Battlefield 2: Modern Combat

Battlefield 2 Modern Combat
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Oliate i cannoni, buttate i fiori e fate la guerra!
I videogiocatori hanno due ordini di problemi: non farsi guardare storto dai propri coetanei e tenere il cervello aperto.
Il primo problema lo si risolve con il "playradar": basta stare attenti a chi e dove professare la propria passione. Non potete attaccare discorso in autobus con frasi tipo "hai presente il Barlog di quindicesimo? Ho trovato una vorpal che se pompata con le rune RalOrtKal gli fa il 350% di danno non rigenerabile". È un po' come presentarsi in ufficio con le mutande sopra i calzoni: fa strano.
Il secondo tipo di problema è più subdolo: vogliamo giochi sempre più immersivi e i programmatori, per accontentarci, fanno di tutto (a volte giocando sporco, a volte con perle di programmazione) per indurci alla "suspension of disbelief". Lo so che quel drago è fatto di pixel, ma ho i battiti accelerati nel tentativo di farlo a pezzi e salvare la principessa.

Portato all'estremo, questo gioco a rimpiattino tra i nostri criteri di accettazione del reale e quello che i videogiochi propongono può portare a un mezzo cortocircuito: la realtà (compreso il suo aspetto fantasioso: miti, leggende, mondi alternativi, letteratura del fantastico e compagnia) viene presa in prestito, riassunta, potenziata, stravolta, inscatolata e riprodotta in modalità talmente entusiasmanti che qualche videogioco diventa per noi così importante da assurgere a sostituto.
Di cosa? Dipende. Un gdr può essere talmente portentoso (Elder Scroll anyone?) da farci godere di una passeggiata... nei suoi campi fioriti, al punto che quella esplorazione diventa appagante. Non mi spingo a dire "come una scampagnata reale"; ma non posso far finta di non ricordare con pari vividezza certi paesi visitati durante le vacanze e certi scorci delle fortezze naniche in Morrowind.


Questo lungo preambolo serve a dire bene una cosa: in tempi duri (guerre minacciate, guerre vere, guerre dichiarate finite e guerre dimenticate) un videogioco che simuli in un modo o nell'altro l'aspetto più violento della realtà cerca di andare sul sicuro, sperando di attirare tutti coloro che in modo o nell'altro quelle situazioni vogliono viverle.
Mettiamola come ci pare: sarà un rivivere simulato, fittizio, sublimato, ma pur sempre di sparare si tratta e mentre prendo a pallettoni il mio nemico pixelloso non penso "questo-è-solo-un-gioco". Penso invece un bel "crepa-brutto-bastardo" e tanti saluti al politically correct che esige da noi gamers una coscienziosa presa di distanza da certe simulazioni: non prendiamo nessuna distanza, prendiamo l'arma migliore.
Ci vuole quindi un passaggio mentale in più per comprarsi "We love Katamari" piuttosto che "US Seals Super Duri vs Saddam 3" dopo essersi visto lo specialone della CNN sulle armi al plutantanio nascoste nell' Irandak del sud.
Ma state tranquilli: come recita il titolo di questo paragrafo, noi quel passaggio mentale ce lo riserviamo per un'altra volta e adesso godiamoci belli belli il carro armato che scarrella sulla copertina di questo BF2MC e iniziamo a ripassare per bene la gamma di munizionamenti del semiautomatico Milkor MGL-140 perché... sarà del tutto inutile!

Okkey, questo spara dei bei missiloni e quello fa ratatatatà.
C'è una scena in Metal Gear Solid 3 dove Snake ragiona per tre quarti d'ora sulle modifiche apportate alla sua pistola Mk22 per renderla idonea al close quarter combat.
Scordatevi quella scena. La trasposizione del pluri osannato Battlefield da PC a console ha generato un fps di stampo sì militaresco, ma simultativo quanto il caro vecchio Afterburner simula il Tomcat F14.
BF2MC ha deciso di staccarsi dall'ingombrante cugino pc-ista in modo diretto e privo di fronzoli: qui si spara con tutte le robe che capitano sotto mano, e lo si fa con le armi divise in macrocategorie con tanta pace dell'esattezza scientifica.
Presentazione e briefing delle missioni rafforzano questa tendenza al quick start: c'è un po' di cagnara in Russia, ci sono i Cinesi quindi è bene che ci vadano anche gli Americani. Et voilà, a darsele per 20 missioni passando da uno schieramento all'altro, con dei briefing che in confronto i film di Chuck Norris sono dei documentari neorealisti con sottotitoli in slavo.
Se pensate che Ace Combat vanta un'atmosfera migliore e più realistica (e l'ambientazione è finta...) e che Kill Zone è più angoscioso, beh non si può dire che il piede con cui parte BF2 sulla Xbox sia quello giusto.
Musichetta poco azzeccata, menù striminzito, atmosfera finto-professional che nasconde una buona dose di inaccuratezza simulativa. Il Tom Clancy che è in voi sta urlando di rabbia.
E voi ditegli di starsene un po' zitto, perché non appena inizierete a giocare BF2 mostrerà che anche se non fa spellare le mani dagli applausi, nasconde della buona sostanza.

