuttosto una serie di tonalità piuttosto accese ed estremamente caratteristiche, che regalano una maggiore libertà al colore.
Rispetto al precedente episodio, abbiamo anche notato una cura maggiore per quel che riguarda la definizione degli ambienti e del contesto di gioco in generale. Scrutare l'orizzonte o soffermarsi su qualche "dettaglio" risulterà decisamente più particolare, grazie soprattutto ad un maggiore “gioco” sulla profondità e sull'utilizzo del contesto tridimensionale.
Anche il frame rate, nonostante qualche piccola incertezza, ci é sembrato piuttosto solido. Per quanto riguarda il comparto sonoro troviamo una colonna sonora ovviamente con forti influenze indiane, e un doppiaggio in lingua inglese piuttosto riuscito. Per coloro che non masticano la lingua della Regina, sono presenti i sottotitoli in lingua italiana.
Infine, parliamo anche di qualche contenuto extra in grado di allungare un pochino la longevità. Una volta portata a termine la campagna, verrà sbloccato un livello di difficoltà più elevato che ci darà anche la possibilità di accedere a nuovi potenziamenti per il nostro personaggio. Inoltre, sempre dal menu di gioco principale, sarà possibile accedere a delle sfide extra che saranno suddivise in diverse categorie. In alcune ci verrà chiesto di raccogliere oggetti entro un tempo limite, in altre di eseguire un certo numero di kill e così via. Niente di trascendentale, ma un ottimo modo per allungare la longevità del prodotto.
In sostanza, Assassin's Creed Chronicles: India, prosegue sulla strada già impostata dal precedente capitolo ambientato in Cina. Gli sviluppatori hanno provato a migliorare e rendere più unica l'esperienza di questo capitolo e, pur non mancando qualche sbavatura, in larga parte ci sono riusciti. Il rapporto qualità prezzo é davvero buono, quindi anche se non avete provato il precedente episodio, provate comunque a dargli una possibilità, potrebbe trattarsi di una piacevole sorpresa.
Piccoli passi verso la maturazione
In Assassin's Creed Chronicles: India siamo catapultati all'interno dell'India del 1841. Il periodo storico é quello della rivalità tra l'Impero Sikh e la Compagnia delle Indie Orientali. All'interno di questo conflitto conosceremo Ad Arbaaz, un giovane assassino innamorato di una principessa che sta indagando sulla scomparsa di un potente manufatto che pare sia caduto nelle mani di alcuni templari infiltrati all'interno della Compagnia.
Esclusa ovviamente la componente narrativa, quello che ci troviamo davanti agli occhi é sostanzialmente lo stesso gioco che abbiamo imparato a conoscere con il capitolo precedente. Muoveremo il nostro eroe all'interno di un mondo che scorre orizzontalmente ma con dei cambi di prospettiva e di profondità tipici dell'ambiente tridimensionale.
Guardando il gioco sotto questa luce, dobbiamo ammettere che si percepisce una maggiore consapevolezza da parte degli stessi sviluppatori. Il level design é più completo e complesso. Le ambientazioni godono di maggior respiro e di conseguenza l'approccio stesso ne risente in positivo. Il giocatore é invogliato a provare differenti tecniche stealth, che oltre alle abilità del personaggio sfruttano anche i gadget a sua disposizione (praticamente gli stessi già visti nel capitolo precedente).
La maggiore ampiezza porta anche ad una leggera crescita della curva di difficoltà. Niente di tragico, ma comunque apprezzabile, soprattutto perché aiuta un'intelligenza artificiale che, pur non brillando per varietà e capacità adattiva, riesce ad incastrarsi perfettamente all'interno delle varie situazioni.
Come già saprete se avete giocato China, le varie situazioni all'interno di uno singolo livello potranno essere approcciate con tre stili differenti: il primo prettamente stealth, il secondo stealth ma senza lesinare cadaveri e uccisioni, e l'ultimo decisamente più sfacciato e votato all'azione.
