Aztec

di Redazione Gamesurf
Oltre a essere causa di crisi epilettiche, di isolamento dalla società e oggetto di indagini del PM Guariniello, i videogiochi possono essere anche un utile strumento didattico. Lo dimostra la francese Cryo, che da un po' di tempo si é specializzata nella produzione di prodotti multimediali nei quali la componente ludica non é fine a se stessa, ma piuttosto un veicolo per rendere meno tediosa quella storico-culturale. Dopo le esperienze di Versailles, Egypt e China, é la volta di scoprire usi e costumi di un popolo d'oltreoceano: gli Aztechi. Sterminati durante una delle tante pagine vergognose della storia dell'umanità, dipinti dai conquistadores spagnoli come esseri primitivi e deformi (massacrare mostri piuttosto che uomini fu apparentemente una buona giustificazione), gli abitanti originari del Messico vantavano tuttavia una società solida e tradizioni affascinanti, rimaste avvolte nel mistero per parecchio tempo, complice la volontà tipica dell'essere umano di cancellare ogni traccia delle sue nefandezze

In collaborazione con France Telecom Multimedia, gli sviluppatori di Cryo hanno raccolto un numero impressionante di informazioni sulla società delle popolazioni precolombiane, realizzando un'enciclopedia completa sotto ogni punto di vista. Per la parte ludica del titolo sono state riprodotte diverse locazioni della capitale azteca, che é possibile esplorare in modalità "visita virtuale" o giocando l'avventura e calandosi nei panni di un giovane cacciatore dell'epoca. In questo caso la lunga introduzione in grafica 3D racconta la leggenda della fondazione della capitale dell'impero Azteco: Tenochtitlan, la città d'oro. Diversi anni dopo, quello che era un piccolo villaggio diviene una fiorente città al culmine del suo splendore
"Piccolo Serpente" é un abitante di questa città, nonché un abile cacciatore e proprio durante una battuta di caccia si imbatte nell'aggressione di un nobile per mano di un guerriero. Nel tentativo di prestare soccorso all'uomo precipitato da un rupe durante lo scontro, viene incastrato dall'assassino che ricompare scortato dalle guardie cittadine. Prima di morire il nobile fa in tempo a consegnare a Piccolo Serpente un medaglione e a raccomandarsi di fare il possibile per incontrare il poeta Tlatli. Ancora confuso dall'accaduto e braccato dalle guardie, il giovane cacciatore riesce a fuggire nella foresta nella quale non ha problemi a far perdere le sue tracce