Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book
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Ai margini di una pacifica cittadina abita Sophie, una giovane (e inesperta) alchimista che ha ereditato l'atelier e i primi rudimenti della sua arte dalla defunta nonnina. Il tran-tran quotidiano della ragazza é destinato a cambiare il giorno in cui, annotando una ricetta su uno strano grimorio, risveglia la coscienza di Plachta, un'alchimista di 500 anni prima che continua a vivere appunto grazie al misterioso tomo. Plachta é la chiave per accedere a grandissimi segreti, ma purtroppo la sua memoria é lacunosa: Sophie dovrà dunque approfondire le sue conoscenze di Alchimia per risvegliare, ricetta dopo ricetta, le sue memorie.
Sottotitolato “Alchemist of the Mysterious Book”, Atelier Sophie é il diciassettesimo capitolo dell'arcinota serie JRPG di Gust: dopo aver concluso la trilogia Dusk, il team di Koei Tecmo si lancia pertanto in un nuovo filone, debuttando nel contempo su supporto PS4. I capisaldi del brand rimangono naturalmente immutati: Sophie, in quanto alchimista, avrà bisogno di avventurarsi in zone pericolose e infestate da creature ostili per ottenere gli ingredienti necessari ai suoi esperimenti, i risultati dei quali saranno fondamentali per affrontare pericoli maggiori.
Le due componenti di avventura ed alchimia si fondono pertanto in modo che ciascuna abbia necessità dell'altra. Cominciando dalla prima, diremo che com'é ormai tradizione nel brand Sophie si recherà in esplorazione accompagnata dai suoi amici, formando un party attivo di 4 membri tratti da un roster che si farà più nutrito man mano che la trama prosegue. La mappa del mondo mostra le varie locazioni accessibili – anche in questo caso sarà la trama a stabilire quali luoghi saranno disponibili – e una volta raggiunta la destinazione desiderata si passerà alla visuale in terza persona.
Sophie potrà così aggirarsi per boschi e campagne in cerca dei punti di raccolta da cui ottenere risorse e componenti: i nemici saranno ben visibili sul territorio e sarà dunque possibile cercare di evitarli o di prenderli di sorpresa. Una volta entrati in contatto, però, ci si ritroverà nella schermata dello scontro, il quale é organizzato secondo un sistema classico con il party da una parte e i nemici dall'altra; tramite menù sarà possibile impostare le varie azioni come attaccare, difendersi, utilizzare un item o un'abilità speciale o tentare la fuga: in base alle azioni scelte, personaggi e nemici troveranno posto nella tabella dell'iniziativa riportata sulla sinistra, e dopo l' “OK” partiranno le varie azioni.
L'elemento caratteristico del battle-system di Atelier Sophie é la possibilità di scegliere se impostare per ciascun personaggio una “stance” (posa da battaglia) Aggressiva o Difensiva: la scelta non influenzerà le statistiche o le tecniche disponibili, ma andrà a modificare la reazione automatica del personaggio man mano che si riempie la barra della “combo di gruppo”. Un personaggio Difensivo, infatti, agirà “fuori turno” per proteggere un alleato sotto attacco, mentre uno Aggressivo si accoderà automaticamente ad un attacco per infliggere danni extra. Ad alti livelli di Combo si potranno inoltre verificare mosse di gruppo di super-attacco o super-difesa.
All'altro capo dell'esperienza di gameplay c'é, come s'é detto, l'alchimia, ossia la possibilità di creare nuovi oggetti mescolando in un calderone degli ingredienti di base. Per poter effettuare una sintesi avrete innanzi tutto bisogno di una ricetta, l'ottenimento delle quali (come vedremo in seguito) costituirà di fatto un elemento fondamentale della trama; le ricette potranno richiedere ingredienti specifici oppure generici (come un liquido o un minerale), ed in questo secondo caso il giocatore avrà ampia possibilità di scelta, cosa che permetterà di influenzare le caratteristiche (ma non la natura) del risultato.
Anche nel contesto dell'alchimia il capitolo propone alcune interessanti novità, la più succosa delle quali é costituita dalla necessità di inserire “fisicamente” gli ingredienti nel calderone: ciascun oggetto occuperà infatti un certo quantitativo di slot, tra l'altro precisamente ordinati, di uno schema quadrettato, e potrà fornire più o meno bonus a seconda delle caselle che andrà ad occupare. Sarà consentito anche sovrapporre gli ingredienti, ma così facendo si perderanno i bonus ottenuti da quello sottostante.
