Battlefield 2: Modern Combat
La serie Battlefield è sicuramente una delle più note e giocate tra gli utenti pc: la sua caratteristica principale, ovvero l'essere stata progettata appositamente per le sfide online, l'ha infatti resa una dei maggiori successi per le battaglie sulla grande rete. L'esordio avvenne con Battlefield 1942, seguito poi da Battlefield 2, ampliato a sua volta dall'expansion disc intitolato Special Forces, capace di saziare la fame di novità dei giocatori fino all'uscita di un ipotetico ulteriore sequel. Questo è il notevole curriculum della serie targata EA, ottenuto su un unico fronte: quello dei pc.
Siamo invece qui a parlare di un altro avvenimento, ovvero dello sbarco della serie sulle più diffuse console, compresa la PS2: il gioco in questione si chiama Battlefield 2: Modern Combat, il quale a discapito del "2" che figura nel titolo, è alla sua primissima apparizione sulla console Sony, frutto di un lavoro di adattamento a quelle che sono le esigenze delle nuove piattaforme.
La prima trasformazione di adeguamento si è resa necessaria per venire incontro alla principale necessità degli utenti delle console, che vedono il gioco in rete come un'opzione accessoria alla vera esperienza di gioco, la campagna in single player (non bisogna dimenticare come gli episodi per pc non abbiano mai presentato una campagna offline degna di tale nome). In questo B2MC, infatti, è stata inserita una serie di 20 missioni da affrontare in solitudine, affiancata all'immancabile sfida online che vede impegnati fino a 24 giocatori su 13 mappe.
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Lavoro di squadra
Come detto, la modalità principale è rappresentata dalla campagna single player, ambientata in un Kazakhstan protagonista di tafferugli, tanto da indurre gli Stati Uniti a mandare le sue truppe per ripristinare una situazione di tranquillità. I vicini cinesi, tuttavia, vedono di mal occhio questo dispiegamento di forze, quindi mandano anch'essi il loro contributo con l'obiettivo di mantenere la loro influenza (non aviaria) sul territorio in rivolta. Inevitabili, ovviamente, gli scontri.
Questa è la trama del gioco, piuttosto ben scritta e non priva di colpi di scena, che accompagna l'evoluzione dei fatti lungo i 20 capitoli che dovrete affrontare.
La caratteristica principale di questo B2MC è il fatto che, al pari delle partite di calcio, la vittoria finale sarà frutto di un intenso lavoro dell'intero collettivo, in cui a ciascuno è assegnato un ben preciso compito da assolvere. Per questo motivo non vi sarà assegnato un singolo uomo da comandare, bensì l'intero esercito, anche se non simultaneamente: l'HotSwap, infatti, è il sistema che consente di passare ai comandi dell'uomo giusto per assolvere una determinata mansione, oppure semplicemente per viaggiare rapidamente lungo le vaste aree teatro degli scontri. Al fine di effettuare uno "scambio caldo" sarà sufficiente inquadrare un compagno d'armi, notare il cambiamento di colore del simbolo che si erge sulla sua testa, quindi premere quadrato. In questo modo anima e corpo del giocatore verranno proiettati verso l'obiettivo, permettendone il controllo.
Scambio caldo
La funzione principale dell'HotSwap, come detto, consiste nel permettere di impersonare l'uomo adatto per un certo compito. Ad esempio, se vi trovate di fronte a un carro armato con gli occhi a mandorla, a poco servirà il mitragliatore del vostro assaltatore, mentre si rivelerà piuttosto utile il bazooka dell'ingegnere. Ad aiutare il giocatore a identificare la tipologia di commilitone ci penserà il simbolino che si erge sulla testa di ciascuno: gli ingegneri, ad esempio, sono contraddistinti da una chiave inglese, il mirino identifica i cecchini, la freccia un assaltatore e così via.
