Battle Realms
di
Redazione Gamesurf
Mai come nel corso del 2001 la scena videoludica per PC si é fatta così densa di strategici in tempo reale di ogni tipo. Un'esplosione, in progressione geometrica, un fenomeno inarrestabile che ha soltanto pochi termini di paragone: i picchiaduro dopo Street Fighter II e gli sparatutto dopo Doom. Negli ultimi mesi abbiamo assistito al lancio di una sequela di strategici, uno più mastodontico dell'altro, sempre più realistici, sempre più carichi di statistiche. Ed Del Castillo, che questo fenomeno ha contribuito a crearlo in prima persona con Command and Conquer sembra sia stato ad osservare per un po' per poi tirare le somme con un titolo che esprime una visione molto personale e ponderata di ciò che uno strategico dovrebbe essere e di cosa può lasciarsi alle spalle. Battle Realms é quella visione
KENJI SALVERA' IL MONDO?
Mentre molti strategici si dibattono nel creare una riproduzione più realistica possibile della Seconda Guerra Mondiale o del Medioevo, Battle Realms si astiene da ogni pretesa di verosimiglianza per farci immergere in un Giappone feudale alternativo, in parte credibile per i costumi, l'architettura degli edifici o le armi, in parte un distillato di elementi fantasy con richiami alla filosofia orientale e alle suggestioni dei role playing game. Uno scenario che é un mondo a parte con impressa la cifra del suo creatore come solo le opere d'autore possono essere. In Battle Realms i protagonisti non sono più solamente masse di soldati identici gli uni agli altri, ma i signori della guerra, che combattono accanto ai propri uomini, un incrocio tra gli shogun che decidevano epiche battaglie dai loro scranni e i samurai che le affrontavano in prima persona. Kenji é uno di loro, il nostro alter ego in quello story mode che costituisce la principale attrazione di Battle Realms nella modalità giocatore singolo. Quando Kenji entra in scena le rovine di quello che una volta era l'impero più fastoso e potente di tutti, il clan del Drago, hanno lasciato posto alle barbarie e alla distruzione
KENJI SALVERA' IL MONDO?
Mentre molti strategici si dibattono nel creare una riproduzione più realistica possibile della Seconda Guerra Mondiale o del Medioevo, Battle Realms si astiene da ogni pretesa di verosimiglianza per farci immergere in un Giappone feudale alternativo, in parte credibile per i costumi, l'architettura degli edifici o le armi, in parte un distillato di elementi fantasy con richiami alla filosofia orientale e alle suggestioni dei role playing game. Uno scenario che é un mondo a parte con impressa la cifra del suo creatore come solo le opere d'autore possono essere. In Battle Realms i protagonisti non sono più solamente masse di soldati identici gli uni agli altri, ma i signori della guerra, che combattono accanto ai propri uomini, un incrocio tra gli shogun che decidevano epiche battaglie dai loro scranni e i samurai che le affrontavano in prima persona. Kenji é uno di loro, il nostro alter ego in quello story mode che costituisce la principale attrazione di Battle Realms nella modalità giocatore singolo. Quando Kenji entra in scena le rovine di quello che una volta era l'impero più fastoso e potente di tutti, il clan del Drago, hanno lasciato posto alle barbarie e alla distruzione
Battle Realms
Battle Realms
Battle Realms è un titolo che condensa l'essenza degli strategici in tempo reale in una formula altamente coinvolgente. Ed Del Castillo e i suoi collaboratori hanno saputo caricare di simbolismo e, aggiungerei, di filosofia, ciò che in altri titoli erano solo numeri e statistiche, in questo modo, superando la grandeur di molti strategici imponenti, hanno restituito umanità a questo genere di giochi. Riducendo il numero d'unità gestibili hanno semplificato un modello che rischiava di diventare complicato e stressante. Strategicamente, hanno favorito la qualità sulla quantità e hanno implementato un'interfaccia semplice da gestire. Graficamente Battle Realms si fa vanto di una grafica 3D stracolma di effetti che fa entrare a pieno merito anche gli strategici nel mondo delle tre dimensioni. Tatticamente non è altrettanto innovativo, se si esclude l'alchimia delle unità, ma il particolare gameplay lo rende forse lo strategico più divertente oggi sul mercato. Fatevi un regalo di Natale e compratelo, si astengano solamente coloro che odiano gli strategici!