Avatar Frontiers of Pandora – Ora sei con Eywa – Recensione PC
La salvezza del mondo passa anche per il rispetto dell'ambiente.
Se è vero che le opere mainstream sembrano essere quelle maggiormente capaci di guidare il parere del grande pubblico, e formare quindi l'immaginario collettivo, altrettanto vero che solo poche di esse hanno cercato di influenzare positivamente il nostro modo di pensare verso un messaggio potenzialmente positivo nei confronti dei cambiamenti in corso nel nostro pianeta.
Quello su cui vogliamo concentrarci quest’oggi è Avatar. Il film di James Cameron ha rappresentato un autentico punto di svolta nel mondo cinematografico, generando un impatto culturale di portata globale.
Questa saga cinematografica, dal 2009 a oggi, ci ha introdotto un mondo immaginario ricco di dettagli e significati, un universo che ha profondamente percosso il pubblico, sollevando temi di grande rilevanza, sociali e non (vi basti pensare che esiste un sito che vi insegna anche a parlare la lingua Na’vi).
La creazione di Pandora, un mondo alieno ricco di flora e fauna straordinariamente dettagliati, ha sollecitato un'immersione cinematografica senza precedenti, segnando un nuovo standard nel mondo del cinema, tanto da rendere Avatar una delle opere più iconiche degli ultimi anni.
Tuttavia, l'influenza culturale di Avatar va oltre la tecnologia. Il film ha affrontato tematiche profonde, tra cui la preservazione ambientale, il rispetto delle culture indigene e la lotta contro l'avidità corporativa. La storia di Jake Sully e la sua connessione con i Na'vi hanno incanalato le preoccupazioni sociali e ambientali del pubblico in un contesto narrativo avvincente e coinvolgente.
Questo inizio serve a presentarvi il nuovo videogioco Avatar: Frontiers of Pandora, edito da Ubisoft, che intende riportarci nell'affascinante mondo di Pandora. Vi ricordate del gioco Avatar: The Game uscito nel 2009? Questa nuova esperienza, sempre di Ubisoft, promette di rinnovare e ampliare l'immersione in questo universo suggestivo.
Avatar: Frontiers of Pandora – Raccontami una Storia
È un dato ormai consolidato, ma è opportuno sottolinearlo regolarmente: i videogiochi di tipo open-world, specialmente quelli che cercano di offrire un gameplay stratificato e che possono essere paragonati a produzioni analoghe, necessitano di una trama solida in grado di sostenerli.
Si tratta di fondamenta importanti, che acquistano notevole importanza soprattutto quando l’opera, per ragioni ovvie in questo caso, viene liberamente tratta da un contesto preesistente come quello creato da James Cameron in Avatar. Facciamo attenzione a queste parole, perché Pandora non è un planetoide qualsiasi collocato in una zona x dello spazio.
Al contrario, questo mondo possiede una propria anima interconnessa, con un popolo tribale che ne rispetta profondamente l'esistenza. La sua flora e fauna sono così diversificate che potrebbero quasi far impallidire gli ecosistemi tropicali nostrani, ovvero quelli più ricchi di specie al mondo.
In Avatar: Frontiers of Pandora faremo la conoscenza di una serie di nuovi personaggi, inseriti in un contesto storico antecedente a "La Via dell'Acqua" e in una zona di Pandora mai esplorata prima. Assumeremo il ruolo di un giovane Na'vi e affronteremo varie prove per scoprire la verità sulle nostre origini, acquisendo al contempo consapevolezza delle varie macchinazioni della RDA.
Durante il nostro viaggio, che può essere assimilato, se vogliamo, al classico cammino dell'eroe, esploreremo le diverse abitudini del popolo Na'vi, le loro credenze e il loro profondo attaccamento al pianeta. Un aspetto fondamentale sarà il profondo rispetto che nutrono per esso. Questi elementi saranno sintetizzati in un gameplay che non cerca di innovare la formula alla base degli open-world in prima persona, ma piuttosto di adattarla in modo che risulti credibile e funzionale.
Forse il fatto che Ubisoft abbia già avuto un primo approccio con il franchise, ricordiamoci sempre del gioco del 2009 (comunque accolto freddamente dalla critica), ha contribuito a far funzionare bene le cose in Frontiers of Pandora, proprio perché la narrazione è guidata da un senso più profondo. Nella sua formula, troviamo praticamente tutto, dalla ricerca di un significato alla propria esistenza fino all'indagine sui mandanti di terribili stragi ai danni del pianeta. Il susseguirsi degli eventi rispetta fedelmente il messaggio trasmesso dai due film al cinema e creano un ottimo contraltare, soprattutto da mettere a confronto per arricchire l’intera narrazione.
