Beat the Beat: Rhythm Paradise

di Paolo Mulas
Il 2012 per i possessori europei del Nintendo Wii é all'insegna del....Giappone. Mentre le attenzioni di molti sviluppatori e produttori sono ormai dirottati verso il Wii U, la Nintendo of Europe ha ben pensato di mantenere desta l'attenzione anche sul Wii facendo localizzare numerosi titoli disponibili già da diverso tempo nel Paese del Sol Levante. Così dopo il trittico di gdr composto da Xenoblade Chronicles (uscito alla fine dello scorso anno), The Last Story e Pandora's Tower, ed in attesa di Inazuma Eleven Go (previsto per settembre), stavolta é il turno della follia di Beat the Beat: Rhythm Paradise, terzo episodio di una strampalatissima seria musicale, creata dagli stessi autori di WarioWare. Per chi non avesse nessuna dimestichezza con questa bizzarra saga (anche perché il primo episodio per Gba non é mai stato distribuito fuori dal Giappone), si può azzardare qualche paragone con la serie di micro giochi wariesca non tanto per il gameplay in sé quanto piuttosto per l'atmosfera generale caratterizzata da una follia ed un umorismo piuttosto raro di questi tempi.



Prima di potersi cimentare in Rhythm Paradise, la Cpu valuterà il nostro senso del ritmo in una sorta di tutorial mascherato utile anche per impratichirsi con i comandi, anche se quest'ultimi sono ridotti davvero all'osso. In un titolo dove il tempismo al decimo di secondo é fondamentale l'uso dell'accelerometro si sarebbe potuto rivelare un azzardo e dunque gli sviluppatori hanno preferito optare più semplicemente per due soli tasti; il pulsante A, utilizzato in alcune occasioni in combinazione col grilletto B. Una semplicità che a qualcuno potrebbe sembrare quasi imbarazzante, ma che dona al titolo una straordinaria immediatezza senza minarne in alcun modo la varietà. Riprendendo il paragone con WarioWare, in questo caso non dovremo affrontare dei minigiochi dalla durata di pochi ma delle sfide un po' più lunghe (di qualche minuto circa) con alcune varianti celate al loro interno e strettamente connesse con il tema sonoro. A titolo d'esempio la prima situazione che ci viene proposto é piuttosto emblematica ed indicativa del livello di follia che potremo aspettarci, sempre comunque capace di sorprenderci. Nei panni di un golfista dovremo cercar di colpir col tempo giusto (potremo a ragion veduta dire “a ritmo”) una sfilza di palline lanciateci da uno scimpanzé caddie, che andrà poi ad alternarsi nel lancio con un caddie babbuino che invece ci scaglierà contro le palline molto più velocemente. Bisognerà dunque entrare subito nel ritmo del tema musicale per colpir la palla col tempismo giusto e festeggiare dunque una prodigiosa buca in un colpo.

In alcuni casi le animazioni dei personaggi e più in generale la componente visiva può aiutarci a prender il ritmo e suggerirci il momento esatto dell'azione, in altre circostanze invece é quasi una distrazione e si potrebbe quasi giocare ad occhi chiusi basandosi dunque esclusivamente sul tema sonoro. Se pensavate che fosse strano avere la compagnia di due scimmie mentre si gioca a golf, dovrete ben presto alzare l'asticella di quello che ritenete inusuale. Parteciperemo infatti ad un consiglio di amministrazione composti da maiali in giacca e cravatta che dovranno volteggiare sulle loro sedie girevoli seguendo le indicazioni della segretaria, oppure salvare l'appuntamento di una giovane coppietta (ed anche di una coppia di lemuri) calciando puntualmente palloni da calcio, basket e rugby (con quest'ultimo che rimbalzerà doppiamente in sincronia con il controtempo musicale), o ancora (ma questo può essere considerato più canonico) avvitare le teste ai robot in una catena di montaggio, senza stringere troppo (pena la rottura del robot stesso) né troppo poco.



Questi indicati sono ovviamente soltanto la punta dell'iceberg delle oltre 50 sfide che ci saranno proposte, dove in alcuni casi oltre all'onnipresente senso del ritmo potrebbe occorrerci anche un po' d'intuito, memoria, o resistenza. Prima e dopo la sfida ( a seconda dell'esito) delle simpatiche scenette strapperanno sicuramente più di un sorriso. Si parte dal primo mini gioco e per poter sbloccare il successivo bisogna necessariamente vincere la sfida; questo é un po' limite del gioco, può infatti capitare di intrattenersi più del dovuto in qualche gioco ostico che saremo costretti a ripetere fino al successo. Questo meccanismo é sicuramente legato al fatto che ogni quattro sfide dovremo affrontarne una quinta che é il remix dei quattro mini giochi precedenti. Un altro aspetto decisamente originale ma non per forza apprezzabile é quello relativo alla quasi totale assenza di punteggi, con la sola vittoria di una medaglia che differenzia un'ottima prestazione da una solamente sufficiente. Progredendo nel gioco avremo la possibilità di sbloccare nuovi giochi (tra cui dei remake di sfide già viste nelle due edizioni portatili), ed anche una modalità multi giocatore piuttosto divertente anche se limitata soltanto ad una decina di mini giochi.

Piuttosto originale (un po' meno in realtà per chi ha già giocato i precedenti episodi), vario e divertente, Beat the Beat: Rhythm Paradise é un titolo comunque di nicchia, che per certi versi può anche essere difficilmente compreso visto dal di fuori, anche per via di una componente grafica volutamente minimalista, una scelta riuscita non solo stilisticamente ma altresì perché soltanto con delle animazioni così semplici si poteva essere sicuri di essere perfettamente sincronizzati con il sistema di controllo e con i temi sonori. Gradevolissima la possibilità di poter scegliere tra il sonoro originale giapponese e quello inglese (i testi sono comunque tutti in italiano), e molti dei brani presenti, che spaziano un po' per tutti i generi, vi rimarranno sicuramente incollati nel cervello.