Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, la recensione del JRPG per chi ama il crafting!
Atelier Yumia è un JRPG enorme con migliaia di ingredienti da raccogliere per divertirsi con l'alchimia!

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, cosa c'è di nuovo?
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è il nuovo episodio di una saga nata nel lontano 1997 grazie alle sapienti mani del team GUST e siamo qui per presentarvi la recensione dopo averlo testato in lungo e in largo su PlayStation 5. Metterci ora a parlare della storia di un brand che conta 25 titoli principali (venticinque. V-E-N-T-I-C-I-N-Q-U-E!) più svariati spin off sarebbe poco fattibile, vi basti sapere che siamo davanti a un marchio che ha sempre puntato a un gameplay JRPG dandoenorme importanza all’alchimia. Come alchimia intendiamo un elaborato sistema di crafting che ha sempre permesso di costruire oggetti di ogni tipo elaborando insieme i tantissimi oggetti e ingredienti reperibili nel mondo di gioco. Se all’epoca della prima PlayStation si giocava in due dimensioni, con il tempo anche gli Atelier si sono evoluti e oggi ci troviamo davanti a un capitolo che ci pone in un mondo aperto da esplorare a una grafica in 3D pronta a farci immergere il più possibile nel fantastico mondo di Yumia, la protagonista di questo episodio. Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è il lunghissimo titolo che siamo andati a testare nella sua edizione PlayStation 5.

La nostra protagonista è, appunto, Yumia, un'alchimista che ricalca molti degli stereotipi della narrazione nippovideoludica: carattere riservato, una madre deceduta e un enorme mistero da risolvere, cioè la caduta dell'impero di Aladis e cosa ha fatto si che l'alchimia venisse bandita da tutto il territorio. Per farlo si unisce al Corpo di Ricerca (questa è una Attack on Titan reference?) di Aldis tra la diffidenza generale dei compagni, vista la credenza popolare per cui l'alchimia sarebbe un'arte oscura e le alchimiste capaci di maledire chiunque non vada loro a genio. A fare squadra con lei e a darle fiducia sono Vicktor e Isla Von Duerer, fratello e sorella che la aiuteranno nello svolgimento di diverse missioni dove, un passo alla volta, si cercherà di fare chiarezza sul mistero di Aladis. Yumia è una ragazza timida (nonostante un abbigliamento succinto che urla “fan service” da ogni cucitura) e per quanto sia dotata di poteri non indifferenti patisce molto l'essere considerata praticamente una strega, ma con lo svolgersi della trama diventerà sempre più sicura di sé stessa e i suoi successi faranno capire ai membri del team di Ricerca che l’alchimia può essere un aiuto insostituibile dalle enormi potenzialità. Così inizieremo un lungo viaggio che ci porterà a svelare misteri, conoscere nuovi compagni e crescere sia come persone che come alchimiste.
Come tutti i titoli della saga Atelier, Atelier Yumia (abbiate pietà e non fatemi ripetere tutto il chilometrico titolo ogni volta) punta su alcune meccaniche imprescindibili: l’esplorazione, il combattimento e, naturalmente, l’alchimia. Dopo un breve prologo, inizieremo a muoverci nei panni di Yumia in compagnia di Vicktor e Isla, rendendoci subito conto che il mondo di gioco è, ancora una volta, davvero ampio e strapieno di ingredienti da raccogliere per poi scatenare le nostre abilità alchemiche. Ovunque poseremo gli occhi troveremo pietre, fiori, e oggetti tra i più disparati che si riveleranno utilissimi per molteplici occasioni. La quantità di elementi da raccogliere è davvero enorme e potrebbe quasi sembrare dispersivo avere tutta questa abbondanza di materie prime, ma il mio consiglio è, soprattutto inizialmente, di armarvi di pazienza e prendere tutto quello che potrete. Naturalmente non potrete saccheggiare ogni cosa indisturbati, perché il mondo di gioco è disseminato anche di mostri più o meno aggressivi che spesso vi attaccheranno a vista. Qui c’è il maggior strappo con il passato e se già Atelier Ryza aveva reso il combattimento più dinamico, Atelier Yumia va a snellirlo maggiormente. Iniziata la battaglia prenderemo il comando di Yumia, ma potremo passare agevolmente ai nostri compagni, a patto di averli inseriti nella nostra prima linea.