Oltre a impersonare i panni di un soldato specializzato piuttosto che un altro, l'HotSwap permette anche di salire ai comandi di uno dei 30 veicoli disponibili, quali elicotteri, anfibi, jeep, carri armati e così via, i quali si rivelano particolarmente utili per effettuare una "sgrossata" delle forze nemiche, anche se va detto che l'architettura delle missioni vi impedirà di portarle a termine senza posare i piedi per terra. Le missioni, dal canto loro, sono sufficientemente varie e ben architettate, alcune delle quali da portare a termine entro un tempo prefissato. Tra le altre non mancheranno fasi di infiltrazione in territorio nemico, conquista di obiettivi e mantenimento durante i successivi tentativi di controffensiva, eliminazione di tutti gli avversari e così via.
Non saranno tuttavia del tutto assenti fasi di combattimento in cui dovrete vedervela con obiettivi inusuali, come ad esempio una delle prime missioni, in cui vi verrà richiesto di abbattere un elicottero con l'equipaggiamento di un cecchino. Ovviamente non dovrete trasformarlo in un Emmenthal d'acciaio, bensì colpire il pilota causandone la caduta.
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Non ragionato
La campagna in single player, in definitiva, funziona adeguatamente e, anche se l'AI dei nemici non è delle più evolute sul mercato (molto spesso si esibiscono in cariche simili a veri e propri arrembaggi, senza cercare alcun tipo di riparo), il coinvolgimento è assicurato grazie al notevole popolamento di nemici e al continuo avvicendamento dei caduti con forze fresche, anche se avviene in un modo non del tutto convincente. Esso, infatti, si concretizza in genere in due modi distinti: mediante il l'invio di truppe aviotrasportate (i classici paracadutisti) oppure attraverso la semplice comparsa (fenomeno paranormale noto come respawn) in punti prefissati dell'ambientazione, che potrebbero anche trovarsi nei pressi del giocatore. A causa di ciò non sarà del tutto infrequente essere inspiegabilmente assaliti alle spalle in zone precedentemente conquistate e rese apparentemente sicure.
La modalità giocatore singolo è arricchita da un sistema di attribuzione di punti che, in funzione del tempo con cui si sono adempiti gli obblighi e delle perdite che vi sono state inferte, attribuisce punti utili per up-gradare il vostro personaggio e sbloccare accessori più o meno utili (come il visore termico). Tuttavia questo approccio, ovvero il conseguimento degli obiettivi nel minor tempo possibile, ha i suoi evidenti limiti, come l'impossibilità di lasciar spazio alla meditazione, a vantaggio di un approccio arcade in stile Rambo.
Tecnicamente discreto
Ciò che lascia maggiormente l'amaro in bocca, tuttavia, è il comparto tecnico. Il motore grafico fa il suo dovere, gestendo ambientazioni piuttosto vaste e senza cali vistosi nel frame rate. Tutto ciò, tuttavia, è stato ottenuto a scapito del livello di dettaglio generale (non eccelso) e dell'assenza di interagibilità con le ambientazioni, che si concretizza anche nella magica scomparsa dei relitti dei veicoli distrutti (carri armati, elicotteri...), capaci di svanire come bolle di sapone.
Nemmeno il sonoro è più che convincente: a mancare è proprio la sensazione potenza delle armi da fuoco, che sembrano poco più che giocattoli, privi anche di un effetto di rinculo degno di tale nome.
A lasciare perplessi, infine, è il sistema di controllo dei veicoli, disposto in modo quanto meno discutibile: per movimentare i mezzi di trasporto, infatti, sarà sufficiente utilizzare la sola levetta sinistra, mentre un sistema tale da separare nettamente lo sterzo dal duo acceleratore-freno (come per altro visto in Mercenari) sarebbe stato più efficace.
In conclusione, questo Battlefield 2:Modern Combat approda con successo sulle più diffuse console, non senza lasciare perplessità: a latitare, infatti, è l'aspetto spettacolare tipico delle apparizioni su pc, tale da rendere sonoro e grafica solamente belli a vedersi.
