Azurik: Rise of Perathia

Azurik Rise of Perathia
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A ben vedere, l'intera vicenda non brilla di eccessiva originalità o pathos; ad ogni modo l'insolita vastità dei livelli da esplorare, unita a una buona varietà di personaggi prettamente fantastici, contribuisce ad accendere l'interesse del giocatore
NON BLU MA GRIGIO NOIA
Purtroppo, però, dal lato prettamente giocoso, Azurik: Rise of Perathia si mostra inaspettatamente povero: il cuore del gameplay é scarno, minato da serie lacune sia nel ritmo dell'azione sia nell'organizzazione dei vari livelli. Per la maggior parte del tempo richiesto al completamento dell'avventura, il giocatore potrà trovarsi di fronte a solo due tipi di situazioni: risoluzione di enigmi e mediobrevi, nemmeno troppo intense, fasi di combattimento
Azurik: Rise of Perathia
Uno scorcio di Perathia

In entrambi i casi, il punto cardine dell'azione può essere riscontrato nell'utilizzo del potere elementale; durante il prosieguo della vicenda, infatti, Azurik avrà modo di recuperare gradualmente vari frammenti dei dischi sacri, riuscendo quindi a padroneggiare parzialmente il potere ad essi associato: se la cosa risulta piuttosto intuitiva durante le fasi di combattimento, anche grazie a una semplice associazione visiva con i tasti del pad Xbox (dove a ogni colore corrisponde il relativo elementale), nella risoluzione di enigmi potrebbe presentare qualche grattacapo in più
Spesso, ad esempio, per demolire un muro di ghiaccio, non basta il solo impiego del fuoco e magari si dovrà provvedere a raccogliere apposite gemme o smeraldi per potenziare temporaneamente il proprio potere. Il vero punto di contrasto con l'ottimo impiego del fattore elementale é però costituito da un'eccesiva dispersività dell'azione di gioco: troppo spesso, per trovare un passaggio o per risolvere un enigma, si é costretti a vagare frustrati per i sentieri di un regno veramente vasto, ma che senza un obbiettivo ben scolpito da seguire potrebbe facilmente portare alla noia
Tanto più che, di frequente, ci si trova a girovagare alla ricerca di parti e oggetti che troppo spesso vanno a confondersi con alcuni discutibili accostamenti cromatici scelti per i fondali. La cosa é poi resa ancora più frustrante e di difficile sopportazione da un pessimo sistema di gestione dei salvataggi, eccessivamente sporadico e rarefatto in relazione alla vastità delle locazioni e che porta in più di un'occasione a inutili quanto inevitabili fini premature. In più, la buona varietà di approcci selezionabili nel combattimento, la buona commistione tra semplici fendenti e colpi magici, viene vanificata da una gestione dell'inquadratura a dir poco discutibile che costringe troppo spesso il giocatore a ruotare in modo "paranoico" la telecamera, anche a causa di una visuale predefinita inutile all'esplorazione e soggetta a pericolose "zone visive morte" nei confronti di quei nemici che non si avvicinino ben frontalmente
Azurik: Rise of Perathia
6.5

Voto

Redazione

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Azurik: Rise of Perathia

Azurik: Rise of Perathia parte con alcune buone e indiscutibili qualità, come la suggestiva ambientazione, la vastità degli scenari e una trama di fondo forse un po' banale, ma comunque accettabile. Il problema è che queste qualità da sole seppur corroborate da un buon sistema di combattimento e di utilizzo dei poteri elementali non possono far fronte a una realizzazione tecnica traballante, che oltre a portare in dote alti e bassi visivi discutibili, si trascina stancamente a causa di una pessima gestione delle inquadrature e di un sistema di salvataggio sin troppo frustrante. Aggiungiamo un pizzico di noia e dispersività e otterremo un titolo da evitare, soprattutto agli attuali prezzi di importazione.