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, come si combatte?
Infatti il nostro party potrà avere tre personaggi in prima linea, mentre i restanti (sempre se li avremo già incontrati), staranno nelle retrovie, pronti a lanciarsi nella mischia in caso di sconfitta di uno dei propri amici. In una arena virtuale dovremo muoverci cercando di non farci colpire dagli avversari, mentre cercheremo di infliggergli più danni possibili. I nostri attacchi saranno legati a specifiche skill che saranno legate a dei pulsanti. Queste saranno utilizzabili in un numero limitato di volte e una volta esaurite dovremo attendere di ricaricarle per poter colpire nuovamente. Naturalmente le varie abilità possono essere concatenate in combo e più passerà il tempo, più ne acquisiremo di nuove. Ovviamente dovremo anche stare attenti a non farci colpire e per farlo potremo parare o schivare, sfruttando il fatto che vedremo chiaramente il raggio di azione dei colpi avversari. Il campo di battaglia è suddiviso su due aree circolari concentriche, quella esterna e quella interna e potremo muoverci da l’una all’altra in base alla distanza che vorremo tenere dal nemico e le tipologie di colpi che vorremo utilizzare. Il combat system di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è abbastanza intuitivo, quantomeno nelle sue basi, ma necessità di qualche attenzione in più per essere sfruttato al meglio, anche se avremo necessità di impegnarci solo con alcuni boss. Tendenzialmente il sistema è un po’ confusionario, anche per la scelta di relegare all’uso del grilletto L2 sia la parata che, combinato con altri tasti, l’uso di oggetti consumabili, con il risultato che potreste compiere un’azione non desiderata e sprecare un importante antidoto o una cura. In generale siamo davanti a un combat system che non regala particolari sussulti, con comandi migliorabili, ma che ha sicuramente il pregio di snellire la componente delle battaglie in mezzo a un mondo aperto molto vasto dove questa virata che allontana sempre più dasi classici turni rende tutto più fruibile.
L'altra grande meccanica è quella dell’alchimia e potremo utilizzarla in forma ridotta in qualsiasi momento del gioco, per creare oggetti di utilizzo comune come proiettili o bende, e in forma completa nel nostro atelier o in altre zone specifiche. Yumia, con la giusta esperienza e i materiali necessari, può creare praticamente tutto: mobilio, pozioni, armi, armature e tanto altro. Il tutto funziona grazie ad un elaborato sistema di crafting dove ogni progetto si basa sull’unione di materie prime che devono trovare il proprio posto in schemi prestabiliti. Certo, potremo anche utilizzare un sistema automatico, ma ci perderemmo il fascino della scelta degli oggetti da inserire nelle “mappe” alchemiche, e ogni nostra scelta darà una diversa sfumatura al prodotto finale. Poniamo caso di voler creare un’arma: in base a cosa avremo deciso di usare per realizzarla e dalla posizione che ogni materiale avrà negli schemi, questa potrebbe essere più o meno forte, cambiare le proprie statistiche o guadagnare abilità speciali. Tutto questo discorso va ampliato a tantissimi oggetti creabili, per la gioia di chi ama le meccaniche di crafting, ma chi non volesse perdere troppo tempo con l’alchimia di Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land potrà utilizzare diverse scorciatoie come la già citata modalità automatica o la possibilità di salvare le ricette. In alcune zone specifiche, a partire dal nostro atelier, avremo anche modo di dedicarci alla costruzione di mobili e suppellettili vari per arredare gli ambienti a nostro piacimenti, creando strumenti utili o semplicemente per abbellire l’ambiente Insomma, c’è davvero tanto da fare.

