Bastion
di
La bellezza di un mondo distrutto
Nell'affollato panorama Live Arcade arriva Bastion, action/RPG nato dallo studio SuperGiant, decisamente ridotto per il numero di dipendenti, ma non certo in affanno se si tratta di cercare nomi di buon livello per quanto riguarda il design ludico. Basti pensare che, tra le sue fila, possiamo trovare lead e co-designer dell'ottimo Command&Conquer 3. Insomma, buone premesse per un titolo che ha scelto, sin dagli inizi del suo sviluppo, di basare le proprie fortune su un aspetto grafico estremamente particolare e tematiche decisamente adulte. Il gioco prende spunto dal gameplay reso celebre dalla saga di Diablo, mettendoci nei panni di Kid, un ragazzo che dovrà farsi strada in ambienti poco amichevoli a suon di armi e abilità speciali.
Il tutto naturalmente ha uno scopo e prende nasce da una ambientazione post-apocalittica. Il nostro mondo é stato totalmente devastato da una non ben precisata Calamità e quel che ne resta é un mix tra macerie e poche strade ancora percorribili che, come d'incanto, prendono vita sotto i nostri stessi piedi. Oltre a Kid sembrano non esservi sopravvissuti (o quasi), mentre mostri di ogni tipo affollano ogni metro disponibile. Unico barlume di vita sembra essere il Bastion un'isola “galleggiante” in mezzo ad un universo sperduto, in cui potremo rifugiarci e tentare di mettere insieme i pezzi che ritroveremo del nostro vecchio mondo. Prende così il via un gioco che, sin dalle prime battute, abbaglia grazie ad un colpo d'occhio coloratissimo, capace di unire una realizzazione in due dimensioni che sfrutta a dovere la qualità dell'alta definizione, mescolando una colorazione fatta di tinte accese e uno stile quasi caricaturale dove i protagonisti mostrano, ad esempio, fattezze dominate da teste sovradimensionate, ma non per questo sgraziate.
La visuale isometrica é logicamente la migliore per gustarsi il tutto, senza dimenticare che, per quanto riguarda il lato tecnico, anche l'audio deve dire la sua parte. E se l'impatto con la grafica é ottimo a partire dalle prime schermate, anche il sonoro fa capire subito quanto si sia lavorato a riguardo. Avremo sempre una voce fuoricampo a farci compagnia, sia se si tratti di raccontare brani di trama, sia che si debba commentare il comportamento di Kid, elogiandone un particolare colpo o deriderne, ma sempre con classe, una caduta (e ne vedrete tante, con il mondo in stile “puzzle”) o un altro errore. Le musiche poi offrono brani cantati di grande atmosfera, mixati a dovere con silenzi e, soprattutto, con un mondo totalmente in rovina e le avventure di un ragazzo più solo che mai. Niente da dire: tecnicamente i SuperGiant sanno regalare gioie.
Tessere di gameplay
L'esperienza di gioco offerta da Bastion non si discosta molto dai capisaldi del genere action/RPG, con il protagonista impegnato ad utilizzare le armi a propria disposizione per uccidere le frotte di mostri che gli si pareranno davanti, cercando di sfruttare al meglio colpi segreti e pozioni curative. Insomma, si va avanti alla ricerca dell'obiettivo momentaneo facendo una mattanza indiscriminata cercando comunque di gestire le proprie opzioni visto che, i nemici, avranno tipologie differenti di attacchi, purtroppo però sempre legate a pattern abbastanza prevedibili. La varietà scarseggia, sostenuta quantomeno dalla possibilità di trovare una manciata di armi differenti che daranno un diverso approccio alla battaglia: armarsi di pistole e martello sarà ben diverso dall'utilizzare l'arco e la lancia. Insomma, potrete trovare, tra un livello e l'altro, il vostro modo preferito per combattere, senza scordare che i nemici più grossi potrebbero necessitare di particolari tattiche per essere abbattuti più facilmente.
Ogni volta che termineremo un livello torneremo nel Bastion a ricostruire un piccolo pezzetto di civiltà che ci servirà ad essere più potenti. L'armeria, la bottega del fabbro, il tempio e via dicendo, tutti luoghi che dovremo sfruttare per migliorare le nostre armi e le nostre capacità, più qualche piccola sorpresa che é inutile rovinarvi in questa sede. Tutto secondo la norma di questa tipologia di titoli, in cui però si sente la mancanza di “quel qualcosa in più” che riesca a portare l'esperienza di gioco oltre alla semplice sufficienza, con invece la ripetitività a nascondersi dietro ogni angolo. A tenere altro l'interesse dell'utente é, più che altro, una trama con qualche spunto d'interesse, sebbene non certo del tutto innovativa.
Inoltre, fatta salva la presenza di alcuni livelli bonus, riuscirete a portare a termine l'avventura di Kid in una manciata di ore, assegnando a Bastion una longevità decisamente bassa, sebbene sia possibile rigiocare il tutto con il salvataggio finale (mantenendo esperienza e bonus) e ci siano due “end” differenti da scoprire. Pesa, inoltre, la totale mancanza di multiplayer, sia in locale che online. La presenza di poche armi da usare, sebbene migliorabili, compie il resto: tutti sappiamo quanto titoli come Diablo abbiano fatto parte della loro fortuna grazie anche ad uno sconfinato campionario di equipaggiamenti. Dunque i 1200 Microsoft Point necessari per acquistare Bastion sono da considerarsi una spesa possibile, ma non certo “obbligata”. Un titolo piacevole e divertente, ma non indimenticabile se non nel suo lato tecnico, indiscutibilmente di prim'ordine. Onore comunque al team di sviluppo che, con pochi mezzi, riesce a guadagnarsi una meritata vetrina.