Per questo motivo (seconda novità) sarà fondamentale avere a disposizione un ottimo calderone: quello che nei precedenti Atelier é solitamente stato uno strumento indispensabile, ma standardizzato, in Sophie diventa un vero e proprio oggetto realizzabile e modificabile con l'alchimia. A seconda degli attributi, il calderone può fornire più o meno bonus, permettere il “flip” degli oggetti (per meglio adattarsi allo schema) e, cosa più importante di tutte, una griglia più ampia su cui lavorare. La protagonista troverà durante la storia anche nuovi calderoni e ricette per modificarli, potendo così aver a disposizione più strumenti per sbizzarrirsi.
E proprio di un calderone si occupa la trama principale: uno dei primi, frammentati ricordi di Plachta riguarda infatti l'esistenza di un leggendario calderone in grado di amplificare notevolmente le abilità alchemiche di chi lo utilizza, ma purtroppo questo é tutto ciò che ricorda all'inizio dell'avventura. Le sue memorie affioreranno poco a poco ogni volta che Sophie scriverà una nuova ricetta sulle sue pagine, ma per ottenere le ricette in questione la ragazza dovrà esaminare degli “indizi” che la stessa Plachta le segnalerà. Questi la porteranno volta per volta a visitare determinate locazioni, o a affrontare specifici mostri, o ancora a svolgere difficili sintesi alchemiche, come ad esempio la realizzazione di un oggetto con un tratto fuori dal comune.
Nel sistema di gioco avrà ancora un ruolo importante il fattore “tempo”: sebbene questo non sia mai invasivo (Gust ha abbandonato già da Atelier Shallie la filosofia dell' “esame incombente” iniziata con Rorona), scorrerà inesorabile allo svolgimento di ciascuna azione, sia essa un viaggio, una raccolta, un combattimento o una sintesi. Il passare del tempo influenzerà l'orologio, introducendo quindi un ciclo giorno/notte, con relativa variazione di attività da parte di commercianti in città e di nemici nelle regioni d'avventura. Rimangono invece i termini di tempo per le missioni secondarie.
Primo titolo del brand ad arrivare su PS4, Atelier Sophie é comunque disponibile per PS Vita (e in Giappone per PS3): lo sviluppo unificato, pur apportando delle migliorie rispetto ai capitoli precedenti, ha quindi strizzato ancora una volta l'occhio alle generazioni passate e sicuramente non sfrutta appieno le capacità offerte da un sistema come PS4; avremo dunque a che fare con ambienti non particolarmente vasti e animazioni dalla complessità limitata. Nonostante ciò, c'é da dire che i modelli dei personaggi sono molto ricchi di dettagli e ottimamente testurizzati, e anche che l'impatto generale é comunque gradevole.
Se il commento sulla grafica é agrodolce – e dopotutto Gust non ha mai puntato a stupire in questo campo – quello sul sonoro é assolutamente positivo: le musiche di sottofondo sono gradevoli, ben realizzate e varie, offrendo tra l'altro diversi temi da battaglia in funzione della forza del nemico rapportata a quello del gruppo, caratteristica che “informa” il giocatore sul fatto di star affrontando un nemico semplice, medio o ostico. Ottimi i doppiaggi in Giapponese, un po' meno quelli in Inglese; testi esclusivamente in Inglese.
Come tutti i titoli della serie Atelier, anche Sophie inserisce dialoghi e siparietti tra un'avventura e l'altra; con questo capitolo sembra però che Gust abbia voluto evitare di spezzare troppo, o per troppo tempo, il ritmo: la mole di testo é comunque imponente, ma meno scoraggiante per chi si avvicina ora alla serie e cerca un minimo di azione in più. I tutorial sono esaustivi e l'assenza di game over (in caso di KO si torna all'Atelier subendo solo la perdita di parte dei tesori raccolti) o di limiti di tempo draconiani strizzano addirittura l'occhio ai neofiti.
L'unico elemento che può causare un po' di perplessità é legato al fatto che per proseguire nella trama é necessario raccogliere i succitati indizi e che talvolta alcuni di questi non siano di facile comprensione. Può insomma capitare di trovarsi “bloccati” senza saper bene cosa fare, continuando a uccidere mostri e mescolare ingredienti senza un vero e proprio obiettivo, pratica che comunque sarà bene svolgere di tanto in tanto per incrementare il livello di Sophie come alchimista e del party come avventurieri se non si vuole rischiare di essere sconfitti ogni volta che si entra in una nuova zona da esplorare.
