Atelier Iris: Eternal Mana
di
Antonio Norfo
Eternal Mana è il sesto episodio di Atelier Iris, serie che muove il suo primo passo in Occidente con tanto di testo a schermo e di dialoghi recitati in lingua inglese.
Facile dedurre che la storia del brand (l'esordio del quale si data 1997) sia accomunabile a quella di molti titoli natii del paese del sol levante e presentati al Nord America (e poi, volendo, all'Europa) solo con l'avvento delle recenti generazioni di console.
Sviluppato da Gust e distribuito nel vecchio continente da Halifax, Eternal Mana presenta sia una componente definibile in generale come "canonica" (l'epopea alchemica abbandona l'assetto strategico degli episodi precedenti ed abbraccia qui un "classico" battle system da J-Rpg), sia un'altra, che poi è la forza motrice della saga, poco esplorata o comunque diversamente vissuta in titoli affini. Ovviamente, ci concentreremo su quest'ultima.
Gli oggetti e tutto quanto ruoti intorno ad essi, difatti, ricoprono nell'economia di gioco un ruolo di assoluto prim'ordine, un ruolo pressoché pandemico ed endemico.
Da svariate componenti delle aree di gioco, anzitutto, è possibile estrarre l'essenza dell'elemento naturale in esse racchiusa.
Per intercessione degli spiriti Mana (il cui numero aumenterà con il progredire dell'avventura) si potrà dar vita ai "mana item", preziosi utensili di cui Klein si servirà all'interno dei combattimenti ed al di fuori di essi.
Gli spiriti di cui sopra andranno peraltro associati ai vari protagonisti (che di fatto se ne equipaggiano) e ne andrà monitorato lo status fisico ed il morale/grado d'affetto.
Non è tutto, laddove verrà concessa (miscelando diversi ingredienti e sperimentando fin quanto possibile) la creazione di oggetti di tutt'altra natura: gastronomica, ad esempio (se apprezzate dai clienti, le ricette daranno fama e prestigio ai negozi che consentono una simile mansione).
E ancora: a partire dalla terza, quarta ora di gioco sarà altresì fruibile un'altra feature, la "Weapon Synthesis". Mutate in cristalli le pietre mana (disseminate qua è là nel mondo ospitante), pertanto, si incastoneranno i primi in armi ed equipaggiamenti, infondendo all'arsenale svariati bonus invero apprezzabili (anche in questo aspetto vi è un certo spazio per l'inventiva personale).
Infine, più si verrà in possesso di item, più si otterranno extra e regalie varie quali gallerie d'immagini, informazioni sui protagonisti, brani musicali, moneta virtuale da spendere nelle botteghe del gioco e via di questo passo (nulla di trascendentale, ma un qualcosa che potrà gratificare taluni giocatori).
L'effettivo deficit ludico, che in fin dei conti frena parzialmente gli entusiasmi, risiede nella linearità (e non ci si riferisce alla narrazione, beninteso) che accompagna il giocatore verso l'epilogo.
Un "male" comune a molti J-Rpg (e non solo J-Rpg), un male cui decisamente non vogliamo abituarci.
Soprattutto considerando l'estensione e la qualità che oggigiorno hanno raggiunto i migliori mondi virtuali.
Per il resto vi sono missioni e sottomissioni in gran numero (certo non tutte entusiasmanti) ed un'estetica pensata ed allestita anche al fine di far breccia sul cuore dei giocatori più nostalgici.
Il reparto bidimensionale fa insomma, complessivamente, una bella figura, mentre la mappa "tridimensionale" del mondo (dalla quale si accede a villaggi, a dungeon ed alla maggior parte degli ambienti) risulta semplicemente, e purtroppo, brutta a vedersi
E' poi poco costante, a parere di chi scrive, la qualità delle composizioni musicali.
Capaci, magari, di assecondare le fasi salienti della storia raccontataci, ma non altrettanto abili nell'accompagnare il giocatore nel corso di locomozione e scontri armati (riuscito è invece il parlato giapponese, selezionabile in alternativa a quello anglosassone).
Eternal Mana, in ultima istanza, è un gioco che potrà donare ai suoi fruitori svariate ore di divertimento ed intrattenimento, a patto che si indaghi con voglia e convinzione l'articolato sistema di creazione degli oggetti. Ne vanno accettati altresì i limiti, sperando che il seguito ("The Azoth of Destiny", già uscito per il mercato ntsc) possa limarli se non abbatterli.
Facile dedurre che la storia del brand (l'esordio del quale si data 1997) sia accomunabile a quella di molti titoli natii del paese del sol levante e presentati al Nord America (e poi, volendo, all'Europa) solo con l'avvento delle recenti generazioni di console.
