Bayonetta 3: tremate, le streghe son tornate, pesantemente armate!
Platinum Game è ancora capace di fare magie?
Era il lontano 2009 e mi trovavo alla Gamescom, la fiera dei videogame di Colonia che stava già facendo sentire il fiato sul collo a interventi più blasonati come l’E3 di Los Angeles e il Tokyo Game Show. Tra le marea di prove di demo e incontri con personaggi del settore, ricordo con piacere l’occasione di parlare con Yusuke Hashimoto, producer di quello che all’epoca era un titolo estremamente interessante ma di cui ancora sapevamo poco: Bayonetta.
Il gioco sarebbe arrivato nel 2010 in Europa e grande era la curiosità per capire cosa ci attendeva, dopo aver visto i primi trailer decisamente sopra le righe. Ricordo bene che, tra le altre cose, chiesi ad Hashimoto informazioni sull’elemento del gioco che più mi intrigava, cioè il combat system e le sue combo, azzardandomi a domandare se dovessimo attenderci qualcosa di simile a God Hand, quello che per me rimane ancora oggi un fulgido esempio di genialità e solidità nel gameplay dei combattimenti action 3d. Hashimoto rispose che Bayonetta avrebbe avuto un sistema di combo tutto suo e dal tono della risposta mi fu subito chiaro che se c’era un elemento di cui gli sviluppatori erano sicuri, era proprio questo. Il resto è storia, con Bayonetta e Bayonetta 2 che hanno fatto breccia nel cuore degli appassionati, non solo per il sex appeal indiscutibile della protagonista, ma per un gameplay che è stato capace di conquistare praticamente tutti.
Gli anni sono passati, Hashimoto non fa più parte dei Platinum Games, ma in questi giorni l’attenzione di tutti gli amanti degli action è catalizzata dall’uscita di Bayonetta 3, esclusiva per Nintendo Switch. A tessere le fila delle avventure della strega vestita di capelli e poco più, c’è sempre Hideki Kamya che dopo aver dato vita alla saga di Devil May Cry decise di staccarsi da Capcom per divergenze di natura artistica, motivazione che gli diede la spinta per creare, appunto, Bayonetta. I punti di domanda erano tanti, e in molti ci chiedevamo se il terzo capitolo se il marchio avrebbe saputo mantenere la qualità a livello dei primi due episodi. Per scoprirlo abbiamo di nuovo indossato i panni stregoneschi e ci siamo messi alla caccia di Singularity, un maxi (davvero maxi) cattivo che, a differenza del passato, non viene né dal Paradiso né dagli Inferi ma dalla stessa Terra. O meglio non proprio dalla stessa, in quanto faremo conoscenza anche nel mondo di Bayonetta con il concetto di Multiverso, che tanto tiene banco in decine e decine di opere che abbiamo imparato ad amare. Fatto sta che il multiverso e la nuova tipologia di avversari sono il perfetto incipit per tornare a vestire i succinti panni di Bayonetta e riprendere i contatti con vecchie conoscenze come Jeanne, Rodin e Luka.
Ovviamente spazio anche ai nuovi arrivati tra cui spicca Viola, una ragazza armata di katana che sembra essere uscita da una ambientazione post punk e che, quantomeno visivamente, ci ha ricordato molto il tanto chiacchierato Dante di DMC dei Ninja Theory. A farle compagnia c’è un demone decisamente bislacco di cui, però, non vogliamo arrischiarci a dire niente per non rovinarvi alcuna sorpresa. Ebbene, nonostante non siamo davanti a un titolo che fa della storia il proprio punto forte, vogliamo lasciarvi tutto il divertimento di scoprire quello che i ragazzi di Platinum hanno messo sul piatto per dare un senso a questa nuova avventura. Fidatevi, in fase di sceneggiatura nessuno si è risparmiato e se sino a oggi Bayonetta era conosciuta per essere un monumento al kitsch e all’esagerazione, sappiate che questa volta il tiro viene ulteriormente alzato, senza che però si arrivi a un punto di rottura, per quanto i sensi di credibilità e verosimiglianza siano praticamente assenti. D'altro canto chi ama gli action "stylish" sa bene che alcune situazioni idealmente impresentabili possono fomentare il giocatore inserito nel giusto contesto, vedi Dante di Devil May Cry che fa surf su un missile, giusto per citare una scena tanto iconica quanto trash (nel senso più buono possibile del termine). Perchè se la trama è un mero pretesto, lo stile va comodamente a braccetto con il gameplay che, inutile stare a girarci intorno, in Bayonetta 3 è il fulcro del tutto.