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Siamo invece qui a parlare di un altro avvenimento, ovvero dello sbarco della serie sulle più diffuse console, compresa la PS2: il gioco in questione si chiama Battlefield 2: Modern Combat, il quale a discapito del "2" che figura nel titolo, è alla sua primissima apparizione sulla console Sony, frutto di un lavoro di adattamento a quelle che sono le esigenze delle nuove piattaforme.
La prima trasformazione di adeguamento si è resa necessaria per venire incontro alla principale necessità degli utenti delle console, che vedono il gioco in rete come un'opzione accessoria alla vera esperienza di gioco, la campagna in single player (non bisogna dimenticare come gli episodi per pc non abbiano mai presentato una campagna offline degna di tale nome). In questo B2MC, infatti, è stata inserita una serie di 20 missioni da affrontare in solitudine, affiancata all'immancabile sfida online che vede impegnati fino a 24 giocatori su 13 mappe.
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Lavoro di squadra
Come detto, la modalità principale è rappresentata dalla campagna single player, ambientata in un Kazakhstan protagonista di tafferugli, tanto da indurre gli Stati Uniti a mandare le sue truppe per ripristinare una situazione di tranquillità. I vicini cinesi, tuttavia, vedono di mal occhio questo dispiegamento di forze, quindi mandano anch'essi il loro contributo con l'obiettivo di mantenere la loro influenza (non aviaria) sul territorio in rivolta. Inevitabili, ovviamente, gli scontri.
Questa è la trama del gioco, piuttosto ben scritta e non priva di colpi di scena, che accompagna l'evoluzione dei fatti lungo i 20 capitoli che dovrete affrontare.
La caratteristica principale di questo B2MC è il fatto che, al pari delle partite di calcio, la vittoria finale sarà frutto di un intenso lavoro dell'intero collettivo, in cui a ciascuno è assegnato un ben preciso compito da assolvere. Per questo motivo non vi sarà assegnato un singolo uomo da comandare, bensì l'intero esercito, anche se non simultaneamente: l'HotSwap, infatti, è il sistema che consente di passare ai comandi dell'uomo giusto per assolvere una determinata mansione, oppure semplicemente per viaggiare rapidamente lungo le vaste aree teatro degli scontri. Al fine di effettuare uno "scambio caldo" sarà sufficiente inquadrare un compagno d'armi, notare il cambiamento di colore del simbolo che si erge sulla sua testa, quindi premere quadrato. In questo modo anima e corpo del giocatore verranno proiettati verso l'obiettivo, permettendone il controllo.
Scambio caldo
La funzione principale dell'HotSwap, come detto, consiste nel permettere di impersonare l'uomo adatto per un certo compito. Ad esempio, se vi trovate di fronte a un carro armato con gli occhi a mandorla, a poco servirà il mitragliatore del vostro assaltatore, mentre si rivelerà piuttosto utile il bazooka dell'ingegnere. Ad aiutare il giocatore a identificare la tipologia di commilitone ci penserà il simbolino che si erge sulla testa di ciascuno: gli ingegneri, ad esempio, sono contraddistinti da una chiave inglese, il mirino identifica i cecchini, la freccia un assaltatore e così via.
Oltre a impersonare i panni di un soldato specializzato piuttosto che un altro, l'HotSwap permette anche di salire ai comandi di uno dei 30 veicoli disponibili, quali elicotteri, anfibi, jeep, carri armati e così via, i quali si rivelano particolarmente utili per effettuare una "sgrossata" delle forze nemiche, anche se va detto che l'architettura delle missioni vi impedirà di portarle a termine senza posare i piedi per terra. Le missioni, dal canto loro, sono sufficientemente varie e ben architettate, alcune delle quali da portare a termine entro un tempo prefissato. Tra le altre non mancheranno fasi di infiltrazione in territorio nemico, conquista di obiettivi e mantenimento durante i successivi tentativi di controffensiva, eliminazione di tutti gli avversari e così via.
