Assassin’s Creed Shadows: due destini, una guerra nell’ombra - la recensione

Tra onore e vendetta, tra luce e oscurità: il nuovo capitolo di Assassin’s Creed ci trascina in un’epoca di conflitti e trasformazioni. Ma è davvero il gioco che aspettavamo?

Assassins Creed Shadows due destini una guerra nellombra  la recensione

Per anni, il Giappone feudale è stato uno dei setting più attesi dai fan di Assassin’s Creed. Non è difficile capire il perché: tra shogun, ninja e samurai, il periodo storico si presta perfettamente alle tematiche della serie. Ubisoft, però, ha scelto di non affrettare i tempi. Piuttosto che inserirlo in un capitolo qualsiasi, ha preferito aspettare il momento giusto, in attesa che la struttura del gioco potesse davvero valorizzarne l’ambientazione e le sue peculiarità. Ecco la recensione di Assassin’s Creed Shadows.

 

La recensione di Assassin’s Creed Shadows

Ora, con AC Shadows, quell’attesa si è conclusa, ma il progetto non si limita a soddisfare una semplice richiesta del pubblico. Ubisoft ha provato a trasformare il Giappone feudale in qualcosa di più di un semplice sfondo, cercando di coniugare l’anima stealth delle origini della saga con le dinamiche open-world e da GDR che hanno caratterizzato gli ultimi capitoli del franchise. Il risultato è un gioco che si muove su più livelli: da un lato introduce nuove meccaniche, come il sistema di cambio stagionale o il rifugio, dall’altro cerca di dare maggiore profondità all’esperienza, con un mondo più dinamico e reattivo.

Tuttavia, il percorso per arrivare a questo punto non è stato privo di ostacoli. Assassin’s Creed Shadows ha affrontato rinvii e difficoltà tecniche, con Ubisoft che ha dovuto rivedere il calendario di uscita per migliorare la stabilità del gioco. Alcuni report hanno parlato di un prodotto inizialmente problematico, con un comparto tecnico che richiedeva interventi significativi per essere all’altezza delle aspettative. In aggiunta, le scelte narrative e culturali hanno generato discussioni, con modifiche dell’ultimo minuto per garantire una rappresentazione più coerente del periodo storico.

La vera domanda, però, resta sempre la stessa: Assassin’s Creed Shadows è l’evoluzione che la serie aspettava? Oppure è un altro passo in una direzione ancora incerta? Il Giappone feudale è un terreno fertile per grandi storie, ma non basta un’ambientazione suggestiva per ridefinire un’intera saga.

Assassin’s Creed Shadows: due destini, una guerra nell’ombra - la recensione

Assassin's Creed Shadows ci conduce in un Giappone in rivolta: intrighi, vendetta e potere nel crepuscolo dei samurai

Nel cuore del periodo Azuchi-Momoyama, un’epoca segnata da guerra, tradimenti e dall’ascesa di Oda Nobunaga, Assassin’s Creed Shadows intreccia il destino di due protagonisti in una storia di vendetta, onore e potere. Il 1579 è un anno di cambiamenti: lo shogunato vacilla, i daimyo lottano per il dominio e il Giappone è una terra instabile, sospesa tra ordine e caos. In questo scenario emergono due figure opposte ma complementari: Naoe, un’ombra letale cresciuta tra gli shinobi, e Yasuke, un guerriero straniero determinato a ritagliarsi un posto in un mondo che non gli appartiene.

A differenza di altri capitoli, i due protagonisti si incontrano quasi subito, e il loro rapporto diventa il collante per molte delle attività proposte nel gioco. Pur con motivazioni diverse, il destino li lega in un’alleanza forzata, portandoli a cooperare mantenendo approcci distinti. Naoe è spinta dalla vendetta: la sua casa è stata distrutta dalle guerre di unificazione, e la sua lotta è personale, radicata nel bisogno di giustizia. Yasuke, invece, è un enigma, ispirato al primo samurai africano della storia giapponese (qui se volete potete approfondire). Arrivato in Giappone con mercanti portoghesi, ha trovato rifugio alla corte di Nobunaga, che lo ha accolto come guerriero, sfidando le convenzioni dell’epoca. Tuttavia, il suo viaggio è segnato dalla lotta per il rispetto: accettato come samurai, ma mai davvero considerato parte del Giappone, il suo cammino è una costante ricerca di identità.