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land, pro e contro!
Il mondo di gioco presenta diverse ambientazioni e se, come già detto, queste pullulano di materiali da raccogliere, non mancano le quest secondarie, ma queste offrono poco assortimento e finiscono per annoiare, tra oggetti da creare su richiesta o mostri da sconfiggere. Insomma, lo spazio da vedere è tanto, ma la varietà lascia un po’ a desiderare. Per fortuna alcune zone permettono lo spostamento rapido e segnaliamo la presenza di corde magiche che uniscono diverse zone e che, avendo un oggetto specifico nel nostro equipaggiamento, potremo usare come se fossero delle “funivie”. Da tenere da conto che avremo una riserva di mana che dovremo cercare di mantenere sempre piena (magari assorbendo energia da alcuni fiori che incontreremo) perché sarò proprio grazie al mana che potremo creare oggetti lontano dagli atelier o compiere altre azioni come resistere a cadute da grandi altezze. Yumia si evolve, non solo caratterialmente, ma anche ampliando le sue skill, con diversi alberi delle abilità che riguardano i combattimenti, l’alchimia e l’esplorazione. Da notare che la nostra protagonista possiede un fucile che, tra le altre cose, permette di raccogliere materiali troppo lontani per essere raggiunti camminando o saltando, tipo minerali attaccati a pareti o altopiani.
Come avrete capito, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è un titolo che offre davvero tantissimi contenuti e che potenzialmente potrebbe intrattenervi per decine e decine di ore, ma la qualità di questi è altalenante. Ci sono diverse idee interessanti, vedi le ampolle contenenti le memorie lasciate da altri personaggi, piccoli minigame o enigmi ambientali che permettono di sbloccare dei forzieri, ma alla lunga la poca varietà delle cose da fare si fa sentire, lasciando come punto principale d’interesse la già citata ottima alchimia. La trama è discreta ma non offre particolari picchi e il cast di personaggi rimane nella media delle produzioni Gust, con i soliti stereotipi della narrazione videoludica giapponese, per quanto Yumia abbia un gradevole percorso di crescita. Tecnicamente siamo davanti a una grafica apprezzabile, soprattutto visti gli ampi orizzonti disponibili: sono presenti diverse opzioni per favorire l’impatto visivo o il frame rate, ma devo dire che anche testando tutte le possibilità, non ho riscontrato differenze sostanziali. I modelli sono ben realizzati, c’è qualche piccolo caso di bad clipping quando ci si muove a ridosso delle pareti degli edifici, ma nulla di preoccupante. Buono il sonoro così come il doppiaggio giapponese, ma purtroppo manca ancora una volta la traduzione dei testi in italiano. Bisognerà conoscere l’inglese, anche perché il linguaggio utilizzato non è sempre semplicissimo.

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land porta avanti la tradizione degli Atelier e lo fa in maniera egregia, ma questo non è l’episodio in grado di sdoganare la saga o a renderla appetibile a tutto il pubblico. L’avventura in compagnia di Yumia e soci è un must per chi ama le meccaniche alchemiche, ma manca di alcuni spunti capaci di renderla più mainstream. Ad ogni modo, Gust ha ancora una volta sviluppato un JRPG che saprà fare felici i propri fan e che consiglio a chiunque sia intrigato dall'idea di provare uno dei sistemi di crafting più soddisfacenti di sempre.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è un JRPG che rimane fedele al marchio di fabbrica della saga, offrendo un ampio mondo da esplorare e tanta, tantissima alchimia che offre al giocatore un sistema di crafting tra i più elaborati e completi del panorama videoludico. La scelta di passare a un sistema di combattimento più action rispetto al passato ha il pregio di velocizzare l’azione e la stessa esplorazione, ma rende le battaglie un po’ anonime e confusionarie a causa di un gameplay che, da questo punto di vista, non è particolarmente raffinato. Tecnicamente buono, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land offre davvero tantissimi luoghi da esplorare, ma bisogna dire che i punti di reale interesse sono limitati. Ci sono centinaia e centinaia di ingredienti da raccogliere, molti nemici da sconfiggere e svariate missioni secondarie da portare a termine, ma ognuno di questi contenuti tende ad essere ripetitivo seguendo sempre i soliti schemi. Sicuramente non è il titolo che potrà sdoganare il brand Atelier al grande pubblico, ma per tutti gli appassionati di crafting, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land è un titolo da non lasciarsi scappare.