Assassin's Creed Odyssey

di Roberto Vicario

Lo scorso anno, con Origins, la saga di Assassin’s Creed ha in parte abbandonato una struttura che iniziava a puzzare di superata, per abbracciare e imboccare quella dell’action GDR. Una scelta che, unita a quella di un’ambientazione ottima e un comparto tecnico finalmente migliorato, è risultata vincente, rilanciando in maniera netta la saga.

A distanza di meno di dodici mesi, riprendendo così la cadenza annuale - ma l’anno prossimo gli assassini torneranno a prendersi una pausa - Assasin’s Creed torna sulle nostre console con un capitolo che segna in maniera definitiva il passaggio all’action GDR puro (chi ha detto The Witcher?), grazie ad una serie di elementi ruolistici molto più marcati e sentiti all’interno del gameplay.

GUERRE DEL PELOPONNESO

Ve ne abbiamo già parlato durante il nostro hands on, ma è bene ribadirlo: l’ambientazione d Assassin’s Creed Odyssey è probabilmente tra le più affascinanti di sempre. Torneremo infatti indietro nel tempo come mai prima d’ora nella saga, e più precisamente nel 431 A.C. per calpestare e respirare storia, mitologia e l’alba della democrazia.

La Grecia è indubbiamente una scelta forte, importante, ricca di spunti interessanti per poter sviluppare una componente narrativa che ancora una volta si avvolge attorno alla storia, grazie a figure realmente esistite e luoghi mitici come Sparta e Atene, ma la contamina con la fantasia tipica della saga.

Se Origins aveva raccontato gli albori della setta degli Assassini, in Odyssey faremo un ulteriore passo indietro di 400 anni. I protagonisti, per la prima volta nella saga, saranno due: Alexios e Kassandra, entrambi discendenti del grande Leonida e figli di Nicolao di Sparta.

All’inizio della nostra Odissea saremo costretti a scegliere con chi giocare il resto della nostra avventura e questa scelta impatterà su tutto il gioco in maniera non così netta ma come speravamo, ma comunque in maniera piuttosto piacevole.

Storia che vede tre archi narrativi principali, più un quarto puramente legato al classico end game che, come per Origins, ci lascerà ancora una volta una larghissima porzione di mappa da visitare che non tocca la linea narrativa principale.

All’interno della storia principale, che vi porterà via circa 40 ore di gioco se non di più, avremo infatti il peso delle scelte sulle nostre spalle. Scelte che, soprattutto nella storyline primaria, avranno un peso che si può percepire anche a distanza di tempo, andando ad influire su: altre quest future, sul rapporto con alcuni personaggi e un finale che offre ben 9 differenti alternative.

Una storia che quindi si plasma su quello che il giocatore sceglie di fare o non fare, ma che, indipendente da questo, sembra non averci convinto appieno. Sebbene l’uso della Guerra del Peloponneso sia sta ben integrata, e l’utilizzo di alcuni personaggi piuttosto famosi come Erodoto, Socrate o Ippocrate non ci sia dispiaciuto, dobbiamo mettere che la timeline principale è risultata un po’ troppo debole, racconta in maniera blanda e con pochi passaggi in gradi di riempire gli occhi di emozioni; inoltre, e questo è ancora più imperdonabile per i fan, i dubbi che avevamo in fase di pre release si sono concretizzati davanti ai nostri occhi: i collegamenti agli eventi canon della saga ci sono, ma non così articolati e amalgamati (che i DLC, visti i nomi, raccontino di più?).

Intendiamoci, è un Assassin’s Creed a tutti gli effetti, con tanto di presente che torna ancora una volta con le fattezze di Layla; ma in senso assoluto abbiamo respirato un plot narrativo un po’ confusionario, che ha puntato più ad inserire davvero tutto quello che la cultura ellenica ci ha tramandato, piuttosto che a trovare un equilibrio tra presente e passato della saga.

Detto questo non è assolutamente una tragedia, presa con spirito di intrattenimento la storia funziona e diverte, ma i più pignoli (leggasi fan) non faranno a meno di notare alcune cose che faranno evidentemente storcere il naso.