Iiiiiiiincoming!
Se avete presente la tensione che sanno offrire tutti i giochi della serie Tom Clancy sapete bene da cosa deriva: mentre settate la squadra, un dubbio angoscioso vi assilla. "Sarò stato abbastanza professional da aver scelto il giusto mix di equipaggiamenti?".
Ecco: BF2 taglia il problema alla radice. Date il via alla campagna e verrete sparati in mezzo all'azione, con un tutorial striminzito ma funzionale, un sistema di controllo appagante e frenetico, missioni varie, accattivanti, sempre frenetiche.
E voi chi siete in tutto questo? Un eroe carismatico come in Freedom Fighters? Un soldato qualunque come in Call of Duty? No: siete uno spirito che svolazza libero e bello e appena trova un soldato libero, zacchete gli entra dentro. Si sa, in caserma sono tutti omaccioni e prima o poi... Ma non divaghiamo: il gameplay di BF2 introduce una novità che, siamo pronti a scommetterci, verrà imitata: lo Hot Swapping.


In pratica, oltre alla solita pletora di comandi tipici di un FPS, BF2 vi consente di "trasferirvi" nel corpo di un commilitone a vostro piacimento. Semplicemente puntando il mirino verso un compagno e avendo libera la linea di vista, il tasto di hot swap vi consentirà di prendere il controllo del collega; potrete così gettarvi là dove l'azione lo richiede.
Il divertimento ne guadagna a iosa: da azioni simil guerriglia potete trasferirvi a fare cecchinaggio sulla cima di un edificio diroccato, oppure a bordo di una motonave d'assalto, o ancora al posto mitragliere di uno Humvee.
Mettete che vi state perdendo il bello dell'azione, solo perché le vostre gambette striminzite da fantaccino sfigato non vi consentono di correre a ottanta chilometri orari: hot swap sul cannoniere dello Abram che si sta facendo largo a suon di cingoli in mezzo al nemico, mentre un elicottero avversario cerca di fargli la festa con gragnuole di missili Hellfire. Buttate giù un po' di carri a forza di proiettiloni del cannoncione e poi via, hot swap sul tipo in cima a quella torre - ed ecco che impugnate un bel lanciarazzi, e ciao ciao all'elicottero.
Ogni missione, poi, mostra costantemente il livello di "preponderanza" delle forze in campo; pensate: è tutto un continuo hot swap in diverse zone dello scenario, un susseguirsi di obiettivi da completare magari entro un tempo limite, una serie senza pause di azioni eroiche da cui uscire vincitori per il bene della propria fazione.

Non vi fermerete un attimo, tranne forse nelle occasioni in cui l'aspetto low-profile del gioco mostra il peggio di sé: nemici che corrono incontro alla morte come fessi; sistema di healing-up ridicolmente arcade (ammazzate particolarmente bene i nemici e vi rifornite di health); mezzi che non si comandano fluidamente nemmeno sacrificando agnelli sacri sul Sinai; ridicole incursioni di truppe paracadutate (che possono sparare, addirittura imbracciando il lanciamissili!); estenuanti respawn di nemici in zone che si pensavano ripulite.
Comunque, una bella ciliegina sul già corposo grado di sfida la mettono il multiplayer a 24 giocatori e il tosto, ultrappagante, mega-esteso medagliere!
C'è di tutto, veramente di tutto: ve ne diciamo solo una. Se, mentre "possedete" un cecchino, vi viene voglia di fare un buco in testa al pilota di quel dannato elicottero che sfreccia sul campo di battaglia facendo polpette dei vostri compari... beh, esiste una medaglia per chi imbraccia il fucile, trattiene il respiro, prende bene la mira e piazza la sua firma sul casco dell'amico.

Due parole per finire sul comparto grafico, che mostra ottime scenografie, convincenti modelli dei veicoli, movimenti di massa dei fanti molto impressive (forse fanno troppo effetto lastra di ghiaccio...), palette azzeccata, nessun rallentamento vistoso e ahinoi qualche magagna sulle rifiniture - begli gli edifici, peccato che non ci si possa entrare e che non ci sia verso di farli a pezzetti sparandoci addosso di tutto.
Il sonoro è un po' la pecora nera della famiglia - per selezionare le musiche non si sono certo spellati la corteccia, e l'effettistica è scontata, spoglia, priva di passione là dove servirebbe in questi giochi (leggi: ogni arma dovrebbe respirare di vita propria, suonare come un'orchestra e sparare in mille sonorità diverse).

Quanto è bela la guera
Non siamo davanti a un capolavoro, ma sicuramente abbiamo un'onesta e ragionata trasposizione console di un titolo difficile da trasportare. Battlefield 2 Modern Combat farà storcere il naso solo ai pacifisti estremi e ai guerrafondai estremi - chi aborrisce la violenza neanche guarderà il cd, chi adora la complessità, la brutalità e la suprema strategia dell'arte della guerra cercherà una simulazione.
Ai bambocci come noi, cui piace divertirsi e basta, BF2 sa offrire molto, molto smaliziato divertimento.

Battlefield 2: Modern Combat
7

Voto

Redazione

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Battlefield 2: Modern Combat

Sì, Battlefield2 è un bel gioco: depurato di qualsiasi pretesa simulativa, si fa apprezzare per immediatezza, coinvolgimento, senso di sfida. Allora, apriamo il portamonete senza remore? Se siete dei boxari convinti (non ce ne vogliate: è una categoria precisa di giocatori... con un po' di esercizio potete uscirne) sì, buttatevi!

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