Non saranno tuttavia del tutto assenti fasi di combattimento in cui dovrete vedervela con obiettivi inusuali, come ad esempio una delle prime missioni, in cui vi verrà richiesto di abbattere un elicottero con l'equipaggiamento di un cecchino. Ovviamente non dovrete trasformarlo in un Emmenthal d'acciaio, bensì colpire il pilota causandone la caduta.
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Non ragionato
La campagna in single player, in definitiva, funziona adeguatamente e, anche se l'AI dei nemici non è delle più evolute sul mercato (molto spesso si esibiscono in cariche simili a veri e propri arrembaggi, senza cercare alcun tipo di riparo), il coinvolgimento è assicurato grazie al notevole popolamento di nemici e al continuo avvicendamento dei caduti con forze fresche, anche se avviene in un modo non del tutto convincente. Esso, infatti, si concretizza in genere in due modi distinti: mediante il l'invio di truppe aviotrasportate (i classici paracadutisti) oppure attraverso la semplice comparsa (fenomeno paranormale noto come respawn) in punti prefissati dell'ambientazione, che potrebbero anche trovarsi nei pressi del giocatore. A causa di ciò non sarà del tutto infrequente essere inspiegabilmente assaliti alle spalle in zone precedentemente conquistate e rese apparentemente sicure.
La modalità giocatore singolo è arricchita da un sistema di attribuzione di punti che, in funzione del tempo con cui si sono adempiti gli obblighi e delle perdite che vi sono state inferte, attribuisce punti utili per up-gradare il vostro personaggio e sbloccare accessori più o meno utili (come il visore termico). Tuttavia questo approccio, ovvero il conseguimento degli obiettivi nel minor tempo possibile, ha i suoi evidenti limiti, come l'impossibilità di lasciar spazio alla meditazione, a vantaggio di un approccio arcade in stile Rambo.
Tecnicamente discreto
Ciò che lascia maggiormente l'amaro in bocca, tuttavia, è il comparto tecnico. Il motore grafico fa il suo dovere, gestendo ambientazioni piuttosto vaste e senza cali vistosi nel frame rate. Tutto ciò, tuttavia, è stato ottenuto a scapito del livello di dettaglio generale (non eccelso) e dell'assenza di interagibilità con le ambientazioni, che si concretizza anche nella magica scomparsa dei relitti dei veicoli distrutti (carri armati, elicotteri...), capaci di svanire come bolle di sapone.
Nemmeno il sonoro è più che convincente: a mancare è proprio la sensazione potenza delle armi da fuoco, che sembrano poco più che giocattoli, privi anche di un effetto di rinculo degno di tale nome.
A lasciare perplessi, infine, è il sistema di controllo dei veicoli, disposto in modo quanto meno discutibile: per movimentare i mezzi di trasporto, infatti, sarà sufficiente utilizzare la sola levetta sinistra, mentre un sistema tale da separare nettamente lo sterzo dal duo acceleratore-freno (come per altro visto in Mercenari) sarebbe stato più efficace.
In conclusione, questo Battlefield 2:Modern Combat approda con successo sulle più diffuse console, non senza lasciare perplessità: a latitare, infatti, è l'aspetto spettacolare tipico delle apparizioni su pc, tale da rendere sonoro e grafica solamente belli a vedersi.
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Battlefield 2: Modern Combat
7.5
Voto
Redazione
Battlefield 2: Modern Combat
La serie Battlefield sbarca finalmente su console, non senza un vero e proprio stravolgimento tale da renderne le caratteristiche adatte al nuovo pubblico: la campagna in single player rappresenta infatti una novità per il brand (votato alle sole sfide online su pc), rivelandosi piuttosto ampia, forte delle 20 missioni presenti, e ben variegata nel gameplay. Ottima, inoltre, l'implementazione della funzione HotSwap, capace di rendere il gameplay mai noioso e ostico. Le note stonate, tuttavia, provengono dal comparto tecnico, incapace di avvicinarsi troppo allo splendore mostrato dalla versione pc. In ogni caso si tratta di un più che buono sparatutto in soggettiva di stampo arcade, con una buona modalità multiplayer in rete.