Black Hawk Down
di
Somalia, 1993. Da poco meno di un anno, gli eserciti dei Paesi occidentali sono sbarcati in terra africana nell'ambito dell'operazione 'Restor Hope', nata per riportare tranquillità in Somalia e per sfamare le popolazioni locali, ma a causa della resistenza dei ribelli finanziati dai cosiddetti "Signori della guerra" la missione sta prendendo una brutta piega.
La mattina del 3 ottobre dello stesso anno, diciassette elicotteri con a bordo le truppe speciali americane attraversano Mogadiscio, e volano verso uno dei presunti covi dove si trova asserragliato uno dei cosiddetti "Signori della guerra". Quando le truppe americane penetrano all'interno del loro obiettivo, una pioggia di fuoco si abbatte su di loro. Due degli enormi elicotteri americani sono abbattuti (Black Hawk Down appunto).
E' l'inizio di una sanguinosa battaglia, orientata al recupero dei superstiti degli elicotteri Black Hawk e alla ricerca di una rabbiosa voglia di vendetta.
Questo è l'incoraggiante quadretto da cui prende vita l'ennesimo episodio della serie Delta Force, ideata dalla prestigiosa Novalogic, che, per la prima volta, fa approdare il team bellico più famoso del mondo sulla console di casa Microsoft. Il titolo in questione infatti, non è altro che una conversione del gioco uscito nel 2003 per PC, che ci farà rivivere in prima persona, gli avvenimenti della sanguinosa battaglia combattuta tra le strade di Mogadiscio. Battaglia che, nel 2001, abbiamo visto rappresentata anche su grande schermo dal celebre regista Ridley Scott.
Anche se Black Hawk Down si presenta come un tactical shooter, fin dalle prime sessioni di gioco ci accorgeremo di quanto di tattico ci sia veramente poco, infatti il titolo si identifica come uno sparatutto in prima persona rigorosamente d'azione dal momento che la mancanza di briefing pre-operativi e delle relativo fasi di pianificazione ci "obbligano" a seguire determinati ordini e determinati percorsi.
L'unica cosa che potremo selezionare prima di partire per una missione sarà il tipo di impiego da assegnare al nostro protagonista, data la possibilità, infatti, di vestire i panni di un Artigliere, di un Medico, un Cecchino o ancora di un soldato dei gruppi d'assalto.
Ogni soldato di quelli sopraccitati, avrà a disposizione diversi tipi di armi, con i relativi pregi e difetti del caso, ad esempio, se l'artigliere sarà in grado di portare con se diversi tipi di armi pesanti come lanciarazzi o mine anticarro, i suoi movimenti saranno di conseguenza molto più lenti, e ancora, un cecchino sarà letale a lungo raggio ma si troverà scarsamente equipaggiato negli scontri corpo a corpo.
Una volta selezionato il nostro alter ego, avremo la possibilità di scegliere fra una tre missioni selezionabili sin dall'inizio ( in tutto saranno sedici), dopodiché in una manciata di secondi saremo letteralmente catapultati nel vivo dell'azione, e tra proiettili che provengono da tutte le parti e ribelli nascosti dietro ogni angolo ci ritroveremo a dover vendere cara la pelle.
Se da una parte questa brusca "entrata in scena" contribuisca a ricreare l'angosciosa atmosfera dell'inferno somalo, dall'altra, questo inizio di missione, da più che altro l'impressione di essere un "appuntamento con il nemico", rivelandosi controproducente dal punto di vista del realismo.
Affrontando questo argomento infatti, iniziamo col dire subito che vi saranno certi passaggi in cui questo farà letteralmente un volo dalla finestra, anzi, dall'elicottero, per cui preparatevi a veicoli che esplodono come bombe solamente per una manciata di proiettili di mitragliatrice, o a ritrovarvi illesi dopo aver assistito ad un esplosione da meno di due metri; in compenso, basteranno poche pallottole per rimandarvi a casa avvolti in un sacchetto di plastica.
Per quanto brutti, i nostri nemici infatti, appaiono piuttosto agguerriti e numerosi sin dalle prime fasi di gioco, ma noi,da buoni soldati quali siamo non ci faremo trovare impreparati, dal momento che avremo dalla nostra un arsenale degno del più in forma dei Rambo tra cui il tanto amato m16 proposto in tutte le salse (tra cui con lanciagranate incorporato), il mitragliatore SAW o il precisissimo M24, senza sottovalutare la possibilità di utilizzare le armi fisse, posizionate sui vari veicoli presenti nel gioco.
Avremo infatti la possibilità di utilizzare le armi situate sui veicoli implementati dai prorammatori, come i Minigun 7.62 montati sulle fiancate dell'UH-60 o la mitragliatrice calibro 50 posta a boardo degli enormi elicotteri Black Hawk, che trasformerà l'azione di gioco in una sorta di shooter su rotaia, in cui il nostro intervento, sarà limitato a sparare a tutto ciò che di ostile ci si parerà davanti.
