Banjo Tooie
di
Redazione Gamesurf
GLI EROI DEI NOVE MONDI
Come detto in apertura di recensione, Banjo Tooie rappresenta indiscutibilmente il punto di arrivo (Dove vuoi andare oggi?) della produzione Rare per quel che riguarda la complessità e la completezza con cui viene realizzato un gioco di piattaforme. Non potevamo evitare di iniziare il paragrafo dedicato ai nove mondi di Banjo Tooie in maniera differente
Le avventure dell'orso e del breegull (sinceramente, chiunque sappia esattamente come possa essere tradotto il suddetto termine inglese inerente alla natura di Kazooie, non eviti di segnalarcelo tramite e-mail a: redazione@Freegames) li portano a visitare pericolose miniere, affascinanti templi maya, laghi dalle profondità inesplorate (e inesplorabili), piuttosto che parchi del divertimento che tengono davvero poca fede al loro nome, enormi lande preistoriche, tetre e maleodoranti industrie e chi più ne ha... Ognuno di questi mondi/livelli sono, come da tradizione, legati tra di loro da un collagene (leggasi: mappa comune) chiamato questa volta Isle ò Hags, una regione fornita di tutto punto da teletrasporti vari e assortiti per permettere veloci spostamenti tra le entrate dei livelli e una serie di segreti che, a sua volta, porta la Isle ò Hags ad assomigliare a un livello vero e proprio anch'essa
Dal punto di vista della caratterizzazione i mondi di Banjo Tooie si rivelano azzeccati e assolutamente coinvolgenti: in alcuni casi si potrebbe denunciare una minima manca d'ispirazione, ma si tratta comunque di sparuti quanto inevitabili momenti. Inevitabili perché con il passare del tempo e il proliferare di prodotti simili, offire qualcosa di sinceramente originale é sempre difficile. Nonostante questo alla Rare hanno lavorato sodo e i risultati sono sotto gli occhi di chiunque vorrà versare il giusto obolo al negoziante per acquistare Banjo Tooie. Nuotare nel Jolly Roger's Lagoon, piuttosto che andare alla scoperta dei tanti piani delle Grunty Industries (per dirne due) é decisamente affascinante. Anche e soprattutto per come vengono affrontati ambienti tutto sommato scontati, sia dal punto di vista dello stile grafico che da quello della ricchezza di dettagli e sottigliezze che rendono il tutto davvero divertente e squisitamente... Rare!
Ciò che comunque impressiona maggiormente é lo studio assolutamente maniacale e semplicemente "spiazzante" della struttura dei livelli. La stragrande maggioranza dei mondi di Banjo Tooie é semplicemente enorme nel senso più puro del termine. Al loro confronto le mappe del primo capitolo vengono ridicolizzate, lo stesso Donkey Kong 64 non può far altro che chinare il capo. Quello che più conta é che, comunque, per quanto abnormi i livelli offrono uno studio strutturale curatissimo, quindi con una serie di stanze, corridoi, spazi aperti, specchi d'acqua studiati per intersecarsi tra di loro con grande puntualità e precisione. L'estensione davvero impressionante di ogni mondo é in parte resa più "vivibile" e facilmente gestibile grazie alla presenza di una serie di teletrasporti interni che consentono (una volta scoperti tutti) di raggiungere velocemente i punti più rappresentativi di ogni mondo (eredità, questa, arrivata direttamente da Donkey Kong 64)
Come detto in apertura di recensione, Banjo Tooie rappresenta indiscutibilmente il punto di arrivo (Dove vuoi andare oggi?) della produzione Rare per quel che riguarda la complessità e la completezza con cui viene realizzato un gioco di piattaforme. Non potevamo evitare di iniziare il paragrafo dedicato ai nove mondi di Banjo Tooie in maniera differente
