Atlantis: L'Impero Perduto

di Redazione Gamesurf
CARTONI SU PLAYSTATION
Passando all'aspetto tecnico, non possiamo fare a meno di notare come ormai i giochi per PSone trasudino una certa "anzianità" da ogni pixel. Atlantis: L'Impero Perduto cerca comunque di spremere qualcosa di buono dall'hardware Sony, creando locazioni grandi e graficamente soddisfacenti, per quanto un po' povere di particolari e suppellettili. Lo stile scelto per raffigurare Milo ed i suoi amici é quello cartoonoso alla Simpsons Wrestling o Jet Set Radio. Il risultato é pregevole e pulito, soprattutto per quanto riguarda i personaggi principali. Piuttosto scontate sono invece le animazioni

Il parlato in italiano é di buon livello, a parte alcuni doppiatori poco azzeccati che ci auguriamo non siano quelli del film (in particolare la voce di Audrey é molto meccanica); le musichesono ottime, mentre gli effetti sonori rimangono piuttosto anonimi. Infine passiamo ad esaminare i controlli: i comandi da impartire sono piuttosto numerosi, tanto da occupare tutti i tasti del Dual Shock. Una migliore ottimizzazione dei pulsanti avrebbe giovato al coinvolgimento, ed era di certo possibile. Inoltre abbiamo riscontrato un certo ritardo nella risposta dei tasti L1 ed R1, la cosa é piuttosto fastidiosa perché controllano rispettivamente la schivata e la visuale in soggettiva
Anche il controllo tramite pad analogico non convince pienamente, per quanto l'ipersensibilità dipende in tutta probabilità più da problemi di hardware che di software
MEGLIO IL FILM O IL GIOCO?
Come già detto. Atlantis: L'Impero Perduto al cinema non l'abbiamo ancora visto, ma siamo pronti a scommettere che sarà migliore della sua controparte videoludica su PlayStation. Atlantis é un gioco chiaramente indirizzato a un pubblico di giovane età, inoltre si presenta come un titolo che deve essere coadiuvato dalla versione cinematografica per essere goduto appieno. I numerosi piccoli difetti, pur non compromettendo il gioco nel suo complesso, sono fastidiosi e denotano una certa noncuranza nella realizzazione. Enigmi meglio strutturati, un migliore controllo e magari una trama meglio curata avrebbero fatto bene a un gioco che, così com'é, non riesce a distinguersi.