Il nemico che minaccia di distruggere Pandora non è l'umanità nel suo insieme, bensì una particolare manifestazione di essa. Questa entità, senza preoccuparsi delle conseguenze dei suoi atti, elimina ciò che ritiene superfluo, tutto ciò per ottenere una ricompensa meramente materiale.
Come sempre, la valutazione è soggettiva, ma il feedback che abbiamo ricevuto sulla storia narrata nel videogioco di Ubisoft è stato più che positivo. Questo vale particolarmente quando riflettiamo sugli eventi che abbiamo dovuto affrontare per portare a termine il viaggio, anche se non ancora nella sua completezza.
Avatar: Frontiers of Pandora – Scegli la tua Strada
Quando si affrontano titoli come questo, è cruciale cercare di comprendere come il gameplay sia stato adattato alla trama. Come accennato precedentemente, Frontiers of Pandora ci mette nei panni di un Na'vi, permettendoci inizialmente di personalizzarne l'aspetto esteriore attraverso uno strumento utile ma non eccessivamente stratificato.
Finito il processo di creazione, ci si immerge completamente nel mondo di gioco, eseguendo il classico ciclo di missioni pensato per imparare i comandi dedicati al gioco. Pandora è veramente stupefacente. Si ha quasi la sensazione che questo mondo voglia inghiottirci dal primo istante in cui vi mettiamo piede. Onestamente, abbiamo apprezzato molto la fase iniziale del tutorial, poiché ci ha permesso, in qualche modo, di vivere gli stessi panni del nostro alter ego, emergendo dopo anni da una struttura della RDA pensata come una sorta di scuola.
Sullo schermo, ci vengono indicati i primi consigli, tra cui l'importanza di esplorare attentamente il mondo che ci circonda e imparare a utilizzare al meglio i nostri sensi da Na'vi. Quest’ultimo, nel freddo linguaggio delle macchine, può essere assimilato all’utilizzo di uno scanner degli oggetti, pensato per raccogliere informazioni dettagliate sulla fauna e la flora del pianeta Pandora.
I Na'vi professano un profondo rispetto per Eywa, trattandola come se fosse un membro della famiglia. Questo atteggiamento è quasi assimilabile a una religione in cui non si venera il divino, ma si rispetta un'entità in cui è custodito tutto il sapere. Essa non prende le parti di nessuno, difendendo la vita nel suo aspetto generale. La crescita del nostro personaggio, in termini di progressione, segue quasi lo stesso percorso di Jake Sully nel lungometraggio di Cameron, tranne per il fatto che in quanto Na’vi per origine dovrà solo ritrovare la sua connessione con Pandora.
Ci vengono impartiti i rudimenti della caccia, che avviene esclusivamente utilizzando le armi Na'vi per un motivo ben preciso. La progressione del nostro personaggio segue una formula diversa dal classico level-up, dato che la potenza dell'avatar sarà determinata dal livello di armamentario che indosseremo. Sì, entrano in gioco anche le abilità, ma la differenza in termini di sopravvivenza tra una zona e l'altra diventa evidente soprattutto quando equipaggiamo armi e armature più potenti, capaci di migliorare significativamente la nostra efficacia sul campo.
Proviamo a suddividere le cose per rendere la descrizione più fluida: nei panni di un Na'vi, e utilizzando le armi concepite secondo la tradizione, il nostro avatar sarà in grado di cacciare gli animali, ottenendo risorse cruciali per la creazione. Esplorando il mondo, avrà anche l'opportunità di raccogliere i vari frutti che esso offre.
Per l'occasione, gli sviluppatori hanno creato un sistema di raccolta simpatico e intelligente, un ottimo espediente per chi vuole seguire la via dei Na'vi. Alcuni rami devono essere spezzati nel modo giusto, alcune risorse vanno raccolte in momenti precisi della giornata o in base alle condizioni meteorologiche. Vivendo da Na'vi, in sostanza, si può percepire il rispetto di questo popolo per il mondo che li accoglie e li nutre nel proprio grembo.
Dato che facciamo parte di due mondi, abbiamo comunque la possibilità di utilizzare gli armamenti della RDA, come mitragliatori, fucili e granate: armi estremamente efficaci in combattimento, ma che danneggiano le prede e ci impediscono di ottenere i frutti della caccia. Queste armi sono perfette quando ci scontriamo con altri rappresentanti dell'umanità, quelli cattivi in pratica, ma solo nei momenti in cui scegliamo di usare la forza bruta a discapito dello stealth.
