Ben 10 Ultimate Alien: Cosmic Distruction

di Davide Ottagono
La vita da supereroe di Ben Tennyson iniziò quando, ancora giovanissimo, entrò in possesso dell'Omnitrix, uno strano orologio dalle capacità inimmaginabili. Tramite il quadrante di questo aggeggio, infatti, poteva scegliere di trasformarsi in una delle 10 bestie a disposizione, ognuna con aspetto e abilità uniche. Il “10” del titolo deriva proprio dal numero di alieni selezionabili, e non dal cognome del protagonista. I combattimenti sempre vari grazie alle diverse entità di Ben hanno permesso alla serie animata, oggi baluardo di Cartoon Network, di ritagliarsi un posto nel cuore dei più piccoli. Come di consueto accade per fenomeni di massa di questo calibro, gadget ed oggettistica varie seguono a ruota. Tra il merchandising, non posso certo mancare i videogiochi.



Magari non lo sapete, ma Cosmic Distruction é addirittura il quinto episodio della serie videoludica. Da sempre, il franchise é sempre girato attorno a fasi esplorative spezzettate da numerosi combattimenti. Ovviamente, le trasformazioni erano la star dello show. A questo giro, Ben dovrà girare il mondo alla ricerca dei pezzi perduti del Potis Altiare, un artefatto alieno capace di donare al prescelto una forma di potenza inimmaginabile. Ben dovrà chiaramente riunirne i frammenti per salvare la galassia, questa volta da una misteriosa nube distruttiva in arrivo dai confini dell'universo. Inutile dire che la trama sia strettamente collegata alle vicende del cartone, quindi é richiesta ben più di una semplice infarinatura per comprendere appieno situazioni e personaggi.

Ci troveremo così a viaggiare in ogni angolo del globo, da Roma alla foresta amazzonica, da Parigi a Tokyo. All'inizio di ogni livello potremo decidere quali trasformazioni portare con noi, fino ad un massimo di quattro. Attenti alla scelta, perché le abilità di alcuni di essi saranno indispensabili per risolvere certi enigmi. Il mix generale comprende una marcata dose adventure, anche se mai troppo impegnativa, alternata a combattimenti che si beano dell'enorme parco mosse congiunto di una decina di mostri. Ognuno di essi, come dicevamo prima, si differenzia dall'altro come aspetto e tecniche speciali. NRG ha una corazza molto spessa ed é capace di scogliere alcuni oggetti con il suo raggio laser, Anfibio Elettrico invece può caricare alcuni macchinari per attivarli. Dipendentemente dalla nostra scelta potremo infatti planare, arrampicarci alle sporgenze, attivare certi tipo di pulsanti invece che altri, e così via. Potremo switchare da un mostro all'altro con la semplice pressione del tasto apposito, mentre si tiene premuto L2. Con R2, invece, apriremo il menù a tendina dei quattro attacchi speciali del protagonista di turno.




Combattendo ed esplorando entreremo in possesso dei famosi Punti DNA, una vera e propria moneta da scambiare per i potenziamenti. Purtroppo non potremo comprare nuove mosse d'attacco, che rimarranno immutate dall'inizio, ma solo migliorare le statistiche principali di tutte le trasformazioni. Purtroppo la facilità generale del prodotto rende inutile impegnarsi più di tanto, sia nella risoluzione degli enigmi che nei combattimenti veri e propri. É meglio mettersi in testa fin da subito che si parla di un gioco palesemente indirizzato ad un pubblico giovane, e l'assenza di difficoltà selezionabili non migliora di molto la situazione. Qualche rompicapo poteva anche risultare vagamente interessante, ma la tonnellata obbligatoria di aiuti a schermo smorza tutto immediatamente. Il risultato finale é un'avventura guidatissima, senza possibilità di perdere o di rimanere impantanati in qualche punto ostico. Lo si inizia, si prosegue con facilità tra battaglie normali, Quick Time Event, una manciata di puzzle da prima elementare e lo si finisce in quelle classiche 6 ore striminzite. Si può anche rigiocare alcuni livelli per raccogliere tutte le figurine segrete, ma é davvero roba di poco conto.

In linea di massima, non é un brutto gioco. Le continue scoperte in ambito di trasformazioni tengono accesa l'attenzione per un bel po', ma é proprio la mancanza di sfida a risultare pesante e a rendere il titolo più piatto di quanto la sua linearità già non lo faccia apparire. Per non parlare delle assurde scelte di design. Ogni mondo é progettato attorno alle abilità speciali di alcuni mostri, come già vi avevamo spiegato. E se ad inizio missione scambiassimo le trasformazioni consigliate con le altre a disposizione? Ironicamente si potrebbe, ma arrivati ad un particolare enigma non si potrebbe più proseguire. L'unica soluzione sarà quella di ricominciare tutto daccapo con le “carte” giuste, così da poter superare l'ostacolo. Assolutamente ridicolo. Bastava anche rendere obbligatoria la scelta verso i mostri che vanno utilizzati per forza e fine della storia.

Graficamente, abbiamo più bassi che alti. Le ambientazioni sono vuote e semplicissime, con textures in bassa definizione che la fanno da padrone. Nonostante la pochezza a schermo, il frame-rate é costantemente basso, con rarissimi momenti di fluidità accettabile. La modellazione e lo stile delle varie creature, invece, risulta azzeccata, oltre che in linea con quanto già abbiamo visto in televisione. Le colonne sonore anche svolgono egregiamente il loro lavoro. Sebbene si ripetano dopo un po', riescono lo stesso a rimanere in testa. Non può che essere una cosa positiva. Menzione a parte per i bug, che minano pesantemente l'esperienza di gioco. Fa ridere che tanti svarioni, tra cui pesanti compenetrazioni poligonali, siamo rimasti davanti agli occhi senza essere corretti. Tra l'altro, abbiamo notato anche che il gioco tende a freezarsi in punti precisi con una frequenza allarmante, problema che potrebbe benissimo dipendere da qualche bug “lasciato in libertà”.