Assassin's Creed Chronicles: Russia

di Valerio De Vittorio
La saga principale di Ubisoft comincia ad accusare un certo affaticamento, tanto che Assassin's Creed Syndicate, nonostante rimediasse a molti degli errori commessi con Unity, ha fatto registrare un calo nell'interesse del pubblico. Forse anche per rinfrescare l'offerta legata al marchio, la casa francese ha realizzato una trilogia di spin-off bidimensionali, dal gameplay che miscela platform e stealth, con ambientazioni molto interessanti. Dopo averci portato in Cina e in India, il ciclo si chiude con la Russia.



La rivoluzione bolscevica secondo Ubisoft


Lo diciamo subito, dopo una crescita qualitativa, questo ultimo episodio fa una brusca marcia indietro e lo valutiamo come il meno riuscito di questo interessante trittico. La sensazione é che si sia passati un po' troppo in fretta dalla fase di testing senza rifinire a dovere il gameplay, inutilmente frustrante. Ed é un vero peccato visto che le idee non mancano, per quanto si riproponga la medesima formula dei due predecessori. Partiamo dalla trama, che ci presenta Nikolai Orelov, membro della confraternita stanco della propria vita da assassino. Siamo nel 1918, a San Pietroburgo e il nostro é impegnato in quella che pensa sarà la sua ultima missione prima di abbandonare i compagni e dedicarsi alla propria famiglia.

Ovviamente le cose andranno diversamente, e Nikolai si ritroverà invischiato in un affare losco dei templari. Incontrerà Anastasia, fuggiasca braccata dai soldati bolscevichi, e la aiuterà. C'é qualcosa di strano però in questa ragazza, inconsapevolmente legata alla confraternita degli assassini. La trama di Assassin's Creed Chronicles: Russia, nonostante la semplicità dell'intreccio, offre una trama accattivante e i due protagonisti ci sono piaciuti. La narrazione viene portata avanti con illustrazioni e dialoghi e tiene assieme egregiamente le sequenze che compongono l'avventura principale.

Stealth puzzle platform game


Da un punto di vista del gameplay, questo spin-off riprende lo stile dei due predecessori, miscelando platform a scorrimento orizzontale con meccaniche stealth vagamente affini alla saga principale. Le diverse situazioni vanno affrontate come dei puzzle, dalle soluzioni molteplici. Non esiste un'unica maniera di procedere, i vari strumenti messi a disposizione possono essere sfruttati liberamente dal giocatore, che con creatività può avanzare trovando le soluzioni più disparate. I vari livelli sono popolati dalle guardie armate bolsceviche, spesso dotate anche di fucile; basta un proiettile per far passare a miglior vita Nikolai e Anastasia. I due avranno capacità leggermente diverse, così che il gameplay risulta molto variegato.
La difficoltà é tarata verso l'alto, toccando troppo spesso la frustrazione


Il nostro protagonista ha le doti tipiche dell'assassino, può uccidere sorprendendo la guardia alla spalle o da un nascondiglio, si può arrampicare agilmente, utilizzare un rampino per appendersi al soffitto, ma anche per disattivare dei generatori di corrente, così da disattivare trappole e porte sbloccando il passaggio. E' poi dotato di un fucile, dai proiettili molto limitati, ma che può liberarvi di impiccio, facendo un bel po' di rumore però. E come potete immaginare, i suoni sono fondamentali nelle meccaniche stealth. Attraverso un'intuitiva interfaccia grafica, si capisce sempre molto bene se abbiamo causato rumori molesti che possono attirare le guardie verso la nostra posizione. Anastasia offre un'interpretazione leggermente diversa del medesimo gameplay, visto che ha dalla sua una sorta di potere speciale che le permette di divenire invisibile per qualche istante, ma anche di spostarsi da un riparo ad un altro senza farsi notare, il tutto consumando un indicatore apposito. Non é in grado invece di affrontare in duello le guardie, quindi una volta scoperta si può solo dare alla fuga, tecnica che comunque spesso fallirà.



Assassin's Creed Chronicles: Russia vi porterà al fallimento più e più volte; il gameplay si basa su meccaniche di trial and error, così che sperimentando diversi approcci, troverete finalmente il modo migliore, per voi, di affrontare ogni sezione. Di per sé non é una soluzione molto elegante di game design, ma non ci lamenteremmo più di tanto se il tutto fosse stato calibrato a dovere. Infatti l'intelligenza artificiale delle guardie, che agiscono in modo meccanico appositamente per permetterci di risolvere i vari “enigmi” in modo personale, a volte si dimenticano delle proprie routine o non rispondono nello stesso modo alle situazioni, generando non poca frustrazione. I controlli a tratti imprecisi contribuiscono a morti indesiderate. Una maggiore attenzione in questo senso avrebbe favorito enormemente al divertimento, piagato invece da una cattiva rifinitura del titolo.

Propaganda videoludica


Non siamo rimasti molto impressionati nemmeno dal comparto tecnico. Sfruttando un approccio simile ai predecessori, non é la tecnica a distinguere Assassin's Creed Chronicles: Russia, quanto piuttosto lo stile estetico molto particolare. Essendo in pieno periodo di rivoluzione bolscevica, lo stile grafico é un continuo rimando ai cartelloni di propaganda, con colori e tratti molto forti, permeando ogni elemento dello schermo di rosso, nero e contorni marcatissimi. In generale il design é decisamente riuscito, ma pecca un po' in varietà. Inoltre il motore grafico, nonostante sia molto snello, non é stato ottimizzato al meglio, e capita spesso di vedere texture che si caricano davanti ai vostri occhi. Molto buono il comparto sonoro, con musiche accattivanti ed un doppiaggio in inglese ben realizzato. L'adattamento in italiano é relativo alla sola parte testuale.