Bionicle Heroes
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Una volta i LEGO erano sicuramente tra i giochi più ambiti del periodo natalizio. Con l'avvento dei videogiochi, tuttavia, la linea di tendenza ha deviato, concentrando l'attenzione verso il mondo videoludico e relegando ai soli giovanissimi l'interesse verso i mattoncini svedesi. Era lecito quindi aspettarsi una migrazione del mondo dei colorati cubetti verso quello delle console, e così è stato: giusto negli ultimi 18 mesi abbiamo assistito alla comparsa sugli scaffali, ad opera dei Traveller's Tales, di due titoli dedicati alla saga Star Wars, a cui si deve aggiungere questo Bionicle Heroes, in questo caso ambientato nel mondo delle creature bioniche composte dai famosi mattoncini LEGO.
La storia che sta dietro al gioco è piuttosto esigua, al limite dell'inesistenza: i Piraka hanno invaso l'isola di Voya Nui impadronendosi delle antiche maschere Kanohi, le quali conferiscono un immenso potere a chi le possiede. Ovviamente non era pensabile rimanere indifferenti di fronte a tale sopruso, quindi sei temibili guerrieri Toa Inika sono stati spediti sull'isola al fine di recuperare il maltolto. Mi sembra offensivo nei vostri confronti dire che ai comandi di tali guerrieri ci sarete voi.
Operazione riconquista
Per ristabilire la situazione dovrete affrontare le 6 aree in cui è suddivisa l'isola, ciascuna delle quali è frammentata in 4 livelli, più uno finale per un totale di 25 livelli che, se portati a termine, vi permetteranno di riconquistare l'isola e con essa le maschere del potere.
All'inizio avrete a disposizione un solo bionicle con il quale affrontare le orde di nemici che vi saranno scagliate contro. Quasi immediatamente, tuttavia, troverete tutta una serie di maschere, attivabili tramite la pressione del tasto Y, che vi permetteranno di conferire al vostro personaggio un colore diverso, ma soprattutto abilità e armi differenti. Giusto per fare un paio di esempi, alla maschera bianca sarà associata l'abilità dello zoom e il fucile da cecchino mentre quella marrone, sicuramente la più importante, vi sarà utile per ricomporre oggetti distrutti, azionare meccanismi e aprire porte.
Tali personaggi potranno inoltre essere potenziati a mezzo della moneta locale, ovvero i cubetti di LEGO che raccoglierete lungo il cammino (dispersi qua e là e soprattutto rilasciati dai nemici sconfitti), che vi permetterà anche di di abilitare la "modalità eroe", che consiste in una sorta di stato di grazia in cui, oltre ad assumere i riflessi tipici dell'oro e a godere di una potenza di fuoco superiore, vi permetterà anche di vagare per un certo lasso di tempo noncuranti degli attacchi nemici dall'alto della vostra invulnerabilità. L'unico neo consiste nell'eccessiva facilità con cui si riesce a conseguire tale condizione psicofisica, tale da rendere praticamente impossibile il perire sotto il fuoco dei comuni nemici. Quando si è in condizioni normali, inoltre, risulta comunque difficile soccombere in quanto dovreste esaurire le barre di energia di ciascuna maschera (per un totale di sei).
table1
Ripetitivo e lineare
Per fortuna a tramutare il gioco da una spensierata passeggiata a un sentiero timidamente difficoltoso ci penseranno i boss di fine livello, anche se il modo in cui dovrete affrontarli renderà il tutto particolarmente noioso. Dovrete infatti resistere agli assalti di due orde di nemici fino al conseguimento dello stato dorato, con il quale potrete finalmente scagliare un doloroso attacco al nemico. Quindi dovrete vedervela contro il tempo, attaccandolo negli unici istanti in cui il boss abbasserà la guardia, diventando di fatto vulnerabile al fuoco delle vostre comuni armi.
Oltre a questa meccanica di gioco piuttosto ripetitiva va inoltre segnalato come le ambientazioni siano la massima espressione della linearità, in quanto quasi del tutto incapaci di riservare percorsi alternativi all'evoluzione dei fatti. Se a tutto ciò si aggiunge una prevedibilità dei nemici pressoché totale si completa il quadro della situazione, piuttosto poco invogliante a scoprire i titoli di coda.
Dall'altro lato, tuttavia, bisogna segnalare come siano stati introdotti alcuni rebus da affrontare con una maschera specifica, così come vi sarà possibile accedere a certe aree solo dopo aver potenziato adeguatamente il vostro personaggio, a tutto vantaggio della rigiocabilità una volta terminata l'avventura.
