Baldur's Gate II: Shadows of Amn
di
Redazione Gamesurf
Baldur's Gate II introduce il concetto di "kit" delle classi dei personaggi: in pratica, dopo aver scelto la razza di appartenenza del vostro personaggio (tra le quali spunta la simpatica etnia dei mezzi-orchi, inedita per la serie, se non erro) si potrà passare alla selezione del "mestiere", della "classe" cui apparterrà. Se nel primo capitolo parlavamo delle canoniche classi "base" di Advanced D&D, qui per ciascuna di esse sono definiti tre "kit", definibili come "specializzazioni", che permettono una "customizzazione" del personaggio raramente raggiunta in giochi analoghi. La lista delle combinazioni é così estesa che sicuramente vi verrà voglia di fare molte e molte prove prima di cominciare a giocare seriamente, senza contare che alcune classi particolari mostreranno la propria vera potenza solo avanzando con i livelli di esperienza. I personaggi appena creati partono con un ammontare dei suddetti punti esperienza pari a 89.000 e possono raggiungere la vertiginosa cima di 2.950.000 punti: immaginate solo che razza di "mostri" potrete controllare in fase avanzata di gioco..
Descrivere tutto il regolamento del gioco significherebbe in pratica trascrivere pagine intere dei dettagliati manuali di Dungeons & Dragons, per cui ci limiteremo a sottolineare come la maggior parte delle più importanti regole siano state portate "pare pare" nel gioco, mentre altre sono state leggermente "adattate" per sposarsi meglio con il mondo videoludico: il risultato farà sicuramente felici gli amanti del caro vecchio Advanced D&D
INFINITY ENGINE E IL MONDO CHE VORREMMO
Creato (o "importato") il personaggio e gustata la scarna introduzione del gioco ci si ritroverà imprigionati nella città di Athkatla, nelle grinfie di un arcigno mago (pericoloso fan del dottor Frankenstein, a dire il vero...), dal quale riusciremo a fuggire tramite un colpo di fortuna (e grazie all'aiuto di una vecchia conoscenza...). E' nostra intenzione non svelare il benché minimo particolare della sfaccettata trama del gioco (leggete dunque tranquillamente il resto della recensione se siete interessati all'acquisto del gioco), per cui vi basti sapere che dopo una rocambolesca fuga vi troverete nella bellissima (ma infida) città sopra citata e già un piccolo giro per le sue vie vi farà comprendere che qualcosa, rispetto al primo Baldur's Gate, é veramente cambiato. A fronte di una serie di aspetti rimasti più o meno invariati, come ad esempio l'interfaccia dei controlli, ciò che salta immediatamente all'occhio é la maggiore cura riposta nella caratterizzazione del mondo che circonda i nostri eroi. Abitanti, negozi, costruzioni, tutto sembra più realistico di quanto visto fino ad ora: l'esperienza maturata in anni di sviluppo sull'Infinity Engine (cuore di Baldur's Gate, Planetscape: Torment e Icewind Dale , per intenderci) ha portato finalmente i frutti promessi da tanto tempo, a quanto pare. Dopo i ricordi del mondo di Daggerfall ci troviamo probabilmente davanti al mondo fantasy virtuale più definito e realistico mai creato per un videogioco, studiato nei minimi particolari e "temporizzato" ottimamente col suo scorrere delle giornate. Insomma, molti giocatori speranzosi si sentiranno finalmente "a casa propria", anche se le numerose persone in attesa di un vero e proprio "simulatore di vita sociale fantasy" (e sono parecchie, compresa una larga parte del sottoscritto...) rimarranno ancora una volta deluse: nemmeno Baldur's Gate II, pur nella sua buona volontà, potrà placare la loro ambiziosa sete, specie a causa di una scarsa interazione con i personaggi secondari del gioco e di una certa sterilità nella maggior parte dei dialoghi. Fortunatamente, ora i combattimenti (affrontabili sia in tempo reale che in una sorta di struttura a turni) sono realmente "confinati" al proprio ruolo (sempre di primo piano, sia chiaro), lasciando più spazio all'esplorazione vera e propria e permettendo l'inserimento nel gioco di una buona dose di enigmi, di cui si sentiva tanto la mancanza nel primo capitolo della serie
Descrivere tutto il regolamento del gioco significherebbe in pratica trascrivere pagine intere dei dettagliati manuali di Dungeons & Dragons, per cui ci limiteremo a sottolineare come la maggior parte delle più importanti regole siano state portate "pare pare" nel gioco, mentre altre sono state leggermente "adattate" per sposarsi meglio con il mondo videoludico: il risultato farà sicuramente felici gli amanti del caro vecchio Advanced D&D
INFINITY ENGINE E IL MONDO CHE VORREMMO