FAI LA TUA SCELTA

L’introduzione delle scelte si porta dietro anche l’arrivo delle risposte multiple all’interno dei dialoghi della saga. Una decisione inedita che offre una margine di manovra nuovo e apprezzabile nell’approccio delle quest, utile così a delineare i tratti caratteriali del/della nostro/a Mysthios.

Li trasformeremo in avidi mercenari guidati dal Dio denaro, oppure gli daremo un barlume di umanità? La scelta sarà solamente nostra e, in base a quello che decideremo, avremo delle reazioni a volte inaspettate, con quest che addirittura falliranno ancora prima di iniziare.

In generale, sebbene sia godibile questa varietà, a livello di ramificazioni narrative ci sembra un’introduzione ancora molto timida, che sicuramente sboccerà con maggiore decisione nei prossimi capitoli. Le scelte attuali portano di fatto a cambiamenti piuttosto blandi e semplicistici, ma comunque apprezzabili per coerenza all’interno del contesto. Dove invece bisogna lavorare è sicuramente sul comportamento dei personaggi in base alle risposte che gli daremo. In molti casi abbiamo purtroppo notato repentini cambi d’umore da parte degli NPC che, in seguito magari ad un’arrabbiatura tornano in pochi secondi a parlarci come se niente fosse successo.

Di sicuro, quello che invece è assolutamente condivisibile in positivo, è la varietà che gli sviluppatori sono riusciti, in questo modo, ad inserire all’interno del mondo che andremo a calpestare;  probabilmente - anzi, senza dubbi - è il più grande Assassin’s Creed che vi capiterà di giocare.

UNA TERRA RICCA DI MISTERI

Se infatti possiamo affermare che la narrativa è la componente più debole dell’intero pacchetto ludico, di contro è bene sottolineare la magnificenza quantitativa e qualitativa di tutto quello che ruota attorno alla storia. Le regioni che andremo a visitare sono dense, densissime di storia, mitologia e quei collegamenti alla timeline della saga, che invece latitano nella main quest.

Viaggiando verso una nuova terra da esplorare, oppure scoprendo antiche rovine ed esseri mistici che si percepisce il vero senso di Odissea che da il nome al gioco. Il concetto di avventura è intriso all’interno di due linee narrative che continueranno anche una volta conclusa la storia, a cui si aggiungo una serie di missioni secondarie scritte nettamente meglio delle principali, ed in grado di andare a pescare da tutti quegli elementi mitologici che hanno segnato profondamente la storia della cultura ellenica.

Tra viaggi in nave, a cavallo e a piedi; luoghi incredibili sotto l’aspetto visivo e scontri epici contro nemici inaspettati (non vi diciamo di più!) siamo di fronte alla summa di quello che è il concetto di open world per Ubisoft. Più ricco, ma soprattutto più coerente di quello visto in altri prodotti tipo The Division o Ghost Recon.

L'esplorazione dell'ambiente è inoltre esaltata dal nuovo sistema di esplorazione, che prevede, a differenza del passato, la studio della mappa e la ricerca di informazioni (oltre all'utilizzo di Icaros) per arrivare agli obiettivi designati.

Come se non bastasse, altra grande novità del titolo sono le battaglie campali. Ogni regione, trovandoci nel periodo della Guerra del Peloponneso, è di fatto sotto il giogo di Sparta o Atene. In qualità di mercenari ci troveremo nelle condizioni di poter parteggiare per una o l’altra fazione, provando prima ad indebolire una data regione rubando l’oro, bruciando il raccolto o il rifornimento di armi, e successivamente provando ad ammazzare il capo della regione; fatto questo si aprirà l’opzione di conquista della regione, combattendo all’interno di uno scontro sul larga scala che visivamente - e solo visivamente - ricorda molto un Dinasty Warrior. Ucciso il polemarco dell’esercito avversario, e abbassata la forza dell’esercito la vittoria sul campo di battaglia diventerà cosa concreta. Una piacevole variante, che non risulta mai invasiva all’interno dell’economia del gioco, ma utile a regalare ulteriore varietà all’interno delle già ricche opzioni di gioco.

POTENZA DEL MYSTHIOS

Dopo aver sviscerato con calma tutta la componente esplorativa e narrativa, è bene parlare anche di quello che è il gameplay del titolo. Ancora una volta ci troviamo davanti ad un’impostazione molto action, ma che non disdegna minimamente una certa influenza ruolistica.

