Aztec
di
Redazione Gamesurf
Gli eventi seguono il loro binario, senza che ci sia mai una reale difficoltà o senza che si rimanga più di 5 secondi fermi a pensare il da farsi. L'interazione con gli altri personaggi é pressoché nulla e le possibili scelte nei dialoghi sono spesso limitate a due, delle quali una palesemente da scartare
Tecnicamente non c'é nulla che faccia gridare al miracolo, anzi, l'Omni3D mostra dei grossi limiti, presentando immagini a tratti un tantino sgranate e una fissità deprimente anche nelle sezioni sulla canoa, dove l'acqua del fiume é immobile come asfalto. Anche i personaggi principali, per quanto ben realizzati, sono parecchio immobili e le loro animazioni spesso si riducono a quelle delle labbra. La parte sonora presenta alcune musiche caratteristiche abbastanza gradevoli e i dialoghi completamente parlati (La versione in nostro possesso é in inglese, ma é già presente nei negozi quella completamente localizzata in italiano)
Come detto in precedenza gli enigmi non sono mai troppo complicati, anche se bisogna notare la presenza di alcune trovate originali, come dover completare la costruzione di uno scudo comprando al mercato il materiale mancante. La modalità esplorativa non si discosta troppo da quella giocata, rivelandosi anzi un tantino deludente e concedendo di visitare un numero di locazioni ancora minore. Decisamente ben realizzati sono invece i filmati, sia quello introduttivo sia quelli riprodotti durante l'avventura. Rimane l'enciclopedia nella quale é ammirevole la quantità di documentazione raccolta, che copre tutta la storia del popolo Azteco, nonché l'organizzazione e la fruibilità della stessa. Consigliato a chi ha nipoti o cugini in età scolare e vuole fare un regalo intelligente o a chi cerca una maniera alternativa per scoprire l'affascinante storia di una civiltà misteriosa.
Tecnicamente non c'é nulla che faccia gridare al miracolo, anzi, l'Omni3D mostra dei grossi limiti, presentando immagini a tratti un tantino sgranate e una fissità deprimente anche nelle sezioni sulla canoa, dove l'acqua del fiume é immobile come asfalto. Anche i personaggi principali, per quanto ben realizzati, sono parecchio immobili e le loro animazioni spesso si riducono a quelle delle labbra. La parte sonora presenta alcune musiche caratteristiche abbastanza gradevoli e i dialoghi completamente parlati (La versione in nostro possesso é in inglese, ma é già presente nei negozi quella completamente localizzata in italiano)
Come detto in precedenza gli enigmi non sono mai troppo complicati, anche se bisogna notare la presenza di alcune trovate originali, come dover completare la costruzione di uno scudo comprando al mercato il materiale mancante. La modalità esplorativa non si discosta troppo da quella giocata, rivelandosi anzi un tantino deludente e concedendo di visitare un numero di locazioni ancora minore. Decisamente ben realizzati sono invece i filmati, sia quello introduttivo sia quelli riprodotti durante l'avventura. Rimane l'enciclopedia nella quale é ammirevole la quantità di documentazione raccolta, che copre tutta la storia del popolo Azteco, nonché l'organizzazione e la fruibilità della stessa. Consigliato a chi ha nipoti o cugini in età scolare e vuole fare un regalo intelligente o a chi cerca una maniera alternativa per scoprire l'affascinante storia di una civiltà misteriosa.
Aztec
Aztec
Aztec è un titolo contraddittorio, da un lato c'è l'enciclopedia che farebbe la gioia di mamme e insegnanti, dall'altro una parte giocata abbastanza "debole", che non è certamente in grado di coinvolgere il giocatore veterano. Condannarlo senza appello sarebbe ingiusto, almeno per quanto riguarda la completezza e l'organizzazione dell'enciclopedia elettronica, facilmente navigabile come un normale ipertesto e accessibile anche dal gioco stesso. Probabilmente un pubblico giovane potrebbe anche gradire le avventure di Piccolo Serpente e la difficoltà certamente non elevata, potrebbe essere interpretata anche in quest'ottica. Tuttavia chi è interessato alla sola parte giocata farebbe meglio a pensarci su e magari a rivolgersi verso produzioni prettamente ludiche.