Nell'affollato panorama Live Arcade arriva Bastion, action/RPG nato dallo studio SuperGiant, decisamente ridotto per il numero di dipendenti, ma non certo in affanno se si tratta di cercare nomi di buon livello per quanto riguarda il design ludico. Basti pensare che, tra le sue fila, possiamo trovare lead e co-designer dell'ottimo Command&Conquer 3. Insomma, buone premesse per un titolo che ha scelto, sin dagli inizi del suo sviluppo, di basare le proprie fortune su un aspetto grafico estremamente particolare e tematiche decisamente adulte. Il gioco prende spunto dal gameplay reso celebre dalla saga di Diablo, mettendoci nei panni di Kid, un ragazzo che dovrà farsi strada in ambienti poco amichevoli a suon di armi e abilità speciali.
Il tutto naturalmente ha uno scopo e prende nasce da una ambientazione post-apocalittica. Il nostro mondo é stato totalmente devastato da una non ben precisata Calamità e quel che ne resta é un mix tra macerie e poche strade ancora percorribili che, come d'incanto, prendono vita sotto i nostri stessi piedi. Oltre a Kid sembrano non esservi sopravvissuti (o quasi), mentre mostri di ogni tipo affollano ogni metro disponibile. Unico barlume di vita sembra essere il Bastion un'isola “galleggiante” in mezzo ad un universo sperduto, in cui potremo rifugiarci e tentare di mettere insieme i pezzi che ritroveremo del nostro vecchio mondo. Prende così il via un gioco che, sin dalle prime battute, abbaglia grazie ad un colpo d'occhio coloratissimo, capace di unire una realizzazione in due dimensioni che sfrutta a dovere la qualità dell'alta definizione, mescolando una colorazione fatta di tinte accese e uno stile quasi caricaturale dove i protagonisti mostrano, ad esempio, fattezze dominate da teste sovradimensionate, ma non per questo sgraziate.
La visuale isometrica é logicamente la migliore per gustarsi il tutto, senza dimenticare che, per quanto riguarda il lato tecnico, anche l'audio deve dire la sua parte. E se l'impatto con la grafica é ottimo a partire dalle prime schermate, anche il sonoro fa capire subito quanto si sia lavorato a riguardo. Avremo sempre una voce fuoricampo a farci compagnia, sia se si tratti di raccontare brani di trama, sia che si debba commentare il comportamento di Kid, elogiandone un particolare colpo o deriderne, ma sempre con classe, una caduta (e ne vedrete tante, con il mondo in stile “puzzle”) o un altro errore. Le musiche poi offrono brani cantati di grande atmosfera, mixati a dovere con silenzi e, soprattutto, con un mondo totalmente in rovina e le avventure di un ragazzo più solo che mai. Niente da dire: tecnicamente i SuperGiant sanno regalare gioie.
Tessere di gameplay
L'esperienza di gioco offerta da Bastion non si discosta molto dai capisaldi del genere action/RPG, con il protagonista impegnato ad utilizzare le armi a propria disposizione per uccidere le frotte di mostri che gli si pareranno davanti, cercando di sfruttare al meglio colpi segreti e pozioni curative. Insomma, si va avanti alla ricerca dell'obiettivo momentaneo facendo una mattanza indiscriminata cercando comunque di gestire le proprie opzioni visto che, i nemici, avranno tipologie differenti di attacchi, purtroppo però sempre legate a pattern abbastanza prevedibili. La varietà scarseggia, sostenuta quantomeno dalla possibilità di trovare una manciata di armi differenti che daranno un diverso approccio alla battaglia: armarsi di pistole e martello sarà ben diverso dall'utilizzare l'arco e la lancia. Insomma, potrete trovare, tra un livello e l'altro, il vostro modo preferito per combattere, senza scordare che i nemici più grossi potrebbero necessitare di particolari tattiche per essere abbattuti più facilmente.
Ogni volta che termineremo un livello torneremo nel Bastion a ricostruire un piccolo pezzetto di civiltà che ci servirà ad essere più potenti. L'armeria, la bottega del fabbro, il tempio e via dicendo, tutti luoghi che dovremo sfruttare per migliorare le nostre armi e le nostre capacità, più qualche piccola sorpresa che é inutile rovinarvi in questa sede. Tutto secondo la norma di questa tipologia di titoli, in cui però si sente la mancanza di “quel qualcosa in più” che riesca a portare l'esperienza di gioco oltre alla semplice sufficienza, con invece la ripetitività a nascondersi dietro ogni angolo. A tenere altro l'interesse dell'utente é, più che altro, una trama con qualche spunto d'interesse, sebbene non certo del tutto innovativa.
Inoltre, fatta salva la presenza di alcuni livelli bonus, riuscirete a portare a termine l'avventura di Kid in una manciata di ore, assegnando a Bastion una longevità decisamente bassa, sebbene sia possibile rigiocare il tutto con il salvataggio finale (mantenendo esperienza e bonus) e ci siano due “end” differenti da scoprire. Pesa, inoltre, la totale mancanza di multiplayer, sia in locale che online. La presenza di poche armi da usare, sebbene migliorabili, compie il resto: tutti sappiamo quanto titoli come Diablo abbiano fatto parte della loro fortuna grazie anche ad uno sconfinato campionario di equipaggiamenti. Dunque i 1200 Microsoft Point necessari per acquistare Bastion sono da considerarsi una spesa possibile, ma non certo “obbligata”. Un titolo piacevole e divertente, ma non indimenticabile se non nel suo lato tecnico, indiscutibilmente di prim'ordine. Onore comunque al team di sviluppo che, con pochi mezzi, riesce a guadagnarsi una meritata vetrina.