Aggancio automatico
Dal punto di vista tecnico bisogna dire che il lavoro fatto potrebbe essere soddisfacente se ci trovassimo di fronte alla versione per console di vecchia generazione: è vero che le ambientazioni sono piuttosto ricche di elementi, così come è vero che i combattimenti sono generosissimi in fatto di motion blur ed effetti luminosi. Tuttavia non va dimenticato come il vostro personaggio non presenti alcun segno di danneggiamento sotto il fuoco nemico, così come ad esso non è stato affidato alcun tipo di personalità: nell'arco della totalità dei livelli non lo sentirete pronunciare la benché minima sillaba, tanto da azzerarne il carattere. Per questo motivo anche una volta terminato il gioco vi sarà ancora impossibile affibbiare a una tal maschera il suo nome di battesimo (mentre le riconoscerete certamente per le armi e le abilità a disposizione).
Anche la visuale vi creerà qualche cruccio: la collocazione a sinistra del personaggio oscura un tantino il campo visivo nelle fasi concitate, privandovi di fatto di parte dello schermo che sarebbe potuto essere impiegato per localizzare altri nemici.
Infine il sistema di puntamento automatico mostra anch'esso alcune lacune non certo trascurabili: se è vero che vi basterà osservare in una data direzione per agganciare un nemico, è altrettanto vero che tale sistema vi creerà non pochi problemi qualora foste circondati da un gran numero di nemici (situazione non certo improbabile) mettendovi in difficoltà nel direzionare il vostro fuoco verso il mostro più pericoloso e facendovi subire molti colpi evitabili.
Bionicle sgraziato
L'immediatezza del gameplay (due tasti e una sola levetta analogica occupati da funzioni utili a direzionare e comandare il personaggio, un po' come accadeva nei due LEGO Star Wars), infine, fa pagare il suo prezzo in termini di gestibilità del personaggio, in quanto la rotazione della visuale si trasforma in passo laterale se al contempo state premendo il tasto di fuoco, creando non poche situazioni ambigue durante le fasi di combattimento.
Un'ultima nota negativa se la meritano le animazioni del vostro robot, davvero troppo esigue in numero per rendere verosimili le movenze dell'automa, nonostante un bagaglio di movenze davvero poco variegato.
Nemmeno il comparto audio riesce a convincere:se gli effetti sonori sono comunque nella media, poco ispirate risultano essere le musiche di accompagnamento, le quali diventano particolarmente ripetitive durante la modalità eroe, a cui è associata una musichetta che non tarderete a odiare.
In conclusione, risulta difficile attendersi troppo da questo Bionicle Heroes, non tanto per le premesse, quanto per il fatto che si tratta del terzo titolo del genere sfornato dai Traveller's Tales in soli 18 mesi (dopo i due LEGO Star Wars). La potenza di calcolo dell'Xbox360 non si intravede nemmeno (escludendo qualche bell'effetto grafico) vanificando così il vantaggio di possedere una console di nuova generazione. Si tratta, in definitiva, del classico mediocre gioco nato già vecchio.
La storia che sta dietro al gioco è piuttosto esigua, al limite dell'inesistenza: i Piraka hanno invaso l'isola di Voya Nui impadronendosi delle antiche maschere Kanohi, le quali conferiscono un immenso potere a chi le possiede. Ovviamente non era pensabile rimanere indifferenti di fronte a tale sopruso, quindi sei temibili guerrieri Toa Inika sono stati spediti sull'isola al fine di recuperare il maltolto. Mi sembra offensivo nei vostri confronti dire che ai comandi di tali guerrieri ci sarete voi.
Operazione riconquista
Per ristabilire la situazione dovrete affrontare le 6 aree in cui è suddivisa l'isola, ciascuna delle quali è frammentata in 4 livelli, più uno finale per un totale di 25 livelli che, se portati a termine, vi permetteranno di riconquistare l'isola e con essa le maschere del potere.
All'inizio avrete a disposizione un solo bionicle con il quale affrontare le orde di nemici che vi saranno scagliate contro. Quasi immediatamente, tuttavia, troverete tutta una serie di maschere, attivabili tramite la pressione del tasto Y, che vi permetteranno di conferire al vostro personaggio un colore diverso, ma soprattutto abilità e armi differenti. Giusto per fare un paio di esempi, alla maschera bianca sarà associata l'abilità dello zoom e il fucile da cecchino mentre quella marrone, sicuramente la più importante, vi sarà utile per ricomporre oggetti distrutti, azionare meccanismi e aprire porte.