In base a come decideremo di affrontare le singole situazioni, verremo ricompensati con dei giudizi che vanno dal bronzo fino all'oro. Questi “voti” andranno a caricare una barra che più viene completata e più premi elargisce. Ricompense che spaziano dall'incremento della vita o delle abilità del nostro personaggio, fino al potenziamento dei gadget che utilizza.
Parlando in maniera più generale, dobbiamo anche ammettere di essere rimasti piacevolmente colpiti dalla fluidità del gioco in termini di reazione dei comandi, ma soprattutto per la varietà. Rispetto al precedente capitolo che contava principalmente delle sezioni di fuga in cui dovevi correre evitando nemici e ostacoli, nelle circa 4 ore che compongono la storia di ACC: India ci sono diverse sezioni che spezzano con il ritmo classico e fanno “respirare” il giocatore proponendo momenti puramente platform e altro ancora. Non mancano ovviamente tutta una serie di collezionabili che si possono recuperare all'interno dei singoli stage di gioco.
Un paese affascinante
L'India é un paese affascinante e intrigante sotto moltissimi aspetti, e a quanto pare gli sviluppatori sono riusciti a portare questa percezione anche all'interno del gioco, facendo scelte cromatiche e stilistiche che esaltano il contesto.
Se nel precedente China il colore predominante era il rosso, in questo secondo capitolo ci troviamo davanti ad una scelta cromatica decisamente differente. Non abbiamo un vero e proprio colore che sovrasta, ma piuttosto una serie di tonalità piuttosto accese ed estremamente caratteristiche, che regalano una maggiore libertà al colore.
Rispetto al precedente episodio, abbiamo anche notato una cura maggiore per quel che riguarda la definizione degli ambienti e del contesto di gioco in generale. Scrutare l'orizzonte o soffermarsi su qualche "dettaglio" risulterà decisamente più particolare, grazie soprattutto ad un maggiore “gioco” sulla profondità e sull'utilizzo del contesto tridimensionale.
Anche il frame rate, nonostante qualche piccola incertezza, ci é sembrato piuttosto solido. Per quanto riguarda il comparto sonoro troviamo una colonna sonora ovviamente con forti influenze indiane, e un doppiaggio in lingua inglese piuttosto riuscito. Per coloro che non masticano la lingua della Regina, sono presenti i sottotitoli in lingua italiana.
Infine, parliamo anche di qualche contenuto extra in grado di allungare un pochino la longevità. Una volta portata a termine la campagna, verrà sbloccato un livello di difficoltà più elevato che ci darà anche la possibilità di accedere a nuovi potenziamenti per il nostro personaggio. Inoltre, sempre dal menu di gioco principale, sarà possibile accedere a delle sfide extra che saranno suddivise in diverse categorie. In alcune ci verrà chiesto di raccogliere oggetti entro un tempo limite, in altre di eseguire un certo numero di kill e così via. Niente di trascendentale, ma un ottimo modo per allungare la longevità del prodotto.
In sostanza, Assassin's Creed Chronicles: India, prosegue sulla strada già impostata dal precedente capitolo ambientato in Cina. Gli sviluppatori hanno provato a migliorare e rendere più unica l'esperienza di questo capitolo e, pur non mancando qualche sbavatura, in larga parte ci sono riusciti. Il rapporto qualità prezzo é davvero buono, quindi anche se non avete provato il precedente episodio, provate comunque a dargli una possibilità, potrebbe trattarsi di una piacevole sorpresa.
Assassin's Creed Chronicles: India
8
Voto
Redazione
Assassin's Creed Chronicles: India
Assassin's Creed Chronicles: India, esattamente come già detto per China, é una sorta di spin off che prova a regalare una versione differente, ma comunque divertente, del contesto classico di Assassin's Creed. L'ottima fattura del gioco, un gameplay rifinito rispetto al capitolo precedente e una cura nei dettagli piuttosto alta, rendono il titolo un vero e proprio must have per i fan della saga, ma anche un validissimo action platform per chi si avvicina per la prima volta alla serie.