Sebbene molte missioni possano essere affrontate liberamente con uno dei due personaggi, il gioco impone in alcuni casi di utilizzare Naoe o Yasuke per determinate attività, sfruttando le loro abilità uniche. Questo aspetto rende la progressione più variegata e obbliga il giocatore a gestire entrambi i protagonisti, bilanciando equipaggiamento e capacità per affrontare le sfide al meglio. Il loro legame si sviluppa attraverso le missioni principali e secondarie, dando un senso di continuità alla narrazione e rendendo il mondo di Shadows meno dispersivo rispetto ai precedenti capitoli della serie.

La storia di Assassin's Creed Shadows: un racconto di vendetta e potere

Assassin’s Creed Shadows: due destini, una guerra nell’ombra - la recensione

Ubisoft ha provato a rendere la narrazione di Assassin’s Creed Shadows più stratificata e personale, dando maggiore enfasi ai conflitti interni dei protagonisti e ai giochi di potere dell’epoca. Non si tratta solo di cospirazioni e battaglie, ma anche di scelte e alleanze che influenzano il percorso narrativo, con missioni secondarie che arricchiscono il contesto storico e sociale. Tuttavia, al di là di questi momenti più coinvolgenti, la progressione della trama principale risulta lenta, con pochi colpi di scena realmente memorabili. Anche il finale lascia in sospeso molte questioni, senza offrire una chiusura davvero incisiva, il che è un peccato considerando il potenziale della premessa iniziale.

Un altro elemento che pesa sull’esperienza è il ruolo marginale dell’Animus e del suo contesto metanarrativo. Se da un lato esistono missioni che accennano a una sorta di mondo di mezzotra realtà e finzione legato all’Animus EGO, dall’altro la storia principale non offre riferimenti chiari al mondo esterno, come avveniva in passato con Desmond o Layla. Questa scelta rende l’avventura più isolata, eliminando quasi del tutto quella connessione con il presente che aveva sempre fatto da collante per l’intera saga. A sorprendere è anche la quasi totale assenza di riferimenti agli Isu, un elemento che aveva avuto un ruolo chiave nei capitoli precedenti. Considerando il finale di Assassin’s Creed Valhalla e le molte domande lasciate in sospeso, è curioso che Shadows non approfondisca affatto questa linea narrativa, dando la sensazione di una storia scollegata dai grandi misteri della serie.

La storia principale può essere completata in circa 24 ore, se ci si concentra esclusivamente sulle missioni principali, ma Shadows è stato costruito per premiare l’esplorazione e la crescita del personaggio. Le aree di gioco sono divise per livelli, il che impedisce un avanzamento troppo aggressivo, costringendo il giocatore a prepararsi adeguatamente per affrontare certe battaglie. Chi decide di approfondire ogni attività secondaria —dalle missioni degli alleati al miglioramento del proprio nascondiglio— può arrivare a superare le 50 ore di gioco, trovandosi immerso in un Giappone dinamico, dove tempo e stagioni influenzano le reazioni del mondo di gioco.

Assassin's Creed Shadows: due protagonisti, due stili di gioco

Assassin’s Creed Shadows: due destini, una guerra nell’ombra - la recensione
I protagonisti di Assassin's Creed Shadows. Crediti: Ubisoft.

In Assassin’s Creed Shadows, la scelta del personaggio non è solo estetica, ma incide profondamente sull’esperienza di gioco. Naoe e Yasuke incarnano due filosofie opposte: l’arte della furtività e il dominio della forza bruta. Se da un lato Naoe si muove nell’ombra con agilità letale, Yasuke affronta il nemico con la potenza devastante di un samurai corazzato.

