Blinx 2: Masters of time and space
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Nonostante la presenza di una costola di AM-2 al timone della barca (un Titanic che sbatte contro l'iceberg della noia già dopo i primi stage), Blinx 2 non riesce a recitare la parte che più gli si addice, quella di portabandiera di una console e di platform che da solo avrebbe dovuto sopperire alla mancanza di valide alternative su una piattaforma che negli anni ha più volte snobbato questo genere. Levare di scena il protagonista inserendo un editor per la creazione di personaggi totalmente anonimi, è solo il primo sgambetto che l'Artoon fa al giocatore. Del felino Blinx rimane solo il titolo e qualche breve cammeo durante l'esplicazione della trama. Irriconoscenti.
Il primo episodio pur dividendo la critica in due tronconi (noi di Gamesurf siamo della corrente degli estimatori), ostentò interessantissime features legate al controllo del tempo, prestando al contempo il fianco a pesanti critiche dovute all'elevato grado di difficoltà e ad un tempo limite di dieci minuti per il completamento di ogni stage. Per l'occasione si è cercato di raddrizzare il tiro, ma quel che assumeva i connotati della sfida acquista ora le fattezze della passeggiata, in un titolo che mostra il più grande limite dei videogiochi attuali: la semplicità disarmante. La classificazione platform diventa più uno spunto concettuale che un'impostazione concreta, affievolendo la rilevanza di salti e acrobazie varie e ruotando attorno al fulcro dei puzzle connaturati ai poteri del tempo. Nello stretto legame tra poteri del personaggio ed enigmi da risolvere si fonda la seconda maggiore problematica di gioco che sottolinea come lo sforzo creativo sia stato compiuto nel verso sbagliato. Un'azione di gioco ragionata almeno nelle intenzioni - poco si addice a un titolo che punta ad essere classificato come platform: apprezzabile il tentativo di non adeguarsi al vento che tira, ma Blinx 2 non è divertente alla maniera frenetica di Sonic Heroes, né appassionante alla maniera distruttiva di R&C3, cercando invece di insinuarsi in territori angusti e poco accreditati che il genere attualmente tende a snobbare.
La possibilità di impersonare sia i felini che i membri della banda Tom Tom è additabile come la maggiore novità di questo sequel, che aggiunge alla quarta la quinta dimensione. Le peculiarità dei felini ci riportano direttamente al primo episodio, quelle dei porci ci teletrasportano senza deviazioni agli albori della dottrina stealth. I suini, abili nei movimenti furtivi e nella padronanza dello spazio, propongono difatti un approccio ludico diametralmente opposto. La nuova filosofia di gioco, mirando a valorizzare gli aspetti concernenti la quarta e quinta dimensione, rende la sintassi ludica lenta, il ritmo blando: l'azione di gioco ragionata non si addice al genere e manca quella consolidata verve comica che contraddistingue gli ultimi prodotti del genere platform. La creatività e genialità dei programmatori che in sede di anteprima poteva esplodere, implode invece in meccaniche strutturali che rendono il prodotto approssimativo, abbozzando idee e al contempo tagliandole le gambe inserendole con troppe superficialità.
Il primo episodio pur dividendo la critica in due tronconi (noi di Gamesurf siamo della corrente degli estimatori), ostentò interessantissime features legate al controllo del tempo, prestando al contempo il fianco a pesanti critiche dovute all'elevato grado di difficoltà e ad un tempo limite di dieci minuti per il completamento di ogni stage. Per l'occasione si è cercato di raddrizzare il tiro, ma quel che assumeva i connotati della sfida acquista ora le fattezze della passeggiata, in un titolo che mostra il più grande limite dei videogiochi attuali: la semplicità disarmante. La classificazione platform diventa più uno spunto concettuale che un'impostazione concreta, affievolendo la rilevanza di salti e acrobazie varie e ruotando attorno al fulcro dei puzzle connaturati ai poteri del tempo. Nello stretto legame tra poteri del personaggio ed enigmi da risolvere si fonda la seconda maggiore problematica di gioco che sottolinea come lo sforzo creativo sia stato compiuto nel verso sbagliato. Un'azione di gioco ragionata almeno nelle intenzioni - poco si addice a un titolo che punta ad essere classificato come platform: apprezzabile il tentativo di non adeguarsi al vento che tira, ma Blinx 2 non è divertente alla maniera frenetica di Sonic Heroes, né appassionante alla maniera distruttiva di R&C3, cercando invece di insinuarsi in territori angusti e poco accreditati che il genere attualmente tende a snobbare.
La possibilità di impersonare sia i felini che i membri della banda Tom Tom è additabile come la maggiore novità di questo sequel, che aggiunge alla quarta la quinta dimensione. Le peculiarità dei felini ci riportano direttamente al primo episodio, quelle dei porci ci teletrasportano senza deviazioni agli albori della dottrina stealth. I suini, abili nei movimenti furtivi e nella padronanza dello spazio, propongono difatti un approccio ludico diametralmente opposto. La nuova filosofia di gioco, mirando a valorizzare gli aspetti concernenti la quarta e quinta dimensione, rende la sintassi ludica lenta, il ritmo blando: l'azione di gioco ragionata non si addice al genere e manca quella consolidata verve comica che contraddistingue gli ultimi prodotti del genere platform. La creatività e genialità dei programmatori che in sede di anteprima poteva esplodere, implode invece in meccaniche strutturali che rendono il prodotto approssimativo, abbozzando idee e al contempo tagliandole le gambe inserendole con troppe superficialità.