In sintesi, il gameplay cerca di adattarsi a due filosofie di vita, cercando di farle spesso coesistere senza esagerare. L'obiettivo è creare uno spettacolo coinvolgente su schermo che non si limiti alle consuete sessioni di frenetico gunplay senza senso o alle cacce con l'arco, lente e ripetitive.
Avatar: Frontiers of Pandora – Un Gameplay che fa il suo Dovere
In Frontiers of Pandora viviamo realtà nettamente distinte ma ben bilanciate tra loro. Tanto è vero che tra una missione e l'altra, risulta quasi naturale soffermarsi sullo scenario e finire per combattere in qualche campo della RDA per distruggere le trivelle che inquinano il pianeta.
Effettivamente, è sorprendente notare come questo aspetto di Pandora tenga molto conto dell'inquinamento, al punto che raggiunta una certa soglia di purificazione, sblocchiamo elementi aggiuntivi della fauna. Purificare il pianeta non solo ha l'effetto di rendere disponibili nuove zone, prima inaccessibili per la raccolta, ma anche di permetterci di trovare loot aggiuntivo al loro interno.
La distruzione di queste centrali non è sempre piacevole, soprattutto perché vengono disposte con l'intenzione di risultare inaccessibili a meno che non siate al livello richiesto per affrontarle. A difficoltà media, tuttavia, con un po' di inventiva e molta pazienza, riuscirete anche a sopraffare nemici di due o tre livelli superiori al vostro, purché sappiate sfruttare i punti deboli degli avversari e affrontare la situazione in modalità stealth.
Il procedere dello scontro in modalità stealth è intervallato dall'utilizzo del senso Na'vi, essenziale per evidenziare i nemici anche attraverso mura e costruzioni, bloccando la loro posizione sullo schermo. Questo senso Na'vi evidenzia anche i punti deboli, lo stesso vale per gli animali, incoraggiando un approccio ragionato piuttosto che l'affronto diretto contro il nemico.
Si potrebbe dire che in questo contesto, lo stealth acquista una rilevanza maggiore, anche se in diverse occasioni si finisce quasi per odiarlo. Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte delle torrette può essere disattivata attraverso l'utilizzo del SID, un sistema di hacking piuttosto elementare che può anche essere "automatizzato" selezionando un'apposita voce nel menu.
Questo SID viene anche impiegato per risolvere alcuni puzzle ambientali, che a nostro parere risultano un po' superflui o comunque tendono a essere un fine a sé stessi a causa della loro naturale semplicità nel venir risolti.
La parte più articolata del gioco si trova nell'esplorazione dell'open-world, caratterizzato in questo caso da diversi hub più ampi, rappresentati dalle case dei clan (Resistenza, Aranahe Clan, Zeswa Clan e Kame'Tire Clan), e da vari laboratori più piccoli che, una volta attivati, possono offrire una discreta quantità di side-quest.
Lo scopo è rendere il mondo di gioco il più vivo possibile, caratterizzato da storie che si intrecciano l'una con l'altra, piuttosto che da un'unica strada rappresentata dalla main-quest principale. Alcune missioni hanno più senso, magari seguono anche un racconto ragionato, mentre altre potrebbero riguardare la raccolta di risorse specifiche, utili a migliorare il rapporto con i clan Na'vi. Quest’ultime sono un pelino ripetitive, ma fanno parte di un iter già visto anche in altre controparti di settore.
È importante sottolineare che su Pandora non esiste una valuta vera e propria; in altre parole, non si acquista nulla con denaro, ad eccezione del Centro della Resistenza. Invece, è necessario ottenere e scambiare favori come in un sistema di baratto. Questo aspetto spinge i giocatori a esplorare ampiamente il mondo di Pandora se desidera potenziare il proprio personaggio.
Attenzione. Esiste il crafting, ma reperire le risorse iniziali è molto difficile, a meno che non si scelga di sacrificare il proprio tempo per una buona causa, esplorando il mondo per collezionare risorse. È importante ricordarsi di tornare spesso a un punto di controllo, poiché l'inventario è giustamente limitato e suddiviso per categorie, quindi vi conviene alternare le ricerche facendo un giro unico (cibo, armature, armi).
Grazie alle risorse trovate sarà possibile creare una vasta gamma di oggetti, incluso il cibo appunto, che sarà utile per ripristinare la resistenza del nostro avatar. Inoltre, il cibo potrà conferire alcuni bonus circostanziali temporanei, come un aumento della salute, dei danni, della velocità, ecc.