La strega e il gameplay fatato
Il gameplay di Bayonetta 3 è letteralmente una evoluzione dei primi due episodi e gli sviluppatori sono riusciti sia a non snaturarne le fondamenta, sia a trovare nuovi spunti per ampliare un sistema che già sembrava perfetto. “Sembrava”, perché dopo qualche ora su questo terzo capitolo si capisce senza mezzi termini che i Platinum avevano ancora molto da dire e non si sono affatto limitati a creare un “more of the same”, per quanto il brand avrebbe comunque assicurato un buon riscontro con critica e pubblico. Invece no, Bayonetta 3 è un vero e proprio crogiuolo di gameplay di altissimo livello e riesce a lasciare a bocca aperta il giocatore sia dal punto di vista della varietà che da quello della solidità. Riuscire a racchiudere in questo articolo tutto quello che la nostra strega può fare è quasi proibitivo, ma cerchiamo di fare ordine su alcuni elementi: rimane il sistema basico di combo gestito da uso delle armi, calci e pugni, in un mix di molteplici varianti e combinazioni. Le armi non si limitano alle iconiche pistole di Bayonetta, ma tornano a essere diverse, con un sistema di gestione unico ancora più marcato rispetto al passato. Ognuna ha il proprio utilizzo e ci potrà dare una mano in specifiche situazioni, ma non sognatevi di poterle usare in maniera simile l’una con l’altra, perché le varie armi possiedono la propria fisica e sarà necessario padroneggiarle tutte. Andando più nello specifico, la protagonista continua ad avere i propri colpi tradizionali da abbinare a un ottimo sistema di schivate, ma a tutto questo si uniscono delle nuove evocazioni che inseriscono ulteriore linfa al combat system.
La sexy strega stringerà dei patti con delle creature sovrannaturali che potremo richiamare e far combattere al nostro posto, sfruttandone le grandi dimensioni e le mosse estremamente potenti. Non si tratta di semplici evocazioni, ma di fattori che danno ulteriore profondità al gameplay. Ogni creatura ha infatti i propri “move set” e potrà essere sfruttata in vari modi che dovremo imparare per poterne avere pieno controllo. Per prima cosa, consumando la barra della magia, daremo il via all’evocazione, ma questo significherà lasciare Bayonetta praticamente inerme (e svestita) perché mentre la “summon” starà combattendo, lei sarà intenta a tenere vivo l’incantesimo, ma non potrà fare nulla per difendersi. Sarà meglio scegliere una posizione defilata prima di una evocazione, o imparare a gestirne le varie funzioni, in quanto richiamarla alla fine di una combo potrebbe portarci un importante attacco aggiuntivo o sfruttarla la momento giusto potrebbe aiutarci a schivare un potente attacco nemico. La novità è decisamente di grande portata e rende il gameplay ancora più vario. Non vi basta? Allora sappiate che durante il gioco avrete anche modo di guidare la già citata Viola e il suo demone Cheshire. Anche qui entra in gioco uno stile di combattimento differente, dove l’evocazione di Cheshire porta in campo meccaniche estremamente diverse rispetto ai poteri che sfrutta Bayonetta per richiamare i vari demoni e che scoprirete duranto lo svolgimento del gioco, ennesima aggiunta che migliora ulteriormente l’offerta del titolo.
