Backpack Hero, impara l’arte e mettila nello zaino – Recensione PC
La recensione del dungeon crawler in chiave roguelike di Jaspel, un viaggio nei meandri del proprio inventario, con giusto una punta di ActRaiser
La gestione a griglia degli inventari concede dai tempi di Resident Evil 4 di tenere ordinata la propria roba in modo pulito e funzionale, ma all’atto pratico una volta stipato l’essenziale non c’è davvero utilità nel modo in cui vengono posizionate armi, munizioni, oggetti e quant’altro, se non soddisfare il proprio OCD. E se così non fosse?
Entra in scena Backpack Hero, il nuovo (diciamo tra virgolette, è disponibile su PC e console da più di un mese NdR) titolo in pixel art realizzato da Jaspel, Different Tales e IndieArk, dove equipaggiamento e inventario coincidono, e la loro disposizione nel nostro zaino magico determinerà l’assortimento di abilità e strategie che potremo utilizzare in battaglia. L’ennesima scusa per calarsi in qualche polveroso dungeon e partire alla volta di un’avventura roguelike.
La vicenda si apre con la nostro protagonista, il topo Purse, che rinviene in una delle sue spedizioni uno zaino magico, molto più capiente all’interno di quanto non sembri, e subito veniamo catapultati nei primi combattimenti in vece di tutorial. L’interfaccia è intuitiva e semplice da gestire ma nasconde numerose implicazioni.
Durante l’esplorazione dei dungeon, generati proceduralmente e navigabili tramite apposta mappa, con eventi e incontri ben evidenziati (nessuna sorpresa o trabocchetti quindi), avremo sempre bene in vista il contenuto dell’inventario. Qui stiperemo armi, scudi, armature, consumabili, accessori, reliquie e quant’altro, ognuno dei quali fornirà svariati effetti a seconda della loro disposizione nella griglia e degli oggetti nelle loro vicinanze.
Con armi e scudi sarà sufficiente cliccarle per attivare l’effetto, e cioè infliggere danno al bersaglio agganciato o aggiungere armatura (il sistema è molto simile a quanto visto in Slay the Spire, con i nemici che anticipano le mosse per consentire di prepararci); elmi e calzature forniranno bonus difensivi all’inizio del turno in proporzione alla quantità di righe rispettivamente sotto e sopra di loro; gli archi sparano tutte le prime frecce alla loro destra, e queste ultime infliggeranno maggiori danni in base alla quantità di caselle vuote sulla loro traiettoria, e sono solo alcuni esempi.
Ci sono tantissime sinergie da scoprire per mettere su una serie di archetipi tramite i 5 personaggi selezionabili, con centinaia di oggetti da collezionare, e poiché le ricompense sono casuali dopo ogni scontro non si sa mai in cosa potrebbe trasformarsi la propria build. E per un pizzico di strategia in più ci sono anche una serie di missioni che ci obbligano a portare dietro strumenti particolari, oppure a iniziare con un dato equipaggiamento, vuoi per insegnarci a usarli oppure per sbloccare ricompense particolari. Quantità e varietà sulla carta insomma non mancano.
Tra un viaggio e l’altro faremo ritorno al nostro villaggio, un borgo in principio distrutto ma che avremo modo di ripristinare con le risorse recuperate nei dungeon. Accumulando cibo, materiale edile e tesori potremo infatti costruire strutture dove ospitare nuovi abitanti, sviluppare nuovi oggetti che potremmo rinvenire nelle varie sessioni e soddisfare le richieste dei paesani, che garantiranno ulteriore carne sul fuoco. E in tutto questo avremo modo di edificare e posizionare liberamente case, palazzi, decorazioni (che migliorano l’efficienza delle strutture dello stesso tipo vicine) e persino la pavimentazione (come campi o sentieri), permettendoci di assemblare la cittadina come meglio crediamo (quattrini permettendo).
Questo alternare fra l'anima dungeon crawler e quella gestionale ci hanno riportato alla mente il buon vecchio ActRaiser di Quintet e il Dark Cloud di Level-5, sebbene a livello di gameplay il titolo Jaspel si avvicini più al già citato Slay the Spire, almeno una volta nelle segrete. Il tempo trascorso nel villaggio è piuttosto piacevole, sia che si utilizzi un pad che mouse e tastiera, e i dialoghi con i tanti NPC sono ben scritti.
Tra le problematiche riscontrate dobbiamo invece lamentare una certa lentezza nella progressione di gioco. Nella recensione di Dave the Diver di qualche giorno fa abbiamo esaltato come ci fosse sempre qualcosa di nuovo da fare e/o vedere; in Backpack Hero invece, dopo un inizio scoppiettante, il ritmo a cui si accede a nuovi contenuti rallenta in modo drammatico.
Certo, ci sono tante missioni e richieste da portare a termine, ma il processo è alquanto stantio, e ci vede percorrere gli stessi luoghi dozzine di volte, senza particolari variazioni. Sulla stessa scia, anche il sistema di combattimento, nonostante l’enorme potenziale offerto dallo zaino magico, si risolve in maniera non troppo dissimile tra le varie build.
Vero, possiamo creare un setup spada e scudo con quintali di consumabili, ammassare una caterva di pugnali con generazione passiva dell’armatura e buff al danno, oppure investire in un corredo da mago con una fitta rete di pietre del mana e accessori interconnessi, e giocarle regala grandi soddisfazioni quando la strategia ingrana e il loot non delude, ma il numero di sessioni necessarie per andare avanti nella trama non è equiparabile alla rosa di tattiche attuabili. Ciò significa che dopo un po’ (anche con oltre 800 oggetti tra cui scegliere) il fattore novità scema e si ha l’impressione di girare in tondo.
Rendere le prime ore di gioco più avvincenti (anziché le primissime run e poi quasi il nulla) avrebbe probabilmente giovato il titolo anche sul lungo termine. L’impressione è che il gioco si potrebbe finire piuttosto in fretta, ma veniamo sbarrati da requisiti arbitrari e non dall’effettiva difficoltà dell’esperienza. Anche così ci si diverte, ma avremmo preferito che fossimo noi a dettare l’andatura, non il contrario.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione
Backpack Hero
Un’idea originale e ben implementata, fiaccata però da un’infrastruttura votata al grind che ne smorza il potenziale, costringendo il giocatore a una tiritera lenta e monotona, per fortuna sempre divertente; il supporto alle mod della community potrebbe alleviare questa lacuna. Consigliato se cercate passatempi dalla premessa intrigante, semplici e caratterizzati da un’insospettabile profondità.