La morte è comunque un'opzione, ma per fortuna, in Frontiers of Pandora, non si traduce in un game over spiacevole come in altri giochi. Invece, l'azione si attenuerà per qualche secondo, ricaricando la partita al primo checkpoint utile nelle vicinanze della nostra morte. Tuttavia, è importante notare che se moriamo anche solo pochi secondi prima del completamento della pulizia di una fabbrica, dovremo ricominciare da capo, quindi è fondamentale procedere con cautela.
Avatar: Frontiers of Pandora – Uno Spettacolo per gli Occhi
Sul fronte tecnico, questa nuova creazione di Ubisoft ha dimostrato numerosi punti di forza, soprattutto nella realizzazione di un mondo responsivo capace di risultare intrigante anche a lungo termine. I vari biomi di Pandora sono ottimamente caratterizzati, che si tratti di zone boschive o praterie verdeggianti.
Persino le montagne offrono piacevoli scorci, ricordandoci quanto Avatar sia riuscito nell'impresa di creare un mondo vivo, traboccante di elementi scenici che difficilmente non riescono a lasciare un segno nello spettatore al di là dello schermo.
La nostra configurazione di prova ci ha consentito di goderci il gioco quasi al massimo delle sue potenzialità, ottimizzando per il FullHD con uno schermo a 360Hz e una scheda video 3060 per laptop. Effettuando alcuni sacrifici sul calcolo di luci e ombre, oltre alla distanza di visione, e soprattutto bloccando il framerate a 60 frame al secondo, siamo riusciti a godere del titolo senza il minimo intoppo, ottenendo anche ottime impressioni durante il passaggio da giorno a notte (ricordate sempre che Pandora si colora di notte).
Gli animali presentano le stesse caratterizzazioni viste nel film, mentre per quanto riguarda le strutture della RDA, i soldati o i macchinari utilizzati (gli esoscheletri, per essere precisi) c'è stato giusto un piccolo sforzo nel diversificare le tipologie di attacco. Tuttavia, i modelli risultano praticamente tutti uguali tra loro.
La stessa ripetitività si nota anche con i piccoli laboratori o le stazioni inquinanti, che non cercano di diversificare l'approccio o la disposizione degli oggetti di interesse, limitandosi giusto a cambiarne l'ordine a seconda dell'occasione. È chiaramente un peccato, specialmente perché si sarebbe potuto sfruttare meglio la verticalità della mappa o il fatto che si può accedere ad alcune aree del gioco grazie al proprio ikran.
L'esplorazione della mappa, una volta sbloccati i due compagni (ikran e cavallo), perde un po' di mordente, forse per una questione di mera praticità. Ricordatevi sempre che la raccolta impone di muoversi a piedi, elemento secondo noi creato ad hoc proprio per "costringere" il giocatore a osservare ogni elemento visivo di Pandora, che di notte è ancora più suggestiva.
La nostra configurazione ha mostrato alcuni difetti nel caricamento delle texture, ma solo durante la fase dei dialoghi. Riteniamo che ciò possa essere attribuito a qualche problema di configurazione o alla condizione naturale che verrà risolta con la patch del day-one. Il titolo prevede anche una modalità co-op in cui l'avanzamento del gioco funziona solo per l'host e in cui sarà attivo il cross-play, una funzionalità che però non abbiamo potuto provare per ovvie ragioni.
Un commento sull'interfaccia di gioco è doveroso. La pulizia delle informazioni a schermo consente al giocatore di godersi l'esperienza senza ulteriori distrazioni. Da segnalare inoltre la possibilità di attivare una modalità totalmente immersiva, in cui il giocatore può ricercare i punti di interesse sulla mappa semplicemente esplorando o basandosi sugli indizi forniti nel registro della missione.
Al netto di tutto quello che potremmo aggiungere, Frontiers of Pandora dimostra la caparbietà di Ubisoft nel mettere a frutto la propria esperienza maturata in questi anni, soprattutto se prendiamo in considerazione il franchise di Far Cry. Le prime impressioni, con l'arco in mano, ci hanno fatto respirare i tempi di Primal, ma è bene fare le dovute constatazioni senza mettere a confronto i prodotti in modo da non snaturarli.
Frontiers of Pandora potrebbe sembrare sotto questa luce un semplice reskin, ma crediamo che la formula sfruttata nei Far Cry si sia rivelata perfetta per Avatar, grazie alla cura con cui è stata impostata e scritta tutta la narrazione.