Creato (o "importato") il personaggio e gustata la scarna introduzione del gioco ci si ritroverà imprigionati nella città di Athkatla, nelle grinfie di un arcigno mago (pericoloso fan del dottor Frankenstein, a dire il vero...), dal quale riusciremo a fuggire tramite un colpo di fortuna (e grazie all'aiuto di una vecchia conoscenza...). E' nostra intenzione non svelare il benché minimo particolare della sfaccettata trama del gioco (leggete dunque tranquillamente il resto della recensione se siete interessati all'acquisto del gioco), per cui vi basti sapere che dopo una rocambolesca fuga vi troverete nella bellissima (ma infida) città sopra citata e già un piccolo giro per le sue vie vi farà comprendere che qualcosa, rispetto al primo Baldur's Gate, é veramente cambiato. A fronte di una serie di aspetti rimasti più o meno invariati, come ad esempio l'interfaccia dei controlli, ciò che salta immediatamente all'occhio é la maggiore cura riposta nella caratterizzazione del mondo che circonda i nostri eroi. Abitanti, negozi, costruzioni, tutto sembra più realistico di quanto visto fino ad ora: l'esperienza maturata in anni di sviluppo sull'Infinity Engine (cuore di Baldur's Gate, Planetscape: Torment e Icewind Dale , per intenderci) ha portato finalmente i frutti promessi da tanto tempo, a quanto pare. Dopo i ricordi del mondo di Daggerfall ci troviamo probabilmente davanti al mondo fantasy virtuale più definito e realistico mai creato per un videogioco, studiato nei minimi particolari e "temporizzato" ottimamente col suo scorrere delle giornate. Insomma, molti giocatori speranzosi si sentiranno finalmente "a casa propria", anche se le numerose persone in attesa di un vero e proprio "simulatore di vita sociale fantasy" (e sono parecchie, compresa una larga parte del sottoscritto...) rimarranno ancora una volta deluse: nemmeno Baldur's Gate II, pur nella sua buona volontà, potrà placare la loro ambiziosa sete, specie a causa di una scarsa interazione con i personaggi secondari del gioco e di una certa sterilità nella maggior parte dei dialoghi. Fortunatamente, ora i combattimenti (affrontabili sia in tempo reale che in una sorta di struttura a turni) sono realmente "confinati" al proprio ruolo (sempre di primo piano, sia chiaro), lasciando più spazio all'esplorazione vera e propria e permettendo l'inserimento nel gioco di una buona dose di enigmi, di cui si sentiva tanto la mancanza nel primo capitolo della serie
Baldur's Gate II: Shadows of Amn
7.5
Voto
Redazione
Baldur's Gate II: Shadows of Amn
Inaspettato. Credevo, mettendomi davanti a Baldur's Gate II, di trovarmi davanti a un semplice rimaneggiamento del primo episodio e invece mi ritrovo per le mani un'evoluzione vera e propria di un prodotto ai tempi abbastanza valido ma troppo limitato. Possibilità di gioco ampliate, grafica migliorata, longevità elevatissima: tutto quello, insomma, che era lecito attendersi dal seguito di Baldur's Gate è qui in questo nuovo capitolo della saga... E forse anche qualcosina di più. Un'ottima prova di programmazione da parte di Bioware, che dimostra come la cura verso i dettagli e la libertà offerta al giocatore siano ingredienti importanti nella riuscita di un buon gioco. Certo, Shadows of Amn è comunque "condito" da una serie di difetti, come un po' di scattosità nella grafica anche su PC molto potenti, o la tendenza del gioco a "lasciarsi andare" ad un'azione molto più lineare dopo essere progrediti un po' nella trama (diciamo, superata una buona metà del gioco), ma anche considerandoli ciò che rimane è uno dei GDR più belli prodotti negli ultimi tempi, da giocare e rigiocare per molto, molto a lungo. Un acquisto consigliatissimo ai patiti dei GDR "classici" per PC e ai fan di Dungeons & Dragons, e comunque un titolo da suggerire anche a tutti gli altri videogiocatori. Lasciando assolutamente da parte tutti i discorsi relativi a come "dovrebbe" essere o meno un gioco di ruolo su PC, credo proprio che Shadows Of Amn sia realmente uno dei prodotti migliori pubblicati nell'ultimo anno per PC e come tale merita l'attenzione del mondo videoludico. Eccellente.
SECONDO COMMENTO
Prendete Baldur's Gate, miglioratelo un po' dal punto di vista grafico, dategli qualche ritocco al gameplay, una trama più epica con personaggi e nemici più potenti... per il resto niente di nuovo. Dal punto di vista della struttura narrativa non vengono nemmeno sfiorati i livelli raggiunti con Torment e il sentore di agire continuamente per fare scattare meccanismi che consentono di proseguire è fortissimo. L'interazione tra i personaggi è a livelli molto bassi. Le cose da fare sono tantissime, anche se preferisco personalmente giochi con meno quest ma studiate meglio e con personaggi più profondi. La traduzione è mediamente buona, con però dei punti pessimi in cui si stenta a capire il senso delle frasi. Come al solito è, però, un gioco magnetico da cui risulta davvero difficile staccarsi.
Daniele Dellafiore
SECONDO COMMENTO
Prendete Baldur's Gate, miglioratelo un po' dal punto di vista grafico, dategli qualche ritocco al gameplay, una trama più epica con personaggi e nemici più potenti... per il resto niente di nuovo. Dal punto di vista della struttura narrativa non vengono nemmeno sfiorati i livelli raggiunti con Torment e il sentore di agire continuamente per fare scattare meccanismi che consentono di proseguire è fortissimo. L'interazione tra i personaggi è a livelli molto bassi. Le cose da fare sono tantissime, anche se preferisco personalmente giochi con meno quest ma studiate meglio e con personaggi più profondi. La traduzione è mediamente buona, con però dei punti pessimi in cui si stenta a capire il senso delle frasi. Come al solito è, però, un gioco magnetico da cui risulta davvero difficile staccarsi.
Daniele Dellafiore