Come avrete capito, le variabili sono innumerevoli e tutte sembrano essere state studiate a puntino per risultare esaltanti e totalmente soddisfacenti. Grande importanza è ricoperta dal motore fisico che si sposa alla perfezione con colpi e movimenti riuscendo a dare la giusta pesantezza a ogni movenza e ogni impatto, rendendo ancora più godibili le meccaniche del combat system. I Platinum hanno palesemente lavorato per portare Bayonetta 3 il più possibile vicino ai 60 FPS e ci sono riusciti quasi del tutto, nonostante alcuni cali di frame rate prevedibili, visto l’hardware di Nintendo Switch, ma non in grado di rovinare l’esperienza di gioco. Una simile fluidità era importantissima per un action di questa fattura e per godervi al meglio la giocabilità vi consigliamo di procurarvi un controller pro, decisamente più indicato dei Joy Con. Per quanto riguarda la possibilità di giocare su TV o in modalità portatile, entrambe si sono rivelate ottime, sebbene abbiamo preferito la prima per goderci al meglio il design dei fantastici avversari.
Risulta abbastanza chiaro che per raggiungere questo ragguardevole risultato si sia andati a trascurare alcuni fattori come la fluidità dei filmati d’intermezzo, comunque ottimi, e la complessità del level design, in questo episodio un po’ sottotono, ma gli sviluppatori si sono fatti ampiamente perdonare grazie a una quantità di contenuti davvero sopra alla media; vi consigliamo di dedicarvi alla ricerca di tutti i collezionabili e di provare anche il livello di difficoltà più elevato: in entrambi i casi il titolo potrebbe regalarvi delle sorprese inaspettate che doneranno al gioco una longevità più che considerevole, senza mai stancare o annoiare. Dopo tutte le polemiche nate dal cambio di doppiatrice anglofona della protagonista, possiamo rassicurarvi: anche la nuova voce di Bayonetta non ci ha delusi, tanto che per una volta non ci sentiamo di consigliarvi a occhi chiusi il doppiaggio nipponico che, a dirla tutta, non sempre sembra cucito alla perfezione sui movimenti della bocca dei personaggi. Per quanto riguarda il nostro pubblico, in ogni caso, è presente una gradita traduzione dei testi in italiano. Ottima la colonna sonora, e alcuni brani ci hanno messo davvero poco a entrarci in testa, così come Bayonetta 3 è riuscito nell’impresa di entrare nel nostro cuore. Non sappiamo se i Platinum Games abbiano stretto un patto con qualche potente strega, ma sta di fatto che anche questa volta siano riusciti a segnare nuovi standard nel campo degli action in tre dimensioni.
Versione Testata: Switch
Voto
Redazione
Bayonetta 3
Folle, kitsch e totalmente esagerato in tutto, Bayonetta 3 non è semplicemente quello che ci aspettavamo dal nuovo capitolo di questa incredibile saga, ma persino qualcosa di più. La trama riesce incredibilmente a essere tanto sopra le righe quanto intrigante, il comparto tecnico non sarà “next”, ma spreme Nintendo Switch in un modo che non credevamo possibile e a goderne non solo i nostri occhi, ma soprattutto le nostre sinapsi davanti a un gameplay perfetto. I combattimenti risultano tanto frenetici quanto soddisfacenti, esaltati dalle tante combo e impreziositi da variabili che li rendono sempre divertenti. Lo stesso motore fisico è stato studiato a puntino per dare il giusto senso di peso alle varie situazioni, mettendo un ulteriore tassello in un mosaico che entra di diritto tra i top degli action game. Fermo restando che consigliamo assolutamente in controller pro per godere a pieno di Bayonetta 3, è indubbio che la scelta di svilupparlo su Nintendo Switch abbia un po’ tarpato le ali alla resa finale dal punto di vista meramente tecnico, ma tra le tante battaglie, magie, evocazioni, trasformazioni, nemici giganteschi e lo stile incredibile della nostra strega preferita, sarà veramente difficile perdere tempo a lamentarsi per qualche dettaglio in più o in meno. Imperdibile!