Tali personaggi potranno inoltre essere potenziati a mezzo della moneta locale, ovvero i cubetti di LEGO che raccoglierete lungo il cammino (dispersi qua e là e soprattutto rilasciati dai nemici sconfitti), che vi permetterà anche di di abilitare la "modalità eroe", che consiste in una sorta di stato di grazia in cui, oltre ad assumere i riflessi tipici dell'oro e a godere di una potenza di fuoco superiore, vi permetterà anche di vagare per un certo lasso di tempo noncuranti degli attacchi nemici dall'alto della vostra invulnerabilità. L'unico neo consiste nell'eccessiva facilità con cui si riesce a conseguire tale condizione psicofisica, tale da rendere praticamente impossibile il perire sotto il fuoco dei comuni nemici. Quando si è in condizioni normali, inoltre, risulta comunque difficile soccombere in quanto dovreste esaurire le barre di energia di ciascuna maschera (per un totale di sei).
table1
Ripetitivo e lineare
Per fortuna a tramutare il gioco da una spensierata passeggiata a un sentiero timidamente difficoltoso ci penseranno i boss di fine livello, anche se il modo in cui dovrete affrontarli renderà il tutto particolarmente noioso. Dovrete infatti resistere agli assalti di due orde di nemici fino al conseguimento dello stato dorato, con il quale potrete finalmente scagliare un doloroso attacco al nemico. Quindi dovrete vedervela contro il tempo, attaccandolo negli unici istanti in cui il boss abbasserà la guardia, diventando di fatto vulnerabile al fuoco delle vostre comuni armi.
Oltre a questa meccanica di gioco piuttosto ripetitiva va inoltre segnalato come le ambientazioni siano la massima espressione della linearità, in quanto quasi del tutto incapaci di riservare percorsi alternativi all'evoluzione dei fatti. Se a tutto ciò si aggiunge una prevedibilità dei nemici pressoché totale si completa il quadro della situazione, piuttosto poco invogliante a scoprire i titoli di coda.
Dall'altro lato, tuttavia, bisogna segnalare come siano stati introdotti alcuni rebus da affrontare con una maschera specifica, così come vi sarà possibile accedere a certe aree solo dopo aver potenziato adeguatamente il vostro personaggio, a tutto vantaggio della rigiocabilità una volta terminata l'avventura.
Aggancio automatico
Dal punto di vista tecnico bisogna dire che il lavoro fatto potrebbe essere soddisfacente se ci trovassimo di fronte alla versione per console di vecchia generazione: è vero che le ambientazioni sono piuttosto ricche di elementi, così come è vero che i combattimenti sono generosissimi in fatto di motion blur ed effetti luminosi. Tuttavia non va dimenticato come il vostro personaggio non presenti alcun segno di danneggiamento sotto il fuoco nemico, così come ad esso non è stato affidato alcun tipo di personalità: nell'arco della totalità dei livelli non lo sentirete pronunciare la benché minima sillaba, tanto da azzerarne il carattere. Per questo motivo anche una volta terminato il gioco vi sarà ancora impossibile affibbiare a una tal maschera il suo nome di battesimo (mentre le riconoscerete certamente per le armi e le abilità a disposizione).
Anche la visuale vi creerà qualche cruccio: la collocazione a sinistra del personaggio oscura un tantino il campo visivo nelle fasi concitate, privandovi di fatto di parte dello schermo che sarebbe potuto essere impiegato per localizzare altri nemici.
Infine il sistema di puntamento automatico mostra anch'esso alcune lacune non certo trascurabili: se è vero che vi basterà osservare in una data direzione per agganciare un nemico, è altrettanto vero che tale sistema vi creerà non pochi problemi qualora foste circondati da un gran numero di nemici (situazione non certo improbabile) mettendovi in difficoltà nel direzionare il vostro fuoco verso il mostro più pericoloso e facendovi subire molti colpi evitabili.
Bionicle sgraziato
L'immediatezza del gameplay (due tasti e una sola levetta analogica occupati da funzioni utili a direzionare e comandare il personaggio, un po' come accadeva nei due LEGO Star Wars), infine, fa pagare il suo prezzo in termini di gestibilità del personaggio, in quanto la rotazione della visuale si trasforma in passo laterale se al contempo state premendo il tasto di fuoco, creando non poche situazioni ambigue durante le fasi di combattimento.
Un'ultima nota negativa se la meritano le animazioni del vostro robot, davvero troppo esigue in numero per rendere verosimili le movenze dell'automa, nonostante un bagaglio di movenze davvero poco variegato.
Nemmeno il comparto audio riesce a convincere:se gli effetti sonori sono comunque nella media, poco ispirate risultano essere le musiche di accompagnamento, le quali diventano particolarmente ripetitive durante la modalità eroe, a cui è associata una musichetta che non tarderete a odiare.
In conclusione, risulta difficile attendersi troppo da questo Bionicle Heroes, non tanto per le premesse, quanto per il fatto che si tratta del terzo titolo del genere sfornato dai Traveller's Tales in soli 18 mesi (dopo i due LEGO Star Wars). La potenza di calcolo dell'Xbox360 non si intravede nemmeno (escludendo qualche bell'effetto grafico) vanificando così il vantaggio di possedere una console di nuova generazione. Si tratta, in definitiva, del classico mediocre gioco nato già vecchio.