Il nostro protagonista è governato ancora una volta da tre elementi principali, che potranno essere migliorati e potenziati con abilità particolari attraverso il classico ramo delle abilità: Guerriero, cacciatore e assassino. Ognuna di queste voci è legata ad una serie di particolari caratteristiche come il combattimento corpo a corpo, lo stealth e il combattimento dalla distanza con l’arco.

A queste caratteristiche base c’è la grande novità dei poteri da poter assegnare a tasti specifici e attivabili attraverso la combinazione di LB + uno dei quattro tasti colorati. Poteri che rendono quasi magico il nostro personaggio in un certo senso, dato che, oltre a bonus standard di potenziamento, ci permetteranno di scagliare nemici a metri di distanza con un calcio, trapassare muri e pareti con le frecce e diventare totalmente invisibili per qualche secondo. Tutti elementi che rompono il topos storico, ma che all’atto pratico sono risultati estremamente divertenti da utilizzare e rendono decisamente più vario un gameplay che si basa - almeno nei combattimenti - su attacchi, parate e schivate, in maniera similare a quanto visto in Origins.

Oltre ai poteri speciali, a variare i parametri delle tre voci sopracitate ci penseranno ancora una volta armi ed equipaggiamenti che, esattamente come in Origins, avranno svariati bonus e malus e un valore di rarità che ne determinerà l’eventuale impatto sui danni per secondo o sulla resistenza.

A rimetterci in tutto questo è la componente stealth, forse la più sacrificata anche dal level design. Ennesimo marchi di fabbrica della serie che, in parte, prende le distanze dal passato, segnando anche in questo caso un nuovo percorso per la serie.

Altro grande ritorno, come avrete già intuito e visto nei vari video promozionali, è il ritorno della parte nautica con un nuovo equipaggio e una fiammante nave da dover gestire sia nella fase di crescita che in quella di combattimento puro nel mezzo dell’Egeo. Il sistema di combattimento è rimasto nell’ombra della semplicità, con una parte di navigazione che non tiene conto di maree e venti, e una di combattimento in cui ancora una volta dovremo scegliere tra frecce, lance per il ravvicinato e la possibilità di effettuare abbordaggi una volta abbassa la salute della nave. Tutto piuttosto banale, ma efficace nell’economia dell’esperienza.

I COLORI DELLA PENISOLA

Chiudiamo la nostra personale Odissea raccontandovi del comparto tecnico che il gioco offre su Xbox One X, versione che abbiamo testato per questa recensione. Come già vi avevamo accennato in passato, la scelta del setting greco ha messo nelle mani degli sviluppatori una palette cromatica molto più ampia e varia, offrendo agli occhi dei giocatori scorsi davvero mozzafiato.

Campi di grano che riflettono ombre dorate, la spuma marina dell’Egeo che sembra arrivare ai nostri occhi e al nostro olfatto, rigogliose foreste che sembrano uscite da una tavolozza di …, contrastate da brulli terreni vulcani con tanto di ustionante magna nelle loro viscere. A questo si aggiunge una valorizzazione architettonica di tutte le città principali e non solo. Il risultato è quello che sentivamo e speravamo di aspettarci.

Se il senso di avventura che vi abbiamo raccontato poche righe sopra è pienamente percepibile all’interno del gioco è anche (e soprattutto) merito di una componente visiva che stimola la curiosità dello spettatore. A questo si aggiunge anche un 4K e un HDR che se si possiede un pannello che li supporto regala ulteriori gioie al giocatore.

Purtroppo le note dolenti arrivano dal comportato sonoro, non tanto nella campionatura dei suoni, quanto per un doppiaggio che non è assolutamente all’altezza delle ultime produzioni videoludiche che le nostre orecchie hanno potuto ascoltare. Visto anche il certosino lavoro fatto dalla controparte inglese (che utilizza attori con accento greco!), il nostro consiglio è quello di tenere l’audio in lingua originale, ed i sottotitoli in lingua italiana. Chiude invece la colonna sonora, che come da tradizione degli ultimi anni, ci regala un main theme piacevolissimo, e una OST che in generale riesce sempre ad enfatizzare i momenti più importanti.