Battlefield 3
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Spento il turibolo e dissipati i fumi d'incenso con i quali abbiamo appena consacrato BF3 comegioco multyplayer dell'anno, é bene dare uno sguardo anche al suo lato in ombra. Ossia a quella famigerata trama della campagna, sulla quale i "maestri della penna rossa" dei siti internazionali hanno vergato ferrigni giudizi di scomunica. Su una cosa mi vedono d'accordo. La formula di ripercorrere come flashback del protagonista tutti gli eventi della storia principale era già trita quando ancoraSpielbergnon si allacciava le sneakers da solo, e il fatto che COD: Black Ops ne avesse fatto uno dei suoi (peggiori) cavalli di battaglia, non é una scusa buona per essergli voluti andare dietro.
Il racconto, però, nonostante gli sforzi sovrumani compiuti dagli intermezzi recitati per romperne il ritmo, si snoda in realtà in modo tutto sommato avvincente e credibile (quanto lo può essere la trama di un videogioco, o di un romanzo di Clive Cussler, intendiamoci!). Non fosse stato dunque per l'accanimento degli sceneggiatori nello scegliere una formula narrativa perdente in partenza e ormai decotta, ho idea che le cose sarebbero filate a meraviglia e, con un pizzico solo di sale qua e là, si sarebbe potuto accompagnare il solidissimo comparto online con una componente single player che, comunque,stacca dianni luce in termini di qualità e quantità i trainer appena abbozzati visti nei precedenti capitoli (Bad Company 1 e 2 esclusi). Un altro aspetto, poi, mi vede d'accordo con le testate straniere concorrenti. L'assenza di una modalità che permetta di addestrarci al volo aereo, tutt'altro che intuitivo, specie se si pretende di barattare lo stick di un vero F/A 18 con mouse e tastiera, limita di fatto l'uso di aeroplani, e in misura minore elicotteri, a una ristrettissimafascia di hardcore gamers con abbastanza voglia di provare e riprovare innumerevoli volte fino a impratichirsi, relegando gli altri a servirein fanteriaa vita.
Non si può concludere una recensione di un gioco per PC senza risciacquare in Arno i panni di grafica e sonoro. Benissimo la prima, che mostra tutti i progressi dell'evoluzione di uno dei motori più performanti del mercato. A patto di disporre di una macchina adeguata, possibilmente high-end, si potrà godere di una miscela di effetti di luce, texture fotorealistiche e ammucchiate dimilioni di poligoni in movimento senza notare mai, nemmeno nelle mischie furibonde e sature di cordite di certe battaglie in ambienti urbani, inceppamenti o rallentamenti fastidiosi. Benissimo anche il secondo che, ovviamente, trova nella qualità del doppiaggio e negli effetti speciali, più che nella colonna sonora musicale, i suoi spunti migliori.
Voto pieno, dunque, e appuntamento sui server online di gioco. Certo che, una volta provata questa nuova droga, non ve ne libererete tanto facilmente. Non prima dell'uscita di Battlefield 4, in ogni caso!
Il racconto, però, nonostante gli sforzi sovrumani compiuti dagli intermezzi recitati per romperne il ritmo, si snoda in realtà in modo tutto sommato avvincente e credibile (quanto lo può essere la trama di un videogioco, o di un romanzo di Clive Cussler, intendiamoci!). Non fosse stato dunque per l'accanimento degli sceneggiatori nello scegliere una formula narrativa perdente in partenza e ormai decotta, ho idea che le cose sarebbero filate a meraviglia e, con un pizzico solo di sale qua e là, si sarebbe potuto accompagnare il solidissimo comparto online con una componente single player che, comunque,stacca dianni luce in termini di qualità e quantità i trainer appena abbozzati visti nei precedenti capitoli (Bad Company 1 e 2 esclusi). Un altro aspetto, poi, mi vede d'accordo con le testate straniere concorrenti. L'assenza di una modalità che permetta di addestrarci al volo aereo, tutt'altro che intuitivo, specie se si pretende di barattare lo stick di un vero F/A 18 con mouse e tastiera, limita di fatto l'uso di aeroplani, e in misura minore elicotteri, a una ristrettissimafascia di hardcore gamers con abbastanza voglia di provare e riprovare innumerevoli volte fino a impratichirsi, relegando gli altri a servirein fanteriaa vita.
Non si può concludere una recensione di un gioco per PC senza risciacquare in Arno i panni di grafica e sonoro. Benissimo la prima, che mostra tutti i progressi dell'evoluzione di uno dei motori più performanti del mercato. A patto di disporre di una macchina adeguata, possibilmente high-end, si potrà godere di una miscela di effetti di luce, texture fotorealistiche e ammucchiate dimilioni di poligoni in movimento senza notare mai, nemmeno nelle mischie furibonde e sature di cordite di certe battaglie in ambienti urbani, inceppamenti o rallentamenti fastidiosi. Benissimo anche il secondo che, ovviamente, trova nella qualità del doppiaggio e negli effetti speciali, più che nella colonna sonora musicale, i suoi spunti migliori.
Voto pieno, dunque, e appuntamento sui server online di gioco. Certo che, una volta provata questa nuova droga, non ve ne libererete tanto facilmente. Non prima dell'uscita di Battlefield 4, in ogni caso!