Siamo dunque al cospetto di un gioco che cela sotto ad una patina di semplicità e di allegria una certa complessità e ricercatezza d'obiettivi, non però supportati da una trama di base altrettanto profonda. Un titolo che ancora una volta saprà soddisfare i fan della saga e potrebbe anche conquistare qualche neofita, ma che non sfoggerà nessuna carta veramente vincente per riavvicinare chi in passato fosse rimasto insoddisfatto dalla serie Atelier.
Sottotitolato “Alchemist of the Mysterious Book”, Atelier Sophie é il diciassettesimo capitolo dell'arcinota serie JRPG di Gust: dopo aver concluso la trilogia Dusk, il team di Koei Tecmo si lancia pertanto in un nuovo filone, debuttando nel contempo su supporto PS4. I capisaldi del brand rimangono naturalmente immutati: Sophie, in quanto alchimista, avrà bisogno di avventurarsi in zone pericolose e infestate da creature ostili per ottenere gli ingredienti necessari ai suoi esperimenti, i risultati dei quali saranno fondamentali per affrontare pericoli maggiori.
Le due componenti di avventura ed alchimia si fondono pertanto in modo che ciascuna abbia necessità dell'altra. Cominciando dalla prima, diremo che com'é ormai tradizione nel brand Sophie si recherà in esplorazione accompagnata dai suoi amici, formando un party attivo di 4 membri tratti da un roster che si farà più nutrito man mano che la trama prosegue. La mappa del mondo mostra le varie locazioni accessibili – anche in questo caso sarà la trama a stabilire quali luoghi saranno disponibili – e una volta raggiunta la destinazione desiderata si passerà alla visuale in terza persona.
Sophie potrà così aggirarsi per boschi e campagne in cerca dei punti di raccolta da cui ottenere risorse e componenti: i nemici saranno ben visibili sul territorio e sarà dunque possibile cercare di evitarli o di prenderli di sorpresa. Una volta entrati in contatto, però, ci si ritroverà nella schermata dello scontro, il quale é organizzato secondo un sistema classico con il party da una parte e i nemici dall'altra; tramite menù sarà possibile impostare le varie azioni come attaccare, difendersi, utilizzare un item o un'abilità speciale o tentare la fuga: in base alle azioni scelte, personaggi e nemici troveranno posto nella tabella dell'iniziativa riportata sulla sinistra, e dopo l' “OK” partiranno le varie azioni.
L'elemento caratteristico del battle-system di Atelier Sophie é la possibilità di scegliere se impostare per ciascun personaggio una “stance” (posa da battaglia) Aggressiva o Difensiva: la scelta non influenzerà le statistiche o le tecniche disponibili, ma andrà a modificare la reazione automatica del personaggio man mano che si riempie la barra della “combo di gruppo”. Un personaggio Difensivo, infatti, agirà “fuori turno” per proteggere un alleato sotto attacco, mentre uno Aggressivo si accoderà automaticamente ad un attacco per infliggere danni extra. Ad alti livelli di Combo si potranno inoltre verificare mosse di gruppo di super-attacco o super-difesa.
All'altro capo dell'esperienza di gameplay c'é, come s'é detto, l'alchimia, ossia la possibilità di creare nuovi oggetti mescolando in un calderone degli ingredienti di base. Per poter effettuare una sintesi avrete innanzi tutto bisogno di una ricetta, l'ottenimento delle quali (come vedremo in seguito) costituirà di fatto un elemento fondamentale della trama; le ricette potranno richiedere ingredienti specifici oppure generici (come un liquido o un minerale), ed in questo secondo caso il giocatore avrà ampia possibilità di scelta, cosa che permetterà di influenzare le caratteristiche (ma non la natura) del risultato.
Anche nel contesto dell'alchimia il capitolo propone alcune interessanti novità, la più succosa delle quali é costituita dalla necessità di inserire “fisicamente” gli ingredienti nel calderone: ciascun oggetto occuperà infatti un certo quantitativo di slot, tra l'altro precisamente ordinati, di uno schema quadrettato, e potrà fornire più o meno bonus a seconda delle caselle che andrà ad occupare. Sarà consentito anche sovrapporre gli ingredienti, ma così facendo si perderanno i bonus ottenuti da quello sottostante.
Per questo motivo (seconda novità) sarà fondamentale avere a disposizione un ottimo calderone: quello che nei precedenti Atelier é solitamente stato uno strumento indispensabile, ma standardizzato, in Sophie diventa un vero e proprio oggetto realizzabile e modificabile con l'alchimia. A seconda degli attributi, il calderone può fornire più o meno bonus, permettere il “flip” degli oggetti (per meglio adattarsi allo schema) e, cosa più importante di tutte, una griglia più ampia su cui lavorare. La protagonista troverà durante la storia anche nuovi calderoni e ricette per modificarli, potendo così aver a disposizione più strumenti per sbizzarrirsi.