Par quanto riguarda la meccanica di gioco, essa si rivela sin dalle prime fasi molto semplice ed intuitiva ( basteranno infatti pochi minuti per prendere confidenza con i comandi), mostrandosi ben congeniata, sarà infatti molto semplice passare da un'arma ad un'altra o utilizzare un determinato oggetto, pregio che, porterà a basare il sistema di controllo sulla reattività del giocatore, che sarà messo a dura prova dall'IA dei nemici.
E dato che faremo parte di una squadra (la Delta Force), ci sembra il caso di parlare dell'IA implementata per i nostri commilitoni, che ad essere sinceri ad un primo impatto si rivela di tutt'altro che ottima fattura.
I nostri compagni avranno una reazione al fuoco nemico marginalmente efficace, infatti per ogni decina di soldati che farete fuori, uno solo sarà stato abbattuto da loro, per non parlare di tutte le volte in cui saremo richiamati a tirarli fuori dai pasticci, e, fatto presente che nella la maggior parte degli obiettivi ci verrà chiesto di limitare le perdite o evitare l'uccisione di civili, ci ritroveremo a ricominciare parecchie volte una missione prima di trovare il "giusto approcio", contribuendo a far salire non poco il livello di frustrazione, dal momento che i nostri commilitoni sembreranno essersi classificati tutti terz'ultimi al corso d'addestramento.
A sollevare il livello della durata media del titolo sarà invece la modalità co-operative, che accoglierà fino a 4 giocatori simultaneamente, a cui va ad aggiungersi il protocollo per il gioco online, in cui potremo partecipare a sfide all'ultimo sangue fino ad un massimo di 50 giocatori.
Tecnicamente, il titolo si attesta su livelli appena sufficienti.Il motore grafico infatti, dal momento che si tratta pur sempre di una conversion,e è rimasto invariato, e seppur sia ottimizzato per una resa impeccabile per quanto riguarda il frame-rate, rimane al di sotto degli standard attuali, dal momento che in due anni di acqua sotto i ponti ne è passata, e anche parecchia.
Gli elementi poligonali infatti, sono realizzati in modo approssimativo e superficiale, così come gli scenari che risultano piuttosto scarni e desolati, caratterizzati da texture di natura precaria..
Il reparto sonoro invece risulta caratterizzato da effetti sonori di buona fattura, che, accompagnato da un mix di musiche rockeggianti ed etniche, contribuisce a creare un'atmosfera full-immrsion.
Delta Force Black Hawk Down poteva rivelarsi come un buon FPS all'altezza degli standard attuali se i programmatori non si fossero limitati solamente a "trapiantare" un progetto senza apportare sostanziali modifiche o migliorie, e per di più di due anni fa.
Il risultato è uno sparatutto in prima persona dall'aspetto poco convincente, nato forse dalla fretta di voler replicare un successo già conquistato in passato.
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La mattina del 3 ottobre dello stesso anno, diciassette elicotteri con a bordo le truppe speciali americane attraversano Mogadiscio, e volano verso uno dei presunti covi dove si trova asserragliato uno dei cosiddetti "Signori della guerra". Quando le truppe americane penetrano all'interno del loro obiettivo, una pioggia di fuoco si abbatte su di loro. Due degli enormi elicotteri americani sono abbattuti (Black Hawk Down appunto).
E' l'inizio di una sanguinosa battaglia, orientata al recupero dei superstiti degli elicotteri Black Hawk e alla ricerca di una rabbiosa voglia di vendetta.
Questo è l'incoraggiante quadretto da cui prende vita l'ennesimo episodio della serie Delta Force, ideata dalla prestigiosa Novalogic, che, per la prima volta, fa approdare il team bellico più famoso del mondo sulla console di casa Microsoft. Il titolo in questione infatti, non è altro che una conversione del gioco uscito nel 2003 per PC, che ci farà rivivere in prima persona, gli avvenimenti della sanguinosa battaglia combattuta tra le strade di Mogadiscio. Battaglia che, nel 2001, abbiamo visto rappresentata anche su grande schermo dal celebre regista Ridley Scott.
Anche se Black Hawk Down si presenta come un tactical shooter, fin dalle prime sessioni di gioco ci accorgeremo di quanto di tattico ci sia veramente poco, infatti il titolo si identifica come uno sparatutto in prima persona rigorosamente d'azione dal momento che la mancanza di briefing pre-operativi e delle relativo fasi di pianificazione ci "obbligano" a seguire determinati ordini e determinati percorsi.
L'unica cosa che potremo selezionare prima di partire per una missione sarà il tipo di impiego da assegnare al nostro protagonista, data la possibilità, infatti, di vestire i panni di un Artigliere, di un Medico, un Cecchino o ancora di un soldato dei gruppi d'assalto.
Ogni soldato di quelli sopraccitati, avrà a disposizione diversi tipi di armi, con i relativi pregi e difetti del caso, ad esempio, se l'artigliere sarà in grado di portare con se diversi tipi di armi pesanti come lanciarazzi o mine anticarro, i suoi movimenti saranno di conseguenza molto più lenti, e ancora, un cecchino sarà letale a lungo raggio ma si troverà scarsamente equipaggiato negli scontri corpo a corpo.
