Blair Witch Volume 1: Rustin Parr
di
Redazione Gamesurf
IL MISTERO SI INFITTISCE?
Rustin Parr é essenzialmente un arcade-adventure, praticamente un survival horror alla Resident Evil. Ovvero, si passa da momenti riflessivi (si fa per dire, come leggerete tra poche righe) ad altri particolarmente concitati in cui si dovrà sparare parecchio per evitare di passare prematuramente a miglior vita. Nei momenti di calma sostanzialmente si tratterà di gironzolare per il paesello (sono quattro case in croce, praticamente), cercando informazioni utili per le nostre indagini, visto che si tratta di scoprire se dietro gli efferati delitti di Parr non ci sia qualcosa di soprannaturale. Come in tutti i paesini di provincia che si rispettino, non sarete particolarmente ben visti da buona parte degli abitanti e spesso i dialoghi si concluderanno con un nulla di fatto. Il problema maggiore é che l'interazione nostra in questi frangenti é pressoché nulla: niente frasi preimpostate a scelta multipla tra cui scegliere, sia per le domande sia per le risposte; il tutto si risolve nel parlare con tizio e caio, per far partire un filmato realizzato con il motore del gioco, durante il quale assistiamo passivi ai dialoghi tra la nostra Doc e l'interlocutore di turno
Questa soluzione, se da un lato rende l'esperienza più fluida e cinematografica, dall'altro penalizza e frustra enormemente la "voglia d'interazione" del giocatore. Anche perché il tutto avviene all'insegna della linearità più sfrenata. Non solo sul nostro taccuino é segnato per filo e per segno cosa dobbiamo fare, ma dopo aver parlato con una persona, Doc uscirà fuori quasi sempre con frasi del tipo "Bene, ora secondo me sarebbe il momento di andare a parlare con sempronio", appiattendo oltremodo il gameplay. Scordatevi inoltre qualsivoglia tipo di enigma, anche dei più semplici (il classico trova chiave che apre porta). E' tutto un clicca-guarda filmato. Inoltre la libertà di esplorazione é ridotta al minimo, visto che per sbloccare il dialogo con un personaggio bisognerà prima necessariamente aver parlato con un altro, anche se col senno di poi i due discorsi non avevano il benché minimo collegamento
Rustin Parr é essenzialmente un arcade-adventure, praticamente un survival horror alla Resident Evil. Ovvero, si passa da momenti riflessivi (si fa per dire, come leggerete tra poche righe) ad altri particolarmente concitati in cui si dovrà sparare parecchio per evitare di passare prematuramente a miglior vita. Nei momenti di calma sostanzialmente si tratterà di gironzolare per il paesello (sono quattro case in croce, praticamente), cercando informazioni utili per le nostre indagini, visto che si tratta di scoprire se dietro gli efferati delitti di Parr non ci sia qualcosa di soprannaturale. Come in tutti i paesini di provincia che si rispettino, non sarete particolarmente ben visti da buona parte degli abitanti e spesso i dialoghi si concluderanno con un nulla di fatto. Il problema maggiore é che l'interazione nostra in questi frangenti é pressoché nulla: niente frasi preimpostate a scelta multipla tra cui scegliere, sia per le domande sia per le risposte; il tutto si risolve nel parlare con tizio e caio, per far partire un filmato realizzato con il motore del gioco, durante il quale assistiamo passivi ai dialoghi tra la nostra Doc e l'interlocutore di turno
Questa soluzione, se da un lato rende l'esperienza più fluida e cinematografica, dall'altro penalizza e frustra enormemente la "voglia d'interazione" del giocatore. Anche perché il tutto avviene all'insegna della linearità più sfrenata. Non solo sul nostro taccuino é segnato per filo e per segno cosa dobbiamo fare, ma dopo aver parlato con una persona, Doc uscirà fuori quasi sempre con frasi del tipo "Bene, ora secondo me sarebbe il momento di andare a parlare con sempronio", appiattendo oltremodo il gameplay. Scordatevi inoltre qualsivoglia tipo di enigma, anche dei più semplici (il classico trova chiave che apre porta). E' tutto un clicca-guarda filmato. Inoltre la libertà di esplorazione é ridotta al minimo, visto che per sbloccare il dialogo con un personaggio bisognerà prima necessariamente aver parlato con un altro, anche se col senno di poi i due discorsi non avevano il benché minimo collegamento
Blair Witch Volume 1: Rustin Parr
Blair Witch Volume 1: Rustin Parr
Un gioco particolare questo Rustin Parr. Probabilmente un tentativo di connubio tra esperienza ludica e visione cinematografica. La qualità del risultato tuttavia è altalenante. Se da un lato infatti bisogna riconoscere che l‘atmosfera creata è notevole, soprattutto grazie ad una parte sonora particolarmente ispirata, dall‘altro viene penalizzata in troppi frangenti l‘interazione. La parte meramente esplorativa fa quasi sorridere per la sua semplicità e per la totale mancanza di enigmi. Le sezioni arcade riescono invece a risollevare un poco le sorti del gioco, ma non siamo certo ai livelli di un Resident Evil o del più recente Devil Inside. I colpi di scena ci sono ma abbastanza prevedibili ed i nemici sono a volte fin troppo ostici anche a livello easy. A livello hard le cose migliorano un poco per quanto riguarda i puzzle, ma non aspettatevi chissà cosa. Inoltre il gioco è un po‘ corto (ma è un episodio ed il costo è adeguato) e la configurazione hardware non è proprio per tutti. Peccato perché l‘idea di base non è malvagia (sebbene non certo originale, parlo a livello di concept del gioco, non del film). In definitiva, considerando anche che il gioco viene venduto a prezzo ridotto, se adorate Blair Witch Project e le sue atmosfere (ed io sono uno di quelli, per inciso), prendetelo in considerazione. Per tutti gli altri appassionati di survival horror il consiglio è quello di aspettare il terzo capitolo di Resident Evil e soprattutto il nuovo Alone in the Dark, che dovrebbero uscire a breve. E perché no, gli altri due episodi di Blair Witch...