Naoe incarna il lato più stealth della serie. Agile e letale, si muove tra i tetti sfruttando il rampino, si infiltra nei forti senza farsi vedere e abbassa drasticamente il numero di guardie prima di raggiungere il bersaglio. Il kusarigama è la sua arma distintiva, permettendole abbattimenti creativi e attacchi rapidi. La sua abilità speciale, l’Occhio dell’Aquila, evidenzia nemici e oggetti interattivi con colori distinti, mentre il Kuji-kiri, una forma di meditazione, le permette di potenziare temporaneamente le sue capacità. Il suo stile di gioco è metodico, paziente e premia chi sfrutta l’ambiente a proprio vantaggio.

Yasuke, invece, è un muro d’acciaio che non ha bisogno di sotterfugi. Armato di katana a due mani, kanab o tepp, si lancia in battaglia con una resistenza impressionante, in grado di spezzare le difese avversarie e schiantare interi gruppi di nemici. Non può scalare come Naoe né eseguire uccisioni acrobatiche, ma la sua forza gli permette di sfondare porte e barricate, aprendo percorsi altrimenti inaccessibili. Durante la nostra esperienza, Yasuke è stata spesso la scelta più efficace, specialmente negli scontri più complessi. Abbiamo preferito equipaggiarlo con la naginata, un’arma perfetta per combattere più avversari contemporaneamente.

Naoe e Yasuke possiedono due alberi delle abilità distinti, che riflettono il loro stile di combattimento. Naoe si concentra su agilità, assassinii rapidi e tecniche furtive, mentre Yasuke punta tutto su resistenza, potenza d’attacco e capacità difensive. Il gioco impone di potenziare entrambi i protagonisti, poiché il livello è condiviso, ma equipaggiamenti e skill vanno sviluppati separatamente. Inoltre, in alcune missioni i due vengono separati, obbligando il giocatore a utilizzare uno specifico personaggio. Questo dettaglio, unito alle differenze nel modo in cui gli NPC reagiscono a Naoe o Yasuke, aggiunge profondità all’esperienza e costringe a variare approccio a seconda della situazione.

Pur lasciando ampia libertà di scelta su come affrontare le missioni, il mondo di Shadows è stato progettato per valorizzare entrambi gli stili. Ci sono strade nascoste e percorsi verticali pensati per Naoe, mentre Yasuke può imporsi con la forza, accettando battaglie dirette. La possibilità di alternare furtività e azione permette di interpretare la storia in modo personale, decidendo se essere un’ombra silenziosa o una tempesta inarrestabile.

Un mondo di ombre e acciaio: il gameplay di Assassin’s Creed Shadows

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Il cuore pulsante di Assassin’s Creed Shadows è il suo gameplay, che combina stealth e combattimento con una struttura più guidata rispetto ai precedenti capitoli. L’idea di poter alternare liberamente tra due protagonisti con stili di gioco distinti funziona sulla carta, ma nella pratica il gioco impone di bilanciarli entrambi. Alcune missioni richiedono obbligatoriamente Naoe o Yasuke, e avanzare senza criterio diventa impossibile, perché le aree di gioco hanno livelli ben definiti: lanciarsi a testa bassa in un combattimento contro nemici di alto livello significa condannarsi a una disfatta inevitabile. Questo sistema forza il giocatore a potenziare armi ed equipaggiamento per entrambi i protagonisti, rendendo il progresso più strutturato rispetto ai capitoli open-world più liberi della serie.

Le stagioni: un’idea visiva più che una meccanica di gioco

Le stagioni sono una delle novità più pubblicizzate del gioco, ma durante la mia sessione non ho avvertito differenze significative tra di esse. Il ritmo del gameplay è rapido, l’azione è serrata e il tempo passa velocemente tra una missione e l’altra, rendendo l’effetto stagionale poco incisivo dal punto di vista pratico. Cambiano la vegetazione, la visibilità e l’aspetto delle ambientazioni, ma nell’uso concreto non alterano il gameplay in modo determinante. L’estate offre erba alta in cui nascondersi, l’inverno introduce superfici ghiacciate e neve che attutisce i suoni, ma nel complesso non si ha mai la sensazione che queste variazioni influenzino davvero la strategia del giocatore. L’idea di un mondo vivo e reattivo è affascinante, ma manca di un impatto concreto sulle meccaniche di gioco, risultando più una trovata estetica che una vera variabile strategica.

Il combattimento si adatta ai due protagonisti, enfatizzando il loro stile unico. Yasuke è un colosso da mischia, capace di resistere ai colpi e travolgere i nemici con la sua Naginata, che si è rivelata la scelta migliore per affrontare gruppi numerosi. Naoe, invece, si affida alla rapidità e alla precisione, con un arsenale che include katana, pugnali e il rampino, fondamentale per spostarsi rapidamente e sorprendere gli avversari dall’alto. L’utilizzo del rampino è una delle meccaniche più soddisfacenti del gioco, permettendo a Naoe di scalare edifici con agilità e di muoversi in verticale con rapidità, mentre Yasuke deve affrontare percorsi più tradizionali. Questo rinforza la distinzione tra i due personaggi anche nell’esplorazione.

Stealth o azione? Due stili di gioco e un’IA non sempre brillante

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Una scena di Assassin's Creed Shadows. Crediti: Ubisoft.

La furtività è più che altro una scelta stilistica, appagante per chi ama l’infiltrazione, ma non indispensabile. Se portata ai massimi livelli, Naoe può uccidere quasi chiunque con un solo colpo se si muove nell’ombra, dando un certo vantaggio a chi predilige questo approccio. Tuttavia, il gioco non penalizza affatto chi preferisce lo scontro aperto con Yasuke, il quale può affrontare qualsiasi situazione, anche se si troverà inevitabilmente a dover gestire combattimenti caotici contro più nemici contemporaneamente.

L’intelligenza artificiale nemica, però, lascia spesso a desiderare: i nemici tendono a ripetere schemi prevedibili, risultando facili da ingannare, e il loro comportamento raramente offre una vera sfida. Anche nei livelli più avanzati, i pattern d’attacco dei boss sono più elaborati, ma nulla di davvero sorprendente. 

Un altro aspetto cruciale nella progressione è la conquista dei forti (o castelli se vogliamo) sparsi in tutto il Giappone. Attaccarli e ripulirli dai nemici offre ricompense preziose, con equipaggiamento di livello pari alla zona in cui si trovano, evitando di dover investire monete nel crafting. Prima di tentare la conquista, il gioco mostra chiaramente la ricompensa ottenibile, permettendo di scegliere quali forti assaltare in base alle necessità. Tuttavia, la loro struttura tende a essere ripetitiva, sia nell’architettura che nei generali nemici da eliminare per sbloccare i bottini.

Il sistema di progressione è uno degli aspetti più stratificati del gioco. Naoe e Yasuke hanno due skill-tree separati, con abilità dedicate al loro stile di gioco. Ma sbloccare le abilità più avanzate non è immediato: servono punti conoscenza, ottenibili attraverso attività come la meditazione Kuji-Kiri, i Kata di allenamento di Yasuke, i santuari e altre attività secondarie. Questo sistema costringe il giocatore a esplorare e completare missioni extra per ottenere il massimo dalle abilità, evitando di affidarsi solo ai punti esperienza tradizionali. La necessità di accumulare punti conoscenza aggiunge un ulteriore livello di strategia, spingendo il giocatore a pianificare la propria progressione con attenzione.

L’infiltrazione è un pilastro centrale del gameplay, e giocare nei panni di Naoe per infiltrarsi nelle fortezze è stata un’esperienza davvero appagante. Muoversi tra i tetti, sfruttare il rampino per raggiungere posizioni sopraelevate e abbattere i nemici senza essere scoperti è probabilmente l’aspetto più riuscito del gioco. La transizione fluida tra nascondigli e attacchi furtivi rende il suo stile immediato e gratificante, offrendo un approccio più tattico e ragionato rispetto alla brutalità diretta di Yasuke.