Una volta selezionato il nostro alter ego, avremo la possibilità di scegliere fra una tre missioni selezionabili sin dall'inizio ( in tutto saranno sedici), dopodiché in una manciata di secondi saremo letteralmente catapultati nel vivo dell'azione, e tra proiettili che provengono da tutte le parti e ribelli nascosti dietro ogni angolo ci ritroveremo a dover vendere cara la pelle.
Se da una parte questa brusca "entrata in scena" contribuisca a ricreare l'angosciosa atmosfera dell'inferno somalo, dall'altra, questo inizio di missione, da più che altro l'impressione di essere un "appuntamento con il nemico", rivelandosi controproducente dal punto di vista del realismo.
Affrontando questo argomento infatti, iniziamo col dire subito che vi saranno certi passaggi in cui questo farà letteralmente un volo dalla finestra, anzi, dall'elicottero, per cui preparatevi a veicoli che esplodono come bombe solamente per una manciata di proiettili di mitragliatrice, o a ritrovarvi illesi dopo aver assistito ad un esplosione da meno di due metri; in compenso, basteranno poche pallottole per rimandarvi a casa avvolti in un sacchetto di plastica.
Per quanto brutti, i nostri nemici infatti, appaiono piuttosto agguerriti e numerosi sin dalle prime fasi di gioco, ma noi,da buoni soldati quali siamo non ci faremo trovare impreparati, dal momento che avremo dalla nostra un arsenale degno del più in forma dei Rambo tra cui il tanto amato m16 proposto in tutte le salse (tra cui con lanciagranate incorporato), il mitragliatore SAW o il precisissimo M24, senza sottovalutare la possibilità di utilizzare le armi fisse, posizionate sui vari veicoli presenti nel gioco.
Avremo infatti la possibilità di utilizzare le armi situate sui veicoli implementati dai prorammatori, come i Minigun 7.62 montati sulle fiancate dell'UH-60 o la mitragliatrice calibro 50 posta a boardo degli enormi elicotteri Black Hawk, che trasformerà l'azione di gioco in una sorta di shooter su rotaia, in cui il nostro intervento, sarà limitato a sparare a tutto ciò che di ostile ci si parerà davanti.
Par quanto riguarda la meccanica di gioco, essa si rivela sin dalle prime fasi molto semplice ed intuitiva ( basteranno infatti pochi minuti per prendere confidenza con i comandi), mostrandosi ben congeniata, sarà infatti molto semplice passare da un'arma ad un'altra o utilizzare un determinato oggetto, pregio che, porterà a basare il sistema di controllo sulla reattività del giocatore, che sarà messo a dura prova dall'IA dei nemici.
E dato che faremo parte di una squadra (la Delta Force), ci sembra il caso di parlare dell'IA implementata per i nostri commilitoni, che ad essere sinceri ad un primo impatto si rivela di tutt'altro che ottima fattura.
I nostri compagni avranno una reazione al fuoco nemico marginalmente efficace, infatti per ogni decina di soldati che farete fuori, uno solo sarà stato abbattuto da loro, per non parlare di tutte le volte in cui saremo richiamati a tirarli fuori dai pasticci, e, fatto presente che nella la maggior parte degli obiettivi ci verrà chiesto di limitare le perdite o evitare l'uccisione di civili, ci ritroveremo a ricominciare parecchie volte una missione prima di trovare il "giusto approcio", contribuendo a far salire non poco il livello di frustrazione, dal momento che i nostri commilitoni sembreranno essersi classificati tutti terz'ultimi al corso d'addestramento.
A sollevare il livello della durata media del titolo sarà invece la modalità co-operative, che accoglierà fino a 4 giocatori simultaneamente, a cui va ad aggiungersi il protocollo per il gioco online, in cui potremo partecipare a sfide all'ultimo sangue fino ad un massimo di 50 giocatori.
Tecnicamente, il titolo si attesta su livelli appena sufficienti.Il motore grafico infatti, dal momento che si tratta pur sempre di una conversion,e è rimasto invariato, e seppur sia ottimizzato per una resa impeccabile per quanto riguarda il frame-rate, rimane al di sotto degli standard attuali, dal momento che in due anni di acqua sotto i ponti ne è passata, e anche parecchia.
Gli elementi poligonali infatti, sono realizzati in modo approssimativo e superficiale, così come gli scenari che risultano piuttosto scarni e desolati, caratterizzati da texture di natura precaria..
Il reparto sonoro invece risulta caratterizzato da effetti sonori di buona fattura, che, accompagnato da un mix di musiche rockeggianti ed etniche, contribuisce a creare un'atmosfera full-immrsion.
Delta Force Black Hawk Down poteva rivelarsi come un buon FPS all'altezza degli standard attuali se i programmatori non si fossero limitati solamente a "trapiantare" un progetto senza apportare sostanziali modifiche o migliorie, e per di più di due anni fa.
Il risultato è uno sparatutto in prima persona dall'aspetto poco convincente, nato forse dalla fretta di voler replicare un successo già conquistato in passato.