Auto Modellista

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Dopo rpg, platform e fps, la ormai celebre tecnica grafica del cell shading entra sgomitando anche nel mondo della velocità, per creare un connubio racing/fumettoso assolutamente originale. Almeno è così per la piattaforma Microsoft, che vede finalmente convertito un titolo approdato già da parecchi mesi su PS2 e che si prepone l'obiettivo di ricoprire il ruolo di degna alternativa alle simulazioni di guida più famose (Gran turismo e Sega GT), pur con un sistema di guida non spiccatamente simulativo e con una veste grafica nuova, assolutamente inedita.


Ed è appunto l'aspetto grafico del gioco Capcom a costituire la maggiore novità, e la caratteristica più appariscente. Il risultato del lavoro dei programmatori è indubbiamente da elogiare, dato che in stile cartoon sono stati riprodotti oltre cento modelli delle auto più famose di importanti case automobilistiche come Toyota, Subaru, Ford, Chevrolet, Dodge e tante altre. Le vetture, realizzate in maniera pulita e ricca di particolari sfrecciano su circuiti e tracciati dai fondali ricchi e colorati, caratterizzati dalle situazioni climatiche e dai fondi stradali più disparati, con effetti di pioggia e polvere anch'essi dalle fattezze in stile fumettoso. Certo i difetti non mancano, a partire dalle collisioni tra vetture tutt'altro che veritiere, sino all'evidente aliasing che caratterizza i fondali, alcuni dei quali non all'altezza. Il risultato complessivo è però buono e garantisce al titolo un tocco di freschezza ed originalità visiva.

Ma veniamo al succo del discorso: quello che abbiamo di fronte è una simulazione o un'arcade? Sebbene le vetture siano ampiamente e profondamente modificabili, sia nelle prestazioni che visivamente, e che prima di ogni gara sia possibile settarne a dovere i vari parametri, lo stile di guida è ben lontano potersi definire simulativo. Lasciata da parte la questione danni, totalmente assenti, è da sottolineare un modello di guida spiccatamente arcade che si porta dietro un problema abbastanza fastidioso: la risposta ai comandi è troppo violenta, le sterzate sono troppo marcate, vi è un effetto sovrasterzo francamente esasperato e l'eccessiva morbidezza dei comandi ci costringe a continui rattoppi. È parecchio ostico stabilire una traiettoria diritta e si tende ad andare a zig gag anche in rettilineo. L'eccesso di sovrasterzo, specie alle prime partite causa testacoda con enorme facilità, anche per le curve più semplici e negli ovali. Nei circuiti tortuosi capita spesso, cercando di seguire traiettorie quantomeno decenti, di piantarsi sul muretto interno in maniera goffa e innaturale. Tutto sommato, assodato che si tratta di un'arcade, una volta appreso il modello di guida è possibile padroneggiare le auto a dovere e prendere parte a gare tutto sommato divertenti, anche se fin troppo facili.

La modalità Garage life rappresenta il vero e proprio fulcro del gioco. Qui possiamo scegliere una tra le oltre cento autovetture appartenenti a 11 tra le più famose case automobilistiche mondiali, modificarne il cuore pulsante (motore, turbo, ammortizzatori, freni, gomme) ma anche agghindarla a dovere, cambiandone l'assetto, aggiungendo specchietti, cerchi, gomme, spoiler, e infine pitturarla a nostro piacimento e ricoprirla di adesivi. Così dal modello base ci ritroveremo, in pochi semplici passaggi, un vero e proprio bolide dalle prestazioni da capogiro, pronto a scendere in pista per misurarsi con vetture di pari livello nei vari campionati presenti. Niente complicazioni riguardanti l'acquisto dei pezzi. Non dovremo scomodarci per andare nelle varie concessionarie e farci ripulire il portafoglio per questo o quel pezzo di ricambio. Proprio come nel paese delle meraviglie, comodamente seduti in poltrona è possibile modificarsi al massimo l'auto senza spendere nemmeno un cent.

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7

Voto

Redazione

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Grafica in cel shading e un'enorme parco macchine da modificare e preparare a nostro piacimento: ecco i due pilastri di un gioco che a causa di errori, tanto superficiali quanto marchiani a livello di gameplay non riesce a brillare. L'assenza di una gestione manageriale è pesante e si fa sentire. Peccato.

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