E proprio di un calderone si occupa la trama principale: uno dei primi, frammentati ricordi di Plachta riguarda infatti l'esistenza di un leggendario calderone in grado di amplificare notevolmente le abilità alchemiche di chi lo utilizza, ma purtroppo questo é tutto ciò che ricorda all'inizio dell'avventura. Le sue memorie affioreranno poco a poco ogni volta che Sophie scriverà una nuova ricetta sulle sue pagine, ma per ottenere le ricette in questione la ragazza dovrà esaminare degli “indizi” che la stessa Plachta le segnalerà. Questi la porteranno volta per volta a visitare determinate locazioni, o a affrontare specifici mostri, o ancora a svolgere difficili sintesi alchemiche, come ad esempio la realizzazione di un oggetto con un tratto fuori dal comune.
Nel sistema di gioco avrà ancora un ruolo importante il fattore “tempo”: sebbene questo non sia mai invasivo (Gust ha abbandonato già da Atelier Shallie la filosofia dell' “esame incombente” iniziata con Rorona), scorrerà inesorabile allo svolgimento di ciascuna azione, sia essa un viaggio, una raccolta, un combattimento o una sintesi. Il passare del tempo influenzerà l'orologio, introducendo quindi un ciclo giorno/notte, con relativa variazione di attività da parte di commercianti in città e di nemici nelle regioni d'avventura. Rimangono invece i termini di tempo per le missioni secondarie.
Primo titolo del brand ad arrivare su PS4, Atelier Sophie é comunque disponibile per PS Vita (e in Giappone per PS3): lo sviluppo unificato, pur apportando delle migliorie rispetto ai capitoli precedenti, ha quindi strizzato ancora una volta l'occhio alle generazioni passate e sicuramente non sfrutta appieno le capacità offerte da un sistema come PS4; avremo dunque a che fare con ambienti non particolarmente vasti e animazioni dalla complessità limitata. Nonostante ciò, c'é da dire che i modelli dei personaggi sono molto ricchi di dettagli e ottimamente testurizzati, e anche che l'impatto generale é comunque gradevole.
Se il commento sulla grafica é agrodolce – e dopotutto Gust non ha mai puntato a stupire in questo campo – quello sul sonoro é assolutamente positivo: le musiche di sottofondo sono gradevoli, ben realizzate e varie, offrendo tra l'altro diversi temi da battaglia in funzione della forza del nemico rapportata a quello del gruppo, caratteristica che “informa” il giocatore sul fatto di star affrontando un nemico semplice, medio o ostico. Ottimi i doppiaggi in Giapponese, un po' meno quelli in Inglese; testi esclusivamente in Inglese.
Come tutti i titoli della serie Atelier, anche Sophie inserisce dialoghi e siparietti tra un'avventura e l'altra; con questo capitolo sembra però che Gust abbia voluto evitare di spezzare troppo, o per troppo tempo, il ritmo: la mole di testo é comunque imponente, ma meno scoraggiante per chi si avvicina ora alla serie e cerca un minimo di azione in più. I tutorial sono esaustivi e l'assenza di game over (in caso di KO si torna all'Atelier subendo solo la perdita di parte dei tesori raccolti) o di limiti di tempo draconiani strizzano addirittura l'occhio ai neofiti.
L'unico elemento che può causare un po' di perplessità é legato al fatto che per proseguire nella trama é necessario raccogliere i succitati indizi e che talvolta alcuni di questi non siano di facile comprensione. Può insomma capitare di trovarsi “bloccati” senza saper bene cosa fare, continuando a uccidere mostri e mescolare ingredienti senza un vero e proprio obiettivo, pratica che comunque sarà bene svolgere di tanto in tanto per incrementare il livello di Sophie come alchimista e del party come avventurieri se non si vuole rischiare di essere sconfitti ogni volta che si entra in una nuova zona da esplorare.
Siamo dunque al cospetto di un gioco che cela sotto ad una patina di semplicità e di allegria una certa complessità e ricercatezza d'obiettivi, non però supportati da una trama di base altrettanto profonda. Un titolo che ancora una volta saprà soddisfare i fan della saga e potrebbe anche conquistare qualche neofita, ma che non sfoggerà nessuna carta veramente vincente per riavvicinare chi in passato fosse rimasto insoddisfatto dalla serie Atelier.