Le avventure dell'orso e del breegull (sinceramente, chiunque sappia esattamente come possa essere tradotto il suddetto termine inglese inerente alla natura di Kazooie, non eviti di segnalarcelo tramite e-mail a: redazione@Freegames) li portano a visitare pericolose miniere, affascinanti templi maya, laghi dalle profondità inesplorate (e inesplorabili), piuttosto che parchi del divertimento che tengono davvero poca fede al loro nome, enormi lande preistoriche, tetre e maleodoranti industrie e chi più ne ha... Ognuno di questi mondi/livelli sono, come da tradizione, legati tra di loro da un collagene (leggasi: mappa comune) chiamato questa volta Isle ò Hags, una regione fornita di tutto punto da teletrasporti vari e assortiti per permettere veloci spostamenti tra le entrate dei livelli e una serie di segreti che, a sua volta, porta la Isle ò Hags ad assomigliare a un livello vero e proprio anch'essa
Dal punto di vista della caratterizzazione i mondi di Banjo Tooie si rivelano azzeccati e assolutamente coinvolgenti: in alcuni casi si potrebbe denunciare una minima manca d'ispirazione, ma si tratta comunque di sparuti quanto inevitabili momenti. Inevitabili perché con il passare del tempo e il proliferare di prodotti simili, offire qualcosa di sinceramente originale é sempre difficile. Nonostante questo alla Rare hanno lavorato sodo e i risultati sono sotto gli occhi di chiunque vorrà versare il giusto obolo al negoziante per acquistare Banjo Tooie. Nuotare nel Jolly Roger's Lagoon, piuttosto che andare alla scoperta dei tanti piani delle Grunty Industries (per dirne due) é decisamente affascinante. Anche e soprattutto per come vengono affrontati ambienti tutto sommato scontati, sia dal punto di vista dello stile grafico che da quello della ricchezza di dettagli e sottigliezze che rendono il tutto davvero divertente e squisitamente... Rare!
Ciò che comunque impressiona maggiormente é lo studio assolutamente maniacale e semplicemente "spiazzante" della struttura dei livelli. La stragrande maggioranza dei mondi di Banjo Tooie é semplicemente enorme nel senso più puro del termine. Al loro confronto le mappe del primo capitolo vengono ridicolizzate, lo stesso Donkey Kong 64 non può far altro che chinare il capo. Quello che più conta é che, comunque, per quanto abnormi i livelli offrono uno studio strutturale curatissimo, quindi con una serie di stanze, corridoi, spazi aperti, specchi d'acqua studiati per intersecarsi tra di loro con grande puntualità e precisione. L'estensione davvero impressionante di ogni mondo é in parte resa più "vivibile" e facilmente gestibile grazie alla presenza di una serie di teletrasporti interni che consentono (una volta scoperti tutti) di raggiungere velocemente i punti più rappresentativi di ogni mondo (eredità, questa, arrivata direttamente da Donkey Kong 64)
Banjo Tooie
8.5
Voto
Redazione
Banjo Tooie
Dopo mesi di attesa e innumerevoli ritardi Rare ci regala un titolo mastodontico a cui va decisamente stretta l'etichetta di gioco di piattaforme 3D. Banjo Tooie trasuda solidità e completezza da ogni pixel, offrendo una longevità storicamente inedita (quantificabile in una trentina di ore almeno per il completamento al 100% del gioco) e una struttura di gioco talmente arricchita da stordire. Di certo non si può tacciare Banjo Tooie di rappresentare una mera operazione commerciale, tantissime sono, infatti, le ristrutturazioni, gli arricchimenti e gli innesti rispetto al primo Banjo & Kazooie, tali che nessun giocatore può sentirsi defraudato di quanto speso per il cartuccione verde targato Rare/Nintendo. La realizzazione tecnica offre forse l'unico tallone d'Achille di un prodotto estremamente valido, per colpa di un frame rate tutt'altro che stabile. Se quindi Banjo Tooie non si può definire sorprendente quanto il primo "inatteso" capitolo o stravolgente quanto un Mario64, può perlomeno giustamente ambire a entrare perlomeno nei primi posti nella classifica del migliore del genere. Potrò rimanere deluso unicamente chi da Banjo Tooie chiedeva cambiamenti radicali o chi, forse, non è portato per una tipologia di gioco votata all'esplorazione di spazi così incredibilmente vasti e all'affrontare un così alto numero di missioni e diverse situazioni. Per tutti gli altri: sapete cosa dovete fare.