Tuttavia, il gioco non lascia totale libertà di scelta. Alcune missioni obbligano ad usare un determinato personaggio, imponendo momenti in cui Naoe o Yasuke devono affrontare le sfide secondo il loro stile unico. Questo aggiunge varietà e costringe il giocatore a padroneggiare entrambi gli stili, senza la possibilità di dipendere esclusivamente dal proprio preferito.

L’equilibrio tra libertà e restrizioni imposte dalle meccaniche di gioco rende Assassin’s Creed Shadows un capitolo più strutturato rispetto ai suoi predecessori. Non si può improvvisare troppo, né adottare un unico approccio dall’inizio alla fine: il gioco spinge il giocatore a pianificare, adattarsi e sperimentare, mantenendo il gameplay coinvolgente e impegnativo fino ai titoli di coda.

Assassin’s Creed Shadows: prestazioni, bug e ottimizzazione

Assassin’s Creed Shadows: due destini, una guerra nell’ombra - la recensione
Assassin's Creed Shadows, uno dei personaggi. Crediti: Ubisoft.

Assassin’s Creed Shadows vanta un comparto grafico solido e un’ottimizzazione sorprendentemente buona su PC. Su una RTX 4060 Ti e schermo ultrawide, l’esperienza è stata generalmente positiva, con 120 FPS stabili a 1920 x 1080 e una media di 80-85 FPS a 2560 x 1080. Per equilibrare prestazioni e qualità visiva, ho utilizzato DLSS in modalità Qualità con risoluzione dinamica attiva, ottenendo un buon compromesso senza sacrificare troppi dettagli.

Graficamente, il titolo si distingue per ambientazioni immersive e un’illuminazione ben curata. Il ray tracing a qualità media migliora la resa della luce senza pesare troppo sulle prestazioni, mentre ombre e nebbia volumetrica aggiungono profondità all’atmosfera. Tuttavia, per mantenere un framerate fluido, ho dovuto ridurre la qualità delle texture in streaming, poiché alle impostazioni più alte consumavano troppe risorse senza un reale miglioramento visivo.

Dal punto di vista della stabilità, il gioco presenta alcuni bug, seppur non gravi. In certe missioni, lo scripting si è bloccato, costringendomi a ricaricare un salvataggio precedente. Fortunatamente, Shadows gestisce bene i checkpoint automatici, evitando frustrazioni e limitando la perdita di progressi a pochi minuti.

L’ottimizzazione su PC è uno dei punti di forza del gioco. Le impostazioni grafiche scalano bene, permettendo di bilanciare facilmente qualità e frame rate. Il supporto all’ultrawide è completo, senza bande nere o problemi di interfaccia, segno di una buona cura nell’adattamento.

Oltre al comparto visivo, il doppiaggio italiano si distingue per qualità e interpretazione, con voci ben adattate ai personaggi e una recitazione convincente. Il titolo è completamente localizzato in italiano, con testi e interfaccia tradotti accuratamente, rendendo l’esperienza accessibile e coinvolgente anche per chi non gioca in lingua originale.

Nel complesso, Assassin’s Creed Shadows offre un’esperienza visiva solida, accompagnata da un’ottima localizzazione, senza compromettere la fluidità. Se Ubisoft correggerà i problemi di stabilità con aggiornamenti post-lancio, il comparto tecnico potrà essere ancora più convincente.

Assassin's Creed Shadows

Versione Testata: PC

8

Voto

Redazione

I protagonisti di Assassins Creed Shadows Crediti Ubisoft

Assassin's Creed Shadows

Assassin’s Creed Shadows è un capitolo ambizioso che fonde stealth e azione con un’ambientazione affascinante e un gameplay stratificato. La dualità tra Naoe e Yasuke funziona, ma la progressione lenta e un finale poco incisivo smorzano l’impatto narrativo. Tecnicamente solido, con un buon supporto su PC, soffre di qualche bug e di un mondo meno reattivo del previsto. Un’esperienza coinvolgente, ma nessuna rivoluzione all'orizzonte. Un bene o un male? Lo scopriremo solo osservando le decisioni che Ubisoft farà in merito al franchise

 

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