Sviluppato da Gust e distribuito nel vecchio continente da Halifax, Eternal Mana presenta sia una componente definibile in generale come "canonica" (l'epopea alchemica abbandona l'assetto strategico degli episodi precedenti ed abbraccia qui un "classico" battle system da J-Rpg), sia un'altra, che poi è la forza motrice della saga, poco esplorata o comunque diversamente vissuta in titoli affini. Ovviamente, ci concentreremo su quest'ultima.
Gli oggetti e tutto quanto ruoti intorno ad essi, difatti, ricoprono nell'economia di gioco un ruolo di assoluto prim'ordine, un ruolo pressoché pandemico ed endemico.
Da svariate componenti delle aree di gioco, anzitutto, è possibile estrarre l'essenza dell'elemento naturale in esse racchiusa.
Per intercessione degli spiriti Mana (il cui numero aumenterà con il progredire dell'avventura) si potrà dar vita ai "mana item", preziosi utensili di cui Klein si servirà all'interno dei combattimenti ed al di fuori di essi.
Gli spiriti di cui sopra andranno peraltro associati ai vari protagonisti (che di fatto se ne equipaggiano) e ne andrà monitorato lo status fisico ed il morale/grado d'affetto.
Non è tutto, laddove verrà concessa (miscelando diversi ingredienti e sperimentando fin quanto possibile) la creazione di oggetti di tutt'altra natura: gastronomica, ad esempio (se apprezzate dai clienti, le ricette daranno fama e prestigio ai negozi che consentono una simile mansione).
E ancora: a partire dalla terza, quarta ora di gioco sarà altresì fruibile un'altra feature, la "Weapon Synthesis". Mutate in cristalli le pietre mana (disseminate qua è là nel mondo ospitante), pertanto, si incastoneranno i primi in armi ed equipaggiamenti, infondendo all'arsenale svariati bonus invero apprezzabili (anche in questo aspetto vi è un certo spazio per l'inventiva personale).
Infine, più si verrà in possesso di item, più si otterranno extra e regalie varie quali gallerie d'immagini, informazioni sui protagonisti, brani musicali, moneta virtuale da spendere nelle botteghe del gioco e via di questo passo (nulla di trascendentale, ma un qualcosa che potrà gratificare taluni giocatori).
L'effettivo deficit ludico, che in fin dei conti frena parzialmente gli entusiasmi, risiede nella linearità (e non ci si riferisce alla narrazione, beninteso) che accompagna il giocatore verso l'epilogo.
Un "male" comune a molti J-Rpg (e non solo J-Rpg), un male cui decisamente non vogliamo abituarci.
Soprattutto considerando l'estensione e la qualità che oggigiorno hanno raggiunto i migliori mondi virtuali.
Per il resto vi sono missioni e sottomissioni in gran numero (certo non tutte entusiasmanti) ed un'estetica pensata ed allestita anche al fine di far breccia sul cuore dei giocatori più nostalgici.
Il reparto bidimensionale fa insomma, complessivamente, una bella figura, mentre la mappa "tridimensionale" del mondo (dalla quale si accede a villaggi, a dungeon ed alla maggior parte degli ambienti) risulta semplicemente, e purtroppo, brutta a vedersi
E' poi poco costante, a parere di chi scrive, la qualità delle composizioni musicali.
Capaci, magari, di assecondare le fasi salienti della storia raccontataci, ma non altrettanto abili nell'accompagnare il giocatore nel corso di locomozione e scontri armati (riuscito è invece il parlato giapponese, selezionabile in alternativa a quello anglosassone).
Eternal Mana, in ultima istanza, è un gioco che potrà donare ai suoi fruitori svariate ore di divertimento ed intrattenimento, a patto che si indaghi con voglia e convinzione l'articolato sistema di creazione degli oggetti. Ne vanno accettati altresì i limiti, sperando che il seguito ("The Azoth of Destiny", già uscito per il mercato ntsc) possa limarli se non abbatterli.
Atelier Iris: Eternal Mana
7.5
Voto
Redazione
Atelier Iris: Eternal Mana
Eternal Mana, in ultima istanza, è un gioco che potrà donare ai suoi fruitori svariate ore di divertimento ed intrattenimento, a patto che si indaghi con voglia e convinzione l'articolato sistema di creazione degli oggetti. Ne vanno accettati altresì i limiti, sperando che il seguito ("The Azoth of Destiny", già uscito per il mercato